06 dicembre 2006

S'è fatta ora

Picture by Iguana Jo.
A proposito di scrittori e romanzi italiani, ho finito da poco S'è fatta ora di Antonio Pascale.
Confesso che non seguo molto le vicende delle italiche lettere ed è stato quindi un misto di sorpresa e soddisfazione scoprire con quanto entusiasmo sia stato accolto questo libro. Sorpresa perché per quanto la lettura del romanzo di Pascale sia soddisfacente non mi aspettavo certo di vederlo etichettato come capolavoro, soddisfazione perché tra i pregi del volume c'è certamente un approccio che di potrebbe ben definire scientifico all'esistenza, al mondo.

La mia perplessità nei confronti dei recensori di S'è fatta ora deriva soprattutto dal mio faticare a riconoscere come romanzo il libro in questione. Non che sia fondamentale definirlo come tale: se un libro è scritto bene, è interessante e/o stimola l'attività cerebrale, tanto dovrebbe bastare. Però mi piacerebbe davvero capire in cosa consiste l'aspetto romanzesco del volume. Leggendolo la mia impressione era infatti che si trattasse piuttosto di un libro di memorie, composto com'è da una serie di istantanee in cui l'autore fissa i momenti topici, gli attimi illuminanti di un'esistenza partendo dagli anni '70 per arrivare fino ad oggi. E poco importa se il protagonista è inventato o se rappresenti semplicemente un alter ego di Pascale stesso.

Probabilmente la qualità migliore di S'è fatta ora è la sua capacità di parlare del percorso di formazione di una persona direttamente, senza trucchetti, enfasi o ammiccamenti, senza nessuna aura nostalgica, con una tensione invece all'attualità e al futuro. Nonostante le evidenti differenze geografiche e culturali che ci caratterizzano m'è parso di riuscire a capire bene il punto di vista di Pascale. Forse perché siamo coetanei, forse perché entrambi abbiamo messo da poco al mondo una nuova generazione, ma nelle parole di S'è fatta ora sento molto forte l'esigenza di chiarirsi, di chiarire a proprio figlio chi siamo, da dove arriviamo.

Non so che effetto possa fare un libro come questo a un ventenne o a un sessantenne. La situazione italiana, il paese in cui ci ritroviamo a vivere, che in definitiva ci appartiene, è descritta in maniera lucida e appassionata. Non è però la descrizione del nostro panorama socio/politico/istituzionale il maggior pregio di S'è fatta ora, quanto piuttosto la capacità dell'autore di sviscerare pacatamente le pulsioni, le difficoltà e gli incontri che segnano la crescita di ognuno di noi. O almeno di quelli di noi intorno ai quaranta. In questo S'è fatta ora è stato una bella sopresa, un libro che (finalmente?) mi riavvicina alla narrativa italiana scritta da persone che hanno visto e vissuto qualcosa che posso comprendere senza troppe mediazioni.

4 commenti:

  1. Ciao!
    Anch'io ho amato molto questo piccolo libro. E anche per questo apprezzo la tua recensione!
    daria tinagli

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  2. Benvenuta da queste parti Daria, e grazie per l'apprezzamento!

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  3. Concordo con te. Difatti, è lampante: il libro non è un romanzo, ma una raccolta di racconti. Che poi si sia voluto spacciarlo come romanzo è un'altra storia. Vuoi perchè i racconti in italia non vendono vuoi perchè la casa editrice è piccola e non poteva immettere sul mercato un altro libro di racconti di un autore italiano. Sì insomma, una operazione commerciale ma dai contenuti, quelli sì, interessanti. W.

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  4. Benvenuto da 'ste parti, anonimo commentatore.

    Per quanto possa essere interessante, in questo caso non starei tanto a disquisire sul tema romanzo/racconto, che si rischia di mettere in secondo piano l'ottimo lavoro di Pascale.
    Che in "S'è fatta ora" quel che va rimarcato è la qualità sia della scrittura che dei contenuti del volume.

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