Come promesso, ecco alcune impressioni sparse sulla città di Praga.
Queste note sono frutto di quel paio di giorni trascorsi per le vie del centro o a spasso tra metro e bus per le sue periferie e sono ben lontano dal rendere un'idea compiuta di un luogo come la capitale ceca, ma tant'è. Ecco quel che mi ha colpito:
- Praga me l'immaginavo oscura, tenebrosa, con palazzi grigi, qualche sprazzo dorato e un'atmosfera gotica. Mi sono ritrovato invece in una città luminosa, tirata a lucido, luccicante di insegne e vetrine e torri medievali.
- Lungo le superstrade che dalla periferia conducono in centro è un proliferare di nuovissimi palazzi corporativi vetro e acciaio, addobbati con tutti i loghi multinazionali del caso. È quasi con riconoscenza che vedi spuntare qualche rimasuglio di brutale edilizia comunista.
- La disneylandizzazione del centro storico mi ha impressionato. Tutto è in vendita. Ovunque, comunque, sempre a misura di turista. I monumenti trasformati in gadget non sono certo un'esclusiva praghese, ma mai come in questa città ho avvertito una sintesi così uniforme tra passato secolare e turismo globalizzato. Il presente, inteso come offerta culturale locale, è bandito dalla città dei turisti.
- Il puttanodromo notturno. Nella notte praghese non puoi fare 50 metri senza essere abbordato da una fauna locale composta da giovani simil-tossici, neri imperturbabili o vecchi sporcaccioni che ti invitano a gustare le bellezze del posto. Il tutto con una flemma surreale e un'aria di normalità al limite del grottesco.
- Quello che esportiamo: "Bunga bunga", "italia uno", "analebrutale", questo il coro che ci ha accompagnato per le stesse vie che di giorno proponevano souvenir, cartoline e salsicce. C'è di che essere orgogliosi delle proprie origini.
. La birra è buona (e costa poco) e il cibo non è affatto male, anche se dopo quattro giorni di salsicce e gulasch, beh… un po' di nostalgia di casa ti viene.
L'impressione più forte che mi son portato a casa da Praga è quella di una città con l'anima smarrita, che ha visto i soldi facili dell'ubriacatura post comunista e non è più riuscita a ritrovar la bussola. Una città aggrappata a un passato fantastico, con i segni tangibili di una ricchezza recente, ottenuta probabilmente al prezzo di una personalità che credevo di trovare e che invece sfugge.
Mi piacerebbe però tornarci, dopotutto queste impressioni non hanno nessuna pretesa di verità, magari per vagare un po' di più all'esterno della città, per esplorare un panorama che è comunque meglio di quanto immaginassi.
…
22 giugno 2011
Praga
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Disney + Puttanodromo = Praga? Fantastico, quando parte il prossimo aereo? ;)
RispondiEliminaquoto in pieno il penultimo paragrafo: quello del'anima smarrita,
RispondiEliminaperò è una grande città.
Io ricordo che una volta appena entrato in un bar, riconosciuto come italiano mi hanno messo i Ricchi e i Poveri:-)
Quello che mi ha colpito di Praga, più che altro, è ciò che ci sta attorno. Ovvero niente (almeno cinque-sei anni fa, quando ci sono stato).
RispondiEliminaNon so se tu sei andato in aereo, io ci andai con degli amici (e anche amiche, non eravamo andati in puttan-tour!) in macchina, peraltro senza prenotare nulla, sia a Praga che nelle due-tre tappe intermedie. Totalmente allo sbaraglio, e totalmente da incoscienti (ci sono un paio di episodi in cui, ripensandoci a posteriori, siamo stati veramente assistiti dalla fortuna), ma alla fine è andato tutto bene ed è stata la vacanza più bella che abbiamo mai fatto, quella di cui abbiamo più nostalgia e di cui diciamo sempre "prima o poi dobbiamo rifarlo".
Comunque, tornando a noi: attraversi il confine austriaco, e da un paese europeo all'avanguardia entri in una sterminata pianura, che si estende a perdita d'occhio in ogni direzione, e che più rurale di così non si può.
Poi arrivi a Praga, che ti appare proprio come l'hai descritta, e il contrasto fra un paese appena uscito dal blocco comunista e la sua capitale, impacchettata ed "occidentalizzata" per essere venduta ai turisti, è sconcertante.
Però è vero, birra buonissima, che mandi giù molto volentieri e molto facilmente perchè poco gassata (buona quasi come quella di Monaco ;) ), che costa meno dell'acqua.
Ah, la tua foto è geniale.
@ Eddy: il tuo commento mi spiazza. Cosa ti devo rispondere? Non so nemmeno da dove parti…
RispondiElimina@ Ferruccio: ci sono un sacco di città peggiori di Praga, che m'è parsa a tutti gli effetti una città accogliente.
Però non so, allo stesso tempo m'è sembrata una città che ha svenduto la sua memoria al peggior offerente…
@ sekhemty: io ci sono arrivato in aereo e il panorama visto dall'alto, con tutto quel verde e un sacco di spazio m'ha fatto venir voglia di esplorare i dintorni. Sarà che per me lo spazio aperto è quello con il maggior potenziale di scoperta, ma la campagna ceca sembrava proprio invitante. Spero ci saranno altre occasioni di viaggio da quelle parti…
.......io mi sono divertito parecchio......
RispondiEliminaUcco
Purtroppo paghiamo dazio ad un certo tipo di globalizzazione, con molte città che perdono la loro anima, il loro genius loci. Capita a Praga, ad Amsterdam e nel resto del mondo. Chiudono i localini tipici aprono i fast food.
RispondiEliminaCon tutto il rispetto per i fast food.
@ Ucco: anch'io mi son divertito! Ma credo che sia stato più merito della compagnia che del posto. Intendiamoci: avrei voluto avere più tempo da dedicare alla città, che quel poco visto non era male, ma da una capitale europea mi aspettavo di più. Di meglio.
RispondiElimina@ Nick: non lo so. I locali tipici non mancano (che poi, cosa significa "locale tipico"?) e i fast food non erano in numero maggiore di quelli che incontri in qualsiasi città europea.
La differenza sostanziale che ho notato rispetto a chessò… Parigi o Londra o Vienna (ma anche rispetto a città più piccole come Strasburgo, o Lione, o Belfast) che sono anch'esse meta di un turismo di massa, è quella che non riesco a definire meglio che "mancanza di personalità". Qualcosa che deriva dall'impressione di un vuoto culturale riempito a forza di memorie-cartolina e denaro contante. Senza nulla a caratterizzare con forza un tempo presente locale.
Bè birra buonissima non esageriamo, certo paragonata alle bavaresi da Oktoberfest, ma non sarà mica il Belgio.
RispondiEliminaMi sembra che l'aspetto di vuoto culturale sia abbastanza tipico della transizione dal comunismo. Poi altrove si cerca di riqualificare e puntare più su un turismo culturale e non di massa, ma anche Dresda, che pure è in Germania, qualche anno fa faceva un effetto simile (magari non così tanti gadget)
La birra a Praga è buona, ma soprattutto costa davvero meno dell'acqua.
RispondiEliminaDiciamo che è "bunissimo" il rapporto qualità/prezzo. ok?
"L'impressione più forte che mi son portato a casa da Praga è quella di una città con l'anima smarrita, che ha visto i soldi facili dell'ubriacatura post comunista e non è più riuscita a ritrovar la bussola"
RispondiEliminaIo ci son stato in vacanza al liceo, sarà stato il 1995. Faceva un freddo tremendo, ma la città pareva davvero magica.
Poi ci son tornato più di 10 anni dopo, un paio di volte. In agosto. E la città era cambiata tantissimo, nel senso che hai descritto tu.
"il cibo non è affatto male, anche se dopo quattro giorni di salsicce e gulasch, beh… un po' di nostalgia di casa ti viene."
ah, se capisco. Anche se ricordo d'aver mangiato benissimo in un paio di ristoranti lontani dal centro segnalati (mi pare) dalla Lonely Planet.
Noi siamo stati fortunati la prima sera. Siamo capitati in un posto evidentemente da turisti e nonostante l'orario - eran quasi le 23 - ci han dato da mangiare una varietà di piatti che erano tutti davvero molto buoni.
RispondiEliminaGli altri giorni ci siamo adattati ai piatti da festa campestre intorno al campo di rugby e poco altro. Ma ripeto, tenuto conto delle condizioni, la cucina non era niente male…