Proseguo la carrellata sulle migliori letture fatte nel 2016, brevi flash per ricordare e riflettere sui libri che ho letto, e magari offrire agli eventuali
passanti un piccolo spazio per confrontarsi su autori e titoli che hanno
apprezzato (o anche no, il bello della lettura è che ognuno è solo con
il libro e i propri gusti, propensioni, idiosincrasie ed esperienze).
Oggi si parla de Il cinghiale che uccise Liberty Valance, di Giordano Meacci.
Come mai tra i libri italiani letti nel 2016 Il cinghiale che uccise Liberty Valance è quello che mi ha colpito di più?
Merito di Apperbohr, il cinghiale protagonista del romanzo, che si pone come splendido riflesso della vita confusa e impoverita degli umani che vivono nel paese di Corsignano, persi nella loro quotidianità fatta di abitudini, cerchi in tondo, poche illusioni, frustrazioni e desideri anche troppo terreni.
Il cinghiale illuminato da un’improvvisa consapevolezza fa da splendido, ingenuo e potente contraltare alla comunità umana: grufola nel fango, ma guarda al cielo, e non smette mai, nemmeno per un attimo, di porsi domande e cercare significati e significanti nella luce sorprendente di una coscienza vergine.
La scrittura di Giordano Meacci è stupefacente per come rende vivi e riconoscibili le decine di personaggi che ricorrono (e si rincorrono) nel romanzo, nonostante il montaggio non lineare degli avvenimenti, scelta azzardata forse, ma indispensabile per immergere senza mediazioni il lettore nel disordine e nella casualità che caratterizza le loro esistenze. Pur nella fugacità della loro presenza ci si affeziona agli uomini e alle donne di Corsignano e alle loro relazioni, ci si riconosce nel loro vagare e nelle loro necessità, ci si illude che un’ordine superiore possa ricondurre la normalità delle loro esistenze a uno schema propriamente romanzesco, con l’unico risultato di ritrovarsi alla conclusione del libro con un’unica agrodolce verità, e un filo di commossa emozione, tutte rinchiuse nel destino di Apperbohr.
Il cinghiale che uccise Liberty Valance è un romanzo straordinario e sorprendente, concreto e meraviglioso. Un libro che chiede molto al lettore, ma che in cambio gli offre una nuova prospettiva sulla vita, l’universo e tutto quanto. Non capita spesso.
…
Sono sempre più attratto da questo libro, ma penso che lo rimanderò alle vacanze estive...
RispondiEliminaCome avrai capito a me il libro è piaciuto assai, quindi, sì, non importa quando, ma leggilo, che credo possa piacere assai anche a te.
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