22 settembre 2008

Italia, XXI secolo

Vi segnalo questi due post di Giovanni De Matteo. Ogni parola in più è superflua.


Picture by jannakis.
La carneficina: sangue per San Gennaro
L’altra sera, alla vigilia delle celebrazioni per il santo patrono della città più bistrattata al mondo, negli stessi minuti in cui il Napoli tornava in Europa dopo oltre un decennio di purgatorio, 25 km a nord del San Paolo una pioggia di piombo si abbatteva su 6 extra-comunitari, davanti alla sartoria “Ob Ob exotic fashions” di Castel Volturno, al civico 1083 della statale Domitiana. 84 bossoli sono stati ritrovati sulla scena del crimine, e i corpi immersi in un lago di sangue. Una mattanza. La contrapposizione tra la festa della città e la violenza brutale dimostrata dai sicari è stridente.
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La spiegazione più attendibile (suggerita dall’assenza di firme a corredo dei pezzi) è che il Corriere non avesse nessuno in zona a rendere conto della strage e per questo in redazione si siano affidati ai dispacci delle agenzie stampa. Come è interessante notare dagli archivi dell’ANSA, fino alla tarda mattinata del 19 non erano in molti ad avere le idee chiare. Questa agenzia delle 00.30 del 19/9, per esempio, è emblematica: vi si parla di sette vittime, tutte nigeriane, mentre poi diverrà chiaro che tra le vittime nessuna era di nazionalità nigeriana, e che la settima fosse in realtà un italiano con precedenti per furto e rapina. Niente è invece emerso sui precedenti penali dei sei extracomunitari ammazzati. Converrete anche voi che un extracomunitario dalla fedina pulita ammazzato come un cane è cosa ben diversa da un delinquente extracomunitario fatto fuori in un regolamento di conti, ma il primo non serve agli scopi psico-terroristici di nessuno, mentre il secondo troverà sempre accoglienza come mostro in prima pagina. Gli errori capitano, per carità, ma quando vanno a costruire un quadro che avvalora l’ipotesi di ricostruzione avanzata senza esitazioni dagli inquirenti, qualche sospetto sulla buona fede degli organi di informazione diventa legittimo.
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Dopo la mattanza
Meritano una menzione d’onore gli italiani che ieri erano a Castel Volturno per commemorare la strage degli innocenti del 18 settembre 2008. Merita un attestato speciale il telegiornale de La7, che nell’edizione di sabato sera per primo - a quanto mi risulti - ha trovato il coraggio di parlare di “matrice razzista” per questo eccidio ancora senza movente.
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Intanto, grazie a Giuseppe D’Avanzo, apprendiamo finalmente i nomi delle vittime. Nomi rimasti oscuri fino a ieri, come se i morti non fossero stati nemmeno uomini degni del privilegio di venire battezzati e chiamati per nome, ma solo comparse destinate al sacrificio per un servizio giornalistico da 2 minuti in prima serata o da tre colonne su un giornale. Sono Samuel Kwaku, 26 anni, e Alaj Ababa, del Togo; Cristopher Adams e Alex Geemes, 28 anni, liberiani; Kwame Yulius Francis, 31 anni, e Eric Yeboah, 25, ghanesi. Mentre è ancora ricoverato con ferite gravi Joseph Ayimbora, 34 anni, anche lui del Ghana.
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