09 maggio 2011

Source Code


Vi avverto subito. La tentazione di definire capolavoro Source Code è fortissima, che a caldo, l'ho visto sabato, mi verrebbe da citare il film di Duncan Jones come il miglior esempio di cinema fantascientifico degli ultimi dieci anni.

Source Code parte con una situazione analoga a quella di Moon: un uomo solo, intrappolato in un meccanismo incomprensibile, manovrato da poteri al di fuori del suo controllo, in bilico tra abitudine all'obbedienza. tentazioni solipsistiche e paranoia terminale.
Se le premesse sono simili, lo svolgimento prende direzioni diverse. In Moon il protagonista era costretto dalla situazione al costante confronto con se stesso, con l'unica possibile alternativa della comunicazione con l'intelligenza artificiale che controlla la base lunare. In Source Code il capitano Colter Stevens (un ottimo Jake Gillenhall) non ha altra scelta che il contatto con l'altro, intrappolato com'è tra le priorità della sua missione, la ricerca di un senso a quel che sta succedendo, la necessità di convincere i suoi controllori delle sue esigenze.
Nella gestione della progressione della vicenda si percepisce tutto il talento del regista. Mantenere la coerenza del plot; tenere alto il ritmo nonostante le ripetizioni obbligatorie; giocare abilmente con gli standard del cinema d'azione per giungere a qualcosa di diverso, utilizzando bombe a tempo e terrorismo e conti alla rovescia come strumenti narrativi e non come fine ultimo del racconto; il progressivo disvelamento della verità sottesa alla vicenda e di nuovo la coerenza verificabile a ritroso di quanto visto con quanto rivelato.
Duncan Jones si scopre magnifico creatore di universi, capace di mescolare i temi più diversi (la già citata minaccia terrorista con conseguente corsa contro il tempo, il subplot romantico, la cornice fantascientifica) svolgendo ognuno di essi fino al degno finale, creando una conclusione multipla in cui ogni subfinale è necessario al finale successivo, con una progressiva accentuazione della complessità della visione, fino alle sue estreme conseguenze.

L'unico limite della pellicola, confermatomi da amici che non sono soliti frequentare il genere, è paradossalmente proprio il tasso di ottima fantascienza presente in ogni istante del film. In effetti la densità del contenuto fantascientifico rischia di rendere piuttosto complicato al pubblico generalista il districarsi tra tutti quegli elementi che sono ormai parte integrante della letteratura di genere (bioware, fisica quantistica, universi paralleli). Specie quando quegli stessi elementi non sono, come spesso accade, parole buttate lì a far scena, ma contribuiscono attivamente a reggere il telaio narrativo del film.

In questo senso Source Code riesce in quello che nè MatrixInception, due film in qualche modo assimilabili a questo, son stati capaci di realizzare: raccontare una storia complessa, solida e comprensibile senza utilizzare gli effetti speciali come armi di distrazione di massa. Focalizzando la messa in scena su personaggi e situazioni sempre coerenti con le premesse del progetto. Puntando sulla forza dell'idea di fondo, su un'ottima sceneggiatura che non cerca facili compromessi, rendendo l'opera comprensibile ai più diversi livelli. Utilizzando la tecnologia come risorsa narrativa, non come mero tappabuchi scacciapensieri.

Ci si domanda spesso che fine abbia fatto il buon cinema di fantascienza. Dove siano finite le idee, l'immaginazione, il talento. Con soli due film all'attivo Duncan Jones ha già abbondantemente risposto alla domanda.
Se amate la fantascienza dovete vedere Source Code.

9 commenti:

  1. Jo, sto leggendo pareri incredibilmente contrastanti, su questo film, e questo alimenta la già considerevole curiosità.
    Tempo qualche giorno, e scoprirò se la penserò come te o se dovrò sfoderare le mie proverbiali bottigliate!

    RispondiElimina
  2. Non ho letto recensioni del film. Cerco di non farlo mai quando ormai ho deciso di andare a vederne uno.
    (oggi poi ho visto quella, peraltro condivisibile, di mymovies)

    Però è vero che a un paio di miei amici, i cui giudizi ritengo affidabili, non ha fatto l'effetto che ha fatto a me. Da cui la spiegazione che mi do nel post.

    Tu quanto fantascientifico sei? :-)

    RispondiElimina
  3. Se è ben fatto, mi godo tranquillamente il fantascientifismo, altrimenti sono bottigliate come per gli altri generi! ;)

    RispondiElimina
  4. Io sono tra coloro che considerano la prima metà del primo matrix (mi fermo lì purtroppo)il più bell'esempio di fantascienza degli ultimi decenni e quindi questo tuo post mi fa venire l'acquolina in bocca:-)

    RispondiElimina
  5. Ho letto molto bene e quindi in coda diretto! Thx

    RispondiElimina
  6. Fa piacere trovare un altro estimatore di Duncan Jones! L'ho appena recensito pure io, penso che sia uno dei migliori registi sci-fi in circolazione. Due film, due centri!
    PS: Complimenti per il blog, l'ho scoperto solo adesso, mea culpa. Lo aggiungo subito alla mia lista di preferiti! :)

    RispondiElimina
  7. lo vedrò sicuramente, anche se ho il timore che circa verso la metà il film viri tristemente sull'innamoramento del protagonista per questa sconosciuta incontrata sul treno che vuole, assolutamente VUOLE salvare. inoltre mi preocucpano seriamente i possibili paradossi dovuti alla particolare tipologia di viaggio nel tempo, che già in altri film mi hanno disgustato (come "dejà vu").

    RispondiElimina
  8. Come ti avevo promesso, eccomi qua :)

    Mi hai messo ancora più voglia di vederlo, spero di riuscire a organizzare per il prossimo fine settimana.

    @Mr. Giobblin: gli estimatori di Duncan Jones sono ancora pochi (per ora, voglio sparare), ma molto affezionati direi. E comunque, non siamo poi nemmeno così pochi!

    RispondiElimina
  9. @ Ferruccio: In effetti le premesse di Matrix erano davvero notevoli, e il dispiegamento di mezzi messi in campo dalla premiata ditta Wachowsky sembrava perfetto per quella storia. Poi beh… sappiamo tutti come è andata a finire.

    @ Eddy: Prego!

    @ Mr. Giobblin: Interessante il tuo punto di vista! Non sono sicuro di condividerlo, ma m'hai dato da pensare. Magari più tardi vedo di metter giù qualche ulteriore nota sul film.

    @ Piscu: No, non temere, se la componente sentimentale è effettivamente presente, è decisamente funzionale alla storia (fornisce le motivazioni necessarie al protagonista per fare quel che fa) e non è preponderante rispetto al senso generale dell'operazione. Insomma, la storia d'amore, peraltro appena accennata, aggiunge qualcosa al film senza togliere nulla di sostanziale.
    E no, tranquillo, non ci sono viaggi nel tempo né conseguenti paradossi.

    @ sekhemty: rimango in attesa della tua opinione!

    RispondiElimina