03 settembre 2008

Rapporto letture - Agosto 2008


Picture by Iguana Jo.
David Mamet - Bambi contro Godzilla. Teoria e pratica dell'industria cinematografica
Dimenticatevi il disclaimer. Questo è un libro che si legge soprattutto per il gusto dell'aneddoto, unico ingrediente che riesce a rendere gustosa un'altrimenti insipida raccolta di testi a proposito della mediocrità che governa l'industria cinematografica americana. Scritti che vorrebbero essere pungenti ma che appaiono invece essere il frutto amaro di un pregiudizio politico. Non che quello che scrive Mamet non sia credibile, lo è eccome, ma per una volta a me avrebbe fatto piacere leggere al riguardo qualcosa di interessante sulle cause e le conseguenze, sulle alternative e le possibili soluzioni a questo stato di cose, piuttosto che sentire l'ennesima lamentosa filippica dell'autore frustrato.
Cambia la geografica e il medium, ma anche per questo volume tocca ripetere quello che scrivevo a proposito del Best Off minimumfaxiano riguardo gli autori e la loro bassa opinione dell'industria culturale italiana: "Non ho grandi dubbi nel condividere le loro parole, ciò non toglie che sono altrettanto convinto che non si possa presentare un'analisi senza fornire informazioni. Insomma, come si può proporre un dibattito sulla situazione dell'editoria in Italia senza integrarlo con uno straccio di cifra? Come si può pretendere di essere presi sul serio se ci si basa unicamente sul sentito dire, sulle sensazioni, se si prendono le mere opinioni come dati di fatto?". Cambia "editoria in Italia", con cinema hollywoodiano" e siamo a posto anche per il libro di Mamet.


Junot Diaz - La breve favolosa vita di Oscar Wao
Sauron è vivo e lotta contro di noi, ovvero le terrificanti dittature caraibiche raccontate a misura di college americano. Questo romanzo, commovente, divertente, tragico e affascinante ha davvero tutto per colpire il tipico lettore-nerd. Le citazioni fantasy/fantascientifico/supereroistiche si sprecano, i personaggi sono vivi, veri, e rimangono impressi, la storia della Repubblica Dominicana colpisce come un maglio la consapevolezza dell'ignaro lettore. Però a me rimane il dubbio che invece di sostanziare Sauron nella figura di Trujillo non avvenga invece il contrario, con il sanguinario dittatore dominicano trasformato in icona fantasy, a dispetto di tutto il notevole sforzo informativo che compie l'autore nello sviluppo del romanzo. Ma forse conosco troppo poco i Caraibi per avere un'idea realistica di cosa significhi crescerci in mezzo,


Jo Walton - Farthing
Non amo particolarmente le ucronie che molto spesso sono semplici scorciatoie per travestire di modernità il solito romanzo storico, giocando con le conoscenze pregresse del lettore piuttosto che con la speculazione fantascientifica che in teoria dovrebbe sorreggerle. Farthing invece è un romanzo speculativo della miglior specie, un'opera in cui lo slittamento della realtà storica ha lo scopo preciso di veicolare senza sbandamenti o concessioni la speculazione politica che è il fine ultimo dell'autrice.
Farthing è infatti un testo politico travestito da romanzo giallo, inserito in un contesto ucronico con un sapore inconfondibilmente inglese. Un romanzo capace di passare abilmente dall'atmosfera di sofisticata ipocrisia della nobile residenza di un lord della corona, ai dubbi etici di un gentile ispettore di Scotland Yard, alla sovversione più allucinante di ogni forma di civile convivenza.
Un testo brillante che guadagna nel crescendo drammatico della vicenda quello che rischia di perdere nella trasparente impostazione morale dell'opera da parte dell'autrice.


Jonathan Safran Foer - Ogni cosa è illuminata
Nel romanzo di Foer non tutto è illuminato, molto rimane in penombra, qualche passaggio m'è sembrato molto furbo, altri troppo poco approfonditi. Oltretutto avendo già visto il film di Liev Schreiber prima di leggere il libro avevo già qualche idea su sviluppo e personaggi e m'è un po' dispiaciuto non riconoscerli compiutamente nel romanzo.
Ma nonostante abbia apprezzato molto più l'Alex del film che quello del libro, nonostante Augustine rimanga un mistero e la storia del nonno abbia uno sviluppo diverso da quello che mi aspettavo, nonostante tutto questo Ogni cosa è illuminata rimane una delle letture migliori di questi ultimi tempi.
Come può un romanzo tutt'altro che perfetto rimanere tanto impresso nella mente del lettore? Forse ci riesce per la strabiliante sincerità che traspare dalle pagine, forse per la passione percepibile dell'autore nei confronti del cuore del romanzo, forse per lo stile memorabile con cui è scritto. Forse perché ritrovarsi catapultati in quella sorta di Macondo ebraico che risponde al nome di Trachimbrod è un'esperienza comunque indimenticabile. E le storie, i personaggi, le parole che arrivano da quel pezzo di Ucraina dimenticato da dio e dagli uomini hanno un valore e una sensibilità universale capaci di sopperire abbondantemente all'eccesso di entusiasmo (non saprei come altro definire il difetto del romanzo) del suo autore.


China Miéville - Looking for Jake and Other Stories
Trovato a tre sterline in una libreria di Belfast, questo volume che raccoglie 13 racconti e un fumetto scritti da China Miéville è stata una bella sorpresa.
Il primo impatto a dir la verità non è stato dei migliori, le prime storie mi hanno lasciato piuttosto freddino, non so se per la difficoltà di entrare in sintonia con la scrittura non proprio semplice dell'autore o proprio per l'atmosfera piuttosto distaccata che contraddistingue quei racconti, ma poi mi sono imbattuto in Reports of Certain Events in London e in Familiar e da lì in poi è stato un crescendo fino all'ultima pagina del volume.
Non sono un esperto di letteratura horror, non so quindi se le molte suggestioni che Miéville evoca nelle sue pagine siano totalmente originali o se invece siano riscritture di canoni del genere. Certo che il connubio tra creature fantastiche, approccio fantascientifico, interesse urbano e coscienza socialista che caratterizza la produzione breve di China Miéville è davvero strabiliante. Nell'antologia si passa dal classico racconto horror alla divertita sortita fanta-natalizia (in salsa rossa), dal ritorno nelle strade di New Crobuzon - la città protagonista del romanzo Perdido Street Station - con il racconto più fortemente e appassionatamente politico di tutto il volume, all'esposizione degli strani avvenimenti che coinvolgono le strade di Londra o alla descrizione di una rara malattia che preoccuperà più di un lettore. Quale che sia il tema del racconto è possibile rintracciare almeno un punto fermo nell''immaginario dell'autore: la città - intesa in tutte le sue possibili declinazioni, dalla discarica di periferia ai quartieri residenziali ai centri nevralgici del potere - che sia protagonista della storia o semplice palcoscenico, è un riferimento costante in tutti suoi racconti. Ed è proprio dal rapporto tra i suoi protagonisti e i luoghi dove vivono che nascono alcune delle creazioni migliori dell'autore, che sembra privilegiare i rapporti tra spazi e persone piuttosto che non le relazioni che si instaurano tra la varia umanità presente nelle sue pagine.
Una nota particolare sul romanzo breve che chiude il volume. In The Tain (a proposito, voi come tradurreste Tain?) Miéville si lascia ispirare da un'invenzione di Borges per imbastire un racconto apocalittico straordinario per la forza evocativa dell'idea che lo sostiene e formidabile per la sua inesorabilità. L'odissea di Sholl per le strade di Londra mi resterà negli occhi per un bel po' di tempo.


Seguite i link per le letture di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno e luglio.

2 commenti:

  1. Il titolo "Ogni cosa è illuminata" mi ronzava attorno da un bel po', eppure cercavo sempre di scacciarlo via da me per il suo evocare atmosfere tanto tanto new age (che di solito aborro). Poi ho scar... ehm, noleggiato il film e l'ho trovato più che discreto, anche se non posso dire che m'abbia sconvolto l'esistenza.

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  2. Di film capaci di sconvolgere l'esistenza non ne conosco ahimé nemmeno uno (vabbé, la mia esistenza di 15/16nne è stata sconvolta da un paio di film, ma allora ero giovane e ingenuo).
    "Ogni cosa è illuminata" è un buon film, decisamente superiore alla media di quanto arriva in sala normalmente (e poi c'è Eugene Hutz!).

    Il romanzo (come il film) è assai lontano da qualsiasi cosa tu possa assimilare a New Age e simili.

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