09 dicembre 2005

La fantascienza. Secondo me.


Some kind of light
Originally uploaded by Iguana Jo.
Per iniziare degnamente a postare in questo blog voglio parlare di fantascienza.
Sì, proprio quella cosa con i razzoni, gli omini verdi, i vestiti strani e tutte le altre sciocchezze che nell'immaginario comune caratterizzano il genere.
A me piace la fantascienza. Ma siamo sicuri di intendere la stessa cosa con fantascienza?

Più che una parola fantascienza è un'etichetta. E come tutte le etichette è una soluzione di comodo per riconoscere, classificare, catalogare. Libri in questo caso. Ma anche film volendo, anche se non sempre le etichette sono interscambiali tra media diversi.
Per questa volta parliamo di libri.
Cos'è che caratterizza un libro di fantascienza e lo distingue tra tutti gli altri? Cos'è che caratterizza la sua fantascientificità?
Lo svolgersi nel futuro? Non necessariamente, ci sono moltissime storie che riguardano il passato, i dinosauri magari o il viaggio nella storia o le realtà parallele. C'è tutto un sotto-genere che prende il nome di Storia alternativa, o Ucronia, dedicato a immaginare mondi alternativi rispondendi alla fatidica domanda "cosa sarebbe successo se?...". Per non citare poi la miriade di storie che si svolgono nel presente, o in mondi fuori dal (nostro) tempo.
L'approccio tecnologico? Di nuovo: non necessariamente. Ci sono decine e decine di storie in cui la tecnologia non svolge alcun ruolo, in cui ad impegnare l'autore sono piuttosto gli aspetti sociali, o quelli psichici (penso a Ballard) della realtà in cui sono immersi i propri protagonisti.

Ovviamente non possiamo nemmeno circoscrivere la sf all'avventura spaziale, o all'incontro con strane razza aliene, ai razzoni e agli omini verdi, per intenderci.

Ma allora cos'è che caratterizza la fantascienza? Cosa la rende diversa e riconoscibile nel mare magnum della letteratura?

A me piace pensare che quella fantascientifca sia di fatto l'unica narrativa d'idee.
Quello che contraddistingue la buona fantascienza è la necessità fondamentale, la presenza centrale, di un'idea (che sia tecnologica, culturale, scientifica o sociale poco importa...) che l'autore svilupperà all'interno di una trama esplorandone le potenzialità narrative (ma andando anche oltre, arrivando a volte anche a porre quesiti sociali/etici/filosofici etc etc).
La speculazioine, la discussione, il racconto di un'idea è ciò che caratterizza la fantascienza, quello che la distingue dal resto del panorama letterario. Infatti tutto quello che serve a un'opera mainstream per funzionare, il fulcro su cui ruotano la maggior parte delle storie sono i personaggi, gli ambienti e le loro relazioni.
Questa almeno è la mia sensazione, è condivisibile?

Poi c'è tutto il discorso sullo stile, sull'arte. Ma non mi ci addentro. Non sono capace di fare classifiche sulla base del valore letterario. Certo, di solito la fantascienza non spicca certo per le sue qualità stilistiche (come dicevo sopra sono altre le sue peculiarità), però esistono delle eccezioni, e poi esistono autore importanti che sono caratterizzati da un backgroud fantascientifico.
Ma sul discorso della qualità letteraria, dei rapporti tra letteratura alta e fantascienza vi rimando a questo interessante saggio di Jonathan Lethem (altro grande che è partito dalla fantascienza per confondersi poi nel mainstream letterario, se si può dir così...).

Ecco, in breve questo è quello che penso del genere fantascienza. Non credo la mia sia una definizione esaustiva, ma tra tutto quello che ho letto in giro è certamente quella che mi convince di più.

Se poi avete etichette migliori da appiccicare al genere, bene! Accomodatevi pure, e ditemi come la pensate.

3 commenti:

  1. Iguana docet: "Quello che contraddistingue la buona fantascienza è la necessità fondamentale, la presenza centrale, di un'idea (che sia tecnologica, culturale, scientifica o sociale poco importa...) che l'autore svilupperà all'interno di una trama esplorandone le potenzialità narrative (ma andando anche oltre, arrivando a volte anche a porre quesiti sociali/etici/filosofici etc etc)"...

    penso che questo sia il fulcro del discorso, ma applicabile a tutti i generi letterari.
    Direi che le idee dello scrittore di fantascienza devono uscire dagli schemi convenzionali, porre ipotesi non usuali...un uso dell'immaginario più forte ed "osato" degli altri generi. Altrimenti restiamo nel campo della narrativa...
    gran bel post, comunque, signor Iguana!

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  2. No no, secondo me il discorso sull'idea è proprio solo del genere fantascienza.

    Nei romanzi mainstream ci può anche essere un'idea narrativa diversa, originale, ma il mondo narrato è sempre il solito a cui tutti facciamo riferimento. Nella sf ci deve essere almeno un dettaglio che differenzia il mondo narrato da quello del lettore. Quello scarto (seppur minimo) è quello che definivo l'idea, è quello che trasforma una storia anche comune in qualcosa di diverso.
    Per dirla in altri termini l'idea nell'opera mainstream è esterna al mondo narrato (può essere lo stile dell'autore, la costruzione della storia, lo sviluppo della vicenda), mentre nell'opera fantascientifica l'idea è sempre compresa nel racconto stesso.

    (forse il termine idea non è il migliore possibile, ma non me n'è venuto in mente uno migliore)

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  3. Insomma, non hai avuto un'idea migliore ;-)

    A me piace chiamarla "esperimento". Cioe', in una realta' ordinaria inseriamo un elemento straordinario (che puo' essere l'ambientazione nel futuro, o la creazione di una nuova macchina come quella per viaggiare nel tempo e cosi' via) che sia, se non del tutto plausibile, giustificabile attraverso una coerente teoria scientifica (e solo per questa ragione entra in gioco la scienza: per la coerenza nelle leggi dell'universo... il NOSTRO universo reale, non quello inventato, il che ci distingue dal fantasy). Da questa ipotesi si vede come reagiscono i personaggi e come si sviluppa la storia. Per questa ragione mi piace considerarlo un "esperimento". Potrei fare mille esempi, ma non voglio annoiare e poi non ho tempo, quindi mi fermo qui :)
    Comunque credo che il principio sia lo stesso di cui parli tu.

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