19 novembre 2007

Napoli, anno 2059


Picture by Iguana Jo.
Partiamo subito con la cosa davvero fondamentale. Se non avete ancora tra le mani Sezione π² datevi una mossa. Tra poco più di dieci giorni finirà nell'oblio degli Urania passati. Poi non dite che non siete stati avvertiti.

Detto questo ecco qualche nota sul romanzo.

Nonostante qualche ingenuità, alcune debolezze e un macroscopico difetto nella trama Sezione π² è un romanzo che si legge tutto d'un fiato: una storia avvincente in un contesto formidabile.

Le potenzialità della scrittura di Giovanni De Matteo mi hanno davvero impressionato, forse ancor più delle effettive qualità della vicenda narrata. Questo potrà anche non essere il Romanzo di Fantascienza Italiana che stiamo aspettando da una vita, ma forse Giovanni è l'Autore fantascientifico che mancava dalle nostre parti.
I miglioramenti nella sua capacità compositiva sono evidenti, basta confrontare il romanzo con i racconti già editi in precedenza. Molti dei difetti a cui accennavo (vedi qui) sono stati felicemente superati (la dipendenza da modelli precedenti, la debolezza dei personaggi femminili, un'eccessiva enfasi descrittiva…). In Sezione π² abbiamo sia la creazione di personaggi tridimensionali, credibili, veri sia una descrizione dello scenario davvero perfetta: originale quanto basta, immediatamente percepibile e credibile nella sua allucinata sostanzialità. E i rimandi a Dick, a Gibson, a tutto il background fantascientifico e culturale (la sviccata!) che ha contribuito a formare la visione dell'autore hanno il sapore gustoso di partecipati omaggi che arricchiscono il contesto senza distrarre il lettore. Insomma, la Napoli di Giovanni è talmente vera che a fine lettura ti rimane il suo odore addosso.

Tutte queste qualità non impediscono di notare ancora alcune debolezze. Ogni tanto Giovanni si innamora della sua scrittura e perde un po' il controllo della vena descrittiva (soprattutto quando è Briganti che guarda/sente/percepisce la sua versione della realtà), alcune scene, o meglio alcuni personaggi (uno in particolare) non riescono a raggiungere un tono davvero personale, a parlare con una voce riconoscibile, indebolendo così la capacità evocativa del momento (hint: il Chivas non è un brandy! e no, mi spiace, non ce lo vedo proprio come carburante preferito del cajun ;-)).
Altri momenti li ho trovati del tutto superflui, in compenso alcune scene sono davvero memorabili (la mia preferita è quella dell'apocalisse virtuale, spero sia chiaro a quale mi riferisco, davvero potente e immaginifica…).
E poi c'è quel difetto sostanziale nella trama che a patto di notarlo, fa perdere molta della credibilità alla vicenda gialla che sostiene il romanzo.
Ma anche questo aspetto, seppur per certi versi fondamentale, è solo un dettaglio: la cosa migliore di Sezione PiQuadro non è la costruzione poliziesca, è piuttosto lo spettacolo fantascientifico che Giovanni De Matteo mette in piedi. Il 2059 che descrive è terribilmente credibile: lo sfacelo urbano, la catastrofe ambientale, il senso di accelerazione tecnologica parallelo alla mancanza di vero progresso, tutti questi aspetti sono sostanza viva ed emozionante nelle pagine della vicenda. Azzeccata anche la scelta di separare l'infodump relativo alla trama (ovvero tutti i retroscena riguardanti ricerca & sviluppo della psicografia) da quella che è invece la cronaca della dissoluzione del tessuto urbano, fisico e sociale della nostra realtà. Questo artificio narrativo rende decisamente più reale e credibile lo sfondo, focalizza l'attenzione del lettore e in qualche modo determina quali sono le cose davvero importanti che l'autore tiene a raccontare.

L'ultima cosa che mi piace far notare è come Giovanni sia riuscito a piegare la scrittura tipica della fantascienza anglosassone a un contesto che più italiano di così non si può. Sezione π² è indubbiamente un romanzo enormemente debitore all'immaginario fantascientifico anglosassone, ma allo stesso tempo Sezione π² è un romanzo assolutamente italiano. Alla faccia di chi ritiene che un certo modo di fare fantascienza (la speculazione scientifica/tecnologica, l'attenzione allo sfondo, il sense of wonder che avvince il lettore) non sia immaginabile e/o credibile in versione nostrana.

Quindi date una possibilità a Sezione π², sono certo vi sorprenderà.

3 commenti:

  1. Grazie Giorgio! Hai usato bellissime parole e te ne sono immensamente grato. In fondo, come vado ripetendo, il piacere della lettura viene al primo posto e sono felice di non averti deluso sotto questo aspetto. Adesso sono curioso di sapere qual era "quel difetto sostanziale nella trama" di cui parli ;-)

    Aspetto tue delucidazioni! Un abbraccio,
    X

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  2. L'analisi che fai è talmente lucida e precisa da incuriosirmi davvero. Sai che non amo molto la fantascienza, ma sono curioso di vedere come è scritto un romanzo di fantascienza italiano. Mi impegno a comprarlo e leggerlo, anche perchè lo scrittore, Giovanni De Matteo, sembra un tipo proprio simpatico. Vado in edico la ci provo! Poi ti saprò dire.

    Ciao ed un saluto anche a Giovanni.

    Claudio

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  3. Spero che le delucidazioni abbiano soddisfatto la tua curiosità X!
    (ma prima o poi quattro chiacchiere mi piacerebbe riuscire a pur farle, eh!)

    Claudioooooo! Bravo! Provaci che poi mi sai dire!

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