05 agosto 2013

Letture: Gibuti, di Elmore Leonard

© giorgio raffaelli

C'è questa questa documentarista d'assalto che decide di fare un giro a Gibuti col suo socio vecchio, grosso e nero. Non ha le idee molto chiare, ma di sicuro vuol riprendere e raccontare la pirateria del Corno d'Africa. Non ci mette molto a incappare in pirati di successo e trafficanti d'armi. Del resto a Gibuti gira un sacco di gente interessante, tra ricchi turisti americani, le loro amichette, spie e militari, terroristi in libera uscita e minacce globali. Tutti in perenne movimento tra ville principesche e la varia umanità della città, su un sacco di toyota (bianche o nere), navi da trasporto e d'assalto e barche a vela, alle prese con sparatorie e inseguimenti.
Gli ingredienti di Gibuti son tutti qui. Mescolate - senza shakerare, potrebbe esplodere - e servite freddo. Buon divertimento.

Peggio di così 'sto romanzo di Elmore Leonard non potrebbe partire. I primi capitoli di Gibuti sono pressoché incomprensibili e non so se la responsabilità del disastro siano dell'autore o del solitamente ineccepibile Luca Conti, che si è occupato della traduzione del volume. Se non fosse stato per il nome in copertina avrei mollato la lettura, ma Leonard è Leonard, e una possibilità in più gliela si concede volentieri.

In effetti superato lo scoglio iniziale Gibuti scorre che è una meraviglia. Personaggi furbi e azzeccati, per quanto sopra le righe, plot avvincente e buon ritratto d'ambiente confluiscono in una storia il cui miglior pregio sta probabilmente nell'insolito montaggio della vicenda che combina abilmente flashback, cronaca in tempo reale, scorci di avvenimenti a venire e punti di vista alternati. L'impressione è di trovarsi alle prese con la sceneggiatura romanzata di un film d'azione. Un'opera in cui realismo e credibilità di personaggi e situazioni diventano concetti malleabili, tesi più alla soddisfazione dello spettatore, ops… lettore, che non a offrire un ritratto veritiero o - sia mai! - a indurre qualche riflessione sulla realtà socio-politica del Corno d'Africa.
La lettura di Gibuti non è certo un'esperienza memorabile, ma se ci si limita alle sue qualità di buon intrattenimento non si rimane delusi.

(A chi fosse interessato alla percezione che si ha negli Stati Uniti della situazione particolare di quel pezzo di mondo, consiglio di leggere Pirati della costa somala contenuto in Vennero dal futuro, recente Millemondi dedicato al meglio della produzione fantascientifica del 2007. Ambientato nello stesso contesto, e per certi versi complementare a Gibuti, il racconto di Terry Bisson offre uno scorcio piuttosto interessante sul confronto tra realtà e spettacolo e natura umana ai tempi della pirateria nel terzo millennio.)

6 commenti:

  1. Ciao vecchio pirata! Come butta?
    Dovrò leggere qualcosa di Leonard prima o poi. Vediamo.

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    1. Sai che non so mica se consiglierei Leonard urbi et orbi?
      Se ripenso ai titoli letti, l'unico che mi ha davvero convinto è il volumazzo che raccoglie i suoi racconti western.
      Gli altri romanzi sono sì piacevoli, ma non vanno oltre. Tanto da chiedermi da dove arriva tutto l'entusiasmo che circonda la produzione dell'autore.

      Oh… tu invece? In tre settimane di ferie devi aver letto il mondo! Facci sapere che siamo curiosi!

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    2. Mah, in realtà ho approfittato per proseguire su cose che tu conosci benissimo (anzi, per almeno metà arrivano proprio dal tuo saccoccio): finito terzo volume di kovacs, primo volume della trilogia di morgan, secondo volume della Cultura (azad) e sto finendo e-doll di verso.
      Devo dire che mi pento amaramente di non aver aprocciato prima a banks che è davvero una meraviglia.
      Quindi per Leonard rimando ancora un pò che mi sto bevendo tutto il ciclo della cultura uno dietro l'altro ;)
      Morgan è entrato nella hall of fame dei miei scrittori preferiti.
      Su Francesco verso non so ancora come esprimermi. Finisco e-doll e un paio di raccontini e poi butto due righe su anobii.

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    3. Son curioso di leggere la tua opinione sul romanzo di Verso.
      (certo che metterlo in mezzo a Banks e Morgan… beh… non gli hai certo fatto un favore! :-))

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  2. Allora son contenta di non aver comprato Gibuti. Qualche dubbio l'avevo e ora trovo conferma. Il "volumazzo" western, se mi dite che è buono, lo compro.

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    1. La raccolta western vale decisamente la lettura. Credo di aver letto ben poco (se non proprio nulla) di altrettanto valido in quel genere!

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