17 gennaio 2006

Bolzano/Bozen: apartheid provinciale

Originally uploaded by Aelle.

– Da dove vieni?
– Vengo da Bolzano.

– Ma allora parli tedesco...

Questo il ritornello che immancabilmente si ripete. Chiunque sia il mio interlocutore la sequenza è sempre la stessa: vieni da Bolzano?Allora parli tedesco.
Quello che magari cambia è l'intonazione della voce: a volte interrogativa, a volte curiosa, più spesso semplicemente affermativa. Evidentemente in Italia l'idea di Bolzano è questa: terra straniera incidentalmente dentro i patri confini.

Non mi interessa contestare, confermare o dibattere tale opinione. Non mi interessano abbastanza la patria (qualunque patria) e i confini, non mi interessa convincere nessuno al riguardo, non ho né la voglia né la capacità di imbastire un dibattito sull'appartenenza etnica. Francamente son tutte cose per cui provo una certa nausea.

Quello che posso fare è provare a raccontare quello che è stato crescere a Bolzano, le ipotetiche possibilità e le disillusioni della realtà, il potere tranquillizzante del denaro e come la prospettiva possa rendere relativo il concetto di maggioranza.
In breve, parlare dell'apartheid che ha contraddistinto la mia vita come quella di chiunque sia cresciuto nella provincia di Bolzano durante gli anni '70 (non che poi le cose siano cambiate, ma non ne ho più esperienza diretta).

Che poi nella sostanza il discorso non è nemmeno lungo. Da quando nasci a quando vai a scuola, dal quartiere in cui abiti al lavoro che ti scegli, dagli amici che frequenti alla tomba che occuperai, tutto è già definito. Questo suonerà incredibile nel resto d'Italia, ma è perfettamente possibile non parlare una sola parola di tedesco (salvo durante le interrogazioni a scuola) per tutta la propria vita bolzanina.
Ci sono asili, scuole elementari, scuole medie e scuole superiori italiane e asili, scuole elementari, scuole medie e scuole superiori tedesche. Nel raro caso in cui queste siano contigue (vedi la scuola elementare e le medie che ho frequentato) gli orari di ingresso sono diversi. I quartieri sono etnicamente suddivisi, nel punti di contatto ci sono linee di confine invisibili che tutti noi che ci siamo passati conosciamo e riconosciamo. Persino le chiese sono doppie. La stragrande maggioranza dei bar sono etnicamente frequentati, ovviamente le persone che ti trovi a frequentare parlano la tua stessa lingua. Anche il cimitero è diviso tra settori italiani e tedeschi.
Vista da fuori la situazione appare del tutto folle. Da dentro è assurdamente normale.
Poi per fortuna la vita è un po' meno prevedibile delle premesse etniche su cui vorrebbero fondarla, e le cose un po' più complicate, ma la volontà politica di tenerci separati è evidente.

Del resto a Bolzano le cose funzionano decentemente (a volte molto più che decentemente).
Nonostante le apparenze Bozano non è Belfast, in nessun momento si sono vissute situazioni paragonabili a quelle di altre regioni multietniche (abbiamo ancora tutti negli occhi le immagini della ex-yugoslavia, vero?), e anche se negli anni '60 s'è vissuta una breve stagione di terrorismo indipendentista la situazione non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella dei paesi Baschi, tanto per rimanere nella civilissima Europa.

Come mai? Siamo naturalmente pacifici, miti e tolleranti o forse i motivi sono altri?
Come dicevo sopra non ho intenzione di inoltrarmi in analisi sociologiche/culturali/politiche etc etc.
Quello che ho visto e continuo a vedere è che nella ridente provincia bolzanina quella che in teoria dovrebbe essere una minoranza discriminata è in realtà una maggioranza discriminante, che i soldi pacificano molte situazioni spinose, che quando possiedi fisicamente (a volte in maniera legalmente inalienabile) la terra occupata dall'invasore e lo fai pagare pure molto per la sua permanenza non c'è alcun motivo pratico e/o ideale per innalzare barricate (salvo quelle morbide, che umiliano magari lo spirito ma che senz'altro non inducono sofferenze nel circondario).

Ovviamente queste brevi note non esauriscono il discorso, e magari ci tornerò sopra. Per ora mi piacerebbe davvero molto sapere qual è la vostra idea, l'immagine che vi siete fatti della mia terra d'origine. Che siate bolzanini, sudtirolesi o altoatesini, residenti o emigrati, che abitiate in qualsiasi altro luogo del mondo ditemi cosa ne pensate.
E raccontatemi magari com'è vivere a Bolzano ora.

36 commenti:

  1. Bolzano (e con essa tutto il Trentino-Alto Adige) è uno dei pochi angoli d'Italia in cui non ho messo piede... Ho visto però cosa succede nelle comunità che affondano le loro radici nelle immigrazioni albanesi del medioevo. Certo, per loro probabilmente non si porrebbe mai il problema di tornare sotto l'aquila bicipite di Tirana, però a prima vista mi danno un'impressione di migliore integrazione con (e sul e nel) territorio (lucano e calabrese). Sarà anche perché, dopotutto, la terra che è loro da secoli e secoli non è che sia così ricca da poter portare a invidie o rivalità, essendo stati (loro come gli antenati lucani e calabri dei loro conterranei) sempre soggetti a un regime di sfruttamento (latifondi e baronati vari...). In fondo è vero che nella miseria siamo tutti uguali. E fa piacere notare che qualcuno, nonostante i tempi, se lo ricorda ancora...

    Ciao,
    X

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  2. Sono stata a Bolzano tanti anni fa, ero una ragazzina,(avevo 19 anni o giù di lì) in vacanza.
    Mi ricordo che mi era piaciuta tanto, come cittadina, così diversa dalla mia, così...cartolinesca.
    Fino a quando siamo entrati in un negozio.
    Ed i proprietari hanno detto, neanche tanto a bassa voce "ah...italiani di merda". Poi hanno cominciato a parlare tedesco, e a prenderci in giro, come fossimo buzzurri alla scoperta della città.
    Ero una ragazzina molto, molto stronzetta, per cui mi imbufalii come pochi, ed i miei parenti mi portarono fuori dal negozio, perchè non facessi casino.
    Vengo da una città dove il turismo ce l'abbiamo nel DNA, e dove i tedeschi sono quasi parenti.
    Dove "lo straniero" è più amico del vicino di casa.
    Quel comportamento mi è sembrato così...orrendo, forse anche in considerazione del fatto che sono cresciuta in un ambiente dove, appunto, il turista è sacro, non solo perchè porta denaro, ma perchè fa proprio parte della nostra cultura...

    Da quella volta non sono più stata a Bolzano, non per quel fatto, è ovvio.
    Ma "a pelle" mi è rimasta questa antipatia latente.
    Mi dispiace, Iguana.

    Lui

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  3. @ x: conosco solo marginalmente la realtà degli albanesi d'italia e non so quanto sia confrontabile con la situazione sudtirolese. A parte tutte le altre considerazioni storiche c'è un dato fondamentale da tener presente: la provincia di Bolzano è italiana da meno di cent'anni. Tutta la sua storia precedente è legata in generale all'area germanica e nello specifico a quella asburgica. Insomma, se nel tuo esempio sono gli albanesi a essere arrivati (e integrati) in Italia, nel mio caso siamo noi ad aver occupato (con tutte le forzature del caso dell'epoca fascista) un territorio, una cultura che non ci apparteneva.

    @ Lui: sono io che me ne dispiaccio, del resto quello che mi racconti mi è già stato narrato da conoscenti modenesi nei primi tempi della mia permanenza emiliana. Posso solo aggiungere che episodi simili a me (e ai miei conoscenti italiani in zona) non sono mai capitati. Che simili fatti avevano di solito come protagonisti i turisti.

    Ho scritto avevano perché nel frattempo le cose sono drasticamente cambiate.
    Vent'anni fa il turismo nella provincia di Bolzano era soprattutto straniero, e gli italiani veri non erano proprio i benvenuti. Ma da allora le percentuali degli arrivi si sono completamente modificate e ora la stragrande maggioranza dei turisti proviene dall'Italia. I locali si sono ovviamente (soldi soldi soldi!) adattati e ora le impressioni di chi è stato in vacanza da quelle parti sono radicalmente diverse e in genere molto positive.

    Io poi ho la mia personale opinione sui rapporti tra bolzanini e turisti italiani e sui bolzanini in vacanza in Italia. Ma credo sia materia per un altro post. Vedremo in futuro se mi esce qualcosa...

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  4. Di apartheid mi sembra eccessivo parlare...saprai bene che i bolzanini troveranno [e proveranno] mai pace, perlomeno con l'andazzo che si ritrovano ora. Fascismo & co sono argomenti quotidiani dei giovani, la politica li strumentalizza da anni(minimo dal 1985), le famiglie votano massicciamente la destra [sentito parlare di Benussi?] ma mandano spesso i propri figli nelle scuole tedesche. Il bilinguismo funziona se si insegna il tedesco negli istituti scolastici, soprattutto superiori, ma ciò non accade sempre. I sudtirolesi hanno cambiato mentalità, non solo in funzione turistica, ma sono ancora troppo affezionati al partito di raccolta SVP. Razzismo aperto tra "italiani" e "tedeschi"(non mi piace definirli così)è inesistente...insomma a bolzano si può viver e si vive bene, basta non farsi prender psicologicamente dalle "questioni etniche", che si rivelano spesso buffonate o pregiudizi della politica con la p minuscola, troppo influenzata dalle beghe nazionali che qui non dovrebbero esserci. E poi vi sono(anche questo l'avrai notato) differenze sostanziali tra l'italiano di Bolzano e quello di Verona come (paradossalmente) con quello di Laives, Merano, Bressanone. Il disagio, le lamentele ridicole, le polemiche che farrebbero sorridere a Trapani [il nome di una piazza, il mercatino che non piace, il traffico (non c'è!)] si sentono solo a Bolzano perchè essa è nata male, ciò è innegabile. Il complesso verso i tedeschi è da eliminare, ed io combatto per questo non politicamente bensì nei fatti. Ti stupirà sapere che queste poche righe sono scritte da un sedicenne...che la lingua di Goethe la mastica ben poco...che non è di famiglia "tedesca"...che vive a bolzano.

    Tschüss

    VALENTIN[O] LIBERTO

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  5. Ciao Valentin[o], e benvenuto da queste parti.
    Mi fa molto piacere leggerti, avere opinioni bolzanine fresche è un ottima cosa, e ti assicuro che per me che tu abbia 16 anni o 96 non fa alcuna differenza.

    Provo a riprendere la palla che mi lanci partendo dall'apartheid, che io intendo nella sua definizione di sviluppo separato, che è esattamente quello che avviene a BZ. Nel senso che nella realtà locale non c'è alcuna intenzione di integrare le due comunità. Se questo succede (e per fortuna succede!) è solo grazie allo sforzo dei singoli, non certo per le scelte politiche provinciali.
    Ma non mi interessa entrare nella politica locale (che in genere è ben poca cosa), mi interessa di più capire l'aria che tira.

    In quello che dici mi sembra di trovare conferma di un pensiero che si è sempre più rafforzato in questi anni di rapide visite in citttà: mi pare che se da parte della comunità di lingua tedesca ci sia stata una certa evoluzione (ci sono molte più iniziative culturali, si sono aperti locali una volta impensabili, e questi sono frequentati da entrambi i gruppi etnici), da parte italiana le cose sono grosso modo le stesse di quando me ne sono andato vent'anni fa.
    Mi sbaglio?
    O forse il venirsi incontro è reciproco (almeno a livello giovanile)?

    Poi è chiaro, il mio discorso si limita a Bolzano, che probabilmente in provincia le cose continuano ad andare come sono sempre andate...

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  6. Confermo le tue conclusioni e apprezzo la grande sensibilità dimostrata...«Bozner» non sei più, bensì umano e ragionevole.

    Hai ragione, non è solo un problema politico. La politica influenza sino ad un certo punto i bolzanini. Essi hanno una particolare chiusura mentale, che non li apre a nuove prospettive. Sono rimasti indietro. Pensa che i "rapporti umani" degli italici di Bolzano sono congelati sia verso i gruppi linguistici tedesco e ladino, che invece sono in straordinaria evoluzione, sia al proprio interno. Si litiga, non ci si "ama" ,non ci si sente, in definitiva, una comunità. Conosco molti novelli della realtà altoatesina, come insegnanti che da pochi mesi o anni vivono in città. A loro piace la realtà locale, la varietà e la diversità; non hanno paura del dialogo. I meridionali che imparano il tedesco meglio di chiunque altri, che si inseriscono nella società sudtirolese con successo [arrivando addirittura ad amicizie incredibili] non sono pochi.

    Le famiglie ragionano come vent'anni fa o peggio, ma questo SOPRATTUTTO A BOLZANO.
    Nel resto della provincia, al contrario, le divisioni si sono rotte qualche anno fa, con l'Autonomia che ha cominciato a produrre ricchezza. Tedeschi e italiani vivono negli stessi quartieri; a scuola, gli alunni tedeschi e italiani non entrano più separatamente,in orari diversi, ma giocano e parlano insieme. Insomma, il sistema Alto Adige esempio europeo di pacifica convivenza funziona, tranne che a Bolzano città; è nata male, lo ribadisco, urbanisticamente e socialmente.

    Saluti sedicenni :-)

    VALENTIN[O] LIBERTO

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  7. a mio parere cercare di "camviare bruscamente le cose" avrebbe un effetto controproducente. si è trovato un modo di convivere (o meglio, di vivere vicino) che sarà criticabilie, ma c'è, e non è detto che un'altro sia possibile, e tantoeno migliore. In più , lo so per esperienza- chi vive in montagna fra molto lavoro e pochi soldi e tanta vita grama non ha tanta voglia di parlare con chi viene da fuori
    Purtroppo ci sono movimenti che si danno da fare per creare probblemi e violenza, questo è il primo problema, almeno secondo me!

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  8. Grazie per il tuo (anonimo) contributo.
    Sottolineo solo che "chi vive in montagna fra molto lavoro e pochi soldi e tanta vita grama…" non è più lo standard per la maggior parte dei montanari sudtirolesi, che ormai si son tutti riconvertiti (chi volentieri, chi meno…) a operatori turistici!

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  9. Ciao...Iguana..?? Capitai per caso nel tuo blog, cercando informazione sul mio futuro.
    Un'argentina di 27 anni da due anni residente (per forza, ho trovato l'amore) in prov. di Bari, posto inadeguato per la crescita personale, economica, umana...non puo che trovare ingiustificata la scelta di lasciare la terra madre per un posto del genere.
    Augurandomi un cambio radicale, incuriosita da quelle zone del Trentino, è che ti ho letto, ma la tua ambiguità nel confronto di Bolzano mi lascia dubbiosa... (benvenuta). Continuerò a tentar di capire, tra tanti contrasti (mai tutto sarà perfetto, mai la gente sarà omogenea nel giudizio su di una città) se resteremo in Italia, dove sarà. Mi auguro in un posto migliore che giustifichi tanta malinconia.
    Se non si è capito sono musicista.
    Interessantissimo blog.

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  10. Ciao solediva!
    Eh! Avere la risposta giusta…
    Io a Bolzano ci sono cresciuto, ma è anche vero che appena ho potuto me ne sono andato.
    Ora soffro di nostalgia (chi cresce in un posto ci rimane per forza legato), ma l'unica cosa che davvero mi manca dell'Alto Adige sono le montagne, con tutto ciò che rappresentano.
    Non so dirti se trasferirti da quelle parti possa essere una buona cosa. Trentino e Alto Adige sono pur sempre periferia (culturale oltre che geografica), e come tutte le periferie sono piuttosto chiuse alla novità, allo straniero.
    Se è probabilmente vero che rispetto al sud le opportunità sono maggiori, tieni presente che molto spesso queste opportunità sono riservate ai locali. Però non si sa mai, provate a farci un giro, a toccare con mano l'atmosfera che si respira (che è abbastanza diversa tra Trento e Bolzano, per non parlare delle rispettive province), poi magari mi fai sapere.

    Buona fortuna!

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  11. Iguana (mi fa senso chiamarti iguana )mi incuriosisce la differenza che noti tra trento e bolzano. Da dire pero, che per chi vive da straniero ovunque, da lo stesso, e come ben dici meglio stare male tra le montagne... (e non tra i blocchi di cemento). Anche qui sono, e saro straniera=non meritevole.
    Per la cronaca mi sto diplomando in musicoterapia, magari se ci sono aprecchi malatti avrò da fare ;)

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  12. Oh beh… se Iguana ti fa senso, puoi sempre chiamarmi giorgio :-)

    Riguardo alle differenze tra Trento e Bolzano si fa in fretta. Trento è la classica cittadina provinciale del nord-italia. Bolzano è la classica cittadina provinciale sudtirolese :-)

    (ok, visto che sei argentina, e non puoi conoscere la realtà locale: Bolzano è storicamente - e culturalmente - una città austriaca che solo dal 1918 è diventata italiana. Ha subito la sua buona dosa di pulizia etnica - versione ventennio fascista - per poi lentamente adattarsi al suo nuovo status di città mista. Io ci sono nato e cresciuto, con tutte le conseguenza del caso.)

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  13. capito adesso su questa pagina, interessante il dialogo che era nato. peccato si sia interrotto.
    se c'è qualcuno, lo riprenderei volentieri!

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  14. Ciao anonimo commentatore,
    se ti interessa dialogare su Bolzano e dintorni, beh… io son sempre qua.

    Posso chiederti come sei capitato su questa pagina?
    Sei altoatesino/sudtirolese o sei incuriosito dalla realtà locale?

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  15. Ciao! Io trovo interessante quello che hai scritto su Bolzano. Però devo dire che le cose stanno cambiando anche abbastanza velocemente. Io sono di madrelingua italiana, ma la mia famiglia abita in Alto Adige dal 1700 e prima era del Welschtirol (trentina). Io ho moltissimi amici di madrelingua tedesca pur parlando poco (purtroppo) il tedesco. Non ho quasi mai sentito nei miei confronti alcuno sgarbo o altro solo perché italiano. Io a dire la verità non sono di Bolzano ma di s.Giacomo ( paese a 1 metro a sud di BZ ma già nel comune di Laives)L'unica volta credo che mi sono sentito diverso è stato quando andavo alle medie: per arrivarci dovevo prendere un bus scolastico che passava nella nostra frazione per raggiungere la scuola a Laives, Stavo per montare assieme ad altri bambini italiani e tedeschi, quando l'autista ci chiede che scuola facevamo, noi (italiani) rispondemmo le medie F.Filzi ovvero le medie italiane di Laives. Lui ci rispose che non potevamo salire perché il servizio era solo per i tedeschi e che noi dovevamo prendere il bus di linea e pagare il biglietto, Noi rimanemmo basiti e non capivamo il perché, scendemmo e una signora che aveva assistito alla scena ci disse perché non parlavamo la lingua giusta. Ora sono appena uscito dalle superiori e il mio sogno sarebbe quello di entrare in forestale, è praticamente impossibile per un italiano entrare perché ci sono pochissimi posti per il nostro gruppo linguistico. Ma provare non costa nulla quindi....

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    1. Ciao anonimo commentatore.
      Nemmeno io quando vivevo a Bolzano (a Oltrisarco, che è proprio lì, attaccato a San Giacomo ;-)) ho mai vissuto torti/sgarbi/discriminazioni. Ma credo dipenda molto dalla conoscenza del territorio, e quindi degli usi e costumi locali.

      Sul fatto che negli ultimi tempi le cose siano cambiate, è vero. Io ogni tanto torno su (anche se non spesso quanto mi piacerebbe) e rispetto agli anni della mia adolescenza le cose sono parecchio diverse, e molte sono decisamente migliorate.
      Buona fortuna per i tuoi progetti!

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  16. Hai ragione, io aggiungerei che la pace che si respira è anche dovuta al benessere economico che godono tutti indistintamente, la crisi si sente appena e da solo un paio di mesi. Se le cose dovessero peggiorare, anche la convivenza sarebbe a rischio te lo assicuro. Grazie per gli auguri! ciao

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  17. Mi rattristisce leggere questi commenti che a volte riducono il malessere della divisione etnica solo a livello politico.sembrano opinioni tipiche delle persone che parlano solo una lingua precisa,in fattispecie l italiano.io parlo emtrambe,l italiano ed il tedesco,ho vissuto molti anni in germania,francia, austria ed italia.sono italiano a tutti gli effetti.pero parlo sei lingue sia scritte che orali.e credetemi,la divisione c' e' e ci sara' sempre,e piu' si fa critica la situazione politico- attuale,piu' ci sara' uno scontento ed una voglia di scissione dall italia da parte deglivaltoatesini.e questa mania di superiorita' si puo' notare ovunque,rispecchiando una ignoranza di fondo che nessun benessere economico,dovuto cmq alla posizione strategica del paese,potra' mai essere evitata.dopo molti anni passati all estero,posso dire che il vecchio detto che l ignoranza e' la rovina dei popoli,qui si puo' assaporare.ma ilmgiorno che anche il turismo andra' in crisi,vedremo il ritorno dell umilta' in questa terra di nessuno

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    1. Non essere triste, anonimo commentatore.
      Sei di troppo superiore (accidenti, parli SEI lingue - sia scritte che orali!!!) per preoccuparti sul serio del destino dei tuoi poveri compaesani. Guarda e passa e aspetta l'umiltà di ritorno, non sia mai possa far bene a tutti.

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  18. Penso sia pure utopia.Cmq spero le cose migliorino con le prossime generazioni,le quali cresceranno nell era di internet che puo' aprire nuovi orizzonti oltre l' opprimente chiusura di queste montagne.
    Ho specificato la mia conoscenza di altre lingue,in quanto dopo cinque anni che vivo qui,posso asserire che il razzismo lo si vive quotidianamente,anche nei piu' semplici diritti da cittadino.
    Eesendo uno dei pochi italiani(vengo da Venezia)che parlano il tedesco,sono stato testimone parecchie volte di dialoghi tra sudtirolesi molto offensivi verso la mia patria,e ripeto MIA in quanto nn certamente degli alto atesini.E voglio ricordare che circa due anni fa,ci fu una denuncia alla regione da parte della commissione europea,in quanto sia nelle agenzie immobiliari come pure negli annunci economici locali,le abitazioni venivano affittate quasi esclusivamente ai cittadini sudtirolesi di madrelingua tedesca,come pure la maggior parte delle offerte lavorative,ed il tutto veniva specificato nelle inserzioni dei giornali.
    Dopo un periodo di correttezza,ora e' tornato tutto come prima.E la mia conoscenza della lingua locale,come la mia innata curiosita' mi hanno fatto stringere conoscenze con gente del posto fin dall' inizio,con la conseguente puntuale delusione.
    Mai, in nessun altro paese dove sia stato,ho vissuto cose del genere,in Germania devo dire che mi son trovato benissimo.Eper quelle persone che pensano che qui siano tedeschi,vi dico che sbagliate,il tirolese e' un popolo a parte,ben lontano dalla mentalita' germanica o austriaca,questo e' il vero problema,nn aver nessun sentimento di appartenenza europea o di qualsivoglia,che porta questa popolazione a guardare sempre in modo negativo dall alto in basso chiunque nn appartenga al loro territorio.
    Eh si cari sudtirolesi,prima o poi il vostro piedistallo di mele crollera',la storia insegna.....

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    1. Prima di parlare di razzismo dovresti rileggere quel che scrivi, fare un bel respiro, magari pure una passeggiata, poi tornare, e cancellare il tuo commento.
      Non mi vengono in mente risposte più sensate per risparmiarti il ridicolo.

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  19. Tu sei sicuro quindi uno di quegli italiani nati e cresciuti in sudtirolo che non hanno mai neanche imparato il tedesco,sinonimo cmq di ignoranza e poco cervello.scusa la sincerita',e vai tu a farti un giro,che di ridicoli ci sono solo i tuoi commenti che riflettono solamente una vita passata qui senza averne capito nulla.e nn dare consigli ad altra gente,ti prego,che magari qualcuno poi ti crede pure.

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  20. e informati per favore,che sputare false informazioni e' mostruoso....ciao

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    1. Sorrido e passo. I commenti li lascio a imperitura memoria. :-)

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  21. Sto leggendo L'Italiana di Joseph Zoderer, lo conosci?

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    1. Conosco Zoderer di fama, ma non l'ho mai letto. Sarà che negli anni '80 non vedevo l'ora di andarmene, ma i suoi romanzi non mi hanno mai chiamato.
      Com'è L'italiana? Vale la pena recuperarlo?

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    2. A me è piaciuto molto (è anche breve), ma tu dici che di solito i tedeschi li trovi pesi...scommetto che non hai ancora letto Marlen Haushofer. Comunque penso lo troveresti interessante.

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    3. "tu dici che di solito i tedeschi li trovi pesi"

      nego assolutamente aver mai detto una cosa simile (almeno credo… :-))

      Dopotutto Böll è e rimane uno dei miei autori preferiti, Schmidt, letto l'anno scorso, m'è piaciuto assai, e pure Eschbach non era poi così male (e sono solo i primi che mi vengono in mente…).
      Però è vero, la Haushofer la devo ancora affrontare.

      Zoderer è uno dei pochi autori con cui condividerei la terra sotto i piedi. Forse è davvero venuto il momento di dargli una letta.

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    4. Avevi citato Thomas Mann come esempio di tedesco noioso. T''ho guardato male attraverso le schermo, sappilo. So di Opinioni di un Clown, ma hai letto altro? L'anno scorso l'ho riletto in tedesco (l'avevo letto in italiano da ggiovane) era meglio di quanto ricordavo, poi sono passato a Gruppenbild mit Dame ma mi annoiava e l'ho messo da parte.
      Hai intenzione di leggere altro di Schmidt?

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    5. Thomas Mann non è peso perché è tedesco. È peso perché è Thomas Mann :-)

      Oltre ai due titoli che citi, di Böll lessi a suo tempo Viandante, se giungi a Spa..., Biliardo alle nove e mezzo, il diario d'Irlanda.
      Ma son letture di gioventù e a parte l'ottimo ricordo non ho memoria di dettagli. trame o personaggi.
      L'unico che ho riletto è Opinioni di un clown ritrovando tutte le emozioni e il gusto della prima volta. (In effetti non sarebbe male riprovare a leggere Böll, chissà che effetto mi farebbe, a tanti anni di distanza.)
      Per quanto riguarda Schmidt, non so , da un lato mi incuriosisce, dall'altro mi spaventa. Vedremo…

      Nel frattempo mi è arrivato Zoderer, 'mo vediamo quanto tempo ci vorrà prima di leggerlo.

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    6. Nel frattempo mi è arrivato Zoderer, 'mo vediamo quanto tempo ci vorrà prima di leggerlo.

      Mi sento Peter Parker. Grandi poteri, grandi responsabilità ;)

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  22. Eppoi, se per te la Montagna Incantata, non è romanzo leggero e comico, non ho parole ;)

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    1. Eh! La montagna ioncantata mica lo conosco.
      Dopotutto la mia esperienza con Thomas Mann si ferma agli anni della scuola, che non so se ci fecero leggere un pezzo dei Buddenbrook o di Morte a Venezia, fatto sta che dopo quell'esperienza c'ho messo una pietra sopra.
      Che poi mi pare che il ritratto che ne da Mari in Tutto il ferro della torre Eiffel confermi in qualche emodo il mio giudizio (detto giusto per bullarmi con qualche grande nome :-)).

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    2. Eh, che Mann nella vita privata fosse un gran bastardo non è un segreto per nessuno...ciò non toglie...
      ma continuando coi tedeschi, dopo quel libro di Mari non ti viene la curiosità di leggere i Passages di Walter Benjamin? ;))

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    3. No.

      (per quell'altra faccenda che riguarda una poco conosciuta - qui da noi - autrice spagnola, ti sei guadagnato due mesi di tregua. Ma non rilassarti troppo, che a fine giugno torno alla carica.)

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