12 marzo 2007

Truman Capote & Syriana: la zetetica applicata al cinema

Causa impegni vari ultimamente non vediamo troppi dvd. Ma questo fine-settimana siamo stati fortunati. Ci siamo goduti ben due film, totalmente diversi tra loro, ma ambedue esempio di grande cinema. Entrambe le pellicole trattano la Verità, la sua percezione, i corto circuiti che si creano tra chi la tratta di mestiere, chi la subisce, chi semplicemente la ignora. E delle complicazioni che il perseguirla inevitabilmente porta con sè.

I due film sono Truman Capote: a sangue freddo e Syriana. Totalmente diversi per tecnica narrativa e regia, per argomenti trattati, ritmo e soluzioni visive, eppure simili nell'essere due ottimi esempi di zetetica applicata al cinema.

In Truman Capote sono almeno due le cose entusiasmanti. La prima è la capacità degli autori di rendere percepibile la personalità dello scrittore, la miscela di sensibilità e arroganza che lo caratterizza, il confronto con una realtà insopportabile rispetto all'insostenibile leggerezza in cui si rifugia la sua esistenza, il peso schiacciante della verità, a cui non vuole sottrarsi, nonostante tutto.
Il film riesce a comunicare il senso di tragedia della situazione senza ricorrere a sermoni o prediche, ma lasciando alla bravura di Philip Seymour Hoffman e al non detto cinematografico il compito di trasmettere la complessità delle emozioni che lo attraversano e allo spettatore il compito di decifrarle.
Conoscevo Capote solo di nome prima della visione del film ( e il nome non sapevo neppure come pronunciarlo!), non so quanto il film sia storicamente accurato rispetto alla sua figura, ci certo la sua vicenda diventa assolutamente vera nella visione cinematografica di Bennett Miller.
Un' ulteriore nota di merito va al direttore della fotografia Adam Kimmel. Suoi sono gli indimenticabili panorami autunnali del film. E senz'altro suo il merito (da dividere con il regista) per la composizione formalmente perfetta delle inquadrature, perfezione estetica che invece di imbalsamare il film diventa perfettamente funzionale alla generazione di una tensione palpabile per tutto il corso della vicenda. Era davvero da tempo che non vedevo un film così bello.




Sempre di verità si occupa Syriana, film di Stephen Gaghan, regista e sceneggiatore sconosciuto al sottoscritto ma che risulta aver scritto anche Traffic diretto poi da Steven Soderbergh. Non le verità dello spirito, ma quelle più tangibili e altrettanto sfuggenti delle grandi manovre occulte che conducono l'energia dagli impianti d'estrazione nel deserto fino alle nostre pompe di benzina attraverso il caos mediorientale. In questo caso il merito dell'autore sta soprattutto nell'essere riuscito a ricomporre una situazione così complessa, mutevole e complicata nell'ordine rigoroso di un film perfettamente godibile. Nello sviluppare il difficile tema del sua pellicola Stephen Gaghan non rinuncia alle storie personali dei suoi protagonisti, anzi fa di queste storie personali il collante che permette allo spettatore di seguire la vicenda conducendolo all'interno del terrificante mondo delle lobby petrolifere, dei perversi incroci tra ragioni di stato e libero mercato, nelle strade frequentate da quelle persone al tempo stesso vittime e agenti di quel terrore che attraversa tutte le nostre vite.
Un esempio pressoché perfetto di cinema impegnato che non rinuncia a raccontare storie, che non si rifugia in uno sterile documentarismo o nell'assettica denuncia di un insopportabile status quo, ma che invece si esalta della difficoltà strutturale di una vicenda la cui complessità è evidente fin dalla prima scena.
Un plauso quindi a Stephen Gaghan sceneggiatore e regista della pellicola, ma anche al cast sopraffino (tra tutti un grande George Clooney invecchiato e imbolsito, in veste anche di produttore) che riesce mantenere alta la tensione e la comprensibilità della vicenda per tutta la durata del film.
Un dubbio però m'è rimasto. Cosa significa Syriana?

2 commenti:

  1. Syriana: "Comprensibilità" di sicuro, "riportabilità" proprio no :-D
    Nel senso che io non saprei proprio spiegare per filo e per segno cosa cacchio stesse succedendo (soprattutto nelle scene coi cravattari che facevano nomi a catena). Però non ero mai confuso. Diciamo che mi fidavo.
    Bello, in ogni caso.

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  2. Riportabilità? O che parole vai usando? :-)

    Comunque sì. Fare il riassunto del film sarebbe davvero improbo, del resto è anche per questo che non mi metto a scrivere recensioni!

    Piuttosto, speravo che una tua visita mi risolvesse il dubbio di quel Syriana: chi meglio di zio Gil mi potrebbe aiutare, mi dicevo…

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