29 dicembre 2015

Letture: il meglio del 2015 - prima parte

Proviamo a rianimare il blog con il consueto post riassuntivo delle migliori letture dell'anno. L'idea è di dividere l'elenco in due parti, la prima dedicata alle letture fantascientifiche, la seconda a tutti gli altri libri meno categorizzabili in un genere specifico.

Una premessa d'obbligo prima di partire. L'anno scorso è partito il progetto Zona 42. Essere diventato editore è una grande soddisfazione, ma comporta dei vincoli, soprattutto quando mi trovo a parlare di libri che rientrano nel nostro panorama editoriale. Non troverete quindi nell'elenco che segue quei libri che per un motivo o per l'altro non mi sono piaciuti, né quei titoli che magari ho molto apprezzato ma per i quali non siamo ancora certi di riuscire a proporre un'edizione Zona 42 nel prossimo futuro.



Sono due i titoli fantascientifici che più mi hanno entusiasmato nel corso del 2015.

Il primo è Embassytown di China Miéville, che con questo romanzo offre ai lettori il titolo più propriamente fantascientifico della sua produzione. Embassytown parte come la più classica delle space opera, per poi trasformarsi in una storia di incontri, scontri e rivelazioni con al centro una profonda e originale indagine sull'uso della lingua e della parola come strumento di potere, come dipendenza, come mezzo privilegiato di comunicazione esclusiva ed escludente. Per la prima volta nella mia esperienza con lo scrittore inglese i personaggi del romanzo risultano pienamente compiuti, e lo sviluppo della trama ha un ritmo, una coerenza e un'efficacia esemplare.
Come Zona 42 ci sarebbe piaciuto molto proporre Embassytown ai lettori italiani, sembrava infatti che Fanucci (l'editore italiano di Mieville) non fosse più interessato all'autore inglese. Abbiamo poi scoperto che il romanzo è effettivamente in traduzione per la casa edtrice romana, che mi auguro lo pubblichi al più presto.

L'altro romanzo capace di entusiasmarmi come solo di rado mi succede è stato Elysium, di Jennifer Marie Brissett. Il libro dell'autrice anglo-giamaicana ha tutte le caratteristiche che mi appassionano nella migliore fantascienza: un ambientazione che si dispiega piena di mistero e meraviglia man mano che si procede nella lettura; una notevole densità di idee che rimescolano abilmente i canoni del genere; una scrittura dei personaggi spericolata per i rischi che l'autrice si prende e che risulta tanto ambiziosa quanto riuscita; una storia capace di emozionare e insieme di riflettere in maniera mai banale sulle relazioni che ci legano agli altri, su cosa definisce la nostra identità, sul rapporto che abbiamo con la nostra storia individuale e collettiva.
Sono molto orgoglioso di poter dire che Zona 42 pubblicherà prossimamente questo formidabile romanzo.



Se i due romanzi qui sopra rappresentano senza alcun dubbio le migliori letture di genere dell'anno, i titoli che seguono sono anch'essi degni di nota.

Partiamo dall'Italia, che se c'è un libro che mi ha sorpreso positivamente negli ultimi mesi questo è senza dubbio My Little Moray Eel, romanzo autoprodotto di Lucia Patrizi, che nonostante il titolo in lingua inglese è totalmente italiano, per l'ambientazione, i personaggi e le suggestioni.
My Little Moray Eel si sviluppa su due piani temporali, raccontando da un punto di vista periferico di uno scontro di civiltà e delle sue conseguenze. Lucia Patrizi sceglie di adottare la prospettiva parziale di una ragazza che si trova suo malgrado coinvolta in una vicenda troppo grande per lei. L'autrice è abilissima a mantenere sempre alta la tensione narrativa, dosando con maestria ed equilibrio gli scorci della crisi globale con quelli assai più personali della vita della protagonista, che sebbene abbia trovato a tratti insopportabile nella sua incarnazione più giovane, è perfetta nel suo indesiderato ruolo di ponte tra due mondi.

Ho aspettato parecchio tempo prima di leggere Zero History, di William Gibson. La delusione di Guerreros mi ha tenuto giustamente lontano dai suoi libri. Ma Gibson è pur sempre Gibson, un autore che gode di una linea di credito privilegiata con il sottoscritto e quindi, seppur con qualche anno di ritardo, eccomi a parlare di quello che è al momento il suo ultimo romanzo pubblicato in italiano.
Per Zero History vale la regola gibsoniana dei libri dispari (se avete qualche dubbio controllate la sua bibliografia), che questo romanzo è decisamente meglio del precedente. Come in Guerreros anche qui c'è l'ormai consueta carrellata di spazi e gadget over the top, la ricorrente freddezza di luoghi e situazioni, ma stavolta ci sono personaggi che hanno un'anima e una storia che si fa leggere, con uno sviluppo e una conclusione che non delude il lettore. La fantascienza nel romanzo è più nelle atmosfere del racconto che non nell'effettiva presenza di idee originali o situazioni innovative, ma se non altro Gibson conferma di non aver perso la presa su un presente che ha contribuito a plasmare.



Le ultime due citazioni in questo personale elenco di buone letture vanno a La ragazza che sapeva troppo di M.R. Carey, e a Europe in Autumn di Dave Hutchinson.

Nonostante si collochi nell'ormai abusato filone dell'apocalisse zombie La ragazza che sapeva troppo riesce a distinguersi per un uso consapevole dei cliché del genere, per il ritmo che l'autore imprime alla narrazione e per la presenza di una protagonista che si fa ricordare. Ciliegina sulla torta l'innesto sulla classica trama zombie di un paio d'idee di stretta derivazione fantascientifica ottimamente sfruttate, che donano al romanzo quel livello di lettura in più. La ragazza che sapeva troppo non è certo un capolavoro, ma tra le letture leggere dell'anno è quella che più mi ha impressionato.



 
Europe in Autumn è invece un romanzo solo parzialmente riuscito, ma si merita la segnalazione per l'originalità dell'ambientazione e una sorprendente svolta nella vicenda che ha l'unico difetto di arrivare troppo avanti nel complesso della storia. Il romanzo di Hutchinson (il primo di una trilogia) si svolge in un'Europa del prossimo futuro che sta vivendo una disintegrazione delle entità nazionali, con micronazioni che sorgono, si definiscono e lottano con i vicini. In questo scenario si muove una misteriosa organizzazione di corrieri che facilita il passaggio dei confini a merci e persone. Il protagonista, un ex-cuoco estone emigrato per lavoro in Polonia, si troverà ad affrontare varie avventure prima di trovarsi coinvolto in un mistero che coinvolge l'intero continente.
Il romanzo m'è parso difettoso per la sua frammentazione e per la fatica con cui giunge finalmente al suo punto focale, ma la ricchezza e il dettaglio dell'ambiente in cui si svolge sono un valido contraltare ai punti deboli che lo caratterizzano.

Questo è tutto per quanto riguarda le mie migliori letture fantascientifiche dell'anno. Le vostre quali sono state?




30 novembre 2015

Letture: Il Cerchio, di Dave Eggers

Dave Eggers è diventato grande, e a forza di occuparsi di cose serie ha iniziato a preoccuparsi di quel che succede nel mondo, e probabilmente a volerlo cambiare. (Non lo vogliamo tutti? gli scrittori, soprattutto?)

Il Cerchio è un tassello importante in questo percorso che parte dall'Opera struggente di un formidabile genio, passa per Eravamo solo ragazzi in cammino e arriva nel cuore della California tecnologica, dove si progetta un futuro che, piaccia o meno, coinvolge noi tutti.

Eggers prende un'azienda ipotetica, una sorta di moloch futuro in cui convergono le caratteristiche di quelli che adesso sono gli assi portanti della nostra vita online, e porta alle estreme conseguenze le tendenze più sinistre (e al contempo più popolari, almeno per un certo tipi di utente) della gestione delle informazioni personali tanto care ai vari google o facebook di turno. Niente di particolarmente inquietante, a prima vista, ma che nella progressione romanzata della vicenda assume tinte decisamente più fosche e, ahinoi, decisamente realistiche.

Il Cerchio funziona molto bene come strumento di informazione e prevenzione di una catastrofe annunciata. Se Eggers si fosse limitato a scrivere un pamphlet di controinformazione sarebbe stato perfetto. Ma chi li legge, oggi, i pamphlet di controinformazione?

Nell'ottica politico/didattica che sembra guidare la sua tastiera, Eggers ha pensato bene di strutturare la sua denuncia in forma narrativa, innestando sul nucleo ideologico della vicenda personaggi e relazioni che, immagino, dovrebbero aiutare il lettore a immedesimarsi nel progressivo precipitare della situazione.

In questa prospettiva è comprensibile la scelta di un registro narrativo povero (pensando alle capacità compositive di Eggers, chiaro), a personaggi monolitici nel loro ruolo, a situazioni sempre in bilico tra farsa e tragedia, che purtroppo non si decidono mai a precipitare nel vuoto a cui sempre si accompagnano (purtoppo dal mio punto di vista, che avrei preferito un approccio più esplicito e diretto a certe relazioni, che nel romanzo si stemperano sempre in una comoda neutralità - penso a tutti i rapporti che Mae stringe o mantente, dall'amica, ai genitori, ai suoi partner).

Più di una volta mi son chiesto nel corso della lettura a chi fosse indirizzato questo romanzo, quale fosse il suo pubblico ideale. Non sono sicuro di volerlo davvero sapere, perché se mettersi a scrivere  un romanzo che è l'epigono perfetto per il nuovo millennio di opere come 1984, è in un certo senso fondamentale, temo che la scrittura de Il Cerchio suoni troppo scontata e prevedibile per essere davvero allarmante, quasi che l'assuefazione che ormai abbiamo per certi strumenti ci avesse preparati al sonno della ragione cui sottende tutta la storia di Mae, e che il Cerchio sia ormai pronto a essere chiuso.

Siamo così lontani dal considerare la privacy un furto, o i segreti come bugie?



20 ottobre 2015

Cose che Zona 42 ha fatto a Stranimondi, cose che Zona 42 farà in futuro.

Questo post compare in mirror sul sito di Zona 42. Lo posto anche qui per permettere ai passanti di esprimere la loro opinione nello spazio commenti. Buona lettura! 
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La prima edizione di STRANIMONDI si è conclusa con un successo che ha superato ogni aspettativa. Poterci annoverare tra coloro che hanno contribuito a organizzare l'evento è per noi motivo d'orgoglio.
Ma cos'abbiamo combinato durante la due giorni milanese?

Il ricordo più vivido è quello di un sacco di chiacchiere davanti al nostro stand. Incontrare le decine di appassionati che son passati a trovarci è stata un esperienza formidabile, capace da sola di darci il senso e le dimensioni di quello che stiamo tentando di fare. Vedere il generale apprezzamento (se non l'entusiasmo) che circonda le nostre proposte librarie è stato davvero gratificante, e se dovesse mai mancarci la motivazione per proseguire nel nostro lavoro, bé, basterà ripensare alle parole dei lettori per ritrovare nuovo slancio.


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Detto questo, parliamo di quel che è successo a Milano, ovvero dei due appuntamenti ufficiali che riguardavano Zona 42.
Sabato pomeriggio abbiamo presentato Dimenticami Trovami Sognami in compagnia dell'autore Andrea Viscusi alla platea di Stranimondi. Ci era già capitato di presentare il romanzo in varie occasioni, ma mai ci saremmo aspettati una tale risposta dal pubblico: parlare di DTS davanti a una sala gremita è stato davvero emozionante.
E sono sicuro che se anche avessimo avuto 2 ore invece dei 30 minuti a nostra disposizione non ci saremmo proprio annoiati vista la disponibilità e la voglia di partecipazione che ci ha dimostrato il pubblico.

Domenica mattina abbiamo invece avuto l'onore di avere con noi tutti i traduttori che hanno lavorato con Zona 42 in questi primi mesi di attività: Silvia Castoldi e Marco Passarello che hanno tradotti Il Sole dei soli e Regina del Sole, Chiara Reali che ha tradotto Desolation Road, Pashazade ed Effendi, Marco Piva che ha tradotto Arresto di sistema. Erano con noi per presentare gli ultimi romanzi usciti e, soprattutto, per parlare di quel che ci attende per il prossimo anno.

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Il programma editoriale 2016 di Zona 42 è praticamente definito (dobbiamo solo chiarirci le idee riguardo all'eventualità di far uscire un nuovo romanzo italiano). Nel corso dei prossimi mesi pubblicheremo la conclusione della trilogia di Virga di Karl Schroeder (Sole pirata, probabile uscita tarda primavera 2016) e della trilogia arabesca di Jon Courtenay Grimwood (Fellahin, probabile uscita estate 2016). Insieme a questi due volumi arriveranno - finalmente! - i romanzi di due autrici finora inedite in Italia: Tricia Sullivan, americana che vive in Gran Bretagna ormai da parecchi anni, e Jennifer Marie Brissett, anglo-giamaicana, che però risiede dall'età di quattro anni negli Stati Uniti. Parliamo dunque di questi due titoli che rappresentano la vera novità per quanto riguarda le nostre proposte: a inizio anno pubblicheremo Maul, di Tricia Sullivan, per poi proporvi, in autunno, Elysium, di Jennifer Marie Brissett.

Ma come siamo arrivati a scegliere questi due titoli?
Era dall'inizio del nostro percorso editoriale che cercavamo un'autrice da poter affiancare agli autori che abbiamo pubblicato finora. Purtoppo le nostre scelte di allora non sono andate a buon fine: diritti esclusivi in mano ad altri editori, gare perse all'ultimo euro, tempi lunghi per avere risposte certe…
 Ci siamo quindi messi al lavoro per trovare qualche altro titolo che presentasse quelle caratteristiche per noi fondamentali in un romanzo di fantascienza: un testo che fosse pieno di sense of wonder, capace di riflettere sulla contemporaneità e trasportare il lettore in una realtà altra, intrattenendolo dalla prima all'ultima pagina con una scrittura che si facesse ricordare.
La ricerca è stata lunga e meticolosa. Alla fine ci siamo trovati con almeno una manciata di romanzi davvero ottimi. Tra questi ne abbiamo scartato qualcuno per le dimensioni, altri perché secondo noi mal si prestavano a una trasposizione italiana. Siamo rimasti con i due titoli citati, che vi andiamo a presentare qui di seguito.



MaulMaul di Tricia Sullivan è stato segnalato dalla critica fantascientifica anglosassone come uno dei migliori romanzi di fantascienza femminile scritti dopo il 2000.
È arrivato in finale ai premi Tiptree, Clarke e BSFA, e ha ricevuto commenti entusiasti da più di un autore di genere (tra i tanti segnaliamo la recensione di Justina Robson sul Guardian). Charles Stross ha scritto a proposito di Tricia Sullivan e di Maul: "I first met Tricia's writing with "Maul" back in 2005, which had the most memorably mind-warping opening sequence of any book I read that year; she's one of the most interesting new SF authors to arrive on the British SF/F publishing scene this century".  

Maul racconta di uno scontro tra gang di ragazze lungo i corridoi di un centro commerciale, mentre parallelamente si snoda la vicenda di un uomo prigioniero di un laboratorio di ricerca, costretto a combattere una disperata battaglia contro un virus che potrebbe cambiare la storia di un'umanità appena sopravvissuta a un'epidemia che ha sterminato la maggior parte della popolazione maschile.

 Maul è un romanzo che gioca con i luoghi comuni, viaggia a velocità supersonica e mescola abilmente la riflessione sul ruolo dei generi con un tasso d'azione che è difficile trovare gestito con tale abilità a questi livelli.



Elysium Elysium, di Jennifer Marie Brissett è invece una novità assoluta. Pubblicato l'anno scorso negli Stati Uniti, ha fruttato all'autrice una menzione d'onore al Premio Philip K. Dick oltre a una candidatura tra i finalisti del Premio Locus (forse il più rappresentativo premio conferito dalla critica negli Stati Uniti).

Elysium è un romanzo straordinario per come riesce a coniugare alcuni temi tipici della fantascienza a una storia di profonda umanità. Il talento dell'autrice risalta nella qualità della scrittura e nel modo estremamente originale con cui gestisce il racconto, tenendo il focus della vicenda sulla relazione tra i due personaggi principali, sviluppando un discorso sull'identità, l'individuo e la Storia, con risultati narrativi davvero sorprendenti.  

Elysium ha ricevuto recensioni entusiaste dai più diversi lettori. Tra tutte segnaliamo quella di Paul di Filippo (autore piuttosto noto anche qui in Italia), pubblicata da Locus.  



Terminata questa rapida carrellata sulle novità che ci riguardano, chiudiamo il post con un ultimo sentito ringraziamento a tutti coloro che son passati a trovarci a Milano. Con la promessa che faremo di tutto perché STRANIMONDI abbia un seguito l'anno prossimo.

 (Un ringraziamo speciale a Luca Cresta, che ha scattato le foto di Stranimondi che vedete qui sopra.)

22 giugno 2015

Zona 42 - Le altre copertine di Arresto di sistema

Questo post compare in mirror sul sito di Zona 42. Lo posto anche qui per permettere ai passanti di esprimere la loro opinione nello spazio commenti. Buona lettura! 


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Per le copertine dei romanzi di Zona 42 abbiamo cercato di percorrere sin dalle nostre prime uscite una strada diversa da quella che tradizionalmente accompagna l'editoria di genere. L'iconografia classica dei romanzi di fantascienza, per come si è sviluppata negli ultimi decenni, prevede immagini di astronavi, uomini o donne più o meno armati e scenari spaziali o di pesante urbanizzazione, nelle due varianti: notturna e pericolosa o diurna e scintillante. Noi abbiamo preferito puntare su immagini che privilegino la suggestione di un'atmosfera, che evochino il contenuto del libro senza voler anticipare sin dall'illustrazione di copertina un qualche aspetto della trama. Il nostro obiettivo è incuriosire quel lettore poco avvezzo a un romanzo di genere, che guarderebbe con sospetto la solita copertina di fantascienza.

Con queste premesse, vediamo qual è stato il percorso che ha portato alla realizzazione della copertina di Arresto di sistema.  

Halting State (questo il titolo originale del romanzo di Charles Stross uscito il mese scorso per la nostra casa editrice) è una storia che fonde suggestioni geek e indagine poliziesca in una vicenda che mescola abilmente l'ambientazione scozzese con il mondo dei giochi on-line. La ricchezza di temi e le caratteristiche ibride del testo hanno reso pittosto complessa sia la scelta del titolo italiano che quella dell'immagine di copertina.
 Qui di seguito vi presentiamo un paio delle copertine scartate in corso d'opera. Ve le mostriamo con un doppio intento: incuriosirvi con un giro dietro le quinte del lavoro che si svolge nella nostra piccola realtà editoriale e verificare se le strada che abbiamo deciso di percorrere è condivisa da chi ci segue.



Prima ancora di decidere il titolo italiano del romanzo abbiamo provato a impostare la copertina con un paio di scatti fatti per le strade di Edimburgo. Tra le varie opzioni messe a confronto questa che vedete qui sotto era la copertina che inizialmente ci sembrava più interessante.

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Nella foto si vede uno scorcio del centro storico della città scozzese a cui è stata sovrapposta una grafica che, nelle nostre intenzioni, doveva richiamare l'esteso utilizzo che si fa nel testo delle tecnologie per la realtà aumentata: ci sono quindi orchi e uomini in nero, come nella miglior tradizione videoludica e le coordinate precise del luogo rappresentato nell'immagine. Per coerenza con le altre copertine si è deciso di mantenere l'immagine monocromatica (o quasi) e arricchirla con l'inserimento di particolari di altri scatti fotografici.
Il concetto della copertina ci è piaciuto da subito, ma la sua realizzazione non ci convinceva. L'immagine finita ci sembrava un po' troppo piatta e banale rispetto agli standard che ci siamo dati. Secondo noi insomma questa copertina non avrebbe attirato più di uno sguardo superficiale, senza riuscire davvero a catturare la curiosità del potenziale lettore. 

 Abbiamo quindi deciso di cambiare strada, scegliendo di dare maggior risalto a uno dei temi del romanzo: il mondo dei giochi, declinato sia nelle suoi sviluppi in rete sia nel suo impatto sulla vita quotidiana dei protagonisti della vicenda. In questo senso ci è parsa una buona idea abbandonare il titolo originale per dare sin dalla copertina un forte segnale al lettore.  

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La copertina che vedete qui sopra è una delle numerose varianti che abbiamo sviluppato cercando il miglior compromesso tra segno grafico e immagine fotografica.
A parte ogni considerazione sul titolo, il difetto maggiore di questa copertina, che alla fine ci ha portato a scartarla, sta nella sua poca coerenza rispetto al progetto grafico che contraddistingue i libri di Zona 42.

Nella copertina di In Gioco l'impatto della grafica subordina ogni altro aspetto dell'impaginato rendendola, per quanto potente ed esteticamente gradevole, troppo diversa dal nostro standard, sia dal punto di vista del tipo di impostazione, sia da un punto di vista concettuale: la quantità di informazioni espresse da questa copertina la allontana dall'idea di produrre immagini suggestive e misteriose così come già fatto per gli altri nostri volumi.

A questo punto siamo ritornati indietro, all'idea iniziale di utilizzare un'immagine che da sola potesse dare un messaggio potente e d'impatto senza risultare didascalica.
Abbiamo scelto l'immagine che è andata in stampa per le indubbie capacità evocative che la caratterizzano: il rosso e il nero suggeriscono mistero e violenza, il movimento, implicito nello scatto, esprime velocità e allarme, la sua indeterminazione è tecnologia e futuro. Insomma, l'immagine ideale per presentare Arresto di sistema ai suoi potenziali lettori.

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27 maggio 2015

Visioni: Mad Max Fury Road


Se cercate una recensione come si deve mi sa che dovete andare da qualche altra parte: purtroppo non ho più il tempo necessario ad articolare in maniera compiuta interessante e completa la mia opinione sui film che vedo o sui libri che leggo.
Ma un amico mi chiede cosa penso di Fury Road e allora mi tocca rianimare il blog e buttar giù due righe su un film che mi ha colpito come da tempo non mi accadeva per una pellicola di questo genere.
Mad Max Fury Road è la sublimazione definitiva del film d'azione contemporaneo: prendete le migliori pellicole degli ultimi vent'anni e togliete tutto il superfluo (niente chiacchiere o battute, nessuno spiegone, nessun roboante colpo di scena o predicozzo morale, zero scorciatoie), quel che rimarrà sarà una cosa che non avete mai visto prima pur avendola vista un milione di volte. Un capolavoro: Fury Road.

Per trovare qualche film che regga il paragone con la potenza e l'intensità di questo mi tocca andare indietro coi ricordi ai primi western di Sergio Leone, ma Fury Road è il film di un Sergio Leone dopato e femminista: George Miller, fortunatamente.

Se non lo avete ancora visto, fatelo: vale ogni istante trascorso in sala.

10 marzo 2015

Ultime notizie dalla Zona

Pubblico in mirror con il sito di Zona 42 questo post con cui vogliamo aggiornare i nostri lettori sulle ultime notizie che riguardano l'attività della nostra casa editrice. Buona lettura!

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È da qualche tempo che non dedichiamo un post a quel che stiamo combinando per Zona 42. Rimediamo oggi, con un riassunto di quel che abbiamo fatto nelle ultime settimane e con qualche notizia su quel che ci aspetta nell'immediato futuro.

Partiamo con Dimenticami Trovami Sognami. Il romanzo di Andrea Viscusi sta andando piuttosto bene, sia per come è stato recepito dai lettori (in fondo alla pagina dedicata al romanzo trovate una panoramica delle numerose recensioni che abbiamo trovato in rete), sia dal punto di vista delle vendita. Non stiamo parlando di chissà quali cifre, ma averne venduti più di un centinaio di copie a poco più di un mese dall'uscita (senza contare quelle distribuite in libreria per cui non abbiamo ancora riscontri) è un risultato che ci soddisfa. Dopotutto stiamo parlando di fantascienza italiana, con tutto l'inevitabile (a quanto pare…) fardello di pregiudizi che questo genere di proposta narrativa si porta sulle spalle.
DTS Miskatonic 3_LRCon Andrea Viscusi abbiamo presentato il romanzo alla fine di febbraio alla Miskatonic University di Reggio Emilia. È stata la prima uscita pubblica ufficiale del libro e il risultato è stata una splendida giornata in compagnia dei lettori che frequentano quel piccolo miracolo che è la libreria che Giulia e Andrea hanno aperto qualche mese fa nella città emiliana.
Avere la libreria piena, con una partecipazione attiva, curiosa e a tratti entusiasta del pubblico è stato davvero bello. Se volete conoscere il punto di vista dell'autore sulla sua esperienza reggiana, vi rimandiamo al blog Unknow to Millions, dove Andrea ha caricato un dettagliato report della giornata.

Rimanendo in tema DTS, abbiamo apportato qualche modifica alla pagina dedicata al romanzo: ora è possibile acquistare il volume cartaceo in combinata con la versione digitale e, per chi lo desiderasse, è anche possibile ordinare il volume autografato dall'autore (se poi volete anche una dedica personalizzata non avete che da comunicarcelo al momento dell'ordine).

 A proposito del tema vendite, stiamo lavorando per rendere più agevole l'acquisto dei nostri libri, introducendo un sistema di carrello per permettere ai lettori di ordinare in un'unica soluzione titoli diversi del nostro catalogo. Rimanete sinonizzati su queste frequenze, che nel giro di qualche giorno dovremmo essere finalmente in grado di apportare anche questa miglioria al sito.



Un altro argomento che ci sta parecchio a cuore in questo periodo è il Premio Italia.

Pashazade Cop 221x300A fine febbraio sono scaduti i termini per presentare le candidature nelle varie categorie in cui è diviso il Premio e la settimana scorsa sono stati rivelati i finalisti. Zona 42 non ha avuto un numero sufficiente di segnalazioni per qualificarsi per la finale in molte delle categorie in cui poteva partecipare (per la verità Silvia Castoldi è arrivata in finale per la categoria traduttori, ma più per meriti personali che per l'ottimo lavoro realizzato con la versione italiana de Il Sole dei soli), ma grazie al sostegno dei nostri lettori siamo riusciti a piazzare Pashazade nella cinquina finalista per il prestigioso titolo di miglior romanzo di fantascienza uscito in Italia nel 2014.
Il termine per votare il vincitore del Premio Italia scade il 15 marzo, chiediamo quindi a tutti gli appassionati di sostenere il nostro progetto e portare con il loro voto il romanzo di Jon Courtenay Grimwood alla vittoria.
Ricordiamo che il Premio Italia verrà assegnato sabato 2 maggio, in occasione della StarCon che si svolgerà a Bellaria per tutto il primo fine settimana di maggio. Noi ci saremo e ci auguriamo di incontrare i nostri lettori per chiacchierare in loro compagnia di fantascienza e dintorni.



Cosa ci aspetta nei prossimi mesi? Oltre a partecipare alla principale convention italiana dedicata al fantastico (il già ricordato appuntamento di Bellaria) stiamo lavorando per riuscire a organizzare qualche altra presentazione in giro per l'Italia. Anche in questo caso non mancheremo di informarvi non appena avremo notizie certe.

Di sicuro c'è invece l'uscita del nostro prossimo romanzo. Per la fine di aprile uscirà infatti la traduzione italiana di Halting State, formidabile romanzo di Charles Stross ambientato nella Edimburgo del prossimo futuro, tra orchi rapinatori, indagini poliziesche, minacce globali e suggestioni geek, per un testo che unisce la brillantezza della scrittura di Stross (ottimamente resa dalla traduzione di Marco Piva-Dittrich) a una densità di idee ed invenzioni che a pochi uguali nel panorama fantascientifico contemporaneo.
Stiamo decidendo in queste settimane il titolo italiano da dare al romanzo e la grafica di copertina (come sempre in questi casi, il dibattito in casa editrice è particolarmente acceso!) che annunceremo in pompa magna non appena sarà pronta.

A seguire ci sarà un'inversione delle uscite previste dei nostri due prossimi titoli. A causa degli impegni dei traduttori che abbiamo scelto per i romanzi di Grimwood e Schroeder, abbiamo preferito anticipare a inizio estate l'uscita di Effendi, il secondo titolo di Jon Courtenay Grimwood con protagonista Ashraf Bey, mentre Queen of Candesce, il romanzo di Schroeder ambientato nell'universo di Virga, uscirà a fine estate/inizio autunno.

Per concludere questa carrellata di informazioni, non ci rimane che ringraziare tutti gli appassionati che ci hanno sostenuto in questo primo anno di attività. Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma senza l'entusiasmo che ha circondato ogni nostra uscita, senza la passione percepibile dei nostri lettori, avremmo fatto molta più fatica a fare quel che abbiamo fatto. Per i prossimi mesi ci auguriamo che il vostro sostegno non ci venga mai meno, e che il nome di Zona 42 venga sempre più percepito come sinonimo di passione e qualità, di proposte letterarie ricolme di meraviglia, in grado di soddisfare anche il più esigente dei lettori là fuori.

Buone letture!

12 gennaio 2015

Dimenticami Trovami Sognami: la copertina

Dopo averla rivelata in anteprima sul sito di Zona 42, vi presento anche qui la copertina che abbiamo preparato per la versione cartacea di Dimenticami Trovami Sognami, di Andrea Viscusi, in uscita alla fine del mese.

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Dimenticami Trovami Sognami è primo romanzo di Andrea Viscusi.
Andrea ha iniziato a scrivere nel 2008, pubblicando racconti in antologie di vari editori (Edizioni Della Vigna, Edizioni Scudo, Edizioni XII) e classificandosi nelle prime posizioni in concorsi di livello nazionale (Trofeo RiLL, Premio Robot, Premio Giulio Verne). Nel 2013 ha pubblicato Spore, la sua prima raccolta di racconti.

Per presentare il romanzo usiamo le parole dell'autore: "Dimenticami Trovami Sognami è una storia che si sviluppa su più fronti, tra loro collegati, e tratta di temi diversi ma anch'essi interdipendenti: l'esplorazione spaziale (ma non quella convenzionale), i sogni, gli universi alternativi (cioè, non proprio, ma mettiamola in questi termini), il potere creativo/distruttivo dell'intelligenza, e altre quisquilie tipo l'origine del cosmo, la superstoria dell'universo, la definizione di realtà e così via."

Quello di cui Andrea Viscusi non parla è la sensibilità da grande autore con cui miscela queste tematiche in una trama ricca di elementi emozionanti, tra personaggi indimenticabili e sviluppi inattesi. Dimenticami Trovami Sognami è un romanzo piuttosto originale nel panorama fantascientifico nazionale, un'opera che non temiamo di mettere alla pari con quanto di più notevole ci viene proposto dalla fantascienza straniera, ma con l'aggiunta di un inconfondibile e originale tocco nostrano.

Dimenticami Trovami Sognami
è arricchito da una riflessione di Elvezio Sciallis che, avendo già apprezzato la narrativa breve di Andrea Viscusi, introduce il lettore alle suggestioni e alle atmosfere che caratterizzano il romanzo.

Dimenticami Trovami Sognami
sarà disponibile sul sito di Zona 42, in versione cartacea e in versione digitale, a partire dalla fine di gennaio, oltre che in tutte le librerie che supportano il progetto della casa editrice, e sui principali store on-line. Se pensate che la vostra libreria di fiducia possa essere interessata ai nostri volumi non esitate a informarci: provvederemo a contattare il libraio.

01 gennaio 2015

2014: un anno di letture

Quest'anno il blog ha marcato male… Colpa del progetto Zona 42, naturalmente, che mi ha costretto ad abbandonare queste pagine per concentrarmi sul lavoro editoriale necessario per realizzare i nostri libri, farli conoscere, distribuirli.
Nessun rimpianto, chiaro, che  mai come quest'anno per me i libri e la lettura son diventati tanto importanti. Zona 42 ha bisogno di cure costanti e attenzione, ma in questi giorni ho avuto qualche ora di tempo libero in più e ho pensato bene di riepilogare tutte le letture dell'anno, che mi mancano i post che dedicavo ai libri letti, se non per confrontarmi con altri compagni lettori, almeno per non perdere traccia dei sentieri librari che mi è capitato di percorrere.

Di conseguenza questo sarà un post over-size, che in un colpo solo sono elencati tutti i titoli letti nel 2014. Tutti, o quasi, che mancano i libri letti per lavoro (quelli editi da Zona 42, e quelli letti con la prospettiva di una prossima pubblicazione).
Via che si parte! L'ordine è quello progressivo di lettura (salvo dove compare più di un titolo per autore).


Sarah Canary, di Karen Joy Fowler
L'anno non poteva partir meglio. Sarah Canary è un capolavoro, e c'è poco altro da aggiungere. A cavallo tra mainstream e fantascienza (la classificazione dipende da quali sono i riferimenti principali del lettore) è un romanzo complesso e indimenticabile. Mi piacerebbe riuscire a farlo tradurre un giorno per Zona 42. Se ne parlo pubblicamente (al contrario di altri libri letti nel corso dell'anno il cui giudizio preferisco tenere per me) è perché se anche un altro editore si proponesse di pubblicarlo ne sarei solo felice.


Robot 65
Di questo numero di Robot m'è rimasto impresso il racconto Things, di Peter Watts, acuta e brillante rivisitazione in una storia classica dall'unico altro punto di vista possibile.


The Carhullan Army, di Sarah Hall
Notevole romanzo di fantascienza distopica, The Carhullan Army racconta di una comunità femminile che mette in atto le più dverse strategie di sopravvivenza in un mondo sconvolto da cambiamente climatici e sociali. Grandi personaggi e suggestioni politiche in primo piano, per un romanzo profondamente inglese.

La voce dall'aldilà
, di Connie Willis
Lettura piacevole, come spesso accade con le opere di Connie WIllis, che non lascia però traccia nella memoria. Sarà che a me medium e compagnia bella (da qualunque punto di vista si vogliano raccontare) non riescono proprio ad appassionarmi.

Queste oscure materie, di Philip Pullman
Con la scusa di doverlo leggere per poterne poi parlarne con mio figlio, che se l'è goduta alquanto, in realtà erano anni che la trilogia di Pullman aspettava paziente il suo turno. Mi è piaciuto il piglio originale dell'autore e il tentativo di uscire dai clichés del genere (o meglio, di utilizzarli come grimaldelli per un obiettivo più ambizioso). Ha qualche difetto ma è una lettura formidabile che consiglierei a qulsiasi ragazzino là fuori.

Un anno nella città lineare, Paul di Filippo
Mi aspettavo molto di più da questa novella di Paul Di Filippo, che continuo a considerare uno degli autori di narrativa breve più originali nel panorama fantascientifico internazionale. Un anno nella città lineare m'è parso invece fin troppo schematico e tradizionale, tanto da rendere ben poco appassionante la lettura.

Costa sottovento, di Patrick O'Brian
Seconda puntata della saga di Aubrey e Maturin, tra impicci burocratici, battaglie navali e pene d'amore.
Confermo l'opinione espressa l'anno scorso al termine di Primo comando: gran bella lettura!

L'elenco telefonico di Atlantide, di Tullio Avoledo
Nonostante le numerose voci che me l'hanno ripetutamente consigliato, non avevo ancora letto nulla di Tullio Avoledo. Ho rimediato quest'anno con il suo primo romanzo. Avoledo scrive bene, i suoi personaggi sono credibili così come il contesto in cui si muovono, se la lettura non mi ha lasciato entusiasta dipende probabilmente dal fatto che a me le storia complottistiche mi annoiano in fretta. Il ritratto che l'autore traccia della vita aziendale vale però da solo il prezzo del biglietto.

Il fantasma di Laika e altri racconti
Il fantasma di Laika e altri racconti è il titolo del  consueto best of annuale che Urania dedica ai migliori racconti usciti, in questo caso, nel 2012.
Tra tutti i notevoli esempi di fantascienza breve raccolti dal duo Hartwell & Cramer mi hanno colpito quello che da il titolo alla raccolta, scritto da Karl Schroeder e L'artista di guerra, di Tony Ballantyne. Entrambi storie di conflitto ambintate nel prossimo futuro, entrambe storie che combinano notevoli ritratti di personaggi a scenari piuttosto originali.

Il palazzo del mutante, di Tim Powers
Ho inseguito questo romanzo per parecchi anni prima di riuscire a leggerlo (grazie Sandro!), che la fama che circonda l'autore mi attirava come una calamita. Saranno state le aspettative troppo alte, ma Il palazzo del mutante non mi ha convinto. L'ho trovato un po' datato nei ritratti dei personaggi e delle situazioni in cui si muovono, che puzzano di anni '70 già dalle prime pagine. Non che sia un brutto romanzo, anzi, solo che quella narrata da Powers non è il mio genere di storia.
Che ne è stato di te, Buzz Aldrin? di Johan Harstad
Uno dei migliori libri dell'anno. Una storia di disagio ed emarginazione narrata con una trasparenza, una delicatezza e una ricchezza davvero rara. Romanzo nordico, dunque freddo e perfettamente calibrato, ma che scalda il cuore, pagina dopo pagina. Nota di merito alla traduzione dal norvegese di Maria Valeria D’Avino.

Piste di guerra, di Lucius Shepard
Altro libro in attesa da eoni sugli scaffali elettronici del mio lettore. Precipitare nelle pagine di Piste di guerra è stato come tornare indietro nel tempo, e ritrovare una delle voci più significative delle mie letture anni '80. Ma non c'è nulla di invecchiato in questa storia, che si ferma giusto a metà strada tra Ballard e il realismo magico sudamericano.

Palinsesto, di Charles Stross
Io adoro Charlie Stross, ma sono sempre più convinto che la sua densità di scrittura (il tasso di idee per centimetro quadrato dei suoi libri è tra i più elevati in assoluto!) abbia bisogno del respiro di un romanzo, che invece nella misura della novella, come in questo caso, risulta eccessivamente compressa. Leggere Palinsesto è come fare un giro sulle montagne russe dell'immaginazione. Grandi soddisfazioni, ma troppo veloci… 

Il porto degli spiriti, di John Ajvide Lindqvist
Altro romanzo dell'anno. Il porto degli spiriti è una storia straordinaria di magia ed orrore quotidiano, condita di parecchio amore tra le righe. Dovendo scegliere un solo libro nell'elenco dlle letture del 2014, bé, probabilmente questo è quello che consiglierei alla maggior parte dei lettori.

L'inconfondibile tristezza della torta al limone, di Aimee Bender
Di questo libro ho parlato qui, una piccola delusione, forse, ma ben scritta, però.

Hunger Games, La ragazza di fuoco, Il canto della rivolta, di Suzanne Collins
Altra trilogia letta su richiesta di mio figlio. Fatti i dovuti distinguo, che fondamentalmente si tratta solo di sottolineare il target specifico a cui sono destinati questi romanzi, la trilogia della Collins è davvero un ottimo esempio di fantascienza distopica, che ha il pregio non indifferente di aver sdoganato la fantascienza presso un pubblico di lettori che manco sapeva esistesse (e che in molti casi continua ad ignorarlo, purtroppo).

Acqua buia, di Joe R. Lansdale
Accidenti Big Joe, quand'è che ti rimetti a scrivere con la voglia e l'energia e la passione dei vecchi tempi? Non ne posso più di leggere la solita storia di ragazzi in fuga in un mondo cattivo. Io continua a fare il tifo per te, ma tu datti una mossa!

Il defunto signor Gallet, Il cavallante della "Providence", di Georges Simenon
L'anno scorso ho finalmente dato una chance a Simenon, e 'mo chi mi ferma più? Anche questi due romanzi non mi hanno deluso, un po' per la sensazione di genuino viaggio nel tempo, un po' per il plot complesso che li caratterizza, un po' perché in fondo Maigret è un gran bel personaggio.

The Last Policeman, Countdown City di Ben H. Winters
Mi manca giusto il capitolo conclusivo di questa trilogia pre-apocalittica che è forse la miglior sorpresa dell'anno.
Nei giorni che precedono la catastrofe (un meteorite è in rotta per la Terra, e non c'è proprio nulla in grado di salvarci), Winters dipinge un ritratto credibile e pacato, terribile e appassionante della provincia americana alle prese con il disastro. Ma è il protagonista di queste storie, Hank Palace, l'ultimo poliziotto, ostinatamente legato ai suoi compiti mentre tutto va in rovina a rendere memorabile la lettura di questi romanzi. Non vedo l'ora di leggere World of Trouble, che a sentir chi l'ha già finito pare essere il romanzo migliore della trilogia.

Zona Uno, di Colson Whitehead
Ho avuto più di un dubbio prima di cominciare Zona Uno. Colson Whitehead ha scritto John Henry Festival che per me è uno dei migliori libri letti negli ultimi quindici anni, ma ha anche L'intuizionista, una delle peggiori ciofeche mi sia capitata in mano negli ultimi quindici anni.
Quando un autore simile prende a prestito i canoni del genere c'è da esserne preoccupati. Per fortuna Zona Uno è un ottimo romanzo, che prende il meglio della letteratura zombesca e di quella, diciamo, mainstream. Ogni tanto si incarta un pochino su se stesso, ma ne esce sempre con grande maestria. L'unico dubbio che mi rimane è perché gli zombie non si chiamano zombie, ma son dettagli.
Vizio di forma, di Thomas Pynchon
Pynchon è uno dei pochissimi maestri della letteratura contemporanea. Ogni suo romanzo è un evento, e Vizio di forma non fa eccezione. Il libro si legge che è un piacere (non c'è da sputar pallini come spesso accade con i testi di Pynchon), se non mi ha entusiasmato e forse per il suo ritratto di un'epoca che per me non ha alcun significato mitico (gli anni tra la fine dei '60 e i primi '70 del secolo scorso, ci risiamo!), ma non vedo l'ora di vedere il film che ne ha tratto Anderson, che rischia - caso raro - di essere addirittura migliore dell'originale.

Shantaram, di Gregory David Roberts
Di Shantaram ho già parlato qui: la peggior lettura dell'anno. Senza dubbio.

Tiroide, di Marco Parlato
Mi incuriosiva questo libretto. Non so come mai ha attirato la mia attenzione, certo la familiarità con il problema del protagonista ha contribuito, ma forse è stato anche il progetto editoriale di Gorilla Sapiens (sapete com'è, tra piccoli editori ci si annusa a vicenda…). Il romanzo non è niente di indimenticabile: una lettura piacevole che, purtroppo per l'autore, sa di già letto sin dalle prime pagine. O forse sono io che sono insofferente verso le storie dei 20/30enni in cerca di se stessi…

Mappe e leggende, di Michael Chabon
Ho letto due soli volumi di saggistica quest'anno, ed entrambi si occupano di libri. Questo di Michael Chabon è davvero figo, racconta, analizza e riassume meglio di quanto mi sia mai capitato di trovare tutti i motivi per cui leggere letteratura di genere è fonte di gran godimento! Motivo più che sufficiente per consigliarne la lettura a tutti i passanti.

L'ordine di Babele, di Flavio Villani
L'ordine di Babele è un romanzo oltremodo ambizioso: per l'uso del linguaggio, per la ricchezza espressiva che non oltrepassa mai la soglia del virtuosismo fine a se stesso e che diventa un tratto distintivo del testo, per lo sviluppo che tocca Vietnam, Iraq, Francia, Italia e Stati Uniti. Ci sono però un paio di aspetti che ho fatto davvero fatica a digerire: penso ai dialoghi che mi son parsi spesso pretenziosi, e in qualche modo sbagliati e al modo decisamente romanzesco (inteso qui in senso non propriamente elogiativo) che l'autore sceglie per collegare Emanuelle, la protagonista del romanzo, alla sezione americana della vicenda.
Detto questo L'ordine di Babele merita senz'altro la lettura, che è raro veder riuniti nello stesso romanzo trama complessa (e riuscita!), stile personale e densità d'informazione. Complimenti a Flavio Villani!

The Night Life of the Gods, di Thorne Smith
Mi piace ogni tanto il recupero storico di testi perduti, che mi sono stati segnalati nel tempo da vari amici (qui non ricordo se devo ringraziare Davide o Marco, ma tant'è…). The Night Life of the Gods è uno spassoso viaggio negli anni '30, con gli dei greci che tornano alla vita per darsi al gozzoviglio e allo spasso tra New York e la campagna. Con elfette sexy e scienziati a corredo e complemento. Molto divertente!

Robot 66
Questo numero di Robot parte subito col botto, ovvero con Golia, un racconto di Neil Gaiman, che come sempre riesce a tirar fuori il meglio anche dalla storia più trita. Altra storia da ricordare in questo numero della rivista Deols è quello di Stefano Andrea Noventa, intitolato Non lo saprai mai, storia di universi alternativi, violenza e redenzione che colpisce al cuore il lettore.

Dettato, di Sergio Peter
Libretto che mi ha incuriosito dopo aver letto qualche recensione in rete. L'editore lo definisce "romanzo", dal mio punto di vista è un insieme eterogeneo di scritti, memorie, racconti famigliari che hanno al centro la vita nella piccola comunità di Grandola e dintorni, alpi lombarde. Le storie di Sergio Peter sembrano appartenere a un'epoca lontana, nobilitate come sono dalla scrittura ispirata dell'autore, ma sono in realtà accadute l'altro ieri. Nel complesso Dettato suona troppo nostalgico e rivolto al recupero del passato per essere quel libro prezioso che avrebbe potuto essere. Le intenzioni di Peter sono meritorie, purtroppo degne del paese per vecchi che siamo diventati.

L'Estate Segreta di Babe Hardy, di Fabio Lastrucci
Il romanzo di Fabio Lastrucci è decisamente meglio di quanto mi aspettassi dopo averne letto la sinossi (Stanlio & Ollio in versione succhiasangue, a spasso per le strade di Hollywood). Il miglior pregio de L'Estate Segreta di Babe Hardy è l'evidente competenza e la passione che l'autore mette nel descrivere personaggi e ambienti del periodo, il difetto maggiore è la scarsa coerenza del tono della narrazione, incerto se mantenere ben saldi i piedi nel racconto biografico virato nell'orrore o se invece percorrere la complessa strada della commedia. L'incertezza dell'autore diventa quella del lettore che non sa bene quanto prendere sul serio una storia che avrebbe meritato ben altra visibilità.

Non sperate di liberarvi dei libri, di Umberto Eco & Jean-Claude Carrière
Una chiacchierata in compagni di due vecchi signori, assai competenti e pieni di saggezza sul ruolo del libro, del suo destino, della sua storia, con una ricca anedottica per rendere ancor più piacevole la lettura.

Libriomancer, di Jim C. Hines
Quando non basta un'idea meravigliosa per rendere indimenticabile un romanzo. Hines crea un mondo magico strepitoso, con la sua magia legata strettamente ai libri, alle loro storie, ai loro creatori. Peccato che la complessità della costruzione del mondo non si rifletta nella costruzione della storia (invero piuttosto normale) o nel carattere e nei rapporti dei personaggi, che non saltano mai davvero fuori dalle pagine per accompagnare il lettore nella vicenda. 

Cielo e ferro, di Italo Bonera & Paolo Frusca
Cielo e ferro è una raccolta di racconti che formano un affresco coerente di un futuro prossimo venturo di guerra e devastazione tra l'esercito integralista mondiale e i sopravvissuti della civiltà occidentale. Se il contesto è tutt'altro che originale, Bonera & Frusca riescono comunque a fare un ottimo lavoro grazie soprattutto all'ottima gestione di ritmo e personaggi. Se tutta la raccolta è invero potente e adrenalinica (con un tocco di amaro che non diventa mai eccessivamente retorico), alcuni racconti spiccano tra gli altri. Tra tutti i miei preferiti sono stati L'Unificatore, L'udienza e Meno di tre.

Solar, di Ian McEwan
Erano parecchi anni che non leggevo più Ian McEwan: dopo l'esperienza di Espiazione credevo non avesse ormai più nulla da dirmi. Solar invece, trovandosi a trattare temi confinanti con quelli del mio genere preferito, mi aveva parecchio incuriosito.
A fine lettura posso dire di essermi felicemente riconciliato con l'autore inglese. In Solar c'è tutto quel che di buono ci si può attendere da un romanzo di Ian McEwan: personaggi tratteggiati con una sensibilità non comune - per quanto sgradevoli possano apparire, rimangono comunque indimenticabili - riflessioni interessanti su scienza e società e cultura e istituzioni, una scrittura straordinaria per varietà di sfumature, che vanno dal farsesco al tragico, dal drammatico al grottesco, con qualche tocco di dolcezza quando meno te lo aspetti. Solar è un'altra delle migliori letture dell'anno.

Il chiosco, di Bruce Sterling
Il chiosco invece è stata una grossa delusione. Un racconto che ho trovato sfilacciato e inconcludente, zeppo di retorica alternativa, senza avere davvero qualcosa da dire, se non per quel tocco di esotismo dovuto a un'ambientazione inconsueta per un racconto di fantascienza anglosassone.









Bene, direi che è tutto. Se siete arrivati fino a qui, e volete magari condividere le vostre opinioni su qualcuno dei romanzi citati siete i benvenuti!

E visto che siamo ancora in tempo, auguro a tutti un 2015 meraviglioso come mai prima!