24 novembre 2009
La gentilezza è rivoluzionaria
Chi è che ha detto che La gentilezza è rivoluzionaria? A me viene in mente Jack Kerouac (era ne I Vagabondi del Dharma? Mah…), ma si accettano smentite, integrazioni o approfondimenti. Chiunque sia stato ad avere l'illuminazione, "La gentilezza è rivoluzionaria" è stata la prima cosa che m'è venuta in mente guardando L'uomo che fissa le capre.
L'uomo che fissa le capre è un film gentile in tutti i suoi aspetti: da come introduce l'indagine giornalistica a come tratta temi delicati come devianza e finzione, fino ad arrivare all'approccio laterale con cui si aggancia alla cronaca bellica di questi ultimi anni.
Ma L'uomo che fissa le capre è anche un film spericolato, almeno a vedere i rischi che si prende inoltrandosi nelle zone marginali dei poteri extrasensoriali o nei territori limitrofi della dabbenaggine e del disturbo mentale, senza considerare il sapore tardo-sixties che impregna tutta la vicenda. Decidere di girare un film come questo ed evitare di virare il tutto in farsa o, al contrario, di trasformare il soggetto in una favoletta surreale e inoffensiva è uno dei grandi meriti di Grant Heslov, che nonostante sia all'esordio come regista - ma va ricordato almeno per aver scritto quel piccolo gioiello di Good Night, and Good Luck - riesce a mantenere in mirabile equilibrio l'innegabile verve comica del film con istanze decisamente serie, per offrire allo spettatore uno sguardo originale sugli usi e costumi dell'uomo belligerante americano.
Una menzione d'obbligo va ovviamente agli ottimi George Clooney e Ewan McGregor (per non parlare di quello scoppiato di Jeff Bridges) senza i quali un progetto come questo non sarebbe mai potuto andare in porto. Tra i tanti momenti in cui il loro apporto diventa fondamentale mi piace ricordare il continuo sovrapporsi della faccia Ewan McGregor all'archetipo dello jedi ripetutamente evocato da George Clooney nel corso della vicenda. Temevo che un giochino come questo potesse affossare definitivamente qualsiasi pretesa seria del film e invece è proprio il continuo rimando a una realtà evidentemente fantastica a rendere paradossalmente la storia ancora più vera di quanto credevo possibile.
Insomma, L'uomo che fissa le capre è un gran bel film. Andatelo a vedere.
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Concordo, da vedere, mi sono divertito come non mi capitava da tempo.
RispondiEliminaAvendo avuto qualche passata esperienza con la sostanza usata nel campo militare ho apprezzato ancora di più alcune scene (quella in cui il "cattivo arcinemico" si mette la pistola in bocca per suicidarsi e... scritta benissimo!).
Ohilà Elvezio!
RispondiEliminaMa allora non guardi solo film spaventosissimi! :-)
A prescindere dal consumo personale di sostanze varie, mi pare di poter dire che tutto il film è scritto benissimo.
E di 'sti tempi è davvero qualcosa da sottolineare.
Ottimo film tratto da un eccellente libro.
RispondiEliminaSe poi fate un paio di ricerche giuste su YouTube, trovate anche i filmati originali con i veri personaggi intervistatia suo tempo dalla BBC.
Un buon antidoto all'eccessiva seriosità ed al catastrofismo di certe pellicole recenti...