14 gennaio 2011

Letture: Bob Shaw, Alberto Cola


Picture by hidesax.
Bob Shaw - Il cieco del non-spazio
Quando mi ritrovo per le mani queste vecchie storie di fantascienza sono un po' prevenuto. Da una parte c'è la voglia di colmare le mie enormi lacune che riguardano molta della fantascienza passata, dall'altra la consapevolezza che dai tempi in cui uscì il romanzo d'esordio di Bob Shaw la letteratura di genere è cambiata parecchio, ed è difficile, se non impossibile, leggere opere di 40/50/60 anni fa con gli stessi occhi del lettore di allora.
Però se la fantascienza è cambiata, diventando al contempo meno ingenua nel ritrarre situazioni e personaggi e meno popolare nella sua diffusione, lo si deve probabilmente anche a romanzi come Il cieco del non-spazio che, pur nella sua struttura estremamente convenzionale, offre qualche momento quantomeno sorprendente.
La storia narrata da Shaw è quanto di più classico ci si possa attendere: il protagonista è un agente segreto smascherato, accecato e imprigionato nel carcere peggiore di un pianeta a centinaia di anni luce dalla Terra. Sam Tallon, questo il suo nome, riuscirà nel corso del romanzo a fuggire dal carcere e dal pianeta, incontrerà più di una persona interessante e risolverà al contempo un enigma astronomico di portata cosmica.
Con un plot del genere c'è da augurarsi che l'autore sia in grado di infliare tra le righe qualche sorpresa o almeno qualche riflessione capace di stuzzicare il lettore. Bob Shaw non delude e tra improbabili carcerati, nepotismi governativi e agenzie di spionaggio che neanche 007, prima di arrivare al trionfante finale riesce a proporre un rapporto coatto dominatrice/schiavo video-alimentato, un sistema economico che mescola integralismo protestante e comunismo, barboni filosofi e ciechi ossessionati, oltre ad una serie di creazioni fantascientifiche che in all'epoca del romanzo dovevano apparire parecchio innovative.
Non male per un vecchio romanzo anni '60.


Alberto Cola - Lazarus
Conosco Alberto Cola da parecchio tempo, personalmente e letterariamente. Negli anni l'ho frequentato con soddisfazione, sia per la qualità della sua compagnia, sia per quella della sua produzione fantascientifica.
Per questo motivo avvicinandomi a Lazarus avevo molte più aspettative di quanto sia solito riservare ai prodotti fantascientifici nostrani. Dopotutto Alberto Cola è forse il migliore tra gli autori italiani (l'altro nome che mi viene in mente è quello di Dario Tonani) nel saper evocare una certa atmosfera, nel ricreare viva e reale l'ambientazione più immaginifica, nel rendere partecipe il lettore del mondo in cui si sta muovendo.
Probabilmente sono state proprio le aspettative elevate a lasciarmi alla fine di Lazarus con la sensazione di aver letto un'opera scritta più per rispondere alle presunte richieste di un premio letterario che per mettere su carta tutte le qualità di autore che Alberto Cola senza dubbio possiede.

In Lazarus non c'è niente fuori posto: l'ambientazione è curata e credibile, i personaggi sono immediatamente riconoscibili, il plot è sufficientemente complesso da non annoiare il lettore. Ci sono pure due piani narrativi sfasati temporalmente che corrono paralleli. È pur vero che il tutto scorre piuttosto superficialmente, che nella scrittura di Alberto Cola non si raggiungono mai particolari profondità di contenuti o idee, ma questa è una caratteristica dell'autore che avevo messo in conto.
Quello che non mi aspettavo è che l'insieme del romanzo scorresse così piatto, senza quel guizzo capace di meravigliare o emozionare il lettore (questo lettore almeno).
Non so se Lazarus stenti a decollare per la zavorra del confronto con troppi illustri predecessori o per la pochezza del contenuto fantascientifico, se è lo scarso appeal del protagonista (quando hai appena avuto modo di conoscere personaggi come Ashraf Bey fai fatica poi ad accontentarti), se è il Giappone che, per quanto credibile, sembra visto sempre da fuori, o se è il dubbio che un icona come Mishima potesse e dovesse essere sfruttato di più nell'economia del romanzo, fatto sta che arrivato a fine lettura l'entusiasmo iniziale s'è piuttosto affievolito.

Forse se avessi incontrato Lazarus vent'anni fa il mio giudizio complessivo sarebbe diverso, che nel frattempo l'asticella si è alzata di parecchio. O forse è il "pacchetto Premio Urania" che mi va di traverso. In effetti se questo romanzo ha vinto il concorso Mondadori deve avere tutti gli ingredienti giusti per piacere ai giudici e al pubblico che si immagina Urania abbia. Evidentemente questi ingredienti non sono gli stessi che trovo nei romanzi di fantascienza che preferisco. La qual cosa non significa che Lazarus sia un romanzo brutto, solo che non contiene il tipo di storia che preferisco leggere.
Oltretutto per trovare una fantascienza decisamente più affascinante non occorre mica andare tanto lontano. In appendice a Lazarus c'è un racconto intitolato La porta di nuvole che, a differenza del romanzo, ribolle di meraviglia e invenzioni, non lesina in complicazioni ed evita di ricalcare pedissequamente strade troppo frequentate.
Chi lo ha scritto? Alberto Cola.

11 commenti:

  1. Giorgio, seguo sempre con puntualità il tuo blog anche perché spesso mi ritrovo nei tuoi commenti. Quindi mi dispiace davvero di non aver colto le tue (per me lusinghiere) aspettative. Lazarus è venuto così e non ho pensato troppo a "costruire" un pacchetto che andasse bene per un premio. Del resto non credo tu possa dire che si tratti di un romanzo facile, nel senso che vive molto di atmosfere e su un personaggio scomodo e controverso, quindi senza tutti quegli elementi di "commistione" che forse vanno anche fin troppo di moda. Chi l'ha definito tecno-thriller mi fa un po' sorridere perché se avessi voluto scriverne uno l'avrei di certo impostato diversamente (Goliath per esempio).
    Però sono felice che almeno qualcosa di mio ti sia piaciuto :-).
    A questo punto (non vorrei però passasse come una costrizione) mi piacerebbe sapere cosa ne pensi di "Ultima pelle", romanzo lontano anni luce da Lazarus come stile e tipologia di storia. Così al prossimo potrei sapere come regolarmi :-)
    Grazie ancora per la lettura e le parole, sempre gradite.

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  2. Ciao Alberto, innanzitutto grazie per non avermi mandato a cagare. :-)
    (che ormai mi aspetto davvero di tutto, quando parlo di fantascienza italiana)

    L'ipotesi che facevo del romanzo costruito apposta per l'Urania è l'unica spiegazione che riuscivo a darmi per un andamento così liscio e già sentito della vicenda. Della serie: puntiamo sul sicuro che a osare troppo ci si rimette.
    Se Lazarus ti è uscito proprio così un po' mi spiace, perché sono convinto tu possa fare decisamente meglio.

    Detto questo devo anche aggiungere che per me il punto più debole del romanzo è proprio il suo protagonista, che mi è parso da un lato eccessivamente pompato (superpotere con supersfiga, tossicodipendenza, passato tragico e futuro incerto, ma cuore comunque d'oro), dall'altro totalmente in balia degli eventi, mai capace di padroneggiare la scena, scena che gli viene (quasi) sempre rubata dal comprimario di turno.
    Ecco, ci fosse stato un protagonista con una personalità più spiccata (non costruita tirando le fila del suo passato - o almeno non solo - , quanto piuttosto sulla capacità di reagire attivamente alle varie situazioni in cui si caccia) forse l'esito del romanzo sarebbe stato diverso. Ma è solo una sensazione, che poi qua dentro lo scrittore sei tu.

    Senza pelle non l'ho mica letto, se mi capita sotto mano non mancherò di metterlo in prima fila tra quei libri che leggerò a breve.

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  3. Capisco le tue considerazioni e le rispetto. Sono uno di quelli che pensa che il lettore, in fondo, ragione ce l'ha e se un autore deve trovarsi in un blog a spiegare i perché e i percome è evidente che ha fallito. Sai cosa sto pensando? Che ci siamo talmente abituati ai tentativi di fare fuochi d'artificio (pratica a volte fin troppo deleteria) che una storia semplice e liscia non siamo (parlo per me) più in grado di apprezzarla come dovremmo.
    Io sarò anche lo scrittore (dipende dai punti di vista) ma tu sei il lettore e non posso che accettare le tue considerazioni come appunto per il futuro.

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  4. quindi, alla fine, se pure il mio è stato un pregiudizio forse ho interpretato bene la faccenda. mi dispiace per urania e per Cola (che come ho detto altrove mi è piaciuto altre volte), ma in questo caso passoparola.

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  5. Piscu, scusami, ma la chiacchierata con Giorgio nasce dalla sua lettura del romanzo. Credo riuscirebbe difficile dispiacermi per qualcosa che non ho letto/visto/fatto. Così come non comprendo il tuo aver interpretato bene la faccenda sulla base dell'opinione di Giorgio. in rete ci sono molte recensioni decisamente positive e mi guarderei bene dal dire che hanno ragione; ma torniamo sempre allo stesso punto: senza leggere una cosa è difficile parlarne o giudicarla.

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  6. Be', Alberto e Iguana, permettetemi una breve riflessione.
    Leggendo la vostra corrispondenza pubblica dico: bello bello.
    Perchè nelle vostre parole c'è il tentativo, lodevole, di onorare in primo luogo la vostra (e anche mia)forte passione.
    Sempre onesto e sincero l'Iguana. E non è facile nel mondo piccolo della fantascienza italiana, dove cedere al condizionamento inevitabile dei rapporti stretti che si creano nelle piccole famiglie è roba di un attimo. Occorre grande personalità e forza d'animo, per mantenere una totale e sincera obiettività, con giudizi che, come viene sottolineato di continuo, sono personali e non traspare mai una pretesa di universalità.
    E per questi motivi che il suo blog rimane un punto di riferimento importante per un appassionato di fantascienza come me.
    Dalla parte opposta un plauso anche ad Alberto che, nonostante la lunga gavetta e i vari riconoscimenti letterari accumulati nel corso degli anni, è riuscito a non farsi consumare dall'ego dello scrittore navigato e a mantenere il fuoco della discussione sull'importanza di comprendere al meglio l'efficacia del suo impegno artistico.
    Scriviamo e leggiamo perché è bello e piacevole farlo, e questo dovrebbe essere sempre il nodo della questione mentre si analizza un opera: concentrarsi sulla capacità effettiva di creare questo bello e piacevole.
    Togliersi di dosso tutto il resto in queste discussioni è sempre molto difficile. Parlo anche per il sottoscritto.
    E qui ho avuto la sensazione che ci siate riusciti.
    Tutto questo non può che far bene alla letteratura, e alla fantascienza, italiana e non.
    Bravi bravi.

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  7. @ Alberto:

    certo, mi rendo conto che la mia posizione è molto meno solida (forse non lo è per niente), e probabilmente un po' antipatica. quando dico che mi dispiace intendo che il mio non è un tentativo di screditare il lavoro e la capacità dell'autore (in questo caso te). forse un giorno avremo modo di approfondire la cosa più serenamente. forse no.

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  8. Piscu, probabilmente mi sono espresso male. Prendevo spunto dalla tua affermazione, ma il mio principio era generale. Sei padronissimo (ci mancherebbe) di non voler leggere il mio romanzo sulla base di delusioni passate. La parte che mi fa storcere il naso è il prendere l'opinione di Giorgio come avallo per giustificare la tua delusione a priori. Tutto qui. Per il resto sono serenissimo e ti garantisco che non ho preso il tuo messaggio come una volontà di screditare alcunché. Il bello dell'amicizia con Giorgio, per dire, è che la stessa viene prima di qualsiasi commento. Per questo motivo apprezzo tutto quel che viene perché so che nasce da serietà e passione. Poi, ripeto, se un certo numero di lettori è deluso vuol dire che ho mancato io con loro, non il contrario.

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  9. Intanto grazie ad Alberto per il tono pacato e la gentilezza, e per il rispetto verso la figura del lettore, che secondo me dovrebbe darsi per scontato, ma che invece mi pare latitare un po' troppo tra editori, scrittori e sì, anche critici, in giro per la rete.

    E poi un enorme grazie anche a Munzic per le belle parole. E speriamo di essere all'altezza delle aspettative!

    E infine un grazie anche a Piscu per la fiducia.

    Un commento come questo è quasi imbarazzante, spero sia di buon augurio per le discussioni future!

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  10. se posso dire la mia, spero con altrettanta pacatezza...
    1. bello ed educato lo scambio di commenti e repliche. Non è poco, di questi tempi. Bello, ad es., che uno scrittore dica in sostanza: volevo per l'appunto scrivere una storia semplice, ma se non è piaciuta, il lettore ha sempre ragione (ristorantescamente parlando) Però proprio perchè la conversazione non sembrava poter deteriorare, avrei apprezzato un pò più di difesa circostanziata, in fondo i romanzi sono un pò come i i figli...
    2. Non per dare ragione a tutti - che è un pò come non darla a nessuno - , ma anche Piscu ha diritto - se ho bene inteso - a giudicare anche un libro che non ha letto, soprattutto se è rimasto deluso dai precedenti di uno stesso autore. Campassimo trecentomila anni allora sarebbe diversa, saremmo tenuti a leggere e visionare tutto... in realtà, giusto o sbagliato che sia, uno scrittore davvero si gioca tutto ad ogni romanzo... king, mi sono piaciuti i tuoi primi dieci romanzi, poi al primo brutto - e dio sa quanti brutti ne sono seguiti - ho buttato l'acqua con dentro il bambino, spiacente.
    ecco, scusate per il pippone lungo e noioso.
    roc.

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  11. Ciao roc benvenuto da 'ste parti!

    Grazie per il tuo contributo che no, non ho trovato né lungo né noioso.

    Ma tu Lazarus l'hai letto? Cosa ne pensi?

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