27 marzo 2007

Revenant!


Picture by afeman.
Revenant è la prima raccolta di racconti di fantascienza di Giovanni De Matteo, aka X. Capirete che già avere a che fare con un volume di racconti di fantascienza italiana è un piccolo evento nel panorama letterario nostrano. Ancora più eccezionale il fatto che per una volta i racconti presentati non sono permeati da quell'atmosfera nostalgico decadente che sembra imperare tra gli autori giovani o meno giovani della scena italiana, ma offrono una visione del futuro all'avanguardia per tematiche e suggestioni.

Detto questo, com'è realmente Revenant? Vale il tempo speso per la lettura?Presenta qualche traccia originale o è la solita riscrittura made in italy dei canoni fantascientifici anglosassoni?

La prima doverosa osservazione è che Giovanni De Matteo sa scrivere, questa almeno è una certezza. Anche se in alcuni racconti si nota qualche ingenuità, e forse un'eccessiva dipendenza dai moduli di scrittura cyberpunk - ma è troppo amore, mai scopiazzatura - la tensione narrativa rimane sempre alta. La capacità di immaginare e riproporre ambientazioni affascinanti, il forte impatto emozionale degli scenari speculativi insieme alla passione percepibile dietro ogni racconto sono i veri punti di forza di questa antologia. Nei sei racconti presenti si spazia dal cyberpunk urbano, al viaggio nel tempo, dall'avventura marziana alla riscrittura tecnologica del mito biblico. Ce n'è insomma per tutti i gusti, legati però da una sensibilità unificatrice riconducibile al paradigma connettivista promosso dall'autore, per cui ogni dettaglio, la più diversa speculazione, si situa in una visione postumana del futuro.

L'unico limite attuale dell'autore è forse rintracciabile nella mancanza di profondità dei protagonisti delle sue storie. I personaggi si muovono spinti da pulsioni troppo facili, i dialoghi e le emozioni che li dovrebbero caratterizzare danno l'idea di un'eccessiva drammatizzazione e, in un fondo, di uno scarso realismo. Ma il punto più dolente nella produzione di De Matteo sta secondo me nelle sue figure femminili: sempre fondamentali nello sviluppo narrativo, ma mai all'altezza del loro ruolo dipendenti come sembrano essere dalle figure maschili che ne determinano l'esistenza, idealizzate tanto da perdere ogni connotazione reale. Tutte le donne di De Matteo incarnano un'ideale femminile tanto irreale da risultare del tutto fuori luogo nelle le vicende prettamente terrene dei suoi racconti.

Eccezione in questo panorama di personaggi umani appena abbozzati è Cuore di Tenebra che, titolo escluso, mi pare la prova migliore dell'intera antologia. In questo caso le motivazioni, le spinte emotive, i turbamenti e le aspirazioni della creatura sotterranea protagonista del racconto sono rese in maniera magistrale. I personaggi di contorno dipinti in poche frasi prendono immediatamente vita agli occhi del lettore. Anche la scarsa indipendenza della figura femminile invece di apparire come possibile difetto, è perfettamente funzionale alla messa in scena orchestrata dall'autore.

Red Dust è l'altro racconto che rimane impresso nella memoria. La sua forza sta nello scenario originale (un Marte in via di terraformazione forzatamente abitato da reduci mediorientali e altra umanità emarginata) che offre all'autore la possibilità di scatenare tutta le sue capacità narrative e immaginifiche coniugando istanza politiche, tensioni post-umane e invenzioni tecnologiche. La carne al fuoco è davvero tanta per un unico racconto, tanto da lasciare facilmente presagire lo scenario per un futuro romanzo.

Sugli altri racconti non mi dilungo, ma mi piace notare come sia evidente e palpabile la progressione qualitativa man mano che si procede nella lettura dell'antologia. E se il buongiorno si vede dal mattino, beh… non vedo l'ora di mettere le mani sulle prossime prove narrative di Giovanni, che le premesse per la nascita di un Grande Autore italiano ci sono tutte.

4 commenti:

  1. Avevo lasciato un commento oggi ma evidentemente è stato assorbito dalle maglie del continuum... Mi capita piuttosto spesso, ultimamente...

    Comunque, sono qui solo per ringraziarti e testimoniare quanto condivido il tuo giudizio. Sono però soprattutto contento che "Cuore di Tenebra" ti sia piaciuto, visto che di tutta la raccolta è quello che sembrerebbe riscuotere meno consensi.

    I Grandi Autori lasciamoli dove stanno: sono felice di aver scritto qualcosa che mi sta dando un feedback positivo dai lettori. Non avrei potuto chiedere di meglio!

    Un abbraccio e a presto!
    X

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  2. Letto, in un solo pomeriggio, e piaciuto (ho postato le mie impressioni su ICF). Per quanto riguarda la profondità delle storie, non credi sia dovuto al fatto che sono racconti e non un romanzo? a proposito, sono curioso di vedere X alle prese con un romanzo.
    Concordo sulla dipendenza dal cyberpunk (il Gibson di Neuromante con riferimenti anche espliciti), che resta evidente, così come l'influenza di Dick (a parer mio, ovviamente, ma so che lui ne è un grande estimatore). Comunque grande talento, molto ancora potenziale, spero non si sieda sugli allori ma prosegua alla ricerca di una sua identità, che in questo momento mi pare un pò latitare. Ma ha tutto il tempo per farlo.

    ciao
    Vittorio

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  3. A proposito, come ti trovi a commentare il lavoro di uno scrittore che conosci personalmente piuttosto bene? influisce sulla tua obiettività?

    ciao
    vittorio

    PS: come al solito, un po' in ritardo :)

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  4. Ciao Vittorio, anch'io latito un po' ultimamente, ma spero di rifarmi con la prossima settimana.
    Riguardo quello che scrivi, per me non è stato un problema commentare il libro di Giovanni. Certo, fosse stato un volume illeggibile probabilmente non ne avrei parlato - o ne avrei discusso privatamente con l'autore.
    C'è poi da dire che Giovanni è una persona squisita, con cui è davvero piacevole avere a che fare, non è assolutamente il genere di Autore che ha già capito tutto e impartisce lezioni dall'alto del suo nome in copertina.

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