07 gennaio 2013

Letture: Eudeamon, di Erika Moak

© giorgio raffaelli
Un libro di fantascienza relativamente recente (il romanzo è del 2009) portato in Italia, tradotto e distribuito in libreria da una piccola casa editrice che non ha mai pubblicato letteratura di genere? Siamo sicuri che sia tutto vero e che non sia solo immaginazione? Quand'è capitato l'ultima volta?
Vista la peculiarità del romanzo, la curiosità di leggere Eudeamon, libro d'esordio di Erika Moak, è cresciuta parecchio nel corso del tempo, alimentata nel frattempo da recensioni mediamente positive dalle fonti più disparate.

Eudeamon è costruito come il più classico romanzo di fantascienza sociale anni '50: un'idea forte su cui ruota ogni aspetto della storia, uno sviluppo lineare della vicenda, uno stile piano e privo di complicazioni. Quel che allontana Eudeamon dall'atmosfera d'antan sono l'attenzione alla sessualità dei personaggi, che dona una patina di blando erotismo alla vicenda, e l'incrocio tra realtà virtuale e solipsismo sfrenato che costituisce il motivo d'interesse del romanzo.
Alla base di Eudeamon c'è l'ipotesi che la soluzione migliore per combattere il crimine sia dotare ogni detenuto di una prigione individuale che al contempo lo isoli e lo renda ben riconoscibile, e lasciarlo quindi libero di vagare per la città. Questa custodia singolare è una tuta di latex nero ultratecnologica, che impedisce di fatto ogni comunicazione, obbliga i prigionieri a rituali umilianti e filtra ogni possibilità di contatto con l'esterno, riducendo ogni impulso sensoriale all'ombra di se stesso. La protagonista, Katrina Nichols, giovane giornalista d'assalto, decide di infilarsi in incognito in una di queste tute per denunciare la disumanità di questa pratica punitiva. Da queste premesse si sviluppa una storia che indaga più sulle conseguenze individuali della vita all'interno della tuta che sulle ricadute sociali che tale procedura penale potrebbe comportare.

Eudeamon pone al centro della narrazione le idee che abbiamo riguardo alla realizzazione personale, a sesso e amore, a realtà virtuale e felicità personale, rendendole inestricabili dalla vicenda personale della sua protagonista e discutendole con lei, man mano che la sua situazione evolve nel corso del romanzo. Se questo è indubbiamente il motivo d'interesse del testo, che dimostra una certa originalità nel punto di vista e nell'attenzione che dedica agli aspetti quotidiani di un'esistenza invero diversa, i suoi limiti sono riconducibili allo svolgimento e alla gestione dell'intera vicenda, che soffrono di qualche incertezza e parecchia monotonia.
Per quanto discutibile sia la risposta della protagonista e, immagino, dell'autrice, alla situazione di privazione sensoriale che caratterizza il romanzo - non so cosa ne pensiate voi, ma il solipsismo creativo non può essere, almeno dal mio punto di vista, la risposta ai malanni del mondo - il difetto di Eudeamon è un altro. Per seguire e appassionarsi alla storia di Katrina tocca accontentarsi, che la scrittura di Erika Moak è troppo piatta e incolore per trasformare la lettura del romanzo in un'esperienza soddisfacente. Se lo stile non rimane particolarmente impresso, lo stesso si può dire di personaggi e ambientazione. Se è vero che il ritratto della giornalista protagonista è credibile e la sua personalità sufficientemente approfondita, tutti i comprimari si riducono a comparse buone per la scena o utili per evidenziare il momento particolare, ma subito dimenticabili; idem per lo sfondo, sia ambientale che sociale, su cui si colloca la vicenda, che più ci si inoltra nella storia più anonimo appare, facendo perdere profondità e prospettiva a tutta l'azione.

Visti i difetti, è davvero curioso che un libro simile sia riuscito ad avere addirittura un'edizione italiana, tanto da far nascere più di un sospetto sulla sua effettiva provenienza. Ma teniamo per noi i dubbi riguardanti origine e identità della sua autrice, che tutto sommato il libro si lascia leggere, e diamo credito a Zero91 per aver osato pubblicare un romanzo di fantascienza qui, in Italia. Speriamo solo che le prossime scelte fantascientifiche dell'editoria nostrana puntino su nomi e opere che godano già di un minimo di credito nella loro edizione originale, che Eudeamon m'è parso un po' troppo acerbo per fare da apripista a un intero genere letterario.

7 commenti:

  1. Inizio di una nuova politica editoriale oppure un errore da parte dell' editore che pensava di avere tra le mani un romanzo di diverso tipo?
    Ai posteri l' ardua sentenza...

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    1. Credo che l'editore abbia pubblicato Eudeamon ben consapevole del contenuto fantascientifico del romanzo. Non parlerei quindi di errore, quanto di colpo di fulmine, che almeno a leggere postfazione e recensioni varie, il romanzo è stato assai apprezzato ancor prima di giungere in libreria. Non so poi quanto di questo apprezzamento sia sincero e quanto sia invece un tentativo di marketing a posteriori.
      Di sicuro il contenuto del romanzo è interessante, tanto che se fosse stato scritto solo un pochino meglio Eudeamon avrebbe rischiato di diventare davvero una lettura memorabile.

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  2. Proprio di colpo di fulmine si è trattato. Tutto quel che ho scritto nella mia postfazione è vero parola per parola: Win Zinnemann che me l'ha fatto leggere, io che ho parlato con due o tre editori, Zero91 che ha creduto nel mio entusiasmo.

    Devo dire che ho letto anche altre cose della Moak ma nulla che si avvicinasse a questo. La scrittura è sempre quella, corretta ma non speciale, e le idee non si sollevano - come mi è parso avvenisse invece qui - dal livello di fan-fiction feticista e più o meno BDSM

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    1. Ciao Alberto e benvenuto da 'ste parti.
      L'entusiasmo di cui parli è ben tangibile nella tua postfazione. Nonostante il mio giudizio sul romanzo non sia dei più positivi, percepire la passione per il testo presentato (senza considerare il lavoro che portarlo alla pubblicazione deve aver comportato) è senza dubbio un gran bel sentire.

      Questo detto a prescindere da qualsiasi dubbio io possa continuare ad avere sull'origine del romanzo o sull'identità della sua autrice. Del resto è ben curioso che un libro simile non abbia avuto alcuna edizione al di fuori dell'Italia, terra che rimane, purtroppo, piuttosto allergica alla fantascienza, in qualsiasi salsa la si voglia presentare. Così come Erika Moak è nome praticamente sconosciuto ai motori di ricerca, non appena si esce dai confini nazionali.

      Qualunque sia la verità, complimenti per la dedizione al romanzo!

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  3. Eheheh, beh, si fa abbastanza presto a verificare. Erika ha un suo account su Facebook (anche se lo usa, quando lo usa, essenzialmente per roba tipo Farmville). Mi accorgo solo ora che il suo sito - su cui lessi per la prima volta "Eudeamon" - appare offline (ma puoi vederne la copia cachata da Google qui: http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:http://www.evil-dolly.com/home.html ), magari provo a chiederle lumi su FB. Forse è solo scaduto il dominio. Quanto alla mancanza di edizioni estere, beh, anche a me pareva impossibile che nessuno avesse tentato di stamparlo - ma va detto che Erika non ci ha provato per niente: tutta la roba che sta sul suo sito è roba che ha scritto per sè e per chi aveva voglia di leggerla e so ben io quanto ho dovuto insistere per convincerla che poteva avere un senso farlo uscire su libro. Anche i primi editori che ho contattato in Italia non erano affatto convinti dell'idea che si potesse tentare di vendere in libreria qualcosa di già disponibile gratis online. Penso li abbia convinti, alla fine, la possibilità di rivolgersi al pubblico di chi non capisce l'inglese. Anche se personalmente io continuo a pensare che un editore anglofono che decidesse di stampare il romanzo, magari con qualche piccolo lavoro di editing, non se ne pentirebbe

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  4. Concorderai però che per essere una persona scoperta su Second Life la sua presenza on-line è piuttosto rarefatta.
    Non vorrei però dare l'impressione che l'identità di Erika sia un problema. Era solo una curiosità, che Eudeamon è già soggetto sufficiente a destare l'interesse del lettore.

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  5. (avevo perso l'URL di questa pagina e solo per questo rispondo con ritardo)

    In realtà Erika (o Eric, se vogliamo usare il suo nome all'anagrafe) ha tuttora online il suo sito. Le/gli ho scritto tramite Facebook: da dove sta lei risulta online regolarmente... eppure, curiosamente, ad oggi mi pare inaccessibile dall'Italia. Non me ne so spiegare il motivo, tuttavia si tratta di un sito che ricordo come alquanto ricco di contenuti e abbastanza spesso aggiornato con roba nuova. Boh?

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