09 gennaio 2007

Me vs. la Letteratura Italiana


Picture by Norma Desmond
Stavo riflettendo sul mio rapporto con la letteratura italiana.
Sono arrivato alla conclusione che i maggiori responsabili dei miei pregiudizi riguardanti le capacità letterarie dei nostri connazionali sono due.

Il primo è il sig. Giacomo Leopardi. Con la complicità del corpo insegnante tutto mi ha fatto credere che per essere letterati sia necessario soffrire, sia d'obbligo il dedicarsi alla biblioteca di famiglia e il rifugiarsi in un eremo lontano dalle umane vicende. Secondo i professori che hanno accompagnato i miei poco amati percorsi letterari scolastici l'Autore italiano perfetto dovrebbe astenersi dal lavoro manuale, evitare di mescolarsi alle persone comuni, vivere in uno stato di esaltazione artistica sfociante nel metafisico, dedicarsi alla composizione dell'opera definitiva, soffrire di qualche malanno fisico e/o amoroso e/o politico.
O sì, ci sono delle eccezioni, ma l'unica che ricordo è quella del buon vecchio Cecco Angiolieri , antesignano del cyberpunk apocalittico più spinto, ovviamente poco gradito all'establishment letterario e troppo avanti per la cultura del suo tempo. Se i professori ci dedicano un po' d'attenzione è proprio per evidenziarne l'eccezionalità, non certo per farne riferimento letterario o pietra di paragone.

Il secondo responsabile della mia scarsa attenzione alla produzione artistica nostrana è senza dubbio Henry Miller.
Certo non è l'unico, ma mi pare che in lui siano riassunte molto bene le caratteristiche di quella schiera infinita di altri autori esuberanti, sbevazzoni, tossici, o semplicemente fantascientifici, che hanno accompagnato le mie esplorazioni letterarie lungo la via.
Questa gente m'ha convinto che per scrivere bisogna innanzitutto vivere, o almeno guardarsi attorno; che l'opera letteraria non deve puntare (solo) allo sconvolgimento delle coscienze, ma può essere anche puro intrattenimento; che un romanzo non debba per forza puntare a sviscerare i massimi sistemi, ma possa anche avvincere, divertire, emozionare.

Secondo voi a chi avrei dovuto prestare più attenzione?
Ai professori che predicavano o agli scrittori che viaggiavano?

Ecco quindi le mie conclusioni.
Se io non riesco ad apprezzare compiutamente le proposte dei nostri autori non crediate che non abbia gusto, che rinneghi le mie origini o che sia un ignorantone qualsiasi. Date piuttosto la colpa ai signori succitati. Io sono solo la vittima delle cattive compagnie incontrate per strada.

8 commenti:

  1. Io penso che la vittima dei professoroni non sia tu, bensì lo scrittore italiano.
    Tu eviti lo scrittore italiano ma se lo trovi e ti piace, delle cattive influenze te ne freghi.
    Lo scrittore italiano invece, potrebbe avere la tentazione di fare il grande intellettuale. E lì non c'è scampo.

    RispondiElimina
  2. Di certo non puoi attribuire tutte le colpe al povero Leopardi, che lascia pur stare quel che ti hanno trasmesso i tuoi - senz'altro scarsi - insegnanti:Giacomo Leopardi è un grande.

    E non puoi mettere sullo stesso piano due autori che hanno vissuto e scritto a un secolo di distanza.
    Cecco Angiolieri? L'unico che ricordi? E dove me lo piazzi un bel Boccaccio? E comunque anche loro autori di secoli precedenti al tuo caro Miller.

    E Calvino? Lui era contemporaneo a Miller...

    Diciamo che a te la letteratura italiana, forse sì, non t'è stata insegnata bene, ma siamo sinceri... mica ti fregava poi tanto di approfondirla.

    RispondiElimina
  3. Zio Gil, sai che c'hai proprio ragione? Non l'avevo considerata da questo punto di vista: un perfetto esempio di circolo vizioso! :-)


    Annalisa, io non discuto l'arte di Leopardi (e ci mancherebbe) ma l'idea del Grande Autore che mi è stata trasmessa. È quella rappresentazione (sicuramente idealizzata, superficiale e in definitiva irreale e fasulla) che ha prodotto i pregiudizi che mi influenzano nei libri che scelgo di leggere.

    Boccaccio? E chi è? :-))
    Non l'ho citato perché evidentemente nei miei trascorsi scolastici non mi ha colpito più di tanto. E poi Cecco è una figura molto più pittoresca, non trovi?

    Sul discorso dell'approfondimento hai sicuramente ragione. Ma chi me lo faceva fare di approfondire la letteratura italiana quando nel frattempo avevo scoperto decine e decine di autori che a pelle mi son piaciuti molto di più?
    Poi lo sai bene: se mi capita un libro buono non sto a guardare la provenienza dell'autore. E infatti dei libri italiani ne ho poi pure letti, no?

    RispondiElimina
  4. Giorgio, continua a fotografare, che di letteratura non capisci una pippa :D

    Appoggio Annalisa al cento per cento :)

    RispondiElimina
  5. Ahio'! In un covo di letterati mi sono andato a ficcare. Pensa te!


    Beh, allora suggeritemele (e motivatemele) 'ste letture imperdibili che finora mi son perso!

    RispondiElimina
  6. Cecco Angiolieri antesignano cyberpunk? E dire che in seconda liceo, tanto per fare i fighi, con gli altri della classe si faceva a gara a recitarne i versi (che sono, di striscio, programma di terza... ah, quando uno è precoce! :-D). Mi sa che allora è da lì che è partito tutto! ;-)

    Beh, a quanto pare non c'è bisogno che sollevi anche il mio scudo a difesa del povero Giacomino...

    Siccome sulle istituzioni (Calvino e Buzzati ;-)) siamo sulla stessa lunghezza d'onda, un po' di outsider che a me sono molto piaciuti, e che si muovono in un contesto di genere, sono Altieri (che non ha bisogno di presentazioni), Nigro (su cui mi sono già dilungato), Binaghi (un noirista coi fiocchi, "Robinia Blues" è incantevole), Ricciardiello (mi è piaciuto tutto quello di suo che ho letto, dai racconti al Premio Urania, ma sicuramente lo conoscerai già).

    A cavallo tra poesia e racconto c'è anche Stefano Lorefice (che ha anche un blog, da qualche parte sulla rete).

    C'ya!
    X

    RispondiElimina
  7. Beh… ma un po' di letteratura di genere italiana la conosco, dai… è la letteratura vera (!) quella che mi manca :-)

    Su Nigro ti sarai anche dilungato, ma dove? Dammi un link che approfondisco!

    BTW a me Ricciardiello non piace poi troppo (ma il romanzo Premio Urania non l'ho mica letto…).

    Grazie comunque per i suggerimenti!

    RispondiElimina
  8. Allora diciamo che mi dilungherò presto... ;-) Comunque, seerchi la letteratura vera, guarda meglio tra gli scaffali di genere... ;-)

    A presto,
    X

    RispondiElimina