Foto dal sito de La Gazzetta di Modena
Ieri io e Annalisa abbiamo partecipato alla manifestazione "Se non ora, quando?" qui a Modena.
Queste sono alcune impressioni sull'evento.
- le ragioni della protesta sono note (se non lo fossero, dove vivete?).
- le ragioni dalla protesta sono condivisibili (in certi casi i "se" e i "ma" non servono a nulla, ecco perché c'eravamo).
- la ragione principale che mi ha spinto a partecipare alla manifestazione è la sempre maggiore insofferenza a chiacchiere, distinguo, menate. Tutte ragionevoli, certo. Qualcuna pure condivisibile. Ma se alla fine le chiacchiere diventano più importanti dei fatti e i distinguo più pesanti delle azioni, beh… secondo me c'è qualcosa che non va. E partecipare a una manifestazione - a questa manifestazione - per quanto sia gesto minimo e probabilmente inutile, diventa necessario per mettere qualche paletto tra ciò che è giusto e ciò che secondo me continua ad essere sbagliato.
- La piazza era piena. Ed era un bel vedere. Tante persone diverse. Tante persone normali. Senza bandiere, senza etichette, senza divisa. Insomma, non mi ci sentivo troppo a disagio.
- La piazza era piena. Ma era piena di vecchi. Io ho più di quarant'anni, l'età media dei partecipanti mi pare fosse ancor più elevata.
- La piazza era piena. Ma dopo aver sentito le stesse cose per la decima volta, ripetute con parole diverse a volte appassionanti, a volte noiose, a volte arrabbiate, sempre giuste e mai imbarazzanti, è salita la stanchezza. Le cose dette sono vere e sono giuste, ma le conosco già. Capisco la necessità di ribadirle, che forse c'era qualcuno che non le aveva mai sentite, che forse servono a sentirsi meno soli, che forse rinfocolano il sentimento di appartenenza e la partecipazione e la speranza, però…
- Alla fine è come andare a messa: parole per i credenti, il rito della comunione di idee, la liturgia della protesta.
- Siamo andati a berci una birra. A parlare della nostra testa dura, a sentirci comunque inadeguati a queste forme di opposizione. Alla fatica che si fa a capirle e a parteciparvi, che nonostante tutto - lo sappiamo! - sono importanti. Rendendoci conto che ogni alternativa alla manifestazione di piazza è probabilmente peggio del male che l'ha provocata e, molto probabilmente, illegale.
- Siamo tornati a casa e ci siamo visti Robin Hood insieme ai pargoli.
E voi? Come avete vissuto la giornata?
…
detesto le masse di persone.
RispondiEliminaquindi non ci vado mai.
resto convinta, come te, che siano inutili a fini concreti queste manifestazioni delle mille indignazioni verbali.
ma una buona cosa hanno causato: emilio fede era senza parole o quasi. infatti su repubblica stamane ho visto il video dove blattera le solite cose per poi finre con uno "meglio farsi il segno della croce" - sembrava smarrito poverino.
http://tv.repubblica.it/politica/il-tg4-sulla-manifestazione-meglio-farsi-il-segno-della-croce/62016?video=&pagefrom=5&ref=HRER3-1
love, mod
p.s. molto meglio un film con i figli! avete fatto bene!
Secondo me invece avete fatto bene ad andare .Certo dopo un poco diventa deprimente dover risentire sempre le stesse cose o il vedere quasi tutte persone anziane. Ma sarebbe stato peggio non far niente.
RispondiElimina"- Alla fine è come andare a messa: parole per i credenti, il rito della comunione di idee, la liturgia della protesta.
RispondiElimina- Siamo andati a berci una birra. A parlare della nostra testa dura, a sentirci comunque inadeguati a queste forme di opposizione."
Son cose che avrei potuto scrivere io. Che come te ho un sentimento controverso verso la cosa.
Che poi, a conti fatti, io son contento di esserci andato, alla manifestazione.
RispondiEliminaTutte le considerazioni espresse sopra sono tuttora valide, eh!
Ma a quelle ne va aggiunta almeno una che forse davo per scontata.
Il cittadino che voglia esprimere una propria posizione politica ha due possibilità: agire nel privato, agire nel pubblico.
Per quanto riguarda la prima ognuno si confronterà con la propria coscienza e amen. Ma per far sentire pubblicamente la propria voce, per agire sulla cosa pubblica, o si investono tempo ed energie in un progetto di volontariato (che sia politico, sociale, culturale, …) o altrimenti che altri spazi rimangono per influenzare la vita politica del paese fuori dalla cabina elettorale?
Se non per altri, per questo motivo è secondo me doveroso - sempre se se ne condividano fini e modalità - partecipare a questi momenti di aggregazione politica. Perché è l'unico modo che i cittadini hanno per far sentire pubblicamente la loro voce, il loro peso.
Ed è vero, probabilmente nell'immediato non ha alcuna importanza, ma credo che per sbilanciare la deriva politica di questo cazzo di paese vada tentata ogni strada possibile.
A meno che non si preferisca ci pensino i giudici.
Ma io di giudici, avvocati e magistrati mica mi fido.
anche io sono andata alla manifestazione, nella mia città, e ho ritrovato tanta gente con cui facevo le manifestazioni da giovane.
RispondiEliminae la dice lunga sull'età media dei partecipanti, visto che, anche io, non ero fra i vecchi...
sono dell'idea che le manifestazioni così, con i numeri importanti, danno segnali di insofferenza.
non è che non facciano, cavolo se fanno!
se non altro danno l'idea, ad alcuni, della massa degli scontenti. e magari è un messaggio che fa allentare certe alleanze, almeno quello...
ma.
eh, ma.
c'è un "ma" grosso come una casa:
il linguaggio usato, è obsoleto, per usare un eufemismo.
la gente aveva voglia di casino, di urla, di esternare la propria rabbia...e si è trovata di fronte a discorsi noiosi, pallosi, triti e ritriti.
MACCHECCAZZO ci venite a dire quanto sono importanti le donne e cosa fanno le donne e che culo che si fanno le donne?
volete che non lo sappiamo?
minchia, siamo al 75% donne!
diteci altro,
e ditelo con enfasi,
fateci sentire un unico nucleo di forza,
dateci il pane di cui abbiamo bisogno:
senso di appartenenza e un casino di energia.
ecco,
mancano le persone carismatiche, qui.
manca un vocabolario che si "sverni", come diciamo in Romagna, basta parlare di partigiani, diamo un segno ai giovani, facciamoli sentire parte di tutto ciò!
non isoliamoli nelle "onde scolastiche", cazzo, quelle piazze erano loro prima di tutto, erano rivolte alle ragazze che si vedono fottere il futuro da altre ragazze "furbette"...
e cosa abbiamo offerto?
discorsi banali, noiosi, detti dalle solite donne "politicizzate" che ormai usano vocaboli che sanno di naftalina...
uffa,
volevo fare casino,
e invece sono tornata a casa a lavare i piatti, più incazzata di come ero partita.
Lui
ps:
sorry, sono logorroica di natura...
Ciao Lui! Bello rivederti da 'ste parti!
RispondiEliminaSecondo me quello che ci ha lasciati un po' così è che il tutto s'è ridotto a un comizio (una serie di comizi) e beh… cazzo, non è che ne sentissi proprio una gran necessità che credo sapessimo tutti benissimo perché eravamo in piazza.
Poi ok, credo che inventarsi qualcosa di nuovo e non distruttivo sia difficile, come anche trovare un sistema per entrare in contatto con chi certe cose non le ha mai vissute, però alla fine si rimane un po' così, come scrivi bene anche tu.
O forse è che ormai siamo tanto abituati ad essere strumentalizzati e fraintesi che non si osa più fare il passo troppo lungo.
Autocensura o pudore non so, però anch'io sento la necessità di una bella scossa.
Io ne ho fatti tanti di girotondi, di manifestazioni, e per un po' mi tiravano su di morale. Almeno non mi sentivo sola.
RispondiEliminaE poi un giorno mi sono resa conto che il problema è che in Italia gli altri, i berlusconidi, sono la maggioranza. Di poco: io credo che quasi metà degli Italiani siano persone per bene, anche se a questo punto molto depresse. Ma in democrazia, se sei il 49% non conti niente.
L'utilità delle manifestazioni per me sta nell'unire la gente - e un po' anche riscattare l'immagine dell'Italia all'estero. Ma non convincono nessuno di quelli che si fanno imbibbolare dalla televisione.
I miei sono andati in piazza ed ero molto fiera di loro. Non faranno cadere Berlusconi, ma almeno hanno fatto sentire la voce dell'altra Italia.