29 dicembre 2009

Letture dicembre 2009


Picture by Fort Photo.
Anticipo il solito elenco di letture mensili, che siamo a fine anno e rimane giusto il tempo per l'immancabile classifica.
Nell'attesa di concludere Contro il giorno (ma ci vorrà ancora un sacco di tempo) ecco qui un paio di titoli per concludere in bellezza, ma anche no, il 2009:

Andrea Camilleri - La concessione del telefono
La concessione del telefono è un romanzo storico travestito da commedia degli equivoci, un dramma sociale virato in farsa, una storia di sopravvivenza e sopraffazione, l'amarissimo ritratto di una regione e di un popolo oppressi allora come oggi dal peso di troppi poteri, la cronaca di una speranza che non affoga nel cinismo solo per le qualità dei singoli.
La concessione del telefono nelle sue poche pagine è un sacco di roba, ma la qualità più straordinaria del romanzo sta nella sua capacità di rimanere fedele a se stesso, mantenendo un equilibrio invidiabile tra ricostruzione storica e invenzione fantastica, tra istanze politiche e pulsioni sentimentali, tra racconto dei singoli ed epopea sociale.
La concessione del telefono è Andrea Camilleri al meglio delle sue possibilità.
Da leggere e rileggere.


Alastair Reynolds - Rivelazione 1 e 2
Prendete qualcuno degli autori delle migliori space opera degli ultimi vent'anni, chessò: Iain Banks, Peter Hamilton, Greg Egan. Togliete allo scozzese profondità e leggerezza, all'inglese la capacità di gestire decine di personaggi rendendo la vita - e la voce - di ognuno di loro interessante e personale, all'australiano il senso delle proporzioni e la dimensione cosmica. Già che ci siete abbassate di un paio di tacche il vostro rivelatore di sense of wonder. Quello che rimarrà sarà probabilmente simile a Rivelazione (Revelation Space in originale), primo romanzo del gallese Alastair Reynolds a giungere dalle nostre parti sulle pagine di Urania in due tomi di trecento pagine l'uno.
Lo scenario cosmico in cui si muovono i personaggi di Reynolds è ricco di spunti interessanti. Quel che davvero manca è un'idea abbastanza potente capace di reggere il peso della vicenda, che quel pugno di razze aliene e di fantasmi sparsi per il romanzo non sono certo all'altezza del compito.
Ma oltre allo scenario, la cui descrizione non offre mai al lettore quel senso di meraviglia che ogni space opera degna di questo nome dovrebbe essere in grado di evocare, il difetto maggiore di Revelation Space sta nei personaggi, che parlano e si relazionano tra loro - a prescindere dal loro status di politici ultracentenari, scienziati d'importanza galattica o astronavigatori cosmici - come se fossero adolescenti alle prese con un videogioco avventuroso le cui uniche opzioni siano cerca tesoro /uccidi nemico.
A questi difetti uniteci la sensazione di trovarsi alle prese con un autore senza un'idea chiara in mente di dove voglia andare a parare e beh… il disastro è fatto.
Ridatemi la Cultura, per favore.


6 commenti:

  1. Di Reynolds avevo letto i due romanzi brevi pubblicati su Nova, e hanno gli stessi esatti difetti che hai fatto notare tu. Solo sono più brevi di rivelazioni e per questo complessivamente li trovo migliori.

    Con rivelazioni mi hanno fregato le aspettative, lo hanno strombazzato dappertutto e invece... sigh
    Anche se l'inizio mi era sembrato promettente, sono i dialoghi che affossano tutto, davvero mono-toni e a tratti persino poco comprensibili.

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  2. Ciao Jericho_One, quello che scrivi è più o meno la stessa cosa che è capitata a me.
    Io avevo letto il racconto di Reynolds pubblicato nell'antologia che raccoglie il meglio dell'anno uscita nel Millemondi estivo e ne ero rimasto entusiasta. Se a questo ci unisci il fatto che il battage pubblicitario mi aveva convinto… beh, come si dice, dalle stelle alle stalle.

    Spero solo che il problema di Rivelazione sia solo una questione di maturità ancora da raggiungere e che i successivi romanzi di Reynolds siano migliori.
    Però accidenti se questo era lofi.

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  3. infatti, nonostante tutto, mi impongo di rimanere ottimista!

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  4. A distanza di eoni temporali commento con piacere la tua recensione per il semplice fatto che mi conforta il non sentirmi solo nell'incaponimento di ritenere Reynolds materiale scadente.

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    1. Siamo minoranza, a quanto pare, ma - ehi! - noi abbiamo ragione, son gli altri che non capiscono! :-)

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  5. Non è sempre così?:-)

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