28 settembre 2011

Fantascienza in Italia. Quello che non c'è.

Foto di Iguana Jo
Nello spazio commenti dell'ulitmo post, Vanamonde chiede:
"…secondo voi che cosa manca di più alla fantascienza italiana in Rete? 
Quali sono le aree che un nuovo sito fantascientifico dovrebbe coprire, e che non sono già coperte da fantascienza.com? 
Personalmente a me piacerebbe vedere un sito che avesse una maggiore inclinazione verso la fantascienza letteraria e, in particolare, un atteggiamento critico più severo, senza cadere in eccessi "gamberettistici" ma anche riconoscendo il fatto che la maggior parte della fantascienza italiana che si pubblica è di qualità insoddisfacente. 
 Mi ha sorpreso però di recente un amico, appassionato di fantascienza della zona di Roma, che mi ha detto che per lui e i suoi amici fantascienza.com è troppo serioso e spocchioso, e che a loro piacerebbe un sito più goliardico e caciarone! 
Posso chiedere la vostra opinione?"

Nell'attesa di leggere qualche altra opinione, ecco la mia.

Non potrei essere più d'accordo con Vanamonde.
Fantascienza.com fa un ottimo lavoro per quanto riguarda l'informazione: non c'è praticamente nulla che si muova sulla superficie del mondo fantascientifico internazionale che sfugga ai radar della loro redazione.
Quel che manca - e non solo nella corazzata delosiana, ma nella rete nel suo complesso - è uno spazio critico degno di questo nome dedicato alla produzione fantascientifica nazionale e internazionale.

Quest'assenza del resto non mi stupisce. Dando un'occhiata a quella manciata di luoghi dove la fantascienza gode ancora di un certo apprezzamento mi sono reso conto che a essere interessati al genere siamo davvero in pochi.
All'esiguità del numero va poi aggiunta una caratteristica precipua del frequentatore del genere: nella maggioranza dei casi infatti chi si occupa di fantascienza pare più interessato a scriverla, piuttosto che a leggerla.
Il che crea un curioso cortocircuito.
Dando per scontato che - salvo eccezioni - nella letteratura di genere sia impossibile ottenere buoni risultati senza una costante e assidua frequentazione dello stesso, in Italia ci troviamo al paradosso che pur essendoci pochissima disponibilità di testi, si ha al contempo una produzione enorme (per le dimensioni circoscritte della scena locale) di fantascienza scritta mandata poi allo sbaraglio.

Dal mio punto di vista - che ripeto a scanso di equivoci, è solo quello di un lettore convinto delle potenzialità del genere -  è evidente come non ci possa essere alcuna evoluzione del movimento fantascientifico nazionale senza una contemporanea crescita delle capacità critiche di tutti i soggetti interessati (lettori, autori, appassionati, editori). Per sviluppare una qualche competenza critica sarebbe però necessario consumare un quantitativo di fantascienza di qualità, che qui da noi semplicemente manca, per poi iniziare a confrontare la produzione nazionale con gli standard dettati dai maestri del genere.
In altre parole: come si fa a scrivere buona fantascienza senza avere della buona fantascienza da leggere? E come si può giudicare la buona fantascienza se si ha a disposizione solo un quantitativo miserevole di quanto di buono viene prodotto ogni anno nel resto del mondo?

Non so come si possa uscire da questo circolo vizioso. Non so nemmeno se sia possibile, abituati come siamo ad accontentarci, a distribuire complimenti agli amici ed ignorare tutti gli altri, tanto da arrivare addirittura all'autocensura, per il timore di tagliare quei pochi ponti che ci legano al resto dell'asfittica scena locale.
O precipitando fino all'eccesso opposto, per cui si pontifica e si insulta, si distrugge e si massacra, avendo del tutto perso di vista quello che dovrebbe essere il fine ultimo dell'attività del lettore.

23 settembre 2011

Fantascienza in Italia. Facciamo l'appello?

Foto di Iguana Jo
Nelle ultime settimane non sono stato molto presente in rete. Per questo motivo ho scoperto solo all'ultimo la serie di post che Angelo Benuzzi ha dedicato alla scena fantascientifica italiana. L'obiettivo di Angelo è piuttosto ambizioso: rilanciare la letteratura di fantascienza in Italia.

Per raggiungere lo scopo ha lanciato un concorso per la creazione di un marchio e di uno slogan che riassumano e simboleggino l'idea di una fantascienza italiana. Nell'idea di Angelo marchio e slogan rappresentano il primo passo del progetto. Il secondo sarà la creazione di uno spazio dove tutti, lettori, appassionati, autori, editori,  potranno incontrarsi e discutere del nostro genere preferito.

Frequentando ormai da qualche anno l'ambiente fantascientifico nostrano ho fatto presente ad Angelo che in rete esistono già parecchi luoghi dove poter parlare più o meno liberamente di fantascienza e dintorni. Dopo aver postato quel commento c'ho però pensato un po' su e mi son chiesto: ma dove sono tutto 'sti spazi dedicati alla fantascienza? Siamo sicuri che esistano o le mie sono solo supposizioni basate su qualche beata speranza, se non proprio sul nulla?

Mi sono guardato un po' intorno tra le pagine che frequento abitualmente e mi sono reso conto che di fantascienza, soprattutto di fantascienza scritta, se ne parla proprio pochino.

Per questo chiedo il vostro aiuto.
Riusciamo insieme a stendere un elenco di tutti i siti dove si può parlare liberamente di letteratura fantascientifica in Italia?

I link che seguono sono quelli che conosco io. A parte i primi due, gli altri son tutti blog. 
Provvederò ad aggiornare il post man mano che me ne suggerirete altri.



Ten Forward
Il forum di Fantascienza.com, probabilmente il sito italiano più importante per gli appassionati del genere fantascientifico.Non so che aria si respiri da quelle parti. Salvo qualche sporadica visita non ho mai frequentato i forum, ne questo ne altri.
Non ho idea quanto questo tipo di sito corrisponda a quello che ha in mente Angelo.

Fantascienza Mailing List (FML)
Mailing List storica del fandom italiano. Frequentata da molti operatori professionali e da appassionati. La seguo dal lontanissimo 1997 e nel corso del tempo ha subito parecchi mutamenti, nell'atmosfera, nei discorsi, nelle persone che la frequentano. È comunque un luogo d'incontro che per me mantiene una certa importanza. Affettiva, se non altro. 

Strategie evolutive
Scoperto grazie a google (termine di ricerca "fantascienza"), il blog di Davide Mana è ormai diventata una tappa obbligata dei miei giri in rete. Dalla paleonotolgia alla singolarità, Davide è capace di scrivere un post interessante, documentato e piacevole su qualunque argomento!

Uno strano attrattore
Giovanni De Matteo è stato uno dei primi autori di fantascienza italiana con cui mi sono trovato in sintonia. Abbiamo percorso una parte del cammino insieme, collaborando nella realizzazione di qualche progetto. Vediamo spesso le cose in modo diverso, ma proprio per questo il suo blog  rimane per me un punto di riferimento. Consigliato a chi ama le buone letture e la fantascienza più sensibile al cambiamento.

Variabili futuribili
Vanamonde è un vecchio amico dai bei tempi della lista (vedi sopra), vorrei solo aggiornasse più spesso il suo blog che di cose interessanti da dire ne ha davvero molte.

Nocturnia
Nick ha esordito in rete da poco tempo, ma s'è già costruito un pubblico fedele e affezionato. Merito del suo approccio sempre disponibile, della sua costanza e del contenuto dei suoi post. La fantascienza non è forse tra gli argomenti principali di Nocturnia, ma è ben presente tra i contenuti del blog.

Allontaniamoci da Omelas
Il blog di Vincenzo Oliva non è aggiornato ormai da parecchi mesi, ma vale comunque una visita per le approfondite analisi di autori ed opere che arricchiscono le sue pagine.

Unknown to Million 
Il blog di Piscu s'è ritagliato nel corso del tempo sempre più attenzione e autorevolezza per l'attenzione che dedica alla fantascienza scritta. Il suo è uno dei pochi siti che frequento in cui le recensioni di testi di genere sono una costante. 

Angelo Benuzzi
Appena scoperto, m'è piaciuto per l'entusiasmo che ha messo nella sua iniziativa. Sto esplorando il suo blog in questi giorni, ma già dai primi contatti  mi pare molto interessante.

Ci sono poi una serie di blog, o meglio, una serie di persone blog-munite, che so essere molto vicini alla fantascienza (in ordine sparso Sekhemty blog , Riflessi genuflessiIl blog sull'orlo del mondo , Ferruccio Gianola ). Non li seguo con la costanza che meriterebbero, ma anche nei loro spazi è molto facile trovarsi a scambiare qualche chiacchiera sul nostro genere preferito.



Aggiornamento (26 settembre 2011)
Qui di seguito  altri luoghi e spazi dove è possibile parlare di fantascienza. Grazie a tutti per le segnalazioni.


it.cultura.fantascienza
Il newsgroup dedicato alla fantascienza è unavecchia conoscenza. C'ho trascorso qualche anno in buona compagnia, prima del tramonto di usenet. Ora è parecchio tempo che non ci passo più, sono felice di scoprire che è ancora vivo e vegeto. (Grazie a Paolo per la segnalazione.)

Fantascienza e… Dintorni
Non conoscevo - mea culpa! - il blog di Francesco Troccoli. Vedrò di esplorarlo come si deve! (Grazie a Ferruccio per la segnalazione.)

Su aNobii, è possibile trovare qualche gruppo dedicato alla fantascienza. Piscu mi segnala Fantascienza in Italia e Urania Mondadori, che nonostante il nome è gestito da appassionati, non direttamente dalla casa editrice.
E visto che si parla di aNobii, ne approfitto per segnalarvi qualche utente che recensisce spesso e volentieri opere fantascientifiche: Klytia (romanzi in inglese, spesso nuove uscite. Condivido moltissimo di quel che scrive), Giovanni dell'Orto (parla spesso di fantascienza, Urania per la maggior parte. Non sono sempre d'accordo col suo punto di vista, ma mi pare comunque degno d'attenzione), Kluge (una vecchia conoscenza di usenet, nelle sue pagine c'è quasi solo fantascienza), figura4 (altra buona dose di fantascienza, novità e classici).



Aggiornamento (27 settembre 2011)


Supernova Express e Nexian
Rispettivamente il blog e il forum cui fa rferimento il movimento Connettivista. Da qualche tempo piuttosto silenziosi, ma questo non significa che siano scomparsi.  (Grazie all'anonimo commentatore che me li ha ricordati.)

Kipple.it
Il blog di Kipple Officina Libraria è dedicato alle produzioni della casa editrice, ma dedica anche spazio all'informazione fantascientifica. (Grazie all'anonimo commntatore per la segnalazione.)    
Della stessa sostanza di cui sono fatti i totani
Un blog di gruppo che riserva molto spazio a fantascienza e dintorni. Altro spazio di cui avevo già sentito parlar ma che non ho mai frequentato assiduamente. Da approfondire. (Grazie all'anonimo commntatore per la segnalazione.)





Aggiornamento (7 ottobre 2011)


Ho provveduto a spostare l'elenco (con qualche modifica e integrazione) in una pagina apposita: Fantascienza in Italia.

Ogni ulteriore suggerimento per migliorare pagina e/o contenuti è come sempre il benvenuto.

21 settembre 2011

Il Grinta

True Grit : un western pour les frères Coen by El Allaoui Omar
Originally posted by El Allaoui Omar on Flickr.
Il cinema di Joel ed Ethan Coen mi lascia sempre spiazzato. Dai loro film non so mai cosa aspettarmi, in bilico come sono tra cinismo raccapricciante e dolcissima compassione. Una cosa è certa, ci sono ben pochi registi capaci della loro perfezione formale. Una perfezione che per quanto abbassi costantemente la temperatura delle loro pellicole di una buona decina di gradi, permette loro di trascendere costantemente i limiti del cinema di genere con cui sempre più spesso si cimentano.

I fratelli Coen sono la banda del buco del cinema americano. Lavorano lontano dalle luci della ribalta e scrivono con pazienza dettagliati piani che li portano a scardinare col minimo rumore e il massimo del risultato le fondamenta stesse su cui si fonda Hollywood. Il talento nella scrittura di sceneggiature a prova di bomba va alla pari con l'abilità nella direzione degli attori. che mai come nei loro film recitano fuori dai cliché in cui si è soliti riconoscerli, offrendo spesso ulteriori suggestioni allo sguardo dello spettatore.

La doppia paternità dei film dei fratelli Coen serve forse a spiegare la dimensioni parallele in cui si muove il loro cinema. Vedi ad esempio l'alternanza tra commedie e film drammatici o la costante dicotomia autistico/surreale che mi pare sia una costante della loro filmografia.
Io credo che un'altra possibile chiave di lettura, capace di distinguere l'abbondante produzione dei due cineasti americani in due filoni principali, sia quella del rapporto tra autori e personaggi.
Non so quanto questa suddivisione possa avere senso, ma quando ho visto Il Grinta, uno delle cose che mi ha colpito di più è stato l'incondizionato affetto (non saprei come meglio definirlo) che gli autori hanno riversato sui loro protagonisti. È affetto targato Coen, quindi nulla di melenso o melodrammatico, ma è innegabile l'occhio di riguardo con cui vengono tratteggiate le personalità di Mattie Ross, la testarda ragazzina in cerca di giustizia, di Cogburn, il cocciuto cacciatore di taglie, perfino quella del ranger LaBoeuf. I limiti caratteriali che in altre pellicole della coppia avrebbero condotto alla rovina ognuno di questi personaggi, ne Il Grinta salvano loro la vita. La violenza cinica e spietata, caratteristica principe di buona parte del cinema dei fratelli Coen, si rivela in questa pellicola quasi misericordiosa, e comunque giusta.

Mi sono chiesto se questo aspetto rendesse in qualche modo diverso Il Grinta. Se quest'attitudine nei confronti dei personaggi rappresentasse un cambio di prospettiva nel cinema dei fratelli Coen. Non ho visto tutti i loro film, ma se ripenso a un paio degli ultimi (in particolare a Non è un paese per vecchi o ancor di più a Burn After Reading) mi pare evidente la scarsa considerazione che gli autori sembrano nutrire rispetto ai protagonisti di quelle pellicole.
D'altra parte personaggi come il Lebowsky del film omonimo e l'Ulisse di Fratello dove sei. la poliziotta Marge di Fargo, fino all'indimenticabile Hi di Arizona Junior, sono soggetti che grazie alla loro amabilità salvano il mondo, rendendo in qualche modo tollerabile anche quel cinismo che è la chiave principale e - per me - l'unico limite del cinema dei fratelli Coen.
Il giochino protagonista buono/protagonista cattivo può essere applicato pedissequamente a tutti i loro film: da una parte quelli i cui personaggi sono spregevoli sfigati pronti a tutto, dall'altra… beh… dall'altra uguale, con la differenza che in questo caso gli sfigati vengono osservati con occhio tollerante, rendendo complici gli spettatori dei loro medesimi difetti.
Dopotutto che differenza c'è tra il personaggio di Brad Pitt in Burn After Reading e l'Hi di Arizona Junior? O tra Il grande Lebowsky e L'uomo che non c'era?
Forse c'è la stessa differenza che passa tra un cinismo che diventa scelta di vita e quello che si limita a farsi strategia di sopravvivenza.
Una tenue barriera al dolore del mondo.

15 settembre 2011

september is welcome

september is welcome by Massimo Tomasello
A photo by Massimo Tomasello on Flickr.

Tra le altre cose Massimo era un gran fotografo.
Il suo talento non stava tanto nella competenza tecnica quanto piuttosto nell'occhio e nel cuore che metteva nei suoi scatti.
Tra tutte le sue foto forse questa è quella che preferisco.
La altre le trovate qui e qui.

13 settembre 2011

Massimo

Son giorni che sono sommerso di lavoro, che rimando e rimando sia le risposte ai commenti che gli aggiornamenti del blog, che non riesco nemmeno a fare due passi nel web per tirare un attimo il fiato e vedere cosa combinano gli amici.
E poi ti arrivano notizie che proprio non vorresti ricevere, che ti lasciano incredulo e svuotato, che ti segano le gambe e ti mozzano il respiro.

Massimo se n'è andato.
Qualche giorno prima del suo quarantesimo compleanno. Un arresto cardiaco, mi dicono.

Non so se è giusto parlarne pubblicamente, ma chi se ne frega. Ho conosciuto Massimo in rete, è qui che lo voglio ricordare.

Ci siamo incrociati ai bei tempi di flickr, quando eravamo giovani e ingenui (ehi, è successo solo una mezza dozzina d'anni fa. Sembra una vita…) e imparare qualcosa di nuovo sulla fotografia ai tempi del digitale era tra le cose più entusiasmanti stessero succedendo intorno a noi. Non era solo vedere la qualità delle nostre immagini crescere esponenzialmente, era l'entusiasmo che nasceva dal conoscere persone nuove, persone interessanti, persone capaci di arricchire la tua vita anche solo con la loro presenza dall'altra parte del monitor.

M.10 era il nostro amico ufo. Un siculo trapiantato a Copenhagen, un uomo di teatro, un vagabondo e un rubacuori. Quando alla fine ci siamo incontrati, una sera, da noi, mentre lavorava a un progetto teatrale a Bologna, è stato amore a prima vista. Uno di quei rari incontri in cui senza essersi mai visti prima, sembra di conoscersi da sempre, di condividere un qualche segreto percorso comune. (Che poi con Massimo era facile, tanto era affabile e brillante e gentile).

Dopo quella volta ci siamo rivisti in un'altra manciata d'occasioni. Una volta a Bologna, a vedere lo spettacolo di cui era regista, un'altra volta s'è fermato qualche giorno a casa nostra, e abbiamo festeggiato il suo compleanno insieme a quello di Jacopo.

Nel frattempo gli anni son passati. Anni difficili, una trasferta piena di speranze a New York, un'incredibile serie di lutti, un matrimonio esploso nel nulla, e poi l'esperienza nel deserto e Parigi e chissà quanti altri luoghi lungo la strada.
Massimo non era uno che mollava. L'ultima volta che ho parlato con lui è stata al telefono. Era in Sicilia, dopo la scomparsa di suo padre. Era rimasto solo, ma seppure abbattuto l'avevo sentito comunque alimentare una speranza, con nuovi progetti all'orizzonte, altri viaggi, altri incontri. Stringere i denti e tirare avanti, alla faccia di chi ci vuole male, disponibile alla scoperta, con un sorriso sempre pronto.
Massimo aveva troppa vita addosso e non riusciva a trattenerla, a fermarla, a godersela. Non sono mai riuscito a capire se il suo continuare a muoversi fosse sinonimo di fuga o fosse invece la base per un'inesauribile ricerca. Forse entrambe le cose, forse nessuna delle due. Spero che negli ultimi tempi avesse qualcuno vicino, spero che ora sia in pace.

Ciao.