La settimana scorsa è stata interessante e sorprendente.
Siamo stati coinvolti all'ultimo momento nell'arrivo a Modena dei ragazzi di Up with people (in italiano Viva la gente) e ci è toccato in sorte di ospitare per tutta la settimana Wouter, un ragazzo olandese di vent'anni. A parte il fatto che ne io ne Annalisa a vent'anni eravamo così maturi e posati, le cose sono andate splendidamente.
La qual cosa non è poi così scontata, non solo perché quando ti prendi uno sconosciuto in casa non sai mai quanto le cose possano funzionare, ma soprattutto perché io ho un'allergia personale nei confronti di organizzazioni umanitarie/educative che hanno tra i propri obiettivi il miglioramento della vita sul nostro pianeta (mica scherzi, eh!). Voglio dire: bisogna avere delle convinzioni davvero forti per essere convinti di tali obiettivi, e convinzioni tanto forti sfociano spesso nello spirito missionario più aggressivo se non nel fondamentalismo più gretto e meschino.
Per fortuna con questi ragazzi le cose sembrano essere un po' diverse. Intanto il loro obiettivo è sì di cambiare il mondo, ma interagendo (e non predicando) con una comunità alla volta e questo è già un netto miglioramento rispetto alle ambizioni missionarie di altre organizzazioni. Soprattutto il metodo scelto per influenzare il pianeta è abbastanza originale.
Gli 81 ragazzi coinvolti in questo programma si sono ritrovati a Denver all'inizio di luglio, si sono conosciuti e hanno iniziato a lavorare allo spettacolo che nei mesi successivi hanno portato in giro per il mondo. Sono quindi partiti e per ognuna delle successive 18 settimane si sono fermati in una diversa città. ospiti di una diversa famiglia, interagendo quotidianamente con le associazioni di volontariato, le amministrazioni, le comunità che hanno visitato. Tutto questo per sei settimane negli Stati Uniti, per sei settimane in Giappone e infine per le ultime sei settimane in Europa.
Non so quanto questo viaggiare abbia effettivamente influenzato i luoghi che hanno visitato. Sicuramente l'esperienza accumulata è stata fondamentale per ognuno dei ragazzi coinvolti. I continui cambi di prospettiva, l'incessante attività, i contatti quotidiani con realtà molto diverse da quelle da cui provengono è una fonte d'arricchimento personale unica e insostituibile.
Da parte nostra è stato interessante confrontarsi con una persona tanto diversa per storia personale, attitudine e provenienza. Non so se siamo stati fortunati a pescare Wouter che si è rivelato una persona entusiasta, solare e molto paziente (chi conosce i nostri pargoli può forse capire meglio il riferimento) o se anche gli altri 80 ragazzi si sarebbero rivelati tali. Certo che a vederli sul palco nello spettacolo che hanno messo in scena alla fine della settimana il loro entusiasmo, la loro partecipazione, la loro passione erano evidenti.
Io rimango tuttora molto sospettoso riguardo alle organizzazioni come questa: non posso fare a meno di chiedermi dove vanno tutti i soldi che questi ragazzi investono per partecipare al programma, chi è che gestisce la baracca, cosa mette in moto e mantiene viva un'organizzazione come questa oltre ai buoni propositi e agli ideali che ne animano le manifestazioni esteriori. Però i ragazzi che hanno partecipato a questo programma hanno conquistato senz'altro la mia fiducia. Ed è già qualcosa.
Il problema delle "organizzazioni umanitarie" è che sono molto spesso (se non sempre, ma non essendo in grado di verificarlo, ci vado cauta) marce dentro, nel senso che c'è un mucchio di gente che ci mangia, ma allo stesso tempo se non ci fossero le cose nel mondo andrebbero molto peggio. E' che sono esse stesse dei microcosmi, con tutte le qualità e i difetti di qualsiasi microcosmo composto di persone.
RispondiEliminaComunque, se vuoi fare una buona azione oggi: http://www.globalorgasm.org/ ;-)