Perché il Macbeth di Justin Kurzel è indubbiamente bello, ma nel giudizio complessivo questa è semmai un'aggravante, non una giustificazione.
Macbeth è la tragedia shakespeariana sul tradimento, una storia che esplora alcuni degli aspetti più sordidi dell'animo umano. Una storia che più nera di così è difficile immaginarla.
La lettura che ne da Kurzel punta tutto su effetti speciali e carisma attoriale, per una messsa in scena che non brilla per una qualche originale scelta narrativa, ma solo per i colori dello scenario e per gli sguardi e la preesenza di un Michael Fassbender in stato di grazia.
E potrebbe anche funzionare, dopotutto non è che la vicenda di Macbeth sia poi così complessa. Per dire, l'utilizzo delle Norne è efficace (ma perché cinque?), ìasciare a loro il compito di essere l'unico motore della vicenda un po' meno.
Idem per Lady Macbeth. Marion Cotillard è convincente nelle prime scene in cui compare: la sua cattiveria è evidente, come credibile è il suo riuscito tentativo di corrompere il marito. Ma poi che succede alla regina? Perché da perfida istigatrice di ogni malvagità si trasforma in un agnellino paziente, con tanto di occhioni tristi?
Emblematica dello scarso equilibrio che caratterizza questa produzione è la scena del banchetto mancato, che ho trovato quasi imbarazzante: Macbeth che chiacchiera amabilmente con gli assassini del fido Banquo in mezzo alla folla degli ospiti, mentre il richiamo della regina al brindisi si ripete quanto? Quattro, cinque volte? e gli ospiti che alla fine se ne vanno digiuni. Poi per fortuna c'è il fantasma di Banquo che salva in extremis il bilancio complessiva del momento, ma arriva un po' tardi, con l'affanno.
Nonostante i difetti, non sono uscito del tutto deluso dalla visione. Forse le mie aspettative erano davvero troppo alte, e il film, come dicevo sopra, è visivamente davvero bello, tanto che m'ha quasi convinto a ritornare in Scozia (come se ci fosse bisogno di un film!). E Michael Fassbender offre un interpretazione di Macbeth davvero entusiasmante, prestando sguardo e corpo in progressivo disfacimento a un personaggio che ora non potrò più pensare reso altrimenti. Considerate poi che io non ho questa gran dimestichezza con l'opera shakespeariana, e quindi il mio giudizio è viziato da una certa distanza di fondo.
Ma tant'è, a voi è piaciuto?
…
Sono completamente d'accordo con te, hai notato tutti i "difetti" che ho riscontrato io. La trasformazione di Lady Macbeth mi ha lasciato perplessa e stranita, e la scena del banchetto è riuscita malissimo. Nella mia ignoranza ho pensato che il regista abbia voluto fare una commistione di cinema e teatro, inserendo una sorta di maldestro "a parte" che però si è rivelato alquanto imbarazzante. Ho trovato poco comprensibile e anche un po' gratuito il personaggio della strega bambina. Per il resto, ottima fotografia e paesaggi che ben si adattano alla desolazione dell'animo umano di Macbeth. Fassbender mi inquieta in ogni suo film, quindi qui è perfetto :-p
RispondiEliminaCiao Nadia! Fa piacere vedere condiviso il proprio giudizio su una pellicola che vorrei davvero aver apprezzato di più.
EliminaVabbé, consoliamoci col panorama :-)
Ciao Giorgio,
RispondiEliminaa me il film è piaciuto molto, ho apprezzato i campi lunghi del paesaggio scozzese, che mi pare siano una novità per i film tratti da Shakespeare – pensa a quelli di e con Kenneth Branagh – dove anche le scene che si svolgono all'aperto hanno una dimensione teatrale, da quarta parete. Non che non mi piaccia quel tipo di film, ma non disprezzo neanche se si rinuncia a quella sorta di "intimità" coi personaggi e a quell'impressione di poter dominare la scena in tutta la sua ampiezza, tratti che accomunano teatro e alcuni film tratti da opere teatrali. Infatti non sono d'accordo quando dici che c'è stata una grande contaminazione tra arte cinematografica e teatrale: a me pare più evidente il contributo dell'arte pittorica, certe inquadrature sembravano delle grandi tele.
Quanto alle streghe, credo di ricordare abbastanza bene il testo: sono tre quelle principali, ma hanno anche una strega-capa (Ecate) e un altro codazzo di streghe, che non parlano ma fanno la loro comparsata nei balletti che accompagnavano lo spettacolo in epoca shakespeariana. Bisogna puntualizzare che nel teatro elisabettiano si univa il foul al fair e che le streghe minacciavano Macbeth ma poi facevano coreografie attorno al calderone buttandovi gli ingredienti: scena naturalmente tagliata, perché le streghe moderne devono compiere il salto dal grottesco all'inquietante, e nel film di Kurzel ciò riesce benissimo!
L
ady Macbeth è portata pian piano alla sua rovina, nella quale trova posto, se non il pentimento, almeno il senso di colpa, rappresentato nel dramma dal suo immaginare le sue mani sporche di sangue.
Quanto alle scelte narrative originali io ne ho trovata almeno una molto rilevante e convincente: l'idea di trasformare alcuni dei dialoghi di Macbeth e Lady Macbeth in monologhi, facendo parlare ciascuno nella sua solitudine.
Infine ho trovato sorprendente l'intensità di Macduff. La qualità di Fassbender e di Cotillard e dei loro personaggi non era in discussione. Ma la scena in cui Macduff riceve notizie della famiglia sterminata mi ha commosso, e non me l'aspettavo.
In conclusione, per me non è un capolavoro assoluto, ma davvero un bel film.
Che bello avere degli amici competenti che ti illuminano!
EliminaGrazie per il commento Jacopo, a cui aggiungo solo una nota.
Non ho mai detto che "c'è stata una grande contaminazione tra arte cinematografica e teatrale", soprattutto perché non lo considererei certo un difetto e poi perché, come fai giustamente notare, più che di riferimenti cinematografici anch'io parlerei di quadri scenografici (pittura? fumetto? non so te, ma io ho pensato spesso a 300 di Miller).
Concordo infine sull'ottima prestazione di Sean Harris nel ruolo di MacDuff che hai fatto bene ad evindeziare.
Grazie, bella sinossi personale,
RispondiEliminapurtroppo me lo sono persa questo week end,
Dovevo stendere tre lavatrici e niente, tocca rimandare alla settimana che inizia.
S.
Buona visione futura, allora!
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