15 maggio 2007

Milano infetta.


Picture by Z79.
Provate ad immaginare Alice, magari proprio quella disneyana che se ne va a spasso nel Paese delle Meraviglie, in giro per la New York del 1999 immaginata da John Carpenter per il suo Jena Plissken. Ecco, questa è già una buona approssimazione della Milano raccontata da Dario Tonani nel suo Infect@.

I protagonisti del romanzo vagano tra palazzi fatiscenti e costruzioni azzardate, nel grigio variabile della metropoli lombarda bagnata da una pioggia senza fine (che fa molto L.A. Deckardiana), in mezzo a una colorata (letteralmente!) fauna di cartoon di ogni genere: dai paperi di disneyana memoria a coyote più o meno aggressivi, tra gigantesche Betty Bop e Popeye riconvertiti a lavoratori urbani. La trama, piuttosto esile, è poco più di una scusa per un viaggio lisergico nelle periferie degradate del prossimo decennio.

I panorami che Tonani disegna sono affascinanti, senz'altro la cosa migliore del romanzo. Gli edifici in rovina, gli appartamenti assortiti, magari riconvertiti in bordelli economici, i ponteggi improvvisati, le fabbriche abbandonate, il popolo ibrido che li frequenta, le tracce di passaggi e frequentazioni più o meno equivoche più o meno effimere, sono tutte istantanee che rimangono scolpite nella memoria. Fino ad arrivare alla fine del viaggio in una Linate trasformata da aeroporto secondario a luogo surreale e immaginifico, in cui le mete diventano aeroplani e i viaggi si consumano al loro interno.
Infect@ da questo punto di vista è un romanzo imperdibile (ed è un peccato che essendo passato su Urania ormai si sia perso nel limbo dei resi da edicola), che grazie alla pura potenza evocativa riesce a farsi perdonare l'assenza di una trama forte. Infect@ non è esente da altri difetti: se la cripticità dell'idea alla base del romanzo contribuisce al fascino psichedelico della lettura, l'incapacità dell'autore di dettarne regole coerenti ne costituisce forse il più grosso limite. Però oltre alle notevoli capacità descrittive vanno menzionati a merito di Tonani almeno i personaggi (poliziotti, drogati, gangster e altri derelitti), che paiono scolpiti nella roccia del pulp d'antan, che parlano tra loro con dialoghi sempre brillanti, secchi e definitivi, neanche ci fosse un Hammett alla regia, personaggi ai quali non si può non affezionarsi.

Da quel che si legge in giro pare che Dario Tonani stia lavorando a un seguito. Rimaniamo in attesa, che di certo questo Infect@ s'è rivelato un'altra piacevole sorpresa nel panorama fantascientifico nazionale.
Forse che stia davvero per nascere una via nostrana alla fantascienza?


2 commenti:

  1. Iguana Jo ciao,

    già che ci siamo incrociati in altri thread, tanto vale farlo anche qui, per un argomento che mi tocca in prima persona. Intuisco dalla tua recensione che tu ti sia davvero goduto il mio romanzo, pur con i difetti che hai sottolineato e che in parte riconosco...
    Devo dire che non sei l'unico ad avere apprezzato l'ambientazione (e me ne faccio un punto d'orgoglio!), ma le tue parole sui personaggi mi hanno davvero sorpreso e fatto felice.
    Ancora grazie.

    A presto
    Dario

    RispondiElimina
  2. Come dicono gli ammericani:
    you're welcome!

    :-)

    RispondiElimina