Proviamo a rianimare il blog con una serie di post che nelle
intenzioni hanno l’ambizione di segnalare le migliori letture fatte in
questo 2016.
Saranno brevi flash che mi serviranno a ricordare e a
riflettere sui libri che ho letto, e magari a offrire agli eventuali
passanti un piccolo spazio per confrontarsi su autori e titoli che hanno
apprezzato (o anche no, il bello della lettura è che ognuno è solo con
il libro e i propri gusti, propensioni, idiosincrasie ed esperienze).
Oggi si parla di Occupy Me, di Tricia Sullivan.
Da quando abbiamo iniziato l’avventura editoriale di Zona 42 è molto più difficile riuscire a parlare di libri di fantascienza sul blog (già tenerlo vivo è risultato quasi impossibile!). I motivi credo siano ovvi: stiamo leggendo molti romanzi in lingua originale, per alcuni di questi stiamo lavorando per riuscire a portarli in Italia, ad altri siamo costretti a rinunciare per i più diversi motivi. In entrambi i casi preferiamo muoverci senza troppo rumore per non creare false aspettative e per non bruciare eventuali buone notizie.
Occupy Me è l’eccezione che conferma la regola.
Occupy Me è l’ultimo romanzo pubblicato da Tricia Sullivan, autrice dell’eccellente Selezione naturale edito in italiano all’inizio dell’anno da Zona 42. Il motivo per cui parlo del romanzo qui dentro è semplice: non lo tradurremo in italiano (almeno non a breve!), ma le caratteristiche narrative di Occupy Me si prestano benissimo a un discorso più generale (e poi è un ottimo romanzo!).
Non pubblicheremo Occupy Me per il semplice motivo che riteniamo che il pubblico italiano non sia pronto per un libro simile (parlo naturalmente in generale, che sappiamo benissimo che alcuni di voi adorerebbero il romanzo della Sullivan!)
Occupy Me parte nel deposito di uno sfasciacarrozze dalle parti di New York, con Pearl (un donnone di mezza età che passa il tempo a sollevare pesi, dopo essersi risvegliata senza un passato all’interno di un frigorifero). Una partenza tranquilla per un romanzo che esplode immediatamente con una serie di elementi che ad elencarli uno a uno non ci si crede: un uomo (ma forse sono due…) in cerca di vendetta per il destino della sua gente vittima di una guerra del petrolio, ali d’angelo multidimensionali, ricerca dell’immortalità, una veterinaria scozzese riluttante, alieni disperati, valigette misteriose e società segrete dedite al benessere globale.
E non ho nemmeno citato lo pterodattilo!
Troppo? Forse. So solo che la trama architettata da Tricia Sullivan riesce a rendere credibili e affascinanti tutti gli elementi eterogenei presenti nel romanzo, che nulla appare forzato o gratuito, che in mezzo alla quantità strabiliante di meraviglia, non mancano aspetti di una profondità inusitata (viste soprattutto le premesse), che non avrei mai creduto di riuscire ad amare così tanto un romanzo dove capita di imbattersi in angeli svolazzanti (ok, non il tipo di angelo canonico, ma tant’è…).
Occupy Me è un romanzo straordinario nel senso più letterale del termine: difficilmente riuscirete a trovare in giro un libro altrettanto strano che sia al contempo tanto appassionante e leggibile, che riesca nel giro di poche pagine a divertire e a emozionare il lettore.
Occupy Me è un tripudio di meraviglia e sorprese, e se siete lettori curiosi in cerca di un libro che abbia tutte le potenzialità di travolgervi, bé, non fatevelo scappare.
Per concludere lascio parlare Tricia Sullivan, che nel suo intervento a Stranimondi presentava con quetse parole la sua fantascienza:
“Occupy Me è un rompicapo selvaggio e adrenalinico che parla di consapevolezza e cosmologia. Tutti i miei libri parlano di consapevolezza, in modo più o meno esplicito. Molti di loro trattano anche di dualismo, e di solito utilizzo punti di vista paralleli per ottenere l’effetto desiderato. Lo faccio – soprattutto in Maul, che è da poco stato pubblicato in italiano da Zona 42 col titolo di Selezione naturale – sovrapponendo trame che c’entrano poco le une con le altre, lasciando che si scontrino per vedere cosa ne esce fuori. Mi piace lasciare ai lettori lo spazio per l’interpretazione. Mi piace farli sentire disorientati, fargli mancare la terra sotto ai piedi. Per me è proprio questa l’essenza stessa della fantascienza, ancora di più che della narrativa realistica. Lasciare che il lettore possa mettere la propria immaginazione al lavoro, che possa contribuire con la sua interpretazione. Scrivo libri per persone a cui piace masticare le idee, che hanno i denti e la voglia di pensare. Non ho nessuna intenzione di imboccarle.”
Se siete questo tipo di lettore, Occupy Me è il vostro romanzo.
…
Grazie della segnalazione. Mi riconosco nel profilo di lettore stilato dalla Sullivan (come credo tutti gli appassionati di science fiction), quindi inserisco nella wish list.
RispondiEliminaCiao Mod!
RispondiEliminaSe lo leggi fammi poi sapere cosa ne pensi!
Certo, volentieri!
EliminaNe approfitto per farti i complimenti per Zona42. Bello vedere che la passione per la fantascienza si sia mantenuta a distanza di tanti anni (ci siamo incrociati qualche volta su it.cultura.fantascienza tanti, troppi anni fa) ed evoluta ad un ruolo attivo nella sua promozione culturale.
Alla faccia della letteratura escapista per ragazzi. ;-)
Facciamo il possibile… :-)
EliminaGrazie Mod!