Certo che con un blog che si occupa per gran parte del suo tempo di fantascienza e dintorni diventa quasi obbligatorio spendere due parole su Inception. La sfida è riuscire a scrivere qualcosa di minimamente originale, capace di offrire qualche spunto in più a chi a proposito del film a ha già letto di tutto, a chi si appresta a vederlo e a chi invece si diverte a discuterne. Non so se ci riuscirò. Poi mi direte.
Il film è pazzesco. Ogni commento positivo letto in giro è giusto e sacrosanto. Non per niente quando siamo usciti dal cinema la prima reazione è stata verificare se avessimo una qualche trottola in tasca, che non si sa mai.
Però l'esaltazione immediata che un film come questo suscita non è sufficiente a spegnere qualche domandina fastidiosa, che non ha smesso di riecheggiare in sottofondo per tutta la visione della pellicola.
Lo so, ora mi beccherò del rompipalle integralista e pure un po' ossessivo, però… oh… quando una cosa non la capisco io chiedo.
Mettiamola così. Christopher Nolan è stato bravissimo a costruire un meccanismo narrativo in grado di avvolgere lo spettatore, sia sul piano della complessità apparente della trama (e ci voleva, vista la media da cerebrolesi del cinema popolare che va per la maggiore di questi tempi), sia al livello zero del bombardamento sensoriale, sia - e questa mi pare una novità nel cinema dell'autore britannico - dal punto di vista emozionale.
Sui meriti tecnici di Inception si son già spesi fiumi di byte. La sceneggiature, il montaggio, la messa in scena. Tutte cose formidabili. Stupore e meraviglia conducono lo spettatore per mano fino al degno finale. La struttura stessa del film è talmente coinvolgente che diventa difficile rimanere sufficientemente lucidi e distaccati da notare le incrinature nella costruzione del cinema-sogno nolaniano.
Ma anche se non pregiudicano l'immediato godimento del film, le piccole crepe colte durante la visione di Inception mi hanno lasciato un senso di prurito addosso. E cosa c'è di meglio di un blog per grattarsi via i dubbi?
I bambini.
La presenza dei figli dei Cobb non mi ha convinto fin dalla loro prima comparsa in scena. Per due motivi fondamentali. Tirare in ballo i fanciulli quale motore emotivo di un film è scelta troppo facile. Mostrarceli poi sempre soffusi nei toni blurrati e giallastri tipo nostalgia anni '70, non fa che acuire il senso di incredulità che li circonda. Avendo però a che fare con un regista che fa della complessità un suo punto di forza questa scelta m'è sembrata - almeno inizialmente - volutamente ingannatrice. Quando s'è rivelata effettivamente vera l'esistenza dei pargoli ha rischiato da sola di uccidere tutta l'intricata costruzione del film.
Anche perché quale genitore si ritira da solo nel mondo dei sogni - con tutte le conseguenze del caso - con due frugoletti come quelli che fanno palpitare il cuore di Dom DiCaprio Cobb?
La paranoia.
Ci sta che il gruppo di estrattori capeggiato da DiCaprio sia attivamente ricercato, però ecco, l'inseguimento a Mombasa non fa che confermare la teoria di Mal sugli illusori livelli di realtà (che btw era convincente al punto giusto). Ma questo è un dettaglio critico indotto dalla mia, di paranoia. Non fateci troppo caso.
Il quoziente di letalità dei proiettili.
Non se qualcuno di voi la fuori ha letto Scusate il disturbo di Christopher Brookmyre (se non l'avete fatto, fatelo. Mi ringrazierete). In quel romanzo compare una riflessione che riguarda l'uso delle armi da fuoco nei film d'azione che condivido al 100% e che vi voglio riproporre.
In questo dialogo con la signora Laurence, sua ex-prof d'inglese al liceo, parla il protagonista, Ally McQuade:
" - … Tutte le teorie volano dalla finestra quando guardo un film. Io voglio lasciarmi prendere dalla storia, i cliché la rovinano, ma le convenzioni fanno parte del gioco.
- La sospensione dell'incredulità.
- Già. Qualcosa del genere. Sono pronto a mandar giù qualunque cosa, basta che il film rispetti un certo quoziente di letalità dei proiettili.
- Cioé?
- Ogni film d'azione stabilisce i propri canoni sulle armi da fuoco. In alcuni, ogni proiettile è potenzialmente letale. Persino il vecchio colpo alla spalla può sembrare pericolosamente vicino al petto. In altri, invece, le mitragliatrici sembrano le armi più innocue mai costruite dall'uomo. Per chiarire, a un'estremità dello spettro ci sono i film di Tarantino. Al di là della loro reputazione, lì non si spara molto, per cui quando qualcuno spara, fa sul serio, e di solito il proiettile è mortale. Un alto quoziente di letalità dei proiettili.
All'altro estremo ci sono i film di John Woo: miliardi di proiettili che colpiscono soltanto il vetro. Un basso quoziente di letalità dei proiettili. In un film a quoziente alto, se il cattivo prende di mira qualcuno, ci si devono aspettare litri di ketchup. In un film a quoziente basso, sarà solo una giornataccia per il portiere. A me stanno bene entrambi i tipi, purché le regole vengano seguite come si deve." (Scusate il disturbo, Meridiano Zero, traduzione di Vittorio Curtoni)
Con queste premesse Inception pare un film totalmente sballato, con un quoziente di letalità dei proiettili tanto incoerente da risultare indigesto. Sarà un dettaglio, ma per me è un dettaglio capace di compromettere il piacere della visione.
Oltretutto, vedere questi geek del sogno trasformarsi in tiratori scelti, in sciatori provetti, in quelli che a tutti gli effetti sembrano piccoli emuli del miglior James Bond, m'è parso un filo eccessivo. OK che saran cresciuti a pane e PS3 e che dal punto di vista dello spettacolo tutto funziona perfettamente, però…
(Poi è anche vero che se il sogno è mio, me lo gestisco io. Superpoteri, sparatorie e tutto.)
Fortunatamente tutti questi pruriti - che forse condividete, o magari no - non mi impediscono affatto di godere del piacere che comunque un film del genere mi procura. Solo ne avrei voluto di più, e di meglio.
Come dicevo all'inizio del post, queste non sono critiche che intaccano la sostanza di Inception, che rimane un gran bel giocattolo cinematografico, uno di quei film da rigirarsi tra le mani per vedere ogni volta un dettaglio diverso e allo stesso tempo una pellicola capace di proiettarmi in un'altra realtà. Dopotutto essere sommersi da alluvioni sensoriali di tal portata è un po' il motivo che ci porta al cinema.
O no?
…
Erm... ma tu l'hai tenuta d'occhio bene quella trottola alla fine del film? Perche' tante cose - i bambini sfuocati, la paranoia, le strette strade di Mombasa, la supplica di Michael Caine di "tornare alla realta'"... la stranezza della posizione della moglie...
RispondiEliminaPer "la stranezza della posizione della moglie." intendi la scena della finestra dell'albergo o un altro momento? Che altrimenti non capisco a cosa ti riferisci.
RispondiEliminaIn ogni caso è vero. La soluzione onirica spazzerebbe via in un sol colpo tutti i miei dubbi, e sarebbe del tutto coerente con quanto visto. Ma sarebbe anche la soluzione meno soddisfacente dal punto di vista narrativo. Troppo semplice e sbrigativa.
E non spiegherebbe nulla delle motivazioni e delle problematiche che muovono i personaggi.
Comunque la trottola era in fase calante. :-P
Secondo me invece la soluzione onirica è assolutamente coerente, per spiegare tutte le incoerenze (ehm...). In quale sogno tutto è perfettamente uguale a se stesso? Stanotte mi son sognata che mio fratello (che ha quasi 38 anni, è sposato e ha due bambini) doveva fare la maturità, e al tempo stesso che mio zio (che nel periodo in cui mio fratello faceva le superiori era giovane e pimpante) era moribondo... Sono ancora tutta sottosopra.
RispondiEliminaPer quanto riguarda i bambini... ehm... sei proprio così convinto che venga rivelata come vera la loro esistenza? :)
Ehm… Selene, forse stavi scrivendo il tuo commento mentre arrivava il mio, che in effetti diciamo la stessa cosa (incredibile! :-)).
RispondiEliminaNo, stavo rispondendo al precedente, mi sembrava che dicessi che la soluzione onirica non è soddisfacente, io ribattevo che secondo me lo è. Ma magari ho capito male... (c'ho da scrivere otto minuti di nulla, capitemi...)
RispondiEliminaAnche a me è piciuto molto, nonostante pareri discordi in sala.
RispondiEliminail mio commento su FB è stato: "Può non piacere, ma non aver capito Inception è un indizio. Indizio che abbisognate di un minimo di buona fantascienza per scongiurare il rischio di abbrutimento spirituale."
Detto questo la pare meno solida è forse il faccione di Di Caprio (stessa espressione vista in Shutter Island). Sul coefficiente di letalità dei proiettili quoto in toto ma salvo il film perchè in un sogno, l'improbabile diventa plausibile (ma ammetto che fantascienza e pulp sarebbero stati un mix perfetto).
La soluzione onirica non sta in piedi per moltissimi motivi:
RispondiElimina- se ciò che Cobb percepisce come reale fosse invece il suo primo livello di sogno, perché la moglie in questo livello non appare mai?
- secondo questa teoria la moglie, gettandosi dal cornicione, sarebbe tornata alla "realtà vera": perché non sveglia il marito?
- perché in questo "livello 1" di sogno Cobb non "costruisce" nulla? Perché il suo subconscio non interagisce anche con questo fantomatico "sogno primo"?
Solo per citarne alcuni.
D'altra parte, si potrebbe pensare che solo l'ultima parte sia un sogno, e che Cobb stia ancora dormendo in aereo, nel mondo reale.
Poi verrà svegliato, ma noi non lo vediamo.
Nolan è un furbacchione e ci ha impiantato l'idea del dubbio.
@ Selene: Ok. Riassumo.
RispondiEliminaLa soluzione onirica è coerente con quanto si vede nel film (su questo credo siamo tutti concordi).
La soluzione onirica non è soddisfacente - per me - perché rende il film più povero di contenuti e suggestioni.
@ Eugenio: Il tuo commento è perfetto. Complimenti!
(ma davvero c'è gente che non ha capito il film? In definitiva mi pare che la complessità di Inception sia più apparente che reale (per di più fatta in aggiungere più che in levare), che tutta la storia è di una linearità esemplare.)
Dimenticavo: se tutto ciò che Cobb percepisce come reale fosse in realtà un sogno, perché, tutte le volte in cui fa girare la trottola (ultima esclusa, of course!) questa cade?
RispondiElimina@ Re Ratto: che Nolan sia un furbacchione non ci sono dubbi. :-)
RispondiEliminaSulla coerenza o meno della soluzione onirica, stante la sua debolezza narrativa, la mia opinione è che se Cobb stesse vivendo in un livello zero del sogno, tutti i livelli successivi sarebbero comunque generati dal suo inconscio al livello -1 (la realtà) che lo precede, e sono quindi coerenti ipso facto.
(BTW con queste premesse non sappiamo neppure se la logica dei ruoli della squadra di estrazione sia ancora valida, tanto per dire.)
Questo tra l'altro è uno dei motivi per cui questa soluzione non mi piace per nulla. È troppo comoda, non spiega nulla, e azzera qualsiasi problematica tu voglia attribuire al film.
Sull'ultimo tuo dubbio.
Beh… è facile.
La trottola NON è il suo totem.
Eh, in effetti, non avevo considerato l'ipotesi che la trottola potesse non essere il suo totem!
RispondiEliminaIn ogni caso sono d'accordo con te: la soluzione onirica è troppo comoda e facile.
E continuo a pensare che non stia in piedi.
Aggiungo miei 2 centis.
RispondiEliminaCi sono le interviste in cui Nolan e Di Caprio quando
parlano del film fanno spesso riferimento a 8 e mezzo di Fellini, che come si sa e' la
storia di un regista che ha perso l'ispirazione e cerca di ritrovarla
scavando nel suo passato. Un passato nel quale si inseriscono
inaspettatamente immagini di fantasia, desideri, sogni (!!) al punto che i
diversi piani non sono piu' pienamente distinguibili. La fine del film
[spoiler] e' nell'accettazione della vita come un continuum di tutto quanto
esperito, nel vissuto conscio e inconscio, nella fantasia e nel
sogno, e quindi la consapevolezza dell'inutilita' delle categorie del vero e del falso.
Se e' questo a cui Nolan stava pensando allora l'ambivalenza di
ogni singola scena del film (non si ha mai la certezza a quale livello ci si trovi; ci sono varie faq in giro a riguardo) e' voluta al fine di comunicare l'idea che non c'e' mai qualcosa di totalmente 'reale',
come allo stesso tempo non c'e' mai qualcosa di totalmente 'sogno'. E questa sarebbe la sua, di Nolan, 'vera'
inception da trasmettere/impiantare in chi
guarda.
Seguendo sempre queste premesse, la realta' ultima, quella 'vera' come la intendiamo noi, ha al suo
interno una ineliminabile parte di sogno, rappresentato nel film dai figli (che pare non siano invecchiati e rimasti sempre uguali), che e' anche la fonte delle
passioni e della gioia del vivere. (scusate typo, scrivo da cell)
Dimenticavo la firma ;))
RispondiEliminaKlaupacius
Secondo me il problema non è tanto se Inception sta in piedi a posteriori - come un buon sogno, ha bisogno di sospendere la tua incredulità solo durante - ma per l'appunto mentre lo guardi. E da questo punto di vista ci sono cose che mi hanno dato fastidio.
RispondiEliminaPrima fra tutte l'architetto: cosa sono stati lì a prendere questo geniaccio se poi alla fine nessuno dei livelli del sogno è effettivamente un labirinto? La (bellissima) premessa escheriana finisce con l'evaporare nel terzo sogno, quello tra i monti del Tirolo, in cui si tratta semplicemente di dare l'assalto a una fortezza. Altro che labirinto.
In secondo luogo, però a ben vedere sul momento mi ha dato ancora più fastidio, c'è la storia dei bambini. Se è vero che il nonno lavora in Francia, e che Cobb non ha da temere granché per via della nota riluttanza dei francesi in fatto di estradizioni, PERCHÉ CAVOLO I FIGLI NON SI TRAFERISCONO IN FRANCIA?! Questa cosa degli americani che non si può chiamare realmente vita l'esistenza fuori dal patrio suolo è rivoltante.
Ma a monte, il problema è se poi il film regge come film, e lì devo dire che ho trovato la seconda metà veramente pallosa. Con quelle (bellissime) premesse, doveva proprio ridursi nel solito film d'azione? Il terzo sogno in particolare è desolante per mancanza d'immaginazione e di tensione. Tra l'altro avrebbe potuto benissimo argomentare che ogni successivo sogno diventasse per sua natura meno realistico e più onirico, e darsi briglia sciolta, invece è quasi il contrario.
La storia della trottola alla fine, va bene, ti mette quel tanto di dubbio. Però mettiamo - come ha suggerito Philip Matthews - che i figli fossero stati di dieci anni più grandi... sarebbe stata un'altra cosa, no?
Iguana, le tue obiezioni sono state anche le mie: tutte le coppie con figli anelano ogni tanto la serata da soli, ma 50 anni? Poi non venirmi a frignare che ti mancano...
RispondiEliminaE la letalità dei proiettili... nemmeno nell'A-Team c'erano killer così brocchi.
Altri dubbi me li han fatti venire gli altri, l'ultimo di Giovanni Tiso sul trasferimento dei figli è semplice e geniale.
Aggiungo una incongruenza che non mi spiego: perchè Saito nel limbo è decrepito e Di Caprio no? Non vale dire che Di Caprio non invecchia per definizione (ha 40 anni e sembra sempre un bimbo) :-)
In effetti la teoria onirica appare una facile scappatoia, anche perchè potrebbe essere tutto un sogno della moglie, e anche le pseudo regole sui sogni sarebbero a loro volta costruzioni oniriche.
OT:
RispondiEliminaA me piace molto Brookmyre.
Li ho letti quasi tutti. Recentemente mi sono gustato A Snowball in Hell, che è un vero goiello. Anche se bisogna prima leggere gli altri due con protagonista la De Xavia, che sono già stati tradotti.
Quello precedente, The Sacred Art of Stealing, è quasi altrettanto bello. /OT
Inception...eh i film hanno sempre avuto la paglia più corta per me rispetto a fumetti, libri e dischi. Sono sicuro che meriti...ma la triste verità è che è passato e l'ho lasciato andare.
@ Klaupacius: interessante il tuo contributo. Purtroppo però tocca notare come tra il dire e il fare c'è di mezzo un oceano di buone intenzioni sprecate. Nel senso che se quelle indicate da Nolan e DiCaprio sono le premesse artistiche per un film come Inception, beh… il fallimento del film è ancora più evidente di quel che era la mia impressione.
RispondiElimina@ Giovanni Tiso: Sui tuoi appunti al film ho poco da aggiungere. Sono tutti punti deboli, debolissimi, che evidenziano la distanza tra la forza delle premesse e la loro realizzazione pratica.
Io però non mi sono annoiato (ok, la parentesi montana era davvero pesante, sia per la sua banallità che la sua inconsistenza), e alla fine del film sono rimasto comunque soddisfatto dallo spettacolo.
Alla possibile soluzione del problema bimbi non avevo pensato. Però Nolan è inglese, non credo che meriti la critica nazionalista che gli scarichi addosso. Secondo me quella del mancato trasferimento in Francia è un semplice e deprecabile buco (poi sì, certo, si dirà che i bimbi sono costrutti vrtuali e bla bla bla…).
@ Quiller: Certo che più ci ripensi, più il film diventa debole, eh? In effetti ora i mie dubbi si sono trasferiti dalla qualità del film ai motivi per cui, nonostante tutto, Inception mi abbia comunque divertito.
A leggere questa serie di commenti (e ora la recensione di Elvezio) 'sto film sembra sia diventato una vera porcata!
@ Marco: Brookmyre mi ha davvero entusiasmato con Scusate il diturbo. Gli altri romanzi letti, seppur piacevoli, non raggiungono mai quei livelli. Ma prima o poi l'Arte del furto me lo leggo. (Non credo che A Snowball in Hell sia stato tradotto, speriamo bene…)
Non che ci sia niente di male naturalmente, ma Nolan è a tutti gli effetti un regista americano. La famiglia si trasferì a Chicago quando era piccolo, ed è lì che ha studiato cinema e sempre lavorato.
RispondiEliminaVatti a fidare dei dati anagrafici…
RispondiEliminaGrazie per la precisazione Giovanni!
Oltre alla trottola ci sarebbe anche l'anello...
RispondiEliminaQuando Cobb è nel sogno ha una fede di ferro al dito (non può lasciare andare la moglie), quando è nella realtà la fede non c'è.
Alla fine del film Cobb decide di abbandonare la sua ossessione per la moglie. Nell'ultima scena, al dito di Cobb non vediamo nessun anello, ma la cosa è ambigua: Ha accettato la morte della moglie, ma si trova ancora nel sogno oppure è tornato alla realtà? Trottola al nero!
Consideriamo poi una cosa... il tempo nel limbo è meno normalizzato di quello dei livelli superiori: alla fine del film, Mr.Saito, che è sprofondato nel limbo dopo Cobb, ha vissuto soggettivamente un tempo molto più lungo di quello di Cobb. Il tempo, in quel livello sembra espandersi all'infinito. Cobb e la moglie hanno vissuto un'intera vita in pochi minuti.
@Re Ratto: Se anche Mal avesse avuto ragione suicidandosi, non avrebbe mai potuto svegliare il marito: il tempo necessario per svegliarsi e "calciarlo" sarebbe stato estremamente lungo, dell'ordine di qualche decina d'anni... è per questo che DiCaprio decide di impiantare l'idea piuttosto che suicidarsi e svegliarla alla vecchia maniera
L'anello non l'ho proprio notato… mannaggia.
RispondiEliminaGrazie per le info Uriele!
due volte l'ho visto questo maledetto film, e sto aspettando lo script da Amazon (che starà vicino vicino a quello di Memento&Following) ;)
RispondiEliminaOhi Uriele!
RispondiEliminaTu a Nolan ci credi proprio, eh!
Per curiosità, la cosa dei figli non trasferiti in Francia - vedi commento di Giovanni più su - come la spieghi?
Beh, ok, mettiamola così: Tu hai due figli e sei accusato dell'omicidio della moglie (e rischi in ogni paese in cui vai), se ti porti i figli dietro o te li fai portare, rischi anche l'accusa di rapimento (e il nonno quella di complicità). Sei un fuggitivo con gli sbirri alle calcagna e probabilmente l'interpol.
RispondiEliminaQuesto dall'inizio, poi Cobb fa del casino e anche i servizi segreti delle varie multinazionali gli si piazzano alle calcagna.
Detto questo, la sceneggiatura non è esente da buchi che richiedono un po' di sospensione dell'incredulità o ragionamenti un po' arzigogolati per essere razionalizzati (nel limbo come passa il tempo? Come mai Saito è vecchissimo, mentre Cobb è giovane, visto che Cobb è nel limbo da molto più tempo?
Come funziona la storia dell'assenza di gravità fra i vari livelli? Si attenua fra i livelli seguendo la dilatazione temporale, secondo quale regola? )
Ho appena discusso con una persona di The Prestige e ci si stava quasi per azzannare sul vero funzionamento della macchina di Tesla o sul motivo per cui il secondo mago esclude a priori la soluzione più ovvia, quella del sosia che si è tagliato volontariamente il dito. Solitamente Noland tappa le piccole incongruenze trasportando lo spettatore all'interno delle scene, ma non lascia mai buchi logici che impediscano la fruizione dell'opera (Non ti fermi mai a pensare: che cavolata! Non è proprio possibile!)
La mia nanorecensione e' qui:
RispondiEliminahttp://panofski.posterous.com/inception
Il film non e' assolutamente male, e Di Caprio mi pare si stia specializzando in ruoli "psicologici". Bravo anche qui.
Mi e' rimasta pero' una sensazione di "possibile capolavoro incompiuto" che mi spiego solo in parte.
In estremissima sintesi: e' inconcepibile il quarto posto (QUARTO!) di Inception su IMDB, a meno che davvero buona parte dei voti siano "a Nolan".
Giovanni
@ Uriele: Beh… immagino chi i pargoli siano affidati ai nonni, quindi se se li portassero dietro in Francia non commetterebbero alcun reato.
RispondiEliminaCobb poi non mi pare molto preoccupato nei suoi spostamenti francesi, non trovi?
Comunque sì, questi difetti di scrittura non si colgono facilmente durante la visione. Nolan è bravo (e pure molto furbo) a creare un overload sensoriale tale per cui lo spettatore fa già fatica a leggere il primo livello del film. Figuriamoci gli altri.
(anch'io sono rimasto travolto dal film, e tutti i difetti li ho rielaborati successivamente)
@ GiOvAnNi: io non presterei troppa fede alle classifiche di IMDB.
Poi, ti dirò, riguardo la tua recensione, massimo rispetto per PKD ma oh… non è che lui abbia l'esclusiva per ogni idea fantascientifica mai proposta al cinema.
La questione - IMDB mi e' stata fatta notare da gente che frequenta il suo database piu' volte al giorno, e mi pare un esempio di cosa puo' fare il marketing virale su Internet. Ripeto: il film e' buono, ma NON cosi' buono da scavalcare capolavori assoluti in due settimane.
RispondiEliminaLungi da me dare troppo peso alle classifiche, pero' sono certo che molta gente su quelle si basa per andare a vedere un film. E parecchi sono andati -secondo me- per non mancare l'appuntamento col masterpiece.
Su PKD, e' vero, ho esagerato. Ma Nolan con Dick ha esagerato piu' di me, ne sono certo :-)
Giovanni