20 settembre 2007

I will survive!


Picture by Iguana Jo.
Questo post è come la pisciata di un cane. Ha l'unica funzione di marcare il territorio, di far sapere al mondo che sono ancora in giro, che ogni tanto un salto qui dentro lo faccio ancora.
Il fatto è che da quando lavoro nella valle delle piastrelle settembre è il mio mese terribilis. Un mese in cui la vita normale scompare per lasciare il posto al vuoto pneumatico delle giornate passate al lavoro, al lavoro, al lavoro.

Che poi va anche bene, il bilancio familiare ringrazia. Però a settembre succedono un sacco di cose che a me tocca di vivere solo per sentito dire. Il festival della letteratura di Mantova, tutti i concerti dei vari festival dell'Unità sparsi per l'Emilia, la possibilità di fare un salto tra i monti, godersi la fine dell'estate. Tutto svanisce dietro 'sto monitor.

E tendono a smarrirsi anche tutte le frequentazioni virtuali: flickr, i blog, i forum e le mailing list. Anche i vari impegni extra lavorativi devono per forza rallentare (ragazzi di Next, portate pazienza che arrivooooo!).

Sopravvivono solo gli impegni inderogabili: la festa di Jacopo, il servizio matrimoniale fissato sei mesi fa, cos'altro? poco poco…

Vabbé, ormai mancano solo 10 giorni alla fine del mese. E se va bene il 29 si va a Piacenza, per ritornare ad avere un minimo di vita sociale.

Ce la posso fare.


10 settembre 2007

La montagna


Picture by Iguana Jo.
Lasciatemi spiegare due o tre cose sulla montagna, che mica è chiaro a tutti cosa ci sia di così seducente nel fare della fatica su e giù per i monti passando intere giornate a camminare con uno zaino sulle spalle.
Una fondamentale precisazione da fare, prima di sbrodolare tutta la mia insana passione per i monti, è quella di distinguere (per quanto in modo generico e superficiale) tra chi le montagne le conquista e chi invece ci cammina semplicemente in mezzo, ovvero tra chi arrampica e chi attraversa.
Il fatto è che io non ho mai avvertito l'esigenza di arrivare alla cima. Per me la spinta fondamentale per affrontare la montagna è sempre stata vedere cosa c'è dall'altra parte. Del resto puntare alla cima m'è sempre parso un vicolo cieco (voglio dire: una volta che sei arrivato nel punto più alto dove altro vai?). Insomma non è per il gusto della scalata e della conquista che mi piace andare tra i monti. Mi basta esserne circondato per essere già soddisfatto.

Probabilmente tutto dipende dall'esserci nato in mezzo. Del resto da quando ho lasciato Bolzano, l'unica cosa di cui ho davvero sento la mancanza sono proprio le montagne. La loro imponenza, la loro visibilità sono senza dubbio aspetti importanti ma questa specie di nostalgia non è dovuta solo a fattori estetici o paesaggistici. È qualcosa di più: probabilmente essere andato a camminare per le dolomiti fin da bambino ha rappresentato una sorta di imprinting, un legame profondo con la natura stessa del territorio.

Forse le montagne sono un po' come il mare per chi è nato sulla costa. Rappresentano una possibilità, il mistero, l'avventura. Impedendo un facile accesso ad altre terre, nascondendole alla vista, sono un invito costante al viaggio e alla scoperta.
Non so se chi è nato in pianura può capire. Camminare in un bosco, salire oltre il limite degli alberi verso la prossima forcella, scoprire passo dopo passo un territorio inesplorato, rendersi conto della Terra, della sua consistenza e delle sue dimensioni. Confrontarsi con il rischio di perdersi, vedere ridursi progressivamente le tracce umane (che non scompaiono mai, riescono piuttosto a trovare un loro spazio armonico nel paesaggio), essere in balia dei capricci del tempo, per poi arrivare infine a scoprire cosa c'è dall'altra parte.
E poi la maestosità della roccia, il suo permanere oltre i nostri confini temporali, e la fatica, sempre la fatica, che ti riporta indietro in un tempo più selvatico e sensuale. La fatica che elimina le mediazioni a cui siamo abituati tra noi e il risultato dei nostri sforzi, la fatica che offre una soddisfazione per ogni passo, un risultato, un avvicinamento. La fatica che in montagna si misura sempre in ore di cammino mai in chilometri percorsi…

La montagna fa parte di me, del modo in cui sono cresciuto, di quello che sono diventato.
Però dopo tanti anni passati in pianura uno crede quasi di essersela dimenticata, quasi appartenesse a una vita precedente. Così quando dopo tanto tempo ti ritrovi a calcare di nuovo le tracce di un sentiero, è quasi una sorpresa ritrovare le vecchie sensazioni, sentire nuovamente tutto il fascino della camminata alpina. E non importa se il sentiero che percorri sia uno dei più frequentati tra quelli dolomitici, non importa se il silenzio e la solitudine intorno alle Tre Cime di Lavaredo siano quasi un'utopia. L'unica cosa davvero importante è sentire il ritmo del cammino, la vastità del cielo, la presenza della montagna.

"...e vidi il sole che percotea la montagna
essere più luminoso quivi
che nella bassa pianura... "

Leonardo da Vinci

05 settembre 2007

Rapporto letture - Luglio/Agosto 2007


Originally uploaded by biblioragazzi.
L'estate è un periodo prodigo di letture. Direi che anche quest'anno è andata abbastanza bene. Ecco quindi l'elenco dei libri degli ultimi due mesi. Ogni commento è come sempre benvenuto.

Charlie Stross - Giungla di cemento
Un giro sull'ottovolante fantastico del sig. Stross. Leggerezza & fantascienza & burocrazia & mostri vari. Peccato per la traduzione italiana che non rende merito alla scrittura dell'autore. Ne avevo già parlato qui.

Lester Bangs - Deliri, desideri e distorsioni
Secondo volume dedicato agli scritti di Lester Bangs. La scrittura di Bangs è potente e lisergica e scomposta, ma tra i deliri e le distorsioni è possibile intravedere la passione, la rabbia e la compassione che animano il suo lavoro, che in fondo il rock'n'roll è un mezzo come un altro per parlare della vita, dell'universo, di tutto quanto.
Se sei un grande scrittore almeno. E Bangs lo era.

Jeffery Deaver - Sotto terra
Prima volta che mi imbatto in questo autore che pare essere apprezzatissimo tra i cultori del thriller. Il romanzo in questione è certamente piacevole, i personaggi azzeccati, la trama sufficientemente interessante. D'altra parte però nel libro non c'è niente che colpisca davvero il lettore. Per qualche ora di puro intrattenimento va benissimo, se cercate qualcosa di memorabile beh… non è questo il caso.

Joe R. Lansdale - Una stagione selvaggia
Cronologicamente Una stagione selvaggio è il primo romanzo della serie che ha per protagonisti Hap Collins & Leonard Pine, ma arriva in Italia dopo che i successivi quattro volumi sono già stati pubblicati. La prima avventura dei due bravi ragazzi texani soffre di tutte le ingenuità di un'opera scritta da un autore alle prime armi ma ha comunque il pregio di svelare qualche retroscena della vita del dinamico duo. E poi Lansdale è Lansdale, leggerlo è sempre un piacere anche quando non è al massimo delle sue capacità.

Dave Eggers - Erano solo ragazzi in cammino. Autobiografia di Valentino Achak Deng
Sicuramente il libro migliore di questi ultimi due mesi. Ne avevo già parlato in questo post. Leggetelo.

AA.VV. - Supernova Express - Antologia manifesto del Connettivismo
La fantascienza italiana tenta un nuovo approccio alla scrittura, ma ad oggi manca ancora un'opera di riferimento su cui poter costruire un movimento. Supernova Express avrebbe potuto/dovuto rappresentare la vetrina narrativa del manifesto connettivista, il risultato però non è tra i più incoraggianti e secondo me siamo ancora lontani dal tracciare una nuova via per la fantascienza nostrana. Spero ardentemente di sbagliarmi.

Andrea Camilleri - La voce del violino
Camilleri ormai è un classico, e anche se personalmente preferisco i suoi romanzi storici, Montalbano è sempre e comunque una certezza. Questo romanzo non fa eccezione e si conferma una lettura piacevole più per la capacità dell'autore di rendere vivi i personaggi e indimenticabile la sua Sicilia che per la trama gialla, in verità piuttosto esile, che lo caratterizza.

David G. Hartwell & Kathryn Cramer (a cura di) - Venti galassie
Da qualche tempo l'Urania Millemondi estivo è dedicato alla raccolta dei migliori racconti dell'anno curata da David G. Hartwell e Kathryn Cramer. In questo caso l'anno presentato è il 2003 e i venti racconti che compongono l'antologia offrono un buon panorama di quella che è la fantascienza attuale. Ci sono tutti i nomi più importanti della scena con racconti che affrontano il genere con approcci decisamente variegati, sintomo che la fantascienza ha ancora qualcosa da dire. Non tutti i racconti mi hanno pienamente soddisfatto ma la qualità media è decisamente buona.
Anche in questo caso spiace notare come la traduzione italiana non sempre sia all'altezza del testo. In questo caso tutta la seconda parte del volume soffre secondo me di un eccessivo appiattimento stilistico. Ma vabbé, meglio che niente…

Nick Laird - La banda delle casse da morto
In parte incuriosito dalla presentazione sul sito di minimum fax, in parte a causa delle precedenti memorabili letture nordirlandesi (vedi p. es. Ian McDonald o Robert McLiam Wilson) mi sono letto il romanzo d'esordio di Nick Laird. La lettura non delude le aspettative. Ok, il romanzo non è un capolavoro, ok, tratta temi già letti e riletti. Però lo fa con grazia e ironia, con una storia brillante e avvincente, con personaggi che suscitano tenerezza e simpatia. Niente di trascendentale ma in definitiva un romanzo piacevole, ottimo per il periodo estivo.

Mikael Niemi - Musica rock da Vittula
Idem come sopra. In questo caso la molla è stata la lettura dell'opera successiva dell'autore svedese. Ma se Il Manifesto dei Cosmonisti m'era parso un'originale rilettura dei temi e delle situazioni di tutta la fantascienza che l'ha preceduto, questo Musica rock da Vittula è il solito romanzo di formazione. Piacevole e divertente, malinconico e brillante. Che rimane impresso soprattutto per l'esoticità dell'ambientazione piuttosto che per la profondità dei personaggi o per l'originalità della scrittura. Mi aspettavo qualcosa di più, ma in fondo quello che ho trovato mi ha lasciato comunque soddisfatto.

Emily Brontë - Cime tempestose
Se il romanzo di Eggers è stata la lettura del mese, il classico di Emily Brontë è di certo il romanzo più sorprendente di quest'estate. Ne ho già parlato in questo post, qui non mi rimane che ribadire la mia totale rivalutazione della letteratura dell'epoca (anche se il merito va spartito con Susanna Clarke che con il suo Jonathan Strange e il signor Norrell è stata la vera molla per affrontare l'ottocento inglese).

Wilson Tucker - L'anno del sole quieto
Altra sorpresa in chiave minore, che in realtà non mi aspettavo molto da questo romanzo fantascientifico del 1970. Invece Wilson Tucker mi ha sorpreso per il tono pacato e sommesso del romanzo, per la capacità di tenere sotto controllo le derive fideistico/religiose che potevano distruggere la storia, per la semplicità con cui conduce in porto la sua apocalittica vicenda.
Ma a parte ogni considerazione sulla qualità letteraria del romanzo devo aggiungere che L'anno del sole quieto è uno dei titoli migliori in cui mi sia imbattuto.

E anche per questa volta l'elenco è finito.
Per il prossimo mese vi avverto: si tornerà a parlare di grande (esagerata!) fantascienza.

Le puntate precedenti invece le potete trovare qui:
Gennaio, Febbraio, Marzo/Aprile, Maggio, Giugno.