21 giugno 2013

Letture: The Steel Remains, di Richard K. Morgan


© giorgio raffaelli
Ma quanto sono fighi i personaggi di Richard K. Morgan? Non so se avete presente quell'incrocio tra Philip Marlowe, John McClane e un Che Guevara cinico e disincantato che risponde al nome di Takeshi Kovacs, beh… dopo aver creato un personaggio simile è difficile mantenere alto lo standard. Se poi ci mettete che The Steel Remains ha tutto l'aspetto di un romanzo fantasy, capite bene perché me ne sono tenuto lontano fino a ora. E dire che le (poche) fidate recensioni lette in giro erano più che positive. Vabbé, non è che nel frattempo non abbia letto nulla di buono, però… Avessi saputo prima cosa mi aspettava forse 'sto romanzo avrebbe guadagnato qualche posizione nella pila dei libri in attesa.

Per essere chiari fin da subito, in The Steel Remains non c'è un Takeshi Kovacs, ce ne sono tre! E nonostante tutte le apparenze fantasy (spade e mazzate e barbari e apparizioni, senza contare la cartina a inizio volume), 'sto romanzo è ottima fantascienza!
Ma come si fa a nascondere la fantascienza e spacciarla per (ottimo) fantasy? Basta  raccontare la storia dal punto di vista degli indigeni, fermi, loro sì, a un tardo medioevo oscuro e sanguinoso. E se forse il lettore più ingenuo si ferma alle apparenze (e l'editore si sfrega le mani!) The Steel Remains riesce ad accontentare anche quel rompipalle del sottoscritto. Del resto, come definireste voi un romanzo in cui compaiono popoli che arrivano da strani nuovi mondi, dove si parla di possibilità del reale, di terre parallele e di viaggi nel tempo? …avete presente la terza legge di Clarke*?

Il terzetto protagonista del romanzo è composto dai reduci dell'ultimo terribile conflitto che ha travolto le loro terre: Ringil Eskiath, eroe di guerra ritiratosi in un oscuro paese di provincia per i dissapori tuttora irrisolti con la sua ricca famiglia; Lady kir-Archeth Indamaninarmal, ultima della sua razza, è rimasta a Yhelteth per servire l'imperatore; Egar Dragonbane, barbaro mercenario, è ritornato nelle sue steppe a governare il proprio clan. I tre sono sopravvissuti all'esperienza dell'incontro con gli uomini-lucertola che hanno invaso il mondo nei decenni precedenti e si ritrovano a dover fare i conti con tre diversi misteri che li condurranno a un epico scontro finale.

Niente di nuovo, almeno all'apparenza, ma poi si scopre che il motivo dell'autoimposto esilio di Ringil sono la scarsa tolleranza familiare riguardo la sua omosessualità (per tacere delle conseguenze sociali), mentre Archeth, proveniente da una società decisamente più evoluta (per quanto apparentemente estinta), si trova a non poterne più dell'umanità che la circonda ed Egar, nonostante tutto il suo impegno, trova piuttosto noiosa la vita tribale a cui ha deciso di tornare, per tacere degli strani e potenti esseri che vogliono decidere del suo destino.
Richard K. Morgan è molto abile a mescolare tutto l'armamentario della fantascienza più attuale con i cliché del fantasy (che altro sono i tre protagonisti se non la solita triade di guerriero, mago e barbaro? …e poi draghi e uomini lucertola, quest a gogo e panorami che uniscono in un felice connubio i colori tolkeniani e le suggestioni hyperboreane). Il talento dell'autore si rivela soprattutto nella capacità di innestare su una trama appassionante più di una riflessione sull'attualità dei problemi legati a scelte sessuali, gestione del potere e violenza quotidiana, senza nuocere mai, in nessun momento, al ritmo perfettamente cadenzato del racconto.
Ma non vi preoccupate, il romanzo di Morgan non è un pamphlet socio-politico sotto mentite spoglie. In The Steel Remains  ci sono azione, sangue, sesso, violenza, un pizzico di compassione e giusto una briciola di orrore cosmico. Ciliegina sulla torta, il romanzo è stato tradotto in italiano da Gargoyle Books con il titolo Sopravvissuti. Detto in altre parole: non avete più nessuna scusa per non leggerlo!

The Steel Remains è il primo volume della trilogia A Land Fit For Heroes che dovrebbe concludersi quest'anno con l'uscita di The Dark Defiles. Il secondo volume, The Cold Commands, è già stato pubblicato in italiano, sempre da Gargoyle Books, con il titolo Esclusi.
Leggeteli, che meritano.



* La terza legge di Clarke: Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.

10 commenti:

  1. Maledetto Morgan.
    Non ho davvero nessuna scusa. Aspettavo che proprio tu dicessi qualcosa e mi sembra che questo "qualcosa" sia più che sufficiente a farmelo comprare.
    Maledetto Morgan.

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    1. Non dirmi che non hai mai letto Morgan!

      Accidenti, non hai mai letto Morgan?

      Oh Eddy, bisogna che lo leggi 'sto Morgan qua!

      :-) :-) :-)

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    2. Il fatto è che adoro Morgan. Ho letto tutta la trilogia di Kovacs e la sto rileggendo con un nuovo punto di vista. Mi manca solo l'ultimo.
      Però, come te, non ho gran simpatia per il fantasy e quando ho visto che si era buttato su questo genere mi è venuto il solletico alla base del collo(n). Però sapevo che qualcosa di buono c'era vista che lo pubblica la gargoyle. In più tu mi vieni anche a dire che ci sono tre kovacs dentro!

      ps: ho cominciato la saga della Cultura di Banks, che dopo gli ultimi avvenimenti (e le tue continue sollecitazioni) mi è sembrato il caso di prendere in mano. E, oh, Giorgio... maledizione che non ti ho ascoltato subito e non l'ho letto prima ;)

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    3. Morgan e a Banks sono in effetti piuttosto simili. Ma il secondo raggiunge un grado di profondità, raffinatezza e spettacolarità che il primo ancora se li sogna…

      Ma leggilo, leggilo, che poi mi dici.

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  2. Ah, ma è quel Richard Morgan! E io che non l'avevo neanche cagato di striscio perché fantasy e con un titolo italiano uribile, pensa te...

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    1. Beh… come dicevo sopra, ora non hai più scuse! :-)

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  3. La trilogia di Takeshi Kovacs è splendida!
    Volevo legger subito anche "I sopravvissuti" ma purtroppo dicono tutti che è tradotto assai male ( la Gargoyle ha cambiato la dirigenza e contemporaneamente la qualità delle traduzioni è peggiorata assai, purtroppo!) ora è uscita la versione economica ( da 16 si è passati a 9 euro mi pare) e mi sa che quest'estate la leggo ( con la matita in mano per correggere gli strafalcioni) .
    Silvia

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    1. In casa abbiamo anche la versione italiana del romanzo, che Annalisa apprezza Morgan ma non legge in inglese. Ma deve ancora iniziarlo, per cui non ho idea riguardo la qualità della traduzione.
      La mia unica esperienza con Gargoyle è stata con la lettura della versione nostrana di Old Man's War, e sì, è vero, non è che traduzione fosse particolarmente brillante.

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  4. Mi sa che dovrò di nuovo dare il mio obolo alla Gargoyle books.

    Per quanto riguarda le traduzioni in inglese, io confesso che libri di fantascienza preferisco leggerli in italiano, perché a volte creano nuove parole dal significato ambiguo.

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    1. Anch'io preferirei leggerli in italiano, ma non sempre si può scegliere.
      In questo caso ho il dubbio se leggermi il seguito in lingua originale o se prendere la versione tradotta, che ormai ho familiarizzato con nomi e vocabolario usato da Morgan e ho paura di rimanerci male a leggerli nella versione Gargoyle…

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