19 marzo 2008

Arthur C. Clarke


Originally uploaded by jadc01.
Ieri Arthur C. Clarke ci ha lasciati.
Aveva la bella età di novant'anni e da decenni aveva lasciato la natia Inghilterra per trasferirsi nello Sri Lanka.
Con lui se ne va uno degli ultimi autori che hanno fatto la storia della fantascienza fin dalle sue origini.


Tra i ricordi migliori di quel periodo meraviglioso in cui la fantascienza era per me ancora tutta da esplorare svetta Incontro con Rama, ma credo sia davvero difficile stabilire quale possa essere il suo romanzo migliore.
Le sue sono solide storie di esplorazione, con una forte componente scientifica e speculativa, ma al contempo sono opere piene di meraviglia, capaci di esplorare le possibilità e il mistero del futuro riuscendo nello stesso tempo ad essere avvincenti e stimolanti.
Memorabili sono anche i racconti di Clarke, fulminanti per la capacità di illuminare con la sola forza dell'evidenza scientifica le pieghe più oscure della nostra civiltà. Tra questi bisogna citare almeno La stella o i Nove miliardi di nomi di dio.

Escludendo 2001 Odissea nello spazio con i vari seguiti più o meno dimenticabili, non c'è molto di Clarke disponibile al momento in libreria. Alcuni dei suoi migliori racconti sono reperibili nelle antologie della serie Le Grandi Storie della Fantascienza edita da Bompiani a partire dall'ottavo volume (dedicato al 1946).
Se vi doveste imbattere in qualche suo romanzo in giro per bancarelle o in qualche negozio di libri usati non lasciatevelo scappare.

Per approfondire la conoscenza con l'autore inglese vi rimando a questo speciale di Delos pubblicato qualche anno fa.


3 commenti:

  1. A me Rama manca tutto. Ma i duemilaeuni hanno a lungo affascinato la mia adolesceménza e per questo sono grato al signor Clarke. Sniff.

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  2. Io invece di Clarke credo di aver letto solo "Incontro con Rama". Molto bello... forse solo un po' datato, ma godibile.

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  3. A me piacerebbe davvero rileggere Incontro con Rama e spero davvero che prossimamente Urania Collezione voglia dedicare più spazio a Clarke piuttosto che a qualche opera semisconosciuta dal passato remoto.

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