Ora che la tempesta pare passata voglio provare a capire cosa è successo su flickr in questi giorni.
In breve: la settimana scorsa vengono annunciate le localizzazioni in sette lingue del sito di flickr. Contestualmente a tale implementazione gli utenti registrati in quattro distinte nazioni si trovano improvvisamente impedito l'accesso a tutte le immagini non considerate sicure. (piccola precisazione: tutte le immagini su flickr vengono categorizzate per il loro contenuto in safe, moderate, restricted, non sto qui a spiegare i metodi parecchio discutibili per assegnare le immagini in queste categorie).
Questa ha fatto giustamente imbestialire gli utenti interessati, soprattutto quelli tedeschi non avezzi a tali forme di censura, che dall'oggi al domani si sono visti limitare univocamente la loro esperienza flickriana.
Da qui è partita una campagna massiccia di protesta. E visto la latitanza dello staff flickriano la cosa ha preso dimensioni piuttosto estese.
Alla fine la risposta da flickr è arrivata, attribuendo le responsabilità di tale censura alla legislazione tedesca particolarmente rigida riguardo l'accesso di minorenni a contenuti _maturi_ (diciamo così, che non saprei come meglio definirli).
È stato fatto notare come fossero decine i siti tedeschi che permettevano la fruizione di tali materiali senza incorrere in sanzioni, l'unica precauzione adottata è il controllo dell'età al momento dell'accesso al sito.
Dopo qualche altro migliaio di messaggi più o meno attinenti al problema è arrivata la soluzione di compromesso: gli utenti tedeschi potranno scegliere di accedere alle immagini safe o al massimo alle immagini moderate. Le immagini restricted sono "per ora" (in attesa di qualche innovazione tecnica ad hoc, parola di flickr) riservate alla visione privata.
Fin qui la cronaca.
Quello che però più mi ha sorpreso è stata la controcampagna innestata da alcun utenti che si son detti irritati dalla protesta anti-censura in corso.
I toni erano i più svariati, dal "cosa protesti se non sai nemmeno di cosa si sta parlando", al "flickr è un'azienda privata, può piacere o meno, ma non ha alcun dovere verso i suoi clienti", al "ti pare che sia un buon motivo protestare per l'impossibilità di vedere qualche tetta quando in giro ci sono intere nazioni che sono messe molto peggio" etc etc etc…
Il tutto accompagnato dal cattivo sapore del moralismo della domenica, quello per cui basta che qualcuno provi a fare qualcosa che subito un altro gli da addosso, quasi a scaricare in questo modo la coscienza e/o i nervi e/o le proprie personali idiosincrasie.
(sono stati davvero in pochi quelli che mi hanno colpito per le motivazioni addotte alle loro critiche, questi li ringrazio perché m'han dato comunque da riflettere)
Visto che ho aderito alla protesta provo qui di seguito a spiegare i miei motivi, copincollando da qualche intervento fatto in rete (detto per chi magari vi ritrovasse cose già lette).
- Personalmente sono enormemente debitore verso flickr per la mia crescita fotografica e umana di questi ultimi due anni e mezzo. Questo non significa subire passivamente ogni decisione cali dall'alto, ma sentirsi parte di una comunità viva e dinamica in grado, se serve, di far sentire la propria voce.
Una manifestazione massiccia di dissenso come questa ha molte possibilità di successo proprio perché colpisce il punto debole della corporation: la sua necessità di badare principalmente (unicamente?) al profitto.
Per aziende come Flickr il profitto si basa fondamentalmente sulla reputazione che sono in grado di creare intorno ai propri servizi. E se una buona reputazione ci mette un sacco di tempo a formarsi è invece capace di crollare in un attimo per una qualsiasi cazzata l'azienda non sia in grado di controllare.
A tal proposito questo caso (flickr vs utenti tedeschi incazzati) diventerà a mio avviso un esempio da manuale.
- La protesta non è inutile. Se vi ho aderito è per il semplice motivo che mi pare ci siano delle concrete possibilità di soluzione. (mentre protestare contro il governo cinese, o contro l'FBI non credo avrebbe le stesse possibilità di riuscita). Oltretutto questa è una cosa tangibile, la germania non è la cina, è un paese nel quale possiamo tranquillamente riconoscerci.
Inoltre alla questione "censura" va sommata la gestione del problema da parte di flickr/yahoo e la mancanza di rispetto nei confronti dei suoi utenti.
Tutto ciò oltre all'ovvio dibattito sulla natura profondamente repressiva di ogni forma di censura.
- Il fatto che ci sia sempre una causa migliore/più importante/più soddisfacente per cui battersi è la scusa più vecchia del mondo per non fare un cazzo.
Spero di aver riassunto correttamente l'andamento della questione. Cosa succederà ora? Non lo so, per quanto mi riguarda il futuro non è ancora stato scritto (thanks Joe!).
…
Ciao Iggy.
RispondiEliminaNei giorni scorsi ho subito un'esperienza molto simile.
Ho esordito sul blog Macchianera protestando contro un'iniziativa che, al di là dell'obiettivo dichiarato della lotta contro la pedofilia, in pratica finiva per mettere in piedi una forma di censua non controllata.
Anch'io, oltre a subire una gran quantità di attacchi che accuratamente evitavano di affrontare la questione da me posta, sono rimasto particolarmente stupito da quello di un'altra blasonata blogger, la quale mi accusava di essermi montato la testa e di curarmi solo del mio piccolo mondo virtuale a scapito di questioni ben più importanti. Che si può rispondere a persone che ragionano così vistosamente al contrario? Abbiamo davvero perso tantissimo terreno se, quando si pongono questioni di libertà e di principio, ormai la reazione standard non è neppure il disinteresse, ma il fastidio per il disturbatore...
Ho letto il tuo intervento, e come spesso mi accade non potrei trovarmi più d'accordo con te.
RispondiEliminaPer il resto chettidevodire?
Il mondo ormai è completamente fuori controllo, non nutro molte speranze. L'unica cosa che resta è la coscienza di aver fatto la cosa giusta, che se devo aspettare un riscontro dall'esterno posso stare fresco.
Teniamo botta, adda passa' a nuttata …