29 dicembre 2008

Rapporto letture - Dicembre 2008

 
Picture by Iguana Jo.
Breece D'J Pancake - Trilobiti
Sapore di terra umida e desolazione, indifferenza, odore di fumo e sconfitta. I racconti di Pancake hanno il sapore delle vecchie canzoni di Bruce Springsteen ma senza alcuna traccia di redenzione, con il panorama - bellissimo - delle montagne degli Stati Uniti orientali a fare da sfondo indifferente alle storie di famiglie disfunzionali, alle vite di uomini costretti alla solitudine e rassegnati alla sconfitta. Un libro che scava in profondità e in poche righe traccia il destino di un'intera nazione.


Fritz Leiber - Il grande tempo
La fantascienza che non t'aspetti, a metà strada tra Shakespeare, il cabaret e la soap opera. Il grande tempo parte dalle premesse più solide e caratteristiche del genere (il viaggio nel tempo, la guerra globale, le forze oscure che decidono il destino dell'universo) ribaltandone la prospettiva per raccontare una piccola storia di incontri e rapporti, di parole e personaggi. Il teatro incontra la letteratura ai confini della realtà e sforna un'opera memorabile.


Walter Tevis - La regina degli scacchi
Beth Harmon m'è rimasta nel cuore. Non capita spesso di imbattersi in personaggi capaci di uscire in modo così dirompente dalle pagine di un libro.
In effetti Walter Tevis non è nuovo a creazioni così memorabili: sia Newton, protagonista de L'uomo che cadde sulla Terra, sia il trittico di personaggi che vagano per la terra desolata de Solo il mimo canta al limitare del bosco erano tanto ben caratterizzati da riuscire da soli a rendere indimenticabili i romanzi che ne narravano le vicissitudini.
Se quei due romanzi erano straordinari per la loro capacità di coniugare la fantascienza al racconto di un'alienazione totalmente e irrimediabilmente umana, La regina degli scacchi è un gioiello per la capacità che ha di raccontare il disagio e l'emarginazione, il talento e la redenzione senza nessuna concessione alla retorica o al melodramma, offrendo al contempo al lettore uno sguardo appassionato sull'universo parallelo dei giocatori di scacchi. Il genio di Beth Harmon non ha nulla di romantico, lei è tutt'altro che simpatica e Tevis non fa nulla per nascondere i suoi difetti, ma la sua presenza è tale che non puoi non appassionarti alle sue vicende, affezionarti alla sua vita e portarla poi con te fuori, nel mondo.


Gardner Dozois (a cura di) - Il meglio della SF
Qualche giorno fa scrivevo di quanto fosse imperdibile questo volume. Qui lo ribadisco: se la fantascienza vi incuriosisce ma non avete idea di cosa offra oggi ai suoi lettori, se credete che il genere sia solo Asimov o Dick, se siete tuttora convinti (ahivoi!) che sia roba da ragazzini beh… questa è il volume che fa per voi. Peccato che questo Il meglio della SF sia solo un'urania., destinato a sparire e a rimanere l'ennesimo volume meteora da prendere al volo o dimenticare per sempre.


Niccolò Ammaniti - Ti prendo e ti porto via
No, non ci siamo. Non so cosa mi aspettassi, ma alla fine questo Ammaniti s'è rivelata una mezza delusione. Oh… il romanzo si legge tranquillamente fino in fondo, i personaggi son ben delineati e l'azione è sempre sufficientemente appassionante e tirata da non annoiare il lettore. Però il senso persistente di sfiga e sventura, la presenza davvero troppo ingombrante del narratore che parla parla parla anche quando potrebbe tranquillamente tacere, la mancanza di autonomia dei personaggi, veri e propri burattini nelle mani dell'autore e l'evidente esagerazione prospettica che vira al grottesco anche il più quotidiano particolare, beh… alla lunga son cose che tendono a rovinare il piacere della lettura.


Terry Pratchett - L'intrepida Tiffany e i piccoli uomini liberi
Ma chi l'ha detto che il fantasy è una lunga fuga dalla realtà? (ops, forse ero io?)
Se questo è indubbiamente vero per la stragrande maggioranza dei volumi assimilabili al genere, allora è davvero sorprendente incontrare un'eccezione come questo romanzo di Terry Pratchett. Ne L'intrepida Tiffany e i piccoli uomini liberi ci sono streghe e mostri, e bambini rapiti e spiritelli e fatine, tutto il solito bagaglio di cliché insomma, però nelle mani di Pratchett la somma degli stereotipi da un risultato così brillante e meraviglioso e originale che si ha la sensazione che tutti i mondi fantastici incontrati fino ad oggi siano serviti unicamente a creare le basi per questo romanzo.
Ma Pratchett va ancora oltre, utlizzando i canoni del fantasy per scrivere un inno al pensiero libero e indipendente. Senza dimenticare i Nac Mac Feegle, naturalmente. Meraviglioso.




Seguite i link per le letture di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre e novembre



3 commenti:

  1. Come l'hanno tradotto Rob Anybody? E No'-as-big-as-Medium-Sized-Jock-but-bigger-than-Wee-Jock Jock?

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  2. Trilobiti lo eleggo qui libro più bello tra quelli letti nel 2008 (e nel 2008 di libri stupendi me ne sono capitati molti, da Manchette a Morgan). Come dici tu, scava dentro, e porta in superficie terra umida e pagliuzze d'oro. Davvero stupendo. Mi accingo a rileggerlo per la terza volta ;-)

    Il grande tempo è un bel classico. Raffinato e singolare.

    Be', come letture di fine anno ti è andata davvero bene :-)

    Ci sentiamo quando rientro nell'Alto Kipple!
    X

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  3. Ciao Anna!
    Li han tradotti rispettivamente Rub Chitipare e Non-Alto-quanto-Jock-il-Medio-ma-più-alto-di-Jock-Jock-il-Piccolo.
    Tra l'altro mi son scordato di ringraziare l'altra Anna, che a Dublino aveva consigliato questo libro a Francesco. 'mo devo solo convincerlo a leggerselo!

    @ X: Non so se Trilobiti è il miglior libro letto quest'anno (don't worry, la classifica sta arrivando!) di certo è un gran bel volume.
    Visto che l'ho scoperto grazie a te, beh… almeno un grazie stavolta te lo devo. ;-)

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