27 ottobre 2008

Wall-e


Picture by Iguana Jo.
Wall-e è il silenzio di un mondo in pace rotto solo dai rumori dell'assestamento entropico e dal vento che è il suo opposto speculare. I primi sono soffici e morbidi, sia quando sono improvvisi scricchiolii metallici sia quando escono da una vecchia registrazione di un millennio fa, il secondo arriva come rombo di tuono violento e aggressivo e totalmente naturale.
Poi si accende la tv ed esplode il musical, la roba più artificiosa che mente umana abbia mai prodotto al cinema. Con la sola eccezione della fantascienza, probabilmente.
Ed è un colpo da spezzare il cuore vedere perfettamente sintetizzati in un film pieno di meraviglia due/tre/quattro delle cose che più apprezzo nella mia posizione di consumatore assennato e adeguato e omologato e perfettamente integrato: fantascienza e musical, cgi e macintosh (il riavvio, quel riavvio!).

Wall-e corre e lavora e raccoglie storie a futura memoria, Wall-e è un'intelligenza artificiale allo stato brado, ancora infantile, ancora ingenua. Un Forrest Gump robotico senza la necessità dello sviluppo, dell'integrazione o della comunicazione, l'archetipo di un'assenza umana.
Wall-e vive nella stanza dei giochi più meravigliosa dell'universo. È circondato di oggetti, di memorie, di storie ed ecco che tutto il ciarpame che lo circonda, perfettamente organizzato totalmente disponibile, torna alla sua pura essenza di materiale narrativo, tutto potenziale in attesa di essere esplorato.
Poi di nuovo Wall-e accende la televisione ed eccoci ancora lì: a cantare, sfiorarsi e sorridere, in un sublimato esplosivo che di umano non ha nulla tranne forse il nostro meglio (inutile e formidabile): il pensiero è negato nel musical, è istinto e danza ed emozione. A Wall-e non serve altro. O forse sì. E infatti arriva Eve.

Eve arriva ed è la quintessenza del puro pensiero umanoide tecnoparanoico in tutta l'indicibile complessità della dottrina corrente: spara prima, chiedi poi. Eve pare educata alla scuola del vecchio West (non è da lì che arriviamo tutti?). Però è tenera in un modo tutto suo, forse perché in fondo è curiosa, e forse perché è davvero qualcosa di nuovo all'orizzonte. E poi Eve impara, anche se ci metterà tutto il tempo del mondo, tutto il tempo del film, per dimenticare la sua eredità antropomorfa e capire il valore della vicinanza.

Successivamente nel film succede di tutto, e nel tutto ci stanno gli errori e gli ammiccamenti e le suggestioni: ci sono dei simpatici pazzerielli colorati ma in fondo taaanto buoni, ci sono un sacco di umani ottenebrati - ma comunque simpatici, ci mancherebbe! - che appena illuminati seguono il leader (come sempre, siamo in america baby!), ci sono robot fedeli alla direttiva buona e robot fedeli alla direttiva cattiva (facciamoli a pezzi dunque!), niente sottigliezze che oh… è un film per bambini, che però, ehi! deve piacere a tutta la famiglia!

Poi alla fine ci sono i titoli di coda, e ben si vede che chi erediterà la terra (con tutto il lavoro necessario alla rinascita. con tutta l'inteliigenza necessaria alla sopravvivenza, senza la responsabilità dei fallimenti passati) sarà la gens robotica: agli umani rimarrà il divertimento (Banks docet!): la danza, la pittura e le piante di pizza. E vivremo, finalmente, felici e contenti. E spero (spero!) che allora Wall-e sia un antenato della Cultura, la prima mente-con-un-nome-buffo, che altrimenti mi sale la depressione.

(grazie a Chiara, per avere messo il dito nel posto giusto!)



E per finire qualche nota varia, l'ovvia polemica con la critica quotidiana e altri pugnettismi random:

- Da dove arriva tutta 'sta menata del film ecologista? basta far vedere l'immondizia per vedere la luce verde? ma allora la situazione della Campania è l'alba di una nuova era? Cioé lì di merda ce n'è a pacchi! Ahhh… ma forse Wall-e è un film ecologico perché ci dicono che abbiamo sputtanato il pianeta? Ma dai, che sciocchi a non averlo capito prima.

- I sorridenti poltroni da incubi che popolano l'Assioma sono una metafora del teleconsumatore occidentale tipico o il sogno di ogni produttore hollywoodiano? (Pixar è Hollywood, a scanso di equivoci).

- perché Eve salva gli umani in pericolo? (in un primo tempo ho pensato in termini asimoviani, ma allora non si spiega il comportamento dell'HAL-9000 timoniere - o forse sì, chissà… a voi il piacere di sprofondare nel vortice del comportamento robotico classico)

- è curioso notare come anche stavolta sia il cinema a salvare l'umanità (e apprezzo molto il fatto che sia Gene Kelly a farlo!). In particolare il cinema anni '60, che dopo è arrivato Guerre Stellari, è nato il marketing e di cinema universalmente riconoscibile solo come cinema non ce n'è stato (quasi) più.

- Wall-e è il film più meraviglioso che io abbia visto da molto molto tempo. Il primo tempo almeno.

- È interessante come di un film del genere si possa dire tutto e il contrario di tutto. Del secondo tempo, almeno.

- Se la Pixar non esistesse bisognerebbe inventarla.

6 commenti:

  1. Ciao, molto interesante il tuo blog.

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  2. e' piaciuto anche a me, l'ho trovato intrigante, anche se il film non mi ha entusiasmato. L'ho trovato un po' moralistico, ma è questione di gusti.
    Ciao,
    Giampietro.
    P.S.: se ti interessa il rock, vienici a trovare su www.radiorock.to. :-)

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  3. Grazie Davide!

    Ciao Giampietro e benvenuto da 'ste parti.
    Non so se Wall-e si possa definire moralistico, di certo ha la solita (inevitabile) impostazione morale che ci si aspetta da un film destinato ad un pubblico giovane. Il dubbio in questi film è bandito programmaticamente. Aspettarsi il contrario credo sia un po' masochistico.
    Forse il punto debole di questo genere di film sta proprio lì: volere a tutti i costi creare un prodotto fruibile a più livelli ma solidamente ancorato sul target disney. Del resto la prima parte del film, che per me sfiora il capolavoro, ai pargoli è parsa decisamente più noiosa della seconda, tutta azione e divertimento. Preferisco quindi vedere il bicchiere mezzo pieno, che di questi tempi un film meraviglioso come Wall-e è merce sempre più rara.

    Radiorock la conosco, purtroppo però non posso mettermi ad ascoltarla qui al lavoro e a casa ho un collegamento antidiluviano.
    (eppoi io sono affezionato a K-Rock!)

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  4. Certo! La tua analisi è giusta. Eppure in altri film destinati prevalentemente ai bambini ma fruibili anche dagli adulti come, dico tre titoli a caso, Alla ricerca di nemo, L'era glaciale 1 e 2 e Madagascar, il pistolotto moralistico se c'è (io non l'ho notato e sono uno sensibile) è meno invadente che in Wall-e. Il film è realizzato benissimo, certo, ma alla fine stilla secondo me un po' troppa melassa "gore-obamiama", tanto per intenderci. Insomma, pare dirci "yes, we can, but only if we..." ;-))))

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  5. Ah, su RadioRock.to, poi... Occhio a non confonderla con quell'altra! :-)
    Tieni a mente il link che ti ho dato! :-)

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  6. Ma c'è una differenza fondamentale tra i film che citi e Wall-e: quest'ultimo è un film di fantascienza.
    Trattandosi di sf, è inevitabile (per fortuna!) una presa di posizione ideologica da parte degli autori. Tutto sommato l'idea che fa da sfondo al film (per quanto nebulosa, semplicistica e poco problematica) non mi pare da disprezzare.

    (Alla ricerca di Nemo l'ho trovato decisamente più pedagogico di Wall-e, mentre negli altri film l'aspetto brutalmente comico mascherava abilmente il pesante contenuto moralistico*. Basta pensare al personaggio di Diego ne L'era glaciale. Madagascar l'ho rimosso, sorry…)

    * non voglio sottintendere un giudizio negativo: questi film per bambini sono programmaticamente opere morali.

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