Quello che segue è un vecchio progetto fotografico già pubblicato su flickr qualche anno fa.
Lo ripropongo qui e ora a causa di una serie di suggestioni sulla memoria, sulle differenze tra i bambini di oggi e quelli di ieri, sui luoghi dell'infanzia, nate dalla lettura di questo post. Il pezzo di Giovanni tocca questi argomenti solo parzialmente, però mi ha fatto ritornare in mente queste vecchie foto e i ricordi che evocano.
(1967-1985)
Casa mia, almeno per la maggior parte dei miei primi 19 anni di vita.
(1969-1972)
L'asilo. Sembra piuttosto tenebroso, ma l'aspetto inganna e nonostante fosse l'asilo delle suore ho degli ottimi ricordi di questo posto.
(1972-1977)
La scuola elementare. Tenuto conto che nel suo seminterrato c'era la biblioteca di quartiere ( quante ore ci ho passato? quante scoperte devo a questo posto?) era praticamente la mia seconda casa.
(1977-1980)
Le medie. Ai tempi era un prefabbricato con licenza di distruzione. Non è cambiato poi molto, anche se ora sembra un posto per bene.
(1973-1981)
Il vicolo. Quanti pomeriggi, quante estati cì abbiamo passato. Era il nostro parco giochi. La nostra palestra.
(1974-1979)
Hic sunt leones. Uno dei segni di confine che caratterizzava la mia infanzia. Oltre questa cappella iniziava il quartiere tedesco. Un altro mondo con tacito divieto d'accesso, sconosciuto e inesplorato (e lo sarebbe rimasto per parecchi anni ancora).
(1975-1986)
La parrocchia. In realtà nella foto c'è solo la scala che portava dal retro della parrocchia al campo di calcio e poi su, fino alla montagna.
Ho fatto qualche foto alla chiesa, ma nessuna mi piaceva quanto questa. Visto che in fondo in quegli anni la chiesa l'ho lasciata, preferisco lasciare la foto della scala. Dopotutto l'ho percorsa molte più volte di quanto abbia attraversato la navata della chiesa, e con molta più soddisfazione.
(1980-1986)
Il campetto della parrocchia. Dopo il vicolo, quel campo da calcio sterrato è stata la nostra naturale destinazione. Da allora questo campo è cambiato tanto da essere praticamente irriconoscibile: ha il fondo sintetico, le tribune, persino gli spogliatoi. Quando ci giocavamo (ore e ore i sabati pomeriggio, le serate d'estate, risultati incredibili: 38-27, 42-12, 35-35 e chi fa gol ha vinto) era sassi e polvere e il rubinetto per l'acqua.
(1981-1986)
La panchina. Per chiudere in bellezza ecco il posto dove cominciavano le nostre serate. Non è proprio la stessa panchina (nel frattempo hanno ristrutturato il parco, e quindi l'originale non c'è più), però è molto vicina a dov'era la nostra. Immagino che la vita di (quasi) tutti i ragazzi italiani sia passata per una panchina simile.
(Per chi volesse saperne di più: avevo già parlato di Bolzano e delle sue particolarità in questi vecchi post: piccola città, bastardo posto, Bolzano/Bozen: apartheid provinciale)
…
Oddio, che flash! L'asilo delle Marcelline! Avevo completamente dimenticato come era fatto, ma ora mi ritorna tutto in mente. Beato te che hai dei bei ricordi, per me starci fu un incubo continuo.
RispondiEliminaMa come?
RispondiEliminaVenivi all'asilo a Oltrisarco???
…e tra l'altro, dovevamo pure essere in classe insieme!!!
Sicuro fosse lo stesso asilo?
Io ho ricordi piuttosto vaghi.
Per dire, mi ricordo la lattuga a pranzo e la marmellata della merenda. Mi ricordo i grembiulini a quadretti e i lavoretti con gli spilli (!!!) in classe.
Mi ricordo che una volta i miei mi dimenticarono all'asilo per un incomprensione con i nonni e della mia permanenza nell'ufficio della superiora, un donnino piccolo piccolo di cui tutti avevamo timore, ma ma che poi non mordeva mica.
Ma per quanto mi sforzi non trovo ricordi negativi di quegli anni all'asilo.
mi ricordo quando hai messo questo set su Flickr.
RispondiEliminami è piaciuto allora, mi piace adesso.
sei e resti il mio idolo.
Lui
No, se è a Oltrisarco non è il mio, ed è un falso riconoscimento. :)
RispondiEliminaEppure lo stile architettonico mi sembra quello...
Il mio asilo delle Marcelline era, credo, in via Principe Eugenio...
Tutti hanno un asilo delle Marcelline nel loro immaginario fanciullesco. Pure su Marte ci sono...
RispondiEliminabel post, belle foto (anche se un po' troppo scurine, o no? :D).
RispondiEliminapoi, certo, alcune partite finivano con "chi fa goal ha vinto". altre, invece, finivano quando vinceva il più grosso (o il più grande) della compagnia
ah, anche io ho fatto l'asilo dalle suore. e anche io mi ricordo cosa ci davano da mangiare (penne al ragù scotte). giusto per :)
RispondiEliminaDavvero le medie Enrico Fermi erano un prefabbricato? Viste così dall'ingresso sembrano un bell'edificio brutalista a suo modo anche pregevole.
RispondiElimina@ Lui: ehi, dovresti passare di qui più spesso, che fai miracoli per la mia autostima! :-)
RispondiElimina…
@ Vanamonde: credo di ricordare l'asilo cui ti riferisci. In effetti ha un aspetto simile a questo (del resto 'sti palazzi austriaci si assomigliano tutti! :-))
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@ il grande marziano: sai che però io non sono mica sicuro che le mie suore fossero delle Marcelline? Purtroppo non ho modo di controllare, che adesso quella scuola materna - che "asilo" è un termine desueto - non è più gestita da un'ordine religioso. Certo che mettersi a distinguere una suora dall'altra è ben difficile, si assomigliano tutte! :-)
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@ some1elsenotme: le foto sono un po' scure, però se le vedi troppo scure probabilmente dipende dalla taratura del tuo monitor.
Nonostante il nostro fosse un quartiere popolare, con una nomea che non gli faceva certo onore, non abbiamo mai avuto il problemi dei più grandi che venivano a rovinarci il divertimento. (Un dubbio… forse i più grandi eravamo noi?).
Il cibo delle suore deve averci avuto qualcosa di particolare dentro, È evidente!
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@ Giovanni: ai tempi della mia frequentazione uno dei divertimenti più stimolanti per gli studenti era scagliarsi contro le pareti che dividevano le classi e - almeno in un caso - farle precipitare dall'altra parte. Giusto per dirti quanto solide erano le Medie Fermi.
Ma da allora sono passati trent'anni, e anche se l'aspetto architettonico è rimasto lo stesso, credo - spero! - che ora siano un pochino più solide.
(Ora che mi ci fai pensare, non so se il temine "prefabbricato" ha ancora la stessa valenza che gli davamo all'epoca. Oggi con quel termine identifico le casette per terremotati o fabbricati simili. mentre all'epoca credo intendessimo un edifico costruito non di mattoni e cemento, ma di moduli "prefabbricati" assemblati in loco.)
Credo che si tratti dell'asilo di Viale Venezia, no? Se è quello delle Marcelline l'ho fatto anche io...mi ricordo una suor Elena...
RispondiEliminaPaolo
Ciao Paolo, e benvenuto da 'ste parti.
RispondiEliminaL'asilo della foto è quello di via Claudia Augusta a Oltrisarco.
Un dubbio però mi rimane. Ma quanti asili c'avevano le Marcelline a Bolzano???
Eravamo circondati dalle suore, e non lo sapevamo.