24 gennaio 2017

Visioni: Arrival (2016)


In questi giorni la rete pullula di recensioni, osservazioni, note critiche e grida d'entusiasmo nei confronti di Arrival, il film che Denis Villeneuve ha realizzato partendo dal magnifico racconto Storia della tua vita di Ted Chiang.
Da parte mia non ho alcuna intenzione di proporvi una recensione (in giro ce ne sono un sacco che analizzato la pellicola molto meglio di quanto sarei in grado di fare io), anche perché ho talmente amato il film che qualsiasi cosa io possa scrivere sarebbe viziata in partenza.

Quel che voglio provare a fare è cercare di capire e riassumere i motivi per cui Arrival è stato un colpo al cuore:
- il rispetto per il testo originale, e in generale la fedeltà della narrazione cinematografica ai temi, alle atmosfere e alle idee di Storia della tua vita. Arrival non ricalca pedissequamente il racconto di Chiang, ma ne mantiene intatto lo spirito nonostante le differenze dei media coinvolti, e lo fa splendere;
- il viso dolente e concentrato di Amy Adams, perfetta nel ruolo della dottoressa Banks (e la meraviglia, quando serve… wow!);
- le astronavi;
- la narrazione della scienza e degli scienziati, pacata e meravigliosa, e senza nessuno spiegone (o quasi);
- l'anelito ideale e la speranza: vedere i più classici dei militari e funzionari governativi cambiare idea, e mettersi a disposizione senza mai, per nessun motivo, abdicare al loro stronzissimo ruolo;
- l'attentato, spiegato senza una sola parola eppure trasparente nella sua disperata volontà di distruzione;
- la lingua aliena, bellissima;
- i ricordi che procedono in entrambi i sensi, e l'amore che invece va a senso unico;
- l'equilibrio tra storia personale e storia collettiva;
- il senso del meraviglioso, sussurrato e sparso a piene mani in ogni dove;
- la sensazione di ritrovarsi a vedere un film fatto apposta per me, con tutte le cose giuste al posto giusto, per emozionarmi come poche altre volte;

Insomma, andatelo a vedere, è bellissimo.

6 commenti:

  1. Tutto bellissimo!
    Peccato per la mancata nomination agli Oscar di una Amy Adams che qui secondo me ha azzeccato la migliore interpretazione della sua carriera.

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    1. È già tanto che un film simile ci sia arrivato, agli Oscar.

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  2. Visto ieri sera. Condivido molto delle tue osservazioni, ma concordo solo in parte con il tuo entusiasmo. Ho trovato il film bellissimo dal punto di vista visivo e della costruzione di alcune scene, soprattutto il primo incontro tra la protagonista e gli alieni e la scena della mano sul vetro. Però ho anche trovato troppe concessioni agli stereotipi hollywoodiani che mi hanno irritato, ad esempio il ruolo dell'agente della CIA, la rappresentazione dei militari, gli stereotipi su russi e cinesi, il marchingegno della telefonata nel finale.
    Non condivido poi l'entusiasmo per la recitazione della Adams, molto brava a sgranare gli occhi per esprimere il suo sense of wonder, ma poco altro. Peggiori ancora i suoi comprimari, sia il fisico che Forest Whitaker.
    Comunque, avercene di film così, eh!

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    1. Ciao Mod!
      A me in 'sto film son piaciuti pure CIA e militari, pensa come sono messo :-)
      Il fatto è che per una volta militari (ovunque essi siano) e CIA fanno sì il loro sporco lavoro, ma sono anche disposti ad _ascoltare_ gli scienziati e, pare incredibile, a cambiare idea. Non capita spesso.

      (e la telefonata del finale è solo la ciliegina sulla torta nel processo di progressiva comprensione che la dottoressa Banks affronta nel tentativo di comprendere - davvero - gli alieni).

      Ma, come dicevo, non sono la persona adatta per discutere Arrival, l'ho amato troppo. &-)

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    2. Iguana, scusa leggo solo ora la tua risposta! Ho rivisto il mio giudizio sulla telefonata e sono d'accordo con te. Ne sono addirittura entusiasta perchè hai proprio ragione, è la ciliegina sulla torta della progressiva comprensione della dottoressa Banks, ma NON SOLO, anche degli spettatori! E' in quel momento che, se non ci sei arrivato prima (e se non conosci il racconto), capisci che cosa è cambiato nella mente dalla dottoressa (sto cercando di non spoilerare). Adesso la trovo una trovata geniale.

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    3. Mi fa davvero piacere!
      Il modo scelto da Villeneuve per rendere "cinematograficamente" il cambiamento della percezione del senso del tempo è certamente passibile di critiche, ma più ci penso più mi convince, che alternative altrettando _comprensibili_ non ne riesco proprio a immaginare.

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