31 ottobre 2012

Letture: Wesley Stace, Joe Haldeman, Gianluca Morozzi

© giorgio raffaelli
Prima di procedere con un'altra serie di note sulle letture degli ultimi mesi avrei un dubbio che mi piacerebbe mi aiutaste a risolvere.
Mi è stato fatto notare che negli appunti che posto manca molto spesso qualsiasi riferimento alla trama del libro che commento. Inserisco di rado riassunti o accenni alla trama perché vedo queste note come un modo per riflettere sull'esperienza di lettura piuttosto che come vere e proprie recensioni. Più che rivolgersi ai potenziali lettori sono un tentativo di dialogo con chi il dato testo l'ha già letto. Mi rendo conto che è un punto di vista piuttosto personale e non so quanto condivisibile, ma - ehi! - se ne può parlare.
Mi rivolgo quindi ai visitatori del blog cui capita di prendere spunto da queste note per le prossime letture:  nei post letterari futuri vorreste comparisse qualche riferimento alla trama nella narrativa che commento?
Nell'attesa di dirimere la questione, ecco qualche altro libro, più o meno interessante, più o meno memorabile.

Wesley Stace - La ballata di Miss Fortune
Un romanzo, una ballata, una canzone. Nel ritornello le difficoltà di un'identità sessuale confusa, che quando nasci maschio e cresci nelle vesti della fanciulla del castello è difficile venirne a capo; nelle strofe la crescita e gli incontri, i buoni e i cattivi, la scoperta del sesso e la disperazione dell'amore.

Ho scoperto La ballata di Miss Fortune grazie a un post di Davide Mana e me ne sono rapidamente innamorato. Wesley Stace percorre con una leggerezza sorprendente il sentiero del disagio. Racconta di travestiti e follia con una dimestichezza confortante, mescola dolcezza e humour e dramma e avventura in una melodia avvincente, con il ritmo delle migliori ballate popolari e un sapore indicibilmente inglese. L'ottocento di Miss Fortune appare più vero del vero, dalle strade lerce di Londra alla campagna luminosa che racchiude nel suo splendore i segreti dei nobili nei loro manieri. Ancor più vero, nonostante l'impianto evidentemente romanzesco, è il racconto di un sesso negato e travestito, dei rapporti tra uomini e donne vincolati agli usi sociali, alle consuetudini familiari, alle necessità del corpo, narrati in modo magistrale per sensibilità di tocco e prospettiva.

Wesley Stace è anche un'abile musicista (e nel romanzo si percepisce netta l'attenzione e il debito verso musicanti, poeti e cantori) che suona e canta con lo pseudonimo di John Wesley Harding. Da qualche tempo gira nel mio lettore Who Was Changed And Who Was Dead e se è forse troppo facile stabilire parallelismi tra romanzo e musica, a me pare che, ad averne conosciuta la voce, riconosci il timbro di Wesley Stace anche tra le parole de La ballata di Miss Fortune.



Joe Haldeman - Verso le stelle

Verso le stelle (Starbound in originale) è il secondo romanzo di una trilogia che vedrà in Earthbound (uscito nel dicembre 2011 negli Stati Uniti e, immagino, di prossima pubblicazione per Urania) il suo capitolo conclusivo.
Come già annotavo nel post dedicato a Dula di Marte, primo romanzo del trittico, anche in Verso le stelle Joe Haldeman conferma tutte le caratteristiche che rendono piacevole la lettura della sua fantascienza: attenzione al realismo, buona immaginazione, personaggi che si fanno ricordare, tono leggero e un sacco di mestiere.
In Verso le stelle non c'è nulla che il lettore di fantascienza non abbia già incontrato altrove. L'abilità di Haldeman sta tutta nella capacità di fare confluire elementi classici in un contesto attuale, narrando il tutto con una voce personale e riconoscibile. I suoi romanzi non saranno nulla di memorabile, ma rimangono tra le letture più piacevoli nel settore.



Gianluca Morozzi - Colui che gli dei vogliono distruggere

Buongiorno, mi chiamo Iguana e ho un problema con i supereroi.
Dopo un periodo piuttosto lungo di full immersion fumettistica terminato alla fine degli anni '90,  ho abbandonato il genere con qualche rimpianto e un gran senso di liberazione, che la lettura delle decine tra albi Marvel, Dc e compagnia che uscivano ogni mese era diventata un'abitudine più che un piacere.
Quando poi nel decennio sucessivo sono iniziati a uscire i primi blockbuster hollywoodiani che esploravano l'universo supereroistico sono andato diligentemente al cinema a godermi le avventure di X-Men e Uomo Ragno, ho apprezzato l'approccio di Shyamalan al genere, ma già con i Fantastici Quattro e quindi con gli ultimi Batman ho iniziato ad annoiarmi, per arrivare poi ai Vendicatori di quest'anno e non poterne francamente più.

Ma al mondo colorato ed eccessivo dei supereroi ci sono comunque affezionato e quando, girando per bancarelle, m'è capitato tra le mani Colui che gli dei vogliono distruggere di Gianluca Morozzi non ho resistito e me lo sono portato a casa. Per riconciliarmi con quel mondo scelta non poteva essere più felice.

Prima di questo romanzo conoscevo Gianluca Morozzi solo di fama, grazie a un paio di post letti in rete che avevano stimolato la mia curiosità, ma gli bastano poche pagine e Colui che gli dei vogliono distruggere mi ha già conquistato: l'azione parte a pochi minuti da casa mia e poi spazia senza sforzo apparente tra New York e l'Emilia e il deserto, avanti e indietro nel tempo, saltellando agevolmente tra universi paralleli e vicoli  bolognesi.
Gianluca Morozzi è abilissimo a giostrare tra realtà fumettistiche e quotidianità, mescolando supereroi e rock'n'roll, riferimenti a storie precedenti (ho poi scoperto che la rock band dei Despero, che compare nel libro, è protagonista del suo omonimo primo romanzo), un tocco di fantascienza mica da poco e una meravigliosa idea che fonde le varie anime del romanzo in unico scenario coerente. E non ho nemmeno accennato ai personaggi… Vabbé, voi leggetelo, e poi sappiatemi dire.
Per me quello con Colui che gli dei vogliono distruggere è stato l'incontro librario più fortunato dell'anno, nonché la miglior lettura italiana del periodo, dentro e fuori dal genere. 

13 commenti:

  1. Morozzi mi piace moltissimo. Ho letto Blackout (di cui ci hanno fatto pure il film gli'mmerigani e non è neanche malaccio...) e l'ho trovato davvero interessante. Morozzi era alla Lovat di Villorba(TV) la settimana scorsa e me lo sono perso. Peccato.

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    1. "Colui che gli dei vogliono distruggere" è il mio primo Morozzi, ma sull'onda dell'entusiasmo Annalisa ha già preso e letto anche Despero, che a breve credo leggerò anch'io.
      So della sua produzione horror e forse, chissà, prima o poi…

      Oh… piuttosto, non hai risolto i miei dubbi iniziali! Cosa ne pensi?

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  2. SAi, ci stavo pensando. Il fatto è che la pensiamo troppo allo stesso modo su questo punto e quindi non ti posso essere d'aiuto. Nel senso che io leggo le tue rece proprio perché non c'è quasi nulla sul libro in se, ma molto di personale e giochi molto d'esperienza. E' quello che cerco. La trama me la leggo su IBS ma spesso non mi dice niente, soprattutto per la sf.
    Credo di mantenere questo stile anche nelle mie recensioni sui film. Se mi servono trame complete, schede tecniche e curiosità le leggo da altre parti. Dietro a un blog c'è una o più persone, quindi voglio la sua opinione, voglio sentire lui, altrimento vado su wikipedia.
    Non so se mi sono spiegato benissimo... ;)

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    1. Invece mi sei stato di molto aiuto!
      Io la vedo come te, e non ho alcuna intenzione di cambiare il mio approccio. Solo mi chiedevo se aggiungere qualche informazione in più potesse essere utile al lettore che non conosce il testo di cui vado cianciando, o se invece questa eventuale aggiunta non rischiasse di appesantire inutilmente il tutto.

      In effetti quando vado in giro per blog e leggo recensioni o simili se c'è - come spesso accade - una sezione del post dedicata alla trama la salto in toto…

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    2. Ecco, se proprio vuoi, io cerco spesso di giocare con la trama e me la rigiro come voglio io. A volte mi accorgo anche di non aver proprio centrato il punto, ma può risultare divertente leggere la trama "come l'hai capita tu" e non come effettivamente è. Capita spessissimo di leggere la trama di un film o di un libro e poi scopri che quello che vedi o leggi non c'entra una mazza. Però parlo sempre di punti di vista. Che sono quelli che contano.

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    3. Cioé, fammi capire, le trame che inserisci nei tuoi post sono del tutto slegate alla lettura/visione?
      Usi un generatore di trame casuali o ti lasci trasportare dall'ispirazione del momento? In ogni caso mi pare un ottimo sistema!

      :-) :-)

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    4. Il generatore di trame non mi spiacerebbe... :B
      Io mi lascio proprio ispirare dal momento. Credo che un esempio emblematico sia la rece su Rabies... non è una trama, è come il film mi ha fatto sentire! :)

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  3. A me invece leggere qualche accenno sulla trama non mi dispiacerebbe.
    Però, ecco, magari un paio di righe, poi come ha detto Eddy quello che contano sono i "tuoi " giudizi sul libro in questione.

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    1. Ok. Magari vedo se al prossimo giro riesco a inserirelo nei post, magari riducendo al minimo l'ingombro.

      Grazie per il parere!

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  4. Le tue recensioni a me vanno benissimo così come le scrivi.
    Un accenno alla trama forse le "completerebbe" leggermente, secondo me.
    Ma a casa propria ognuno fa quello che gli pare.
    Ciao!
    murgen

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    1. A 'sto punto devo solo trovare il giusto equilibrio, vediamo cosa ci salterà fuori al prossimo giro di letture.

      Grazie anche a te!

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  5. Io dico no all'accenno di trama, e in generale concordo con quanto dice Eddy - mi interessano più le riflessioni e le emozioni nate da quanto letto e che esprimi, sono queste a invogliarmi a provare un libro più che la trama in sé.

    Sui libri di questo giro, ho letto solo quello di Morozzi, autore che ho molto amato ma che proprio da Colui che gli dèi vogliono distruggere mi pare essere andato piuttosto peggiorando. Di questo romanzo ho apprezzato molto la parte musicale, che è un po' il sequel di Despero, suo romanzo-simbolo, mentre non mi è proprio piaciuta la parte supereroistica, che ho trovato estremamente superficiale e mal raccontata. Ricordo di aver letto di alcuni "intoppi" tra quello che aveva in mente lui e il compromesso raggiunto poi con Guanda, ma anche nei due romanzi successivi mi è parso stilisticamente leggero e anonimo, soprattutto Chi non muore.

    Se Despero ti piacerà, allora prova anche L'era del porco, che è quello che preferisco. E sono molto interessanti anche i fumetti, Il vangelo del Coyote e FactorY (anche se la saga non è ancora completa) che piegano su un versante horror splatter parecchio inaspettato. :)

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    1. Riguardo al fatto di inserire o meno un accenno alla trama nelle prossime note di lettura, beh… ci rifletto un po' e vediamo. Di sicuro non sarà un riassunto e occuperà uno spazio minimo. A 'sto punto credo che l'obiettivo sarà quello di riuscire a integrare i riferimenti nel corpo del post, che sarebbe la cosa migliore.
      Grazie anche a te per aver espresso la tua opinione!

      Riguardo a "Colui che gli dèi vogliono distruggere". Credo che se la parte musicale non fosse stata bilanciata da quella supereroistica avrei cassato il romanzo come la solita operazione nostalgico/consolatoria made in italy. Intendiamoci, la componente rock'n'roll m'è piaciuta molto. Abitando negli stessi luoghi del romanzo e avendoli frequentati alla stessa età (+ o -) dei personaggi l'effetto di riconoscimento / immedesimazione era ottimo.
      Forse proprio per questo il contraltare della parte supereroistica del romanzo m'è piaciuto tanto: vi ho ritrovato un universo coerente e meraviglioso gestito con tutta la nonchalance del caso, e no, io non l'ho trovata ne superficiale (ehi! son supereroi dei più tradizionali, che tipo di profondità cercavi?) ne mal raccontata. Poi certo, l'universo fumettistico del romanzo è quanto di più classico ed elementare (per quanto l'idea dell'origine dei super…) ed è pur possibile che dia un'idea di tirato via al lettore abituato a quelli dei fumetti odierni.
      Sarei comunque curioso di leggere dei dietro le quinte sul romanzo. Hai mica qualche link da passarmi?

      Despero è in coda, credo lo iniziero a breve. E poi vedremo…

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