Proviamo a rianimare il blog con una serie di post che nelle
intenzioni hanno l’ambizione di segnalare le migliori letture fatte in
questo 2016.
Saranno brevi flash che mi serviranno a ricordare e a
riflettere sui libri che ho letto, e magari a offrire agli eventuali
passanti un piccolo spazio per confrontarsi su autori e titoli che hanno
apprezzato (o anche no, il bello della lettura è che ognuno è solo con
il libro e i propri gusti, propensioni, idiosincrasie ed esperienze).
Il libro di oggi è il terzo di una trilogia che ho letto in lingua originale: The Dark Defiles di Richard K. Morgan.
The Dark Defiles è il capitolo conclusivo della trilogia A Land Fit for Heroes. Ho parlato dei capitoli precedenti qui (The Steel Remains) e qui (The Cold Commands). Vi consiglio di leggere quei post per una presentazione più approfondita dei temi e delle situazioni caratteristici della trilogia.
Se The Steel Remains mi aveva entusiasmato, e The Cold Commands lasciato decisamente più freddo (!), The Dark Defiles si è rivelata una lettura travolgente. Tutto il meglio del primo romanzo (azione, personaggi, ambientazione!) e del secondo (scrittura immaginifica, tocchi lisergici) vengono esaltati in una storia che chiude tutti i fili narrativi intessuti da Morgan per condurre il lettore a un finale che si rivela essere assolutamente soddisfacente.
Se poi tra di voi c’è chi ha amato Takeshi Kovacs, bé, aspettatevi qualche sorpresina…
Vi lascio con una riflessione a margine, forse inevitabile pensando al genere di libri che più apprezzo: se solo tutta la fantascienza travestita da fantasy fosse di questo livello (anche se a ripensarci, esempi memorabili ce ne sono, dal Libro del Nuovo sole di Gene Wolfe a Inversioni, e Matter, di Iain M. Banks), forse qualche lettore fantasioso cambierebbe più agevolmente sponda.
Per concludere una nota sull’edizione italiana. Di questo trittico di romanzi sono usciti per Gargoyle i primi due capitoli (intitolati rispettivamente Sopravvissuti e Esclusi), del terzo non v’è traccia. Tra l’altro le dimensioni di The Dark Defiles sono quasi il doppio rispetto a The Steel Remains o a The Cold Commands, il che rende la prospettiva di leggere in italiano The Dark Defiles piuttosto nebulosa. Ma voi che leggete in inglese non fatevelo scappare!
…
Di Morgan conoscevo solo la trilogia di Takeshi Kovacs dall'edizione italiana: mi fa piacere che abbia mantenuto il pedale sull'acceleratore anche nelle opere successive. La cosa che più avevo apprezzato del su cyberpunk è quanto fosse "steroidato" in azione e allucinazioni rispetto a produzioni che troppo spesso si perdono nella depressione narcisista.
RispondiEliminaDirei che in A Land Fit for Heroes Morgan non solo preme l'acceleratore a tavoletta, ma allenta pure qualsiasi sistema frenante, evitando qualsiasi compiacimento e fornendo al lettore una storia straordinaria.
EliminaIntrattenimento, certo, ma ce ne fosse!
Non ci credo! Miracolo!!!!!! Ha scritto un post! Ha scritto un post! :D
RispondiEliminaVisto che roba!? Non ci credo nemmeno io!
Elimina:-)
E' fra i libri sul reader ma non so perché mi manca sempre l'entusiasmo per iniziarlo (lunghezza? ultraviolenza?). Magari finalmente mi decido. E faccio un pensiero anche sulla Sullivan.
RispondiEliminamarco
Ciao Marco! Benritrovato!
EliminaMa i primi due li hai letti?
Perché anch'io dopo la fine del secondo ho fatto un po' fatica a riavvicinarmi alla trilogia, un po' per le dimensioni del terzo volume un po' perché The Cold Command mi aveva lasciato un po' freddino (!).
Ma questo è davvero un gran bel romanzo (violento, sì, ma meno del secondo)!
E sì, leggi la Sullivan che son curioso di sentire cosa ne pensi.
A presto!
Sì, più o meno anch'io ho avuto la tua esperienza. Anche Meacci è uno fra i pochi italiani in tempi recenti che mi incuriosiva, mi sa che mi butto su quello prima (ho sempre qualche sospetto sugli italiani di minimum fax) di un po', avevi poi letto Krasznahorkai (è da poco uscito Satantango per Bompiani) E Penelope Fitzgerald la conosci? Giusto per dire due autori agli antipodi ;)
RispondiEliminaCiao
Ciao
Ciao Marco!
EliminaNon ho letto ne Krasznahorkai ne la Fitzgerald, e ti dirò, non è che mi attirino troppo… (insomma, devi lavorare un po' di più per convincermi :-))
Meacci te lo consiglio, che nemmeno io sono un fan degli italiani targati mf, ma Il cinghiale fa davvero storia a se.
(non ho mica capito se poi Morgan l'hai letto o no…)
Avevo letto il primo eoni fa, il secondo credo solo a fine 2015 e come ho detto ho anche il terzo ma non sono mai nel mood giusto... preferisco letture più cozy che il mondo reale lo vedo già grimdark di suo.
Elimina(insomma, devi lavorare un po' di più per convincermi :-))
Ma sono fuori allenamento!...dunque vediamo
Il signor K è roboante, entropico, metafisico, (e)scatologico grandguignolesco, scrive frasone che ti ingoiano e ti sputano fuori dopo un po'. Un po' Faulkner, un po' Pynchon, un po' Gogol o Bulgakov.
Penelope scrivi romanzi brevissimi, gradevoli e con un certo humour inglese leggero, in cui non sembra succedere niente di particolare ma che nel tempo si allargano inesorabilmente a cerchi concentrici nello specchio della tua mente.
Due autori quasi agli antipodi insomma, neanche a farlo apposta, ma entrambi raccomandati
Ecco, vedi che se ti impegni ce la fai? :-)
Elimina(come se non avessi già una coda di lettura tendente all'infinito…)
Se poi hai anche qualche titolo fantascientifico interessante da suggerirmi non hai che da dirlo, che sai che sono particolarmente ricettivo al riguardo.