Mi capita di rado di vedere un film appena uscito. Credo che per me vedere Avatar il giorno successivo al suo arrivo sugli schermi nazionali sia una specie di record.
Del resto non sarebbe successo neanche stavolta se, per una serie di fortunati eventi che contemplavano l'esigenza di festeggiare un compleanno, l'impossibilità di aspettare la data corretta e la voglia spasmodica di vedere 'sto film da parte di mio figlio, non ci fossimo ritrovai ad accompagnare al cinema 8 ragazzini di età compresa tra i nove e i dodici anni. Tutti vittima del marketing ovviamente, come del resto il sottoscritto. Come spiegare altrimenti la necessità di scrivere il milionesimo post reperibile in rete sull'ultima megaproduzione di James Cameron?
Già che ci siamo parliamo subito di marketing & industria, così ci caviamo il dente: quanto hanno speso per fare in modo che ci fiondassimo tutti al cinema contemporaneamente? Avevamo davvero così tanta fame da non vedere l'ora di credere alle promesse delle sirene hollywoodiane?
Ma poi, che cos'è questo Avatar?
Una storia? un luna park? un filmone-di-quelli-di-una-volta? intrattenimento? cultura? spettacolo? arte?
E James Cameron è un regista o un imprenditore di successo?
Io non lo so, e ho anzi le idee parecchio confuse.
Vediamo se con questo post riesco un po' a chiarirmele.
Partiamo col dire che Avatar è forse il film più meraviglioso io abbia mai visto. Non c'è scena che non mi abbia fatto sgranare gli occhi e lasciato a bocca aperta. Durante la visione si è sottoposti a un vero e proprio overload sensoriale, tanto che le categorie vero/falso, reale/fantastico, impossibile/incredibile non hanno più alcun senso. Pandora è qualcosa di mai visto prima. Andate a vederlo, se le immagini di questo film non vi meravigliano allora siete morti.
Detto questo toccherebbe parlare della storia, dei personaggi, del messaggio (seee…), ma non ne ho molta voglia. In giro per la rete ci son fior fiore di analisi, critiche e recensioni. Dal mio punto di vista non saprei cosa dire di più.
Forse l'unica considerazione che mi va di aggiungere al mucchio è che Cameron e compagnia devono avere ben poca fiducia nelle capacità intellettive del loro pubblico. Tutto nel film - complessità narrativa, problematiche affrontate, grado di realismo accettabile, profondità emotiva dei personaggi, messa in scena - m'è parso tarato su un'età presunta dello spettatore che si aggira intorno ai 12 anni. In questo senso Avatar non ha fatto che confermare l'idea che m'ero fatta di Cameron ascoltandolo mentre ribadiva la necessità di semplificare la storia (nelle vesti di produttore del Solaris di Steven Soderbergh) oppure vedendolo in azione sul set di Aliens, in quella che mi sembravano i prodromi di una crisi di nervi di fronte all'incomprensione di cui sembrava vittima la sua visione - indubbiamente valida ma decisamente più elementare rispetto all'Alien girato da Ridley Scott - del progetto.
Questa cosa non mi ha sorpreso, ma mai come in questo film, peraltro intelligente, senza sbavature narrative o particolari problemi di sceneggiatura, mi si è rivelata in tutta la sua banale verità: Avatar è un film per ragazzini.
Rassegnamoci (e godiamocelo) oppure incazziamoci (e godiamocelo), la nostra opinione non conta comunque nulla.
Dopotutto in Avatar è racchiuso tutto il meglio di quel che il Cinema avrà da offrirci nei prossimi anni. Siete pronti?
…
E giacché i ragazzini sono il futuro, bene formarli co' Avatar piuttosto che co' Notte Prima Degli Esami Oggi.
RispondiElimina(ps: va da sé che l'ha tarato sui 12enni anche per ragioni monetarie)
Assolutamente!
RispondiEliminaIl problema semmai siamo noi, che i dodici anni li abbiamo passati da un pezzo.
Non di soli film per ragazzini vive l'uomo, ma di meraviglie siamo comunque affamati.
Dunque, che si fa?
> Dunque, che si fa?
RispondiEliminaSi passa agli anime giapponesi, finché dura.
mmmm…
RispondiEliminaLo so che rischio grosso però, beh… ecco, io con gli anime non è che c'abbia 'sto gran rapporto.
Ma a parte lo specifico degli anime, su cui sono decisamente ignorante, per me il cinema d'animazione - al di là della provenienza geografica - è proprio un'altra categoria rispetto al cinema vero (detto senza nessuna discriminante qualitativa, sia chiaro).
Che poi in fondo quello che vorrei è veder innestata la rivoluzione tecnologica di Avatar su un cinema più adulto ecco. Tipo, ti immagini Moon girato con la tecnologia e il rigore (fanta)scientifico del film di Cameron?
(BTW su Moon - visto a un paio di giorni di distanza da Avatar - ho intenzione di postare qualche nota nei prossimi giorni, stay tuned…)
Vero, il cinema d'animazione è un'altra cosa. Non migliore o peggiore. Ma un'altra cosa sì.
RispondiEliminaEhhh, io magari sono un'anima semplice, ma un film che mi restituisce quel sense of wonder... gli persono tutto, anche il plot da dodicenni.
RispondiEliminaComunque sia, non mi dispiace poi tanto se i dodicenni ricevono il messaggio "rispetta i diritti degli altri, non cagare dove dormi, non distruggere l'ambiente in cui devi vivere, crescere e' una buona cosa, ci sono usi della tecnologia che in effetti aiutano a comunicare con gli altri, e anche se sei un orribile alieno con la pelle di un disgustoso rosa con delle gambette a stecco e un naso da scimmia contornato da grossi peli neri, qualcuno comunque ti puo' amare davvero, non mi da' piu' fastidio che tanto.
Pero' la recensione della mia amica Roz su Strage Horizons (http://www.strangehorizons.com/reviews/2010/01/avatar.shtml )mi fa pensare che ci sono cose in Avatar che magari meritano una maggiore riflessione.
Concordo totalmente con te sull'assoluta meraviglia del film.
RispondiEliminaCome anche sul fatto che un dodicenne possa apprezzare appieno una storia come questa, che la visione sia anzi consigliabile a un ragazzino. (BTW i miei pargoli hanno tanto insistito per rivederlo che domani torneranno al cinema col nonno.)
Quello che lamentavo è l'appiattimento dell'approccio narrativo di Cameron a un target in cui non mi riconosco. Che poi questa sia una strategia vincente è fuori questione, ma almeno lasciami dire che secondo me è un'occasione sprecata.
uhm... Hai completamente sorvolato sull'aspetto fondamentale del film, che è quello tecnologico. Io sono andata a vederlo una seconda volta (al simpatico prezzo di 13 euri) e DOPPIATO IN FRANCESE solo perché la prima volta, per vederlo in VO, ero finita in una sala piccola e il 3D non mi aveva soddisfatta. Della storia, lo ammetto, non me ne fregava minimamente. Questo non è un film, è un grande affresco in movimento, tutto quel che noi appassionati di SF ci saremmo dovuti aspettare tecnologicamente dall'arte di questo millennio. Ora, certo, bisognerà capire in che modo adattare la tecnologia ai contenuti e viceversa. Ma per ora godiamoci questo rinnovato sense of wonder, e che sia il benvenuto!
RispondiEliminaSul fatto che Avatr sia una meraviglia assoluta non ho dubbi, e penso di averlo precisato anche nel post.
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'esaltazione aprioristica della tecnologia sono decisamente più freddo. Nel senso che certo, per un prodotto del genere è fondamentale, ed è pure utilizzata che meglio non si potrebbe.
Però quando vedo tutta 'sta po po di tecnica al servizio di un film che dice che la tecnologia ci porterà al disastro, che è preferibile la natura selvaggia ai comfort della vita moderna,etc etc, beh… qualche dubbio mi viene.
Insomma, mi sarebbe piaciuto che il discorso tecnologico non fosse fine a se stesso ma trovasse un adeguato riscontro anche a livello narrativo.