07 gennaio 2019

Letture: Un attimo prima, di Fabio Deotto


Negli ultimi tempi una tendenza significativa dell’editoria generalista, sia dei grandi gruppi editoriali sia degli editori medio-piccoli, è una nuova attenzione a quella letteratura che una volta di sarebbe definita di genere (con tutto quel che di poco positivo veniva attribuito al genere). Letteratura che nelle mani di questi editori sembra aver assunto tutt’altra dignità culturale.
Con il progetto Zona 42 siamo ormai diventati parte attiva in questo scenario. Un motivo in più per dedicare qualche considerazione al fenomeno da un punto di vista che si potrebbe riassumere in una di quelle frasi che ci piace sfoggiare nei nostri incontri con i lettori: “se l’editoria generalista sta cercando di portare la fantascienza nella letteratura, noi come Zona 42 stiamo cercando di portare la letteratura nella fantascienza”.

A partire da oggi proverò ad annotare qualche appunto su alcuni dei titoli letti negli ultimi mesi ascrivibili a queste nuove proposte editoriali, con particolare attenzione a quelli più vicini agli ambiti fantascientifici (o pseudo tali) che, come potete immaginare, sono quelli che mi interessano di più.
Cercherò di proporre alcuni spunti di riflessione su Un attimo prima di Fabio Deotto, Un marito di Michele Vaccari, La festa nera di Violetta Bellocchio, Neghentopia di Matteo Meschiari.

Ero in dubbio se cominciare dai titoli più “fantascientifici” per arrivare a quelli in cui la connotazione di genere è più laterale. Il continuo rimandare la stesura dei post ha fatto sì che si arrivasse a gennaio, e a un appuntamento che di fatto risolve il problema. Sabato prossimo avrò infatti il piacere di accompagnare Fabio Deotto nella sua presentazione modenese di Un attimo prima (appuntamento alla libreria Ubik alle ore 18 del 12 gennaio). Ecco quindi qualche osservazione sul suo romanzo.


La cosa più sorprendente di Un attimo prima è che l’abbia pubblicato Einaudi. No, davvero, quanti titoli di fantascienza scritti da autori italiani ci sono nel catalogo dell’editore? 

In effetti non troverete scritto da nessuna parte che Un attimo prima è un romanzo di fantascienza. Einaudi lo presenta così: “Proiettandosi in avanti di alcuni anni, Fabio Deotto ci racconta un domani sorprendentemente possibile. E ci mostra il nostro presente in tutta la sua bellezza, in tutte le sue contraddizioni, con tutta la sua energia. 
Ci siamo capiti, no?

Se Un attimo prima non fosse il romanzo che è (ci arrivo, ci arrivo), verrebbe da dire che il suo autore è stato davvero molto furbo nel dare la veste giusta alla sua storia. Qual è la tematica alla base della stragrande maggioranza dei romanzi italiani pubblicati e venduti da editori grandi e piccini? Bé, è facile: la crisi familiare. Virata, soprattutto negli ultimi tempi, nella scoperta della paternità.
Un attimo prima parte proprio così: un protagonista in crisi, separato dalla moglie, un fratello scomparso e un figlio introvabile. Perfetto per il lettore, almeno per quell'idea di lettore che sembrano avere i nostri editori.
Il mio approccio però è quello del lettore “fantascientifico” che di ’ste storie familiari s’è stufato da un pezzo. Per mia fortuna Un attimo prima è straordinariamente ricco di suggestioni, idee, speculazioni. Se togliamo di mezzo la situazione familiare del protagonista (comunque ottimamente sfruttata per introdurre alcuni aspetti notevoli del romanzo), abbiamo un intero mondo immaginato e proposto al lettore in maniera credibile, abbiamo un’idea - la teoria dell’arto fantasma rivista in chiave mentale, alla faccia della scarsa inventiva dei nostri autori -  che permette a Deotto di creare situazioni narrative degne del miglior Dick (ma scritte decisamente meglio). 

Un attimo prima è la storia del tentativo di Edoardo di riconciliarsi con la memoria del fratello Alessio e di ritrovare suo figlio Sealth, adottato dopo la scomparsa del padre. Il romanzo si svolge tra Milano e gli Stati Uniti. Deotto sfrutta l’ambiente locale per presentare al lettore il cambiamento epocale avvenuto nella gestione politico/economica delle risorse (a seguito di una crisi di sistema globale il denaro non esiste più, così come la proprietà privata, esiste una sorta di reddito di cittadinanza che permette ai cittadini integrati di condurre una vita quasi normale) mentre le parti ambientate in nordamerica, continente d'elezione per il fratello scomparso del protagonista, sono funzionali a raccontare come si sia arrivati a alla situazione attuale e quale sia stato il prezzo da pagare.
Fabio Deotto ha un ottimo controllo sulla vicenda raccontata, e riesce ad amalgamare molto bene riflessioni politiche e momenti d'azione, ricostruzione d'ambiente e introspezione, speculazioni scientifico/economiche e tensione narrativa.

Quello che mi rimane da capire, e che sicuramente chiederò sabato a Fabio Deotto, è come sia stato accolto il suo romanzo dal pubblico. Per quella che è la mia esperienza, nessuno (o quasi) dei lettori affezionati al genere si è accorto della pubblicazione del suo romanzo. Non so come siano andate le cose tra chi invece non frequenta fantascienza e dintorni.
Dopotutto Un attimo prima è il tipo di romanzo che potrebbe essere pubblicato da Zona 42, e visto come sono andati - sorprendentemente bene! - i romanzi italiani che abbiamo proposto fino ad oggi, mi chiedo se abbia fatto bene l’editore a eliminare programmaticamente ogni riferimento alla fantascienza nella presentazione del romanzo.
(Mi rispondo da solo: ha fatto benissimo, che niente tiene lontano il lettore da un romanzo come l’etichetta fantascienza sulla copertina. Zona 42 certi accostamenti se li può permettere, ma Einaudi deve macinare cifre che non sono minimamente paragonabili alle nostre).

Arrivato in fondo a questa breve nota, mi piacerebbe essere riuscito a incuriosirvi. Mi auguro di leggere prima o poi l’opinione dei lettori “fantascientifici” su Un attimo prima, perché mentre molti di noi - “noi” inteso come appassionati di fantascienza letteraria - stanno qua a rimirarsi l’ombelico e guardare costantemente all’indietro, fuori dal nostro piccolo cortile le cose forse hanno iniziato a cambiare…