07 dicembre 2012

Nei pressi della Zona

© giorgio raffaelli
Del Picnic sul ciglio della strada ne riparleremo più avanti, per ora ci tenevo a condividere questo brevissimo estratto. Il mood evocato da questo scorcio di conversazione è piuttosto diverso da quello decisamente più cupo e disperato che percorre il romanzo. Ma mi ha colpito vedere certe verità espresse in maniera così economica e compiuta in una storia  che arriva dritto dritto dalla Russia degli anni '70 del novecento.
Quindi, ecco qui, in un momento di pausa, senza nè Zona, nè stalker in primo piano, un trafficone, Richard Noonan, chiacchiera con uno scienziato, Valentin Peelman, sul senso e lo scopo delle Visite:

"Noonan fece una smorfia e scosse la testa.
- No, - disse - Questa è già troppo… E come la mettiamo col fatto che l'uomo, a differenza degli animali, avverte un'invincibile necessità di sapere? L'ho letto da qualche parte.
- Pure io, - disse Valentin - Ma la disgrazia è tutta qui, che l'uomo, o quantomeno l'uomo di massa, supera con facilità questo bisogno di sapere. Secondo me, questo bisogno proprio non c'é. C'è il bisogno di capire e per questo il sapere non è necessario. L'ipotesi di Dio, ad esempio, dà una incomparabile possibilità di capire assolutamente tutto, senza sapere assolutamente niente… Date all'uomo un sistema del mondo estremamente semplificato e sulla base di questo modello semplificato interpretate qualsiasi avvenimento. Un procedimento del genere non richiede nessuna nozione. Alcune formule imparate più il cosiddetto buonsenso."

(Picnic sul ciglio della strada, di Arkadij e Boris Strugatskij, traduzione di Luisa Capo)

18 commenti:

  1. Considerando che recentemente è morto anche il secondo dei fratelli Strutgarskij- e in pochi, me compreso se ne sono ricordati- il tuo mi sembra un gran bell'omaggio.
    Ciao.

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    1. Non sapevo della scomparsa dell'ultimo Strugatskij. Li conoscevo solo di fama, e beh… era proprio ora che leggessi il loro capolavoro.

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  2. Grandioso, tanto più perché raccontato in poche parole. Grazie a te e ai fratelli Strugarskji per questo minuto di intelligenza.

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  3. "C'è il bisogno di capire e per questo il sapere non è necessario"
    Che perla, eh?

    Penso di averla "capita" ;)

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    1. "Che perla, eh?"

      Che perla, o che pirla? :-))

      Il film lo vidi aaaaaaanni fa. Mi son procurato anche il dvd per rivederlo. Forse ora, fresco di lettura (ma è diverso!), è arrivato il suo momento. Devo solo scegliere il momento opportuno, che sappiamo tutti come sono i film di Tarkovskij…

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  4. E' interessante che ti piaccia, visto che non è molto distante concettualmente da Lem.
    E' buona la traduzione? Io l'avevo letto in inglese, ed era pessima.
    So che i russi si lamentano che le traduzioni degli Strugatsky perdono molto, che in originale scrivevano molto bene. Per quest'anno ho dovuto posporre il progetto russo, ma l'anno prossimo spero di essere in grado di leggere l'originale.
    Hai letto Čapek? War of the Newts si trova online in inglese e librescamente in italiano.

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    1. Uno dei motivi per cui non li avevo mai letti era proprio la vicinanza (presunta) a Lem, di cui però ho letto solo Solaris.
      E invece Il Picnic è parecchio diverso da Solaris, molto più terra terra se capisci quel che intendo.

      La traduzione che ho letto io (ne esistono diverse) l'ho trovato interessante, magari un po' datata, ma non arcaica. Anzi il tocco d'epoca contribuisce all'atmosfera del romanzo (la traduzione di tutti i soprannomi degli stalker, come quella degli oggetti riportati dalla Zona è uno di quei dettagli che durante la lettura ho trovato più intriganti).

      No, non ho letto Capek.

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  5. molto più terra terra se capisci quel che intendo

    Bè, si, Lem è molto più Terra Solaris, questo invece è Terra Terra ;-)
    Al di là delle facezie, mi sembra che il tema dell'inconoscibilità dell'alieno che ti aveva dato tanto fastidio lì sia pressoché identico.
    Il passaggio che citi viene subito dopo la presentazione della metafora del picnic, vero? Il paragone di solito lo si fa proprio fra questi due romanzi, non fra la produzione di Lem o degli Strugatskij in generale. Del resto non so se l'hai finito, ma Picnic si conclude con un affidamento alla preghiera.

    No, non ho letto Capek.

    Facci un pensierino.

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    1. Ora non riesco a trovare il tempo per risponderti e trattare la questione come meriterebbe.
      Secondo me ci sono differenze sostanziali su come il tema dell'inconoscibilità viene affrontato e sullo spazio che ha nell'economia dei due romanzi.
      Ma se ne riparlerà quando avrò postato le note al volume. Se ne avrai voglia.

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  6. Scusa Iguana ma qui ogni volta mi si capotta il cervello con Marco... ;)
    @Marco: Cosa intendi con "Per quest'anno ho dovuto posporre il progetto russo"?
    Mi indichi il tuo pianeta che noleggio uno shuttle e vengo a trovarti? Sei un mito.

    E rimango dell'idea che secondo me sei il diavolo... XD

    ps: mi ridai il link al tuo quasi-blog che con la nuova grafica l'ho perso? THX

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    1. Ti capisco! :-)

      Il link per il tumblr di Marco lo trovi qua a fianco:
      Not really now not any more

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  7. Quest'anno mi ero ripromesso di imparare il russo, ma per motivi vari non ho avuto tempo ed ho interrotto.
    Fra un anno di questi tempi però spero di aver già letto il mio primo libro interamente in lingua. La scelta del russo viene dal fatto che è una letteratura varia e affascinante, si trova tantissimo online e molti dei classici li ho letti in traduzioni pietose. Negli auspici poi dovrebbe fare da grimaldello per le altre lingue slave - sebbene ognuna abbia le proprie particolarità grammaticali, al netto di trasformazioni di pronuncia ed ortografia e slittamenti di significato, peraltro abbastanza regolari da zona a zona, hanno un larghissimo vocabolario comune. Conosco sloveni e bulgari che mi hanno detto che per loro il russo è come per un italiano lo spagnolo - il che significa in linea di massima comprensibile con uno sforzo relativamente esiguo.

    Ecco il link:
    http://jelimarco.tumblr.com/

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  8. Bellissimo pezzo!

    Segnalo un typo "da una incomparabile" -> "dà una incomparabile"

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    1. Grazie Doc!

      (In realtà l'accento l'avevo tralasciato volutamente, che ero convinto non fosse necessario. Evidentemente mi sbagliavo. Grazie per la segnalazione!)

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  9. Splendida pure la foto con falco komunista :-)

    Barney

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    1. Oh! Finalmente qualcuno che apprezza i miei sforzi fotografici! :-)

      Grazie!

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