Kowalski era il protagonista di Vanishing Point (Punto Zero in italiano) che è probabilmente il miglior film automobilistico io abbia mai visto. Punto Zero è una micidiale pellicola del 1971 in cui due automobili e i rispettivi piloti si affrontano in una sfida mozzafiato per le strade del west. Come moltissime altre opere del periodo è impregnato di una forte componente politica, e come altrettanti film del genere è un film votato all'autodistruzione.
Ma perché parlarne qui e ora?
Perché ieri ho visto Death Proof (A prova di morte), l'ultima fatica di Quentin Tarantino, e il nome di Kowalski e la sua automobile sono citati, evocati e utilizzati fino al midollo (o all'ultima saldatura del telaio della sua Dodge, per essere corretti). Già questa è una gran cosa, che era un pezzo che non ripensavo a quel film, e assaporarne il ricordo è stata una bella sensazione, ma ovviamente Tarantino non è regista da operazioni nostalgiche. Anzi. Tarantino ce la mette tutta per farci sentire cos'era il cinema di una volta, per farci vedere come si possono recuperare e restituire le emozioni brutali di quel tipo di film a questo nuovo secolo, per farci toccare con mano il suo amore per il Cinema.
Perché ormai oggi Tarantino è il Cinema. Almeno quel tipo di cinema che ormai non esiste più, quello che per due ore godi come un riccio per il semplice e diretto trasferimento di emozioni dallo schermo alla tua poltroncina. Il tipo di cinema che non va alla ricerca di significati nascosti, di facili ammiccamenti, di allineamenti modaioli.
Quello che ti spara dritto in faccia tutta la sua capacità di sorprenderti, di orrificarti, di divertirti.
Che poi è vero: Tarantino ricicla i clichè dei b-movie di tutto il mondo. Ma la sua capacità cinematografica è tale che riesce a distillare, anzi a sublimare, tutti quei temi triti e ritriti (donne e motori e sesso e violenza e morte e vendetta e donne e motori) per creare qualcosa di radicalmente nuovo, almeno per questi anni. Opere che raggiungono l'astrazione formale, che ormai volano al di fuori di qualsiasi confine terreno per innalzarsi ben al di là dello splatter e del road-movie da cui provengono per diventare cinema assoluto. Film che non lasciano dubbi o domande o chissà quali meditazioni interiori, film il cui Messaggio è il film stesso, film talmente immersi nel mondo del cinema da non necessitare più di alcuna realtà esterna.
Film che sfidano lo spettatore critico, che lo obbligano a confrontarsi con tutto il cinema visto fino a quel momento. Che operano una scissione netta nel pubblico: da una parte chi ama il cinema, dall'altra chi va a vedere i film.
Per tutti questi motivi non c'è molto da dire su Death Proof, bisogna vederlo.
Al limite posso segnalare che era dai tempi di Jena Plissken che Kurt Russell non era così figo. Che vedere all'opera Zoe Bell è davvero da brividi. Che varrebbe la pena vedere i film anche solo per i dialoghi che lo caratterizzano.
Insomma andate a vederlo, poi mi saprete dire.
…
Kowalski esiste (altri personaggi, ovviamente) anceh in altri film e serie di telefilm... :)
RispondiEliminaKowalski l'ho sentito citato da Paolo Rossi e dai Gang (anche se non ho mai capito a chi si riferissero), ma non sapevo niente di omonimi cinetelevisivi…
RispondiEliminaMi illumini?
Ho appena visto "a prova di morte", e sono daccordo con te su due cose: si vede l'amore di Tarantino per il cinema, e la sua capacità di incollarti alla sedia. Non sono daccordo però con quello che dici sui dialoghi; io sinceramente non riesco a capire a chi si ispira quando ricostruisce dialoghi "drogando" in quel modo le argomentazioni. Forse sono superato ma non mi pare che riproducano la realtà dei dialoghi dei giovani attuale, nemmeno degli americani, ma ammetto che potrei anche sbagliarmi. Ma forse Tarantino non cerca il "verismo". Mi puoi aiutare a capire il senso di quei dialoghi assurdi? L'altra cosa che non capisco di Tarantino, è che pur essendo evidente la sua capacità di fare cinema, per quale motivo in tutti i suoi film deve mettere tonellate di violenza gratuita, con un utilizzo così forte del macabro. Non ne faccio un discorso di gusto o di morale, ma con le sue capacità potrebbe fare del grande cinema, sperimentando anche cose nuove. Mi piacerebbe avere il tuo parere.
RispondiEliminaCiao
Claudio
Ciao Claudio: son contento ti sia piaciuto (ti è piaciuto, vero???)
RispondiEliminaSui dialoghi: se cerchi in rete vedrai che A prova di morte le critiche più feroci le ha ricevuto proprio per i dialoghi di cui è infarcito.
Ciò non toglie che per me i dialoghi di tarantino siano capolavori di ritmo e contenuto, non vanno a cercare di riprodurre la realtà dei gggiovani (ma da dove le tiri fuori 'ste cose? :-)) sono semplicemente brillanti e meravigliosi.
E soprattutto sono veri! Nel senso che ce li vedi proprio i suoi personaggi a fare le chiacchiere che fanno, non appaiono in alcun modo artificiosi, forzati o fuori luogo.
La violenza: il cinema di Tarantino è sempre stato violento. Ma come per i dialoghi non m'è mai parso che la violenza fosse artificiosa o mistificatoria. Semplicemente il mondo di Tarantino È violento. La violenza c'è e non si può prescinderne.
Del resto non mi pare che lui ne faccia un uso puramente estetico. La sua violenza non è mai bella: quando irrompe sullo schermo fa male. Come dovrebbe essere ogni volta che la violenza viene rappresentata, almeno nei film che hanno pretesa di realismo.
Insomma, se non ne accetti la rappresentazione della violenza, lascia perdere i film di Tarantino.
Se ti devo rispondere sinceramente, non mi è piaciuto tanto, anche se sulla genialità e la forza di tarantino non si può discutere. Il fatto che le recensioni ufficili non abbiano apprezzato i dialoghi del film, me li fa quasi piacere di più in quanto quando leggo le recensioni di cinema mi viene sonno.
RispondiEliminaMa cosa intendi quando dici che i dialoghi sono perfetti così come sono; ti riferisci forse ad un aspetto puramete estetico? Come fai a dire che i personaggio sono veri?! Sarà anche vero quello che dici che Tarantino o lo accetti con la violenza, o lascialo perdere, ma continuo a pensare che un talento come lui potrebbe fare ben altro, se avesse il coraggio di rinnovarsi e sperimentare qualcosa di radicalmente diverso. Mi sembra che un regista come lui possa prendere qualunque storia e dargli un ritmo ed un'originalità attualmente inesistenti nella quasi totalita delle sceneggiature attuali. Tu te lo immagini un film di tarantino banale? Io no.
Un saluto
Claudio
Forse non ho capito, ma mi stai dicendo che a te i personaggi di Tarantino sembrano fasulli? artificiosi?
RispondiElimina…e perché poi?
A me appaiono credibili e veri. Certo, sono calati in un contesto eccessivo, ma questo è il bello del cinema.
I dialoghi contribuiscono a dare spessore ai personaggi. Sono anzi lo strumento principale per narrarne storia e attitudini.
Poi davvero non capisco cosa vorresti che Tarantino facesse. È già ora un caso unico nel panorama cinematografico, perché dovrebbe omologarsi? Fare film diversi da quelli che fa?
A leggerti mi dai l'impressione che per te in fondo i suoi siano filmetti, roba dozzinale, che se si impegnasse davvero chissà cosa potrebbe produrre.
Non potrei pensarla in maniera più diversa. I suoi sono tra i pochi film in giro ad essere vero Cinema. Gli unici o quasi tra i film commerciali in cui si tentano approcci diversi al mezzo cinematografico.
Tarantino è uno dei pochi registi che non si limitano a citare il passato, ma che riconoscendo i debiti di riconoscenza che con l'ha preceduto prosegue per una strada totalmente personale.
Cosa vorresti di più?
due macchine che gareggiano in punto zero???
RispondiEliminaio lo guarderei se fossi in te
Ciao anonimo visitatore.
RispondiEliminaCerto che in Punto zero ci sono due macchine che gareggiano: a un certo punto del film il buon Kowalski a bordo della sua Dodge Challenger si ritrova ad essere sfidato da una Jaguar E-Type.
L'esito della gara contempla il volo da un ponte. Indovina di chi?
Forse dovresti dare al film un'altra occhiata!
guarda è vero la corsa tra le 2 auto c'è, il film però non è incentrato sulla gara tra le 2 auto ma piuttosto sulla corsa contro il tempo e contro le forze dell'ordine dalla dodge guidata da kowalsky. infatti la gara tra le 2 auto occupa forse 10 minuti di film.
RispondiEliminaÈ vero che in Punto Zero c'è ben altro oltre all'inseguimento citato. Io mi sono focalizzato su quello perché è quella la porzione di film che ho rivisto nel film di Tarantino.
RispondiEliminaok da come hai scritto si capiva che il film trattasse solo di quello.
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