AA.VV. - Robot 55
Sono rimasto un po' indietro con la lettura di Robot. Il numero 55 risale ormai a un paio d'anni fa (nel frattempo siamo arrivati al 59, se non sbaglio) ma pian pianino conto di rimettermi in pari (datemi delle giornate di 36 ore, per favore!).
La gemma di questo numero è (ovviamente!) il racconto di Ted Chiang: Il mercante e il portale dell’alchimista è un brillante esempio di come i più classici temi della fantascienza possono ancora offrire ottime opportunità per storie straordinarie. In questo caso si parla di viaggi nel tempo all'epoca dell'Arabia affascinante delle Mille e un notte, per un racconto che si distingue per la meravigliosa cura dei dettagli e un meccanismo narrativo a orologeria.
Dopo un simile esempio è difficile proporre altra fantascienza allo stesso livello. In effetti nessuno degli altri racconti che arricchiscono questo Robot è all'altezza di quello di Chiang. Tra quelli da ricordare vanno citati almeno L'ospite di Giampietro Stocco, che nonostante qualche furbizia di troppo è un pregevole racconto ambientato in una Terra futura in bilico tra tribalismi e post-umanesimo, e Chi ha paura di Wolf 359? di Ken MacLeod, che si muove agile e veloce sui terreni classici dell'avventura spaziale, tra colonie perdute e minacce cosmiche.
Jostein Gaarder - C'è nessuno?
C'è nessuno? è una piccola storia per fanciulli che ho letto dietro richiesta di mio figlio. Nonostante il sapore fantascientifico - c'è un bimbo alieno che piomba inaspettato sulla Terra - questa storia vira troppo sul pedagogico andante per essere davvero divertente. Certo, si pone l'attenzione sulla curiosità e sulla capacità di porre le giuste domande, ma con un sapore da predicozzo che non mi è mica piaciuto tanto. Jacopo comunque lo ha apprezzato, anche se non ha saputo spiegarmi bene perché.
Stephen King - La sfera del buio
Quarto capitolo della storia di Roland e compagni alla ricerca della Torre Nera. Senza dubbio la cosa migliore del romanzo è l'ambientazione western condita di soprannaturale, insieme alla consueta ottima gestione di personaggi e avvenimenti da parte di Stephen King. La fine dell'infanzia di Roland, la sua tormentata storia d'amore, il rapporto con gli amici e il peso della responsabilità sono resi ottimamente, e il romanzo si rivela appassionante fino alla sua conclusione.
L'unico aspetto che continua a non convincermi mano a mano che proseguo nella lettura della saga è l'inconsueta trasparenza dei meccanismi narrativi che fanno procedere la storia. Come se dietro le gesta dei protagonisti e la messe di avvenimenti che si susseguono ne La sfera del buio, come del resto nel precedente Terre desolate, si avvertissero la meccanicità di certe azioni/reazioni e lo schema e il progetto della saga. Tanto che, nonostante il tiro e le indubbie emozioni, mi è rimasta la fastidiosa sensazione che il laboratorio creativo dell'autore non fosse sufficientemente mimetizzato tra le pagine del romanzo.
Andrea Camilleri - Le ali della sfinge
Ah, Montalbano… Non l'ho mai letto con dedizione e costanza, tanto meno badando alla sequenza dei romanzi o ai cambiamenti delle vite dei vari personaggi. Però ogni volta che mi capita di leggere uno di questi romanzi di Camilleri è come ritrovare un vecchio amico e, soprattutto, la stessa Sicilia che ricordo da un paio di viaggi da quelle parti (quanto tempo è passato…).
Sulla storia c'è poco da dire, la trama gialla m'è parsa più forte e vera dell'ultima che ho letto, ma altrettanto spalmata su un romanzo che vorrebbe dire altro e di più di quello che appare a prima vista. La Sicilia appunto, e la durezza e la meraviglia del vivere da quelle parti.
Primo Levi - Il sistema periodico
"… "Il sistema periodico" vuole essere in primo luogo polemico verso una cultura accademica e umanistica che esclude la possibilità di interpretare la scienza, la materia, l'esperienza concreta in termini poetici." (Primo Levi, estratto da un 'intervista su Rosalucsemblog)
Mi ero ripromesso già da tempo di leggere di racconti di Primo Levi. Me ne avevano parlato bene in tanti, ma per un motivo o per l'altro continuavo a rimandare. Il problema probabilmente stava nell'identificare Primo Levi con l'esperienza del Lager, nel non riuscire a vederlo come persona piena, completa, con una vita che andasse oltre quell'anno trascorso ad Auschwitz. In breve, nel non voler trasformare il simbolo in persona, il testimone in semplice scrittore.
Ora che ho letto Il sistema periodico posso dire che Primo Levi era un ottimo autore, capace di coniugare mirabilmente l'esperienza con la scrittura, la biografia con l'invenzione, mantenendo ben salda la barra della concretezza, legandosi ben saldo alla terra (che vuol dire chimica e lavoro e chiarezza d'espressione e d'intenti) piuttosto che agli spazi eterei dell'arte e dello spirito tanto cari alla massa imbelle degli scrittori nostrani. Doveva essere una persona interessante Primo Levi, ed è una fortuna poterlo ri-conoscere attraverso i suoi libri.
…
Robot è una delle poche luci nella fantascienza nostrana.Racconti ben scelti con una selezione di racconti anglosassoni ed italiani,un curatore appassionato e collaboratori competenti.Certo leggendo i primi numeri(sopratutto gli articoli) si provava la sensazione di essere rimasti negli anni 70 quasi come se Curtoni e gli altri ci dicessero riprendiamo proprio da dove ci eravamo lasciati...
RispondiEliminaUn raro esempio di coerenza.
Nick
Questa nuova incarnazione di Robot è una gran bella realtà. Tra le varie cose positive io ho particolarmente apprezzato il cambiamento fatto nel corso degli anni: da rivista (quasi) nostalgica a vetrina di quanto di meglio può offrire la fantascienza mondiale. Dal mio parzialissimo punto di vista sarei solo ancor più esigente nei confronti degli autori italiani.
RispondiEliminaMa ok, non si può avere tutto.
Attento che Gaarder è apologista cattolico in incognito...fra un paio di mesi tuo figlio vorrà farsi prete! Costringilo a leggere sana fantascienza atea o horror sacrilego,presto!
RispondiEliminaBello il Sistema Periodico,sì.
Mica tanto in incognito, se l'ho nasato perfino io al primo tentativo.
RispondiElimina(C'avrei un dubbio di quelli immondi su cosa sia preferibile, tra un figlio che si vuol far prete o un prete che si vuol far tuo figlio. Ma lasciamo perdere, che è meglio…)
BTW si accettano consigli per fantascienza atea o horror sacrilego adatti a 9-12enni. Grazie!
Stai attento a non farglielo capire troppo esplicitamente, che poi diventa prete proprio per ribellione, lo sai come sono i ragazzi.
RispondiEliminaE comunque non essere così tragico, dai, alcuni preti sono brave persone...
BTW si accettano consigli per fantascienza atea o horror sacrilego adatti a 9-12enni. Grazie!
Combinazione, un idea ce l'avrei.Recentemente ho preso un romanzo per ragazzi ("piccoli brividi") di Ann Halam su una bancarella. E' una bella storia di suspense che tratta temi quali l'identità, i rapporti colla famiglia, l'amicizia, e anche l'immigrazione in maniera non banale e senza predicozzi.
Cerca un po' quanti libri suoi sono disponibili in italiano.
Io ero curioso perché sapevo che Ann Halam è l'alter-ego di Gwyneth Jones quando scrive romanzi per ragazzi e Gwyneth Jones è pluripremiata scrittrice di fantascienza (dai, adesso dì:come mai nessuno me ne aveva mai parlato?) verde, femminista, di sinistra.
Dal suo blog http://www.boldaslove.co.uk/blog/
puoi scaricare i pdf di alcuni suoi romanzi (dove è scritto webpage links) , come l'ultimo Spirit e quelli del ciclo Bold as Love (tutti i titoli provengono da canzoni di Jimi Hendrix).
Sono convinto che Bold as Love ti piacerebbe molto. Musica, avventura, distopia politica larger than life, ironia...
Gwyneth Jones è proprio il consiglio giusto per un ragazzino che vuole cominciare a leggere SF,io suggerirei anche BLUE WORLD di Jack Vance(pianeta d'acqua da noi)recentemente ristampato.E' abbastanza avventuroso ma insegna anche a non accettare acriticamente gli"insegnamenti" e a ragionare con la propria testa.
RispondiElimina@Iguana.
Io una risposta al tuo quesito ce l'avrei ma è meglio che lascio perdere...oltretutto sicuramente sarebbe più radicale della tua.
Ho Pazienza divina di Gwineth Jones (per Marco: gne gne gne…) in coda di lettura da un po', aspetto che mi chiami poi vi faccio sapere.
RispondiElimina(i pdf non li scarico, non riesco a leggere a monitor…)
In ogni caso mi sono segnato il nome di Ann Halam, il problema sarà convincere i pargoli a sceglierlo (quando andiamo in libreria, per quanto si provi ad indirizzarli, sono loro che decidono).
Su Vance non saprei, che non lo conosco abbastanza da consigliarlo (lo so lo so, picchiatemi, ma le poche cose sue lette non mi hanno mai fatto impazzire).
Sul discorso religioso: son stato negli scout per un sacco di anni (e con ottimi ricordi), prima di abbandonare senza rimpianti la casa del signore.
Nonostante i miei figli non siano battezzati non ho pregiudizi nei confronti delle persone religiose, delle istituzioni piuttosto.
-Pazienza Divina/Divine Endurance non l'ho letto nè immaginavo fosse stato tradotto - E' il suo primo romanzo , addirittura del 1984 (come dire Medioevo) non ne ho mai sentito granché parlare, è strano che abbiano tradotto quello e non Bold as Love o Life che - non credo lei abbia mai venduto a camionate - appaiono frequentemente nelle varie liste di best of del decennio passato.
RispondiEliminaE mi spiace perché secondo me, per quello che mi sembra d'aver capito dei tu'gusti, Bold as Love aveva tutto per piacerti.
-Non potresti far loro un regalo mirato? Non glieli regali mai tu i libri?
- Vance - non conosco Blue World. In genere direi che c'è molta avventura, per cui può piacere ai ragazzi, ma lo stile non è dei più semplici.
Qui su Anobii http://www.anobii.com/books/Pianeta_dacqua/018271e75a1262459e/#
c'è una bella recensione di Giovanni Dall'Orto, mi sa che lo compro anch'io se lo trovo
- In effetti anche a me Bold as Love ispira di più di Pazienza divina. Io intanto me lo segno. Non si sa mai che al prossimo giro di acquisti on line non ci scappi anche questo.
RispondiElimina- Ah… beata ingenuità! :-)
Nel corso del tempo i pargoli hanno ricevuto decine di volumi in regalo (tra zie, cugini e amici vari…). La maggior parte dei titoli era stata segnalata da noi ai regalanti. Il risultato è che ci ritroviamo con la libreria piena di romanzi, e loro due - i figli - che leggono unicamente quel che si son presi all'ultimo giro in libreria… (indirizzarli verso quelle che per noi sono buone letture è davvero dura, ma noi non rinunciamo!)
- mmm… ho letto la recensione che citi. Già il fatto che si parta con una accenno alla "vera" fantascienza mi indispone da subito, che poi si prosegua non potendo evitare confronti con la sf commerciale odierna (vedi Peter Hamimlton, che io trovo molto divertente) non è che mi renda più simpatico il buon Giovanni Dall'Orto. Detto questo la recensione pare comunque onesta, competente e comprensibile. Non so se leggerò mai 'sto Vance, ma essendo abbonato a UC il volume ce l'ho in casa, per cui mai dire mai.
(per gettare benzina sul fuoco questo è quel che scrivevo a proposito de I principi demoni qualche anno fa.)
Dunque:
RispondiEliminaPeter Hamilton ho sempre sentito che è infodumposo all'ennesima potenza (ti dirò, per me già a Banks alle volte una sforbiciatina non farebbe male) e comunque sono trilogie di supermattoni oltre le 500 pagine. Non mi ispira.
Giovanni Dall'Orto non so se lo conosci, è un attivista storico del movimento omosessuale, persona che stimo molto dal punto di vista politico, non solo relativamente a quel campo specifico ma per l'impegno in tema di pace e nonvolenza, ambientalismo, anti-razzismo, le sue riflessioni sulla sinistra, etc.
E' anche un fan della fantascienza,e negli anni ha pubblicato molte minirecensioni sul suo sito. Però appunto, la sua idea di fantascienza è quella: molto classica, avventura,scienza hard, magari anche fantascienza sociologica, ma ha poca pazienza per storie "mainstream" in un setting fantascientifico, per infiltrazioni "fantasy", o, Dio non voglia, per chi non si accontenta di fare fantascienza ma aspira a fare "Grande Letteratura Tm". Per cui io mi fido abbastanza di lui quando recensisce un certo tipo di romanzi (perché comunque se una cosa è scritta bene o male lo vede) - molto meno quando esce dai suoi gusti.
Ad esempio oggi ho visto che ha pubblicato una recensione di Nova Swing, e non avevo alcun bisogno di leggerla per sapere cosa avrebbe detto. Del resto aveva similarmente tranciato anche Dhalgren come un pacco insopportabile e pretenzioso, per dire.
Su Vance lascio la parola a Nick o Davide Mana o chi voglia intervenire, che non ti posso mica spiegare tutto io ;)
Eccomi qua!!
RispondiEliminaAccetto la staffetta.
Vance può essere considerato il vero erede di Clark Ashton Smith,nei suoi testi non compare mai l'elemento tecnologico ma solo una gran voglia di divertirsi e divertire il lettore.é uno dei migliori creatori di ecosistemi alieni,quasi un anticipatore della fantascienza ecologica. Se proprio volessimo definire il genere potremmo parlare di science fantasy.
Consiglierei comunque di leggere le opere più datate,personalmente fino ai romanzi ambientati sull'ammasso Alastor.Dopo è quasi tutto trascurabile.
Infatti Vance ha continuato a scrivere fino alla soglia dei 90 nonostante la vecchiaia ed una cecità progressiva ,aiutato(i maligni dicono obbligato)dalla famiglia ma lo smalto dei tempi andati è quasi completamente scomparso.
Su Hamilton sarà eccessivamente infodumposo ma mi sta prendendo molto IL SOGNO DEL VUOTO,di HArrison invece(mea culpa).devo ribadire che non riscontra molto i miei favori.
Marco, Peter Hamilton dovresti proprio provarlo, sempre che non ti turbi rimanere travolto da un fiume di storie, personaggi e panorami, magari non particolarmente profondi ma ognuno ben caratterizzato, con una sua voce e personalità distinte (e no, non è l'infodump il suo difetto). Poi certo, non ti puoi aspettare particolari complessità ideologiche, o scientifiche, o etiche, o … , però non è affatto stupido e per me è davvero divertente. (Mi riferisco alla trilogia dell'Alba della notte, che per quanto riguarda il Sogno del vuoto sono ancora alle prime pagine)
RispondiEliminaOltretutto a me pare che quella di Hamilton sia fantascienza classicissima, per questo non capivo il confronto tutto a suo sfavore nella recensione di Dall'Orto.
(BTW non conoscevo Giovanni Dall'Orto, massimo rispetto per le sue battaglie, ma oh… per quanto sia impegnato dalla parte giusta, questo non significa che non possa dire fantascientifiche cazzate, no? :-))
Grazie per la nota su Vance, Nick.
In effetti sono anni che il nome di Vance salta fuori non appena si accenna ad ecologie aliene, avventura, fantascienza classica e divertente.
I (pochi) racconti letti non mi sono dispiaciuti, almeno non quanto non mi sono piaciuti i due Principi Demoni letti. Magari m'è solo capitato di leggere i romanzi sbagliati (oppure tra me e Vance non c'è proprio sintonia. Capita…)
questo non significa che non possa dire fantascientifiche cazzate, no?
RispondiEliminaMi pare ovvio. L'ho detto no, che non gli piace M John Harrison!
In effetti, a parte Hamilton di cui non sapevo fossi fan, mi sembrava che i suoi gusti fossero abbastanza congruenti coi tuoi, gli piacciono molto Egan, Banks, Stross...
Mi stava quasi sfuggendo questo post: stimandomi notoriamente un ingenuo della sf, mi piacerebbe sapere dov'è che, ne L'Ospite, according to the Iguana, sarei ricorso addirittura alla furbizia. Lo chiedo con genuina curiosità e senza alcun intento polemico! :-)
RispondiEliminaUn abbraccio,
Giampietro
Pst, magari la prossima volta che parli di me, taggami, così lo vengo a sapere prima... ;-)
Giampietro, il tuo racconto m'è parso un po' furbino perché gli effetti speciali sono più importanti della logica della storia.
RispondiEliminaPer effetti speciali intendo l'impatto emotivo-spettacolare della scena, vedi per esempio il prologo, e l'uso massiccio di archetipi fantascientifici (telepatia, apocalisse, androidi) senza una effettiva necessità narrativa.
Però il racconto funziona comunque - altrimenti non ne avrei nemmeno parlato - perché è scritto bene e poi perché l'uso che fai dei trucchi citati è, appunto, furbo.
Però una curiosità me la devi togliere, mi spieghi il finale (per intenderci: il riassunto della situazione globale), che non l'ho mica capito?
Grazie!
Furbino in "quel" senso, allora... Uh, davvero? Boh, a me pare che come effetti speciali non fossero poi granché, se pensiamo che si tratta di un racconto di sf...
RispondiElimina;-) Ma scherzi a parte, il prologo per me invece ha un senso fondamentale: senza, collassa tutta la storia. Ma de gustibus.
Quanto agli archetipi, vecchia storia e vecchia lotta: ogni scrittore parte con una storia e con un bagaglio personale cui attingere. Dentro la valigia ci saranno apocalissi, androidi, vittime o carnefici e, a seconda dell'empatia, qualcuno si commuoverà e qualcun altro ci troverà furbizia.
Strizzate d'occhio mie particolari insomma non ne vedo né ne ricordo, forse eccetto l'ambientazione terzomondista, che già all'epoca sapevo piacesse e anche a me garbava parecchio. ;-)
Sul finale, davvero è così criptico? Prova a rileggerlo almeno una volta, dai... Se rimane davvero così enigmatico ne riparleremo. :-)
Il finale non è criptico, solo non ne capisco la logica.
RispondiEliminaInsomma, mi fai un riassunto coerente della storia del mondo del tuo racconto? Perché non riesco a farci stare insieme gli androidi mortali, gli scienziati segreti e la fine del mondo.
Grazie!