12 maggio 2014

Ben Harper dal vivo a Padova, 9 maggio 2014

There's always someone younger
someone with more hunger
(don't let it take the fight outta you)


© Francesco Castaldo

E così venerdì sera siamo andati a Padova al concerto di Ben Harper.
E beh… nonostante le premesse non fossero le migliori sono tornato entusiasta dall'esperienza.

© Giorgio Raffaelli
Abbiamo visto Ben Harper la prima volta all'arena di Verona qualche anno fa. Suonava con gli Innocent Criminals ed eravamo riusciti a a farci accreditare come fotografi. Saranno state le condizioni in cui ho assistito al live, o la spettacolare collocazione del concerto, in ogni caso ho trascorso una gran bella serata: ottima musica, foto invidiabili, clima ideale. Se per me le parti migliori sono stati i momenti in cui  Ben Harper esplorava la sua vena funky/rock, ottimamente supportato dalla sua band, il piccolo siparietto a metà dello show in cui il musicista californiano ha proposto qualche pezzo acompagnato solo dalla sua chitarra è stato forse il momento più debole del concerto. Ok, Ben Harper è bravo, ma ehi! il tiro della band aveva tutt'altro impatto.

Quest'anno ho preso i biglietti per tempo (erano il regalo di complenno di Annalisa) senza avere la più pallida idea riguardo al tipo di show che avrebbe proposto. Quando ho scoperto che il live sarebbe stato uno one-man show (ok, c'era anche la sua mamma, ma ci siamo capiti…) ho avuto qualche dubbio sull'esito della serata.
Ma siam partiti comunque carichi, che "Ben Harper è Ben Harper" (Annalisa) e "male che vada spero ci sian delle poltrone comode" (io).

Da parte mia temevo una reazione Blutarsky, e il buon Ben l'ha rischiata in paio di momenti, quando il suono del suo slide si avvolgeva su se stesso senza arrivare da nessuna parte, ma nel complesso non credevo che quasi tre ore di un tizio che suona da solo la chitarra potessero rivelarsi così emozionanti.

Che Ben Harper sia un ottimo chitarrista non lo scopro certo io, ma prima di venerdì sera non avevo mai sentito qualcuno usare la voce con la stessa qualità, lo stesso talento, la quasi infinita gamma di toni ed emozioni che lui è riuscito a tirar fuori per tutta la durata del suo concerto.

Ben Harper non è mai stato tra i miei artisti preferiti. Massimo rispetto, certo, ma m'è sempre parso fin troppo perfetto, con quell'atteggiamento da bravo ragazzo che si porta dietro, e il rischio della noia sempre dietro l'angolo. Se parliamo di voci vuoi mettere con un tipo come, chessò, Jeff Buckley? Ben Harper non pare proprio tipo da buttarsi in un fiume, e poi dai, la famiglia e la vita sana…
Anche suonare con la sua mamma, vi pare roba da rockstar?

© Melissa Nicholson



Ma Ben Harper è evidentemente un testone. Segue la sua strada, e poche balle. Lavora come un mulo, e si vede: canta cento volte meglio ora rispetto a qualche anno fa, suona le sue chitarre (ne avrà usate quindici diverse durante lo spettacolo, oltre a proporre qualche pezzo al piano) con una dedizione, un amore che si ferma sempre appena a un passo dall'ossessione, tirando fuori suoni che se non li senti non ci credi. Con quell'aria di trovarsi lì quasi per caso, la goffaggine dei movimenti e la ritrosia nei rapporti con la platea. E qualcosa da dire, e la capacità di farsi sentire. Noi l'abbiamo ascoltato più che volentieri per tutta la serata e ci siamo ritrovati a casa consapevoli di aver assistito a un gran concerto.

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