29 dicembre 2015

Letture: il meglio del 2015 - prima parte

Proviamo a rianimare il blog con il consueto post riassuntivo delle migliori letture dell'anno. L'idea è di dividere l'elenco in due parti, la prima dedicata alle letture fantascientifiche, la seconda a tutti gli altri libri meno categorizzabili in un genere specifico.

Una premessa d'obbligo prima di partire. L'anno scorso è partito il progetto Zona 42. Essere diventato editore è una grande soddisfazione, ma comporta dei vincoli, soprattutto quando mi trovo a parlare di libri che rientrano nel nostro panorama editoriale. Non troverete quindi nell'elenco che segue quei libri che per un motivo o per l'altro non mi sono piaciuti, né quei titoli che magari ho molto apprezzato ma per i quali non siamo ancora certi di riuscire a proporre un'edizione Zona 42 nel prossimo futuro.



Sono due i titoli fantascientifici che più mi hanno entusiasmato nel corso del 2015.

Il primo è Embassytown di China Miéville, che con questo romanzo offre ai lettori il titolo più propriamente fantascientifico della sua produzione. Embassytown parte come la più classica delle space opera, per poi trasformarsi in una storia di incontri, scontri e rivelazioni con al centro una profonda e originale indagine sull'uso della lingua e della parola come strumento di potere, come dipendenza, come mezzo privilegiato di comunicazione esclusiva ed escludente. Per la prima volta nella mia esperienza con lo scrittore inglese i personaggi del romanzo risultano pienamente compiuti, e lo sviluppo della trama ha un ritmo, una coerenza e un'efficacia esemplare.
Come Zona 42 ci sarebbe piaciuto molto proporre Embassytown ai lettori italiani, sembrava infatti che Fanucci (l'editore italiano di Mieville) non fosse più interessato all'autore inglese. Abbiamo poi scoperto che il romanzo è effettivamente in traduzione per la casa edtrice romana, che mi auguro lo pubblichi al più presto.

L'altro romanzo capace di entusiasmarmi come solo di rado mi succede è stato Elysium, di Jennifer Marie Brissett. Il libro dell'autrice anglo-giamaicana ha tutte le caratteristiche che mi appassionano nella migliore fantascienza: un ambientazione che si dispiega piena di mistero e meraviglia man mano che si procede nella lettura; una notevole densità di idee che rimescolano abilmente i canoni del genere; una scrittura dei personaggi spericolata per i rischi che l'autrice si prende e che risulta tanto ambiziosa quanto riuscita; una storia capace di emozionare e insieme di riflettere in maniera mai banale sulle relazioni che ci legano agli altri, su cosa definisce la nostra identità, sul rapporto che abbiamo con la nostra storia individuale e collettiva.
Sono molto orgoglioso di poter dire che Zona 42 pubblicherà prossimamente questo formidabile romanzo.



Se i due romanzi qui sopra rappresentano senza alcun dubbio le migliori letture di genere dell'anno, i titoli che seguono sono anch'essi degni di nota.

Partiamo dall'Italia, che se c'è un libro che mi ha sorpreso positivamente negli ultimi mesi questo è senza dubbio My Little Moray Eel, romanzo autoprodotto di Lucia Patrizi, che nonostante il titolo in lingua inglese è totalmente italiano, per l'ambientazione, i personaggi e le suggestioni.
My Little Moray Eel si sviluppa su due piani temporali, raccontando da un punto di vista periferico di uno scontro di civiltà e delle sue conseguenze. Lucia Patrizi sceglie di adottare la prospettiva parziale di una ragazza che si trova suo malgrado coinvolta in una vicenda troppo grande per lei. L'autrice è abilissima a mantenere sempre alta la tensione narrativa, dosando con maestria ed equilibrio gli scorci della crisi globale con quelli assai più personali della vita della protagonista, che sebbene abbia trovato a tratti insopportabile nella sua incarnazione più giovane, è perfetta nel suo indesiderato ruolo di ponte tra due mondi.

Ho aspettato parecchio tempo prima di leggere Zero History, di William Gibson. La delusione di Guerreros mi ha tenuto giustamente lontano dai suoi libri. Ma Gibson è pur sempre Gibson, un autore che gode di una linea di credito privilegiata con il sottoscritto e quindi, seppur con qualche anno di ritardo, eccomi a parlare di quello che è al momento il suo ultimo romanzo pubblicato in italiano.
Per Zero History vale la regola gibsoniana dei libri dispari (se avete qualche dubbio controllate la sua bibliografia), che questo romanzo è decisamente meglio del precedente. Come in Guerreros anche qui c'è l'ormai consueta carrellata di spazi e gadget over the top, la ricorrente freddezza di luoghi e situazioni, ma stavolta ci sono personaggi che hanno un'anima e una storia che si fa leggere, con uno sviluppo e una conclusione che non delude il lettore. La fantascienza nel romanzo è più nelle atmosfere del racconto che non nell'effettiva presenza di idee originali o situazioni innovative, ma se non altro Gibson conferma di non aver perso la presa su un presente che ha contribuito a plasmare.



Le ultime due citazioni in questo personale elenco di buone letture vanno a La ragazza che sapeva troppo di M.R. Carey, e a Europe in Autumn di Dave Hutchinson.

Nonostante si collochi nell'ormai abusato filone dell'apocalisse zombie La ragazza che sapeva troppo riesce a distinguersi per un uso consapevole dei cliché del genere, per il ritmo che l'autore imprime alla narrazione e per la presenza di una protagonista che si fa ricordare. Ciliegina sulla torta l'innesto sulla classica trama zombie di un paio d'idee di stretta derivazione fantascientifica ottimamente sfruttate, che donano al romanzo quel livello di lettura in più. La ragazza che sapeva troppo non è certo un capolavoro, ma tra le letture leggere dell'anno è quella che più mi ha impressionato.



 
Europe in Autumn è invece un romanzo solo parzialmente riuscito, ma si merita la segnalazione per l'originalità dell'ambientazione e una sorprendente svolta nella vicenda che ha l'unico difetto di arrivare troppo avanti nel complesso della storia. Il romanzo di Hutchinson (il primo di una trilogia) si svolge in un'Europa del prossimo futuro che sta vivendo una disintegrazione delle entità nazionali, con micronazioni che sorgono, si definiscono e lottano con i vicini. In questo scenario si muove una misteriosa organizzazione di corrieri che facilita il passaggio dei confini a merci e persone. Il protagonista, un ex-cuoco estone emigrato per lavoro in Polonia, si troverà ad affrontare varie avventure prima di trovarsi coinvolto in un mistero che coinvolge l'intero continente.
Il romanzo m'è parso difettoso per la sua frammentazione e per la fatica con cui giunge finalmente al suo punto focale, ma la ricchezza e il dettaglio dell'ambiente in cui si svolge sono un valido contraltare ai punti deboli che lo caratterizzano.

Questo è tutto per quanto riguarda le mie migliori letture fantascientifiche dell'anno. Le vostre quali sono state?