David G. Hartwell & Kathryn Cramer (a cura di) - Controrealtà
Mi rendo conto che scrivere dell'antologia del meglio dell'anno che Urania propone al suo pubblico ogni estate rischia di risultare ripetitivo. Ma credo che nessun volume sia più utile di questo per capire in che direzione si stia muovendo la fantascienza, quanto sia viva e vitale, quali siano i temi più sentiti - seppur ci sono - tra gli autori che dettano il passo al genere.Mi rendo conto che scrivere dell'antologia del meglio dell'anno che Urania propone al suo pubblico ogni estate rischia di risultare ripetitivo. Ma credo che nessun volume sia più utile di questo per capire in che direzione si stia muovendo la fantascienza, quanto sia viva e vitale, quali siano i temi più sentiti - seppur ci sono - tra gli autori che dettano il passo al genere.
L'anno presentato in questa antologia è il 2006. Come fanno notare i curatori nella prefazione, il tema dominante sembra essere la catastrofe, declinata in decine di modi diversi eppure ben presente in molti dei ventisei racconti dell'antologia. Tra questi racconti ogni lettore avrà i suoi favoriti, che credo sia impossibile accontentare tutti. Io ne segnalo tre: Quando gli amministratori di sistemi dominavano la terra di Cory Doctorow (per la verità già letto nel n. 52 di Robot), che per la prima volta scrive un racconto in grado di convincermi pienamente; L’alba, e il tramonto, e i colori della terra di Michael Flynn, un racconto con un andamento molto poco fantascientifico, denso di riflessioni non banali sulla sopravvivenza al lutto e alla catastrofe, intenso ed emozionante; Ruanda di Robert Reed, si legge quasi come fosse un vecchio classico, con tutti i richiami a storie già lette, già sentite, ma con un twist finale agghiacciante per le sue implicazioni.
A conclusione di questa nota c'è da dire che la qualità media dei racconti scelti per questa antologia non è poi così memorabile, quasi a confermare l'idea che scrivere fantascienza originale e interessante sia sempre più difficile. Dal mio punto di vista mi pare di poter dire che quel che va per la maggiore sia la riscrittura aggiornata (e comunque piacevole) di storie che risvegliano echi di letture precedenti. I racconti segnalati dimostrano però che con un minimo di coraggio e di intraprendenza esiste la possibilità di percorrere nuove strade e di dare nuova linfa a un genere capace, come nessuna altro, di raccontare incubi e meraviglie in presa diretta dal XXI secolo.
Pat Frank - Addio Babilonia
Bello questo romanzo di Pat Frank. Addio Babilonia arriva dritto dritto dagli anni '50 del secolo scorso e mette nero su bianco l'incubo del dopo-bomba di un'intera generazione di americani.
In Addio Babilonia iI vivido racconto della tensione crescente tra i due blocchi, dell'atmosfera di paranoia e di guerra costante si mescola molto bene a quello della tranquilla realtà suburbana in cui vivono i protagonisti del romanzo. E quando si arriva al dunque, il precipitare degli eventi è raccontato con mirabile equilibrio tra cronaca e partecipazione.
Oltre al tema cardine del romanzo - apocalisse sopravvivenza ricostruzione - c'è almeno un altro motivo per cui il romanzo risulta particolarmente interessante. Addio Babilonia è infatti un romanzo scritto da un autore apertamente schierato politicamente ed è oltremodo trasparente come nonostante le vertenze progressiste ben evidenti nel testo (vedi soprattutto i rapporti tra bianchi e neri, o il tratteggio delle figure di potere) certi pregiudizi e convenzioni dell'epoca siano irriducibili a ogni confutazione.
Penso al paternalismo con cui - pur con tutte le migliori intenzioni - sono descritti i personaggi di colore, o al modo in cui sono ritratti tutti i personaggi femminili, sempre maschio-dipendenti e comunque incapaci - con la parziale esclusione dei compiti naturalmente femminili - di qualsiasi apporto autonomo alla sopravvivenza della comunità, e penso soprattutto alla riproposizione, nella piccola comunità indaffarata per la propria sopravvivenza, delle stesse dinamiche di potere (gerarchia e controllo) che hanno condotto la società all'olocausto nucleare.
Se Addio Babilonia fosse stato scritto qui e ora questi difetti risulterebbe intollerabili, ma gli oltre cinquant'anni che ci separano da questo testo permettono di apprezzarlo anche per l'involontario ritratto della società dell'epoca.
Jon Courtenay Grimwood - Felaheen
Terzo e conclusivo romanzo della trilogia arabesca Felaheen conferma quanto di buono Jon Courtenay Grimwood ha costruito con i due romanzi precedenti (vedi qui per Pashazade e qui per Effendi). Rispetto ai precedenti capitoli Felaheen m'è parso forse inferiore per quanto riguarda il plot principale (soprattutto per alcune trasformazioni francamente incredibili del protagonista), ma la ricchezza dello scenario e la profondità del ritratto della società araba e che emerge dalla storia ripagano abbondantemente dei difetti che pure non passano inosservati. Se poi a tutte le suggestioni dovute alla particolarità e al dettaglio dell'ambientazione ci aggiungete un personaggio come Ashraf Bey, beh… la possibilità di trovarsi di fronte a una serie di romanzi che tendono al memorabile si fa sempre più concreta.
Arrivato alla fine della trilogia posso dire che Jon Courtenay Grimwood è stato davvero una bella scoperta. Nell'attesa che si decida a riprendere in mano il suo protagonista, si tratta solo di decidere cos'altro leggere. La scelta non manca (mi pare ci siano un'altra mezza dozzina di romanzi a suo nome), voi lì fuori cosa mi consigliate?
…
Dei tre libri che hai citato ho letto solo l'annuale antologia del meglio della sf.Se ci fai caso gli stessi Hartnell e Cramer nelle introduzioni alle varie storie,quando parlano di echi di quel classico o di quell'altro autore,ammettono implicitamente quanto tu sostieni cioè quanto sia difficile scrivere qualcosa che non sia una rivisitazione\aggiornamento\riscrittura di qualcosa già scritto.
RispondiEliminaUn ultima annotazione:in America oltre a questa escono diverse antologie annuali del meglio,anzi praticamente ogni editore specializzato si può dire che ha la sua;ora escludendo quella di Dozois,la migliore secondo i critici ma penalizzata da un eccessiva grandezza,sarebbe interessante poter fare i confronti qualche volta con scelte di altri curatori.Però il problema sarebbe sempre lo stesso:poi alla fine si riuscirebbe a trovare un editore pronto a pubblicarla con il nulla editoriale che c'è nel nostro paese?
La risposta credo di conoscerla.
E non mi piace per niente.
voi lì fuori cosa mi consigliate?
RispondiEliminaNon hai voglia di provare il suo freschissimo fantasy ambientato a Venezia coi vampiri assassini e lo gnokko in copertina? :)
Direi i tre romanzi successivi alla trilogia: Stamping Butterflies, 9Tail Fox e End of the World Blues. Di quelli prima credo che non sia totalmente soddisfatto neppure lui, o perlomeno sente che non aveva ancora trovato la sua voce.
Dei tre che ho citato penso che quello che ti piacerebbe meno è Stamping Butterflies perché è quello che pref... ahem no, scherzavo, è più sprawling e confusionario.
oh senti iguano
RispondiEliminaun piccolo OT
per quelli che ogni tanto leggono i post dal reader non puoi andare in impostazioni del blog e nella sezione feed sito, selezionare "completo" che così ti leggiamo tutto sui readers? :)
fine OT
Parzialmente off topic, io ho appena terminato "Pandemonium" di Daryl Gregory, ed. Fanucci.
RispondiEliminaOttimi spunti, alcune pessime cadute ma tutto sommato buon esordio, IMVHO.
BP
@ Nick: Non credo che l'antologia di Hartwell e Cramer sia poco indicativa di quella che è la produzione di genere (se è questo che intendevi ricordando altre antologie analoghe prodotte nel mondo anglosassone), e per quanto mi piacerebbe venisse tradotto il volumazzo di Dozois, sono abbastanza soddisfatto di questi volumi annuali. Piuttosto è vero che mi piacerebbe approfondire la conoscenza di alcuni autori che vedo comparire su queste antologie e poi scomparire per sempre (o quasi…). Dici, leggiteli in originale. Eh… magari riuscissi a trovare il tempo per esplorare a fondo tutta la bella roba che esce nel mondo di lingua inglese…
RispondiElimina@ Marco: vista anche tu l'agghiacciante copertina? Eppure io avevo linkato l'altra pagina, più sobria e promettente. :-)
Facciamo che intanto che tu ti leggi la sua ultima fatica io mi procuro Stamping Butterflies? Magari per una volta i nostri giudizi coincidono.
(che poi, tolto Harrison, non mi pare ci si sia mai scontrati su altri nomi).
@ gelostellato: c'hai ragione, c'hai. Ho impostato il feed con solo la preview del contenuto perché mi piaceva mostrare le foto che corredano i post a chi passava da 'ste parti e l'unica maniera era obbligare il lettore a visitare il blog. Però magari impostando il feed completo i reader caricano anche le foto, boh…
Controllo e decido.
@ BP: mi spiace, ma Pandemonium non è nemmeno in coda di lettura. (poi quando senti parlare di "pessime cadute" non che viene una gran voglia di leggere, ecco :-))
@Iguana.
RispondiEliminaVeramente anch'io sono soddisfatto di questa antologia di cui peraltro possiedo tutti i numeri usciti in Italiano.La considero comunque rappresentiva,mi piacerebbe comunque poter fare i confronti con altre antologie di quella di Dozois ad esempio credo sarà improponibile nel nostro paese a causa dei suoi volumi.Anni fa la Mondadori ci provò ma senza risultati.
For the most part, the "year's best" is the "decade's largely forgettable."
RispondiEliminaE' vero che di antologie ne esistono diverse, ma in passato avevo letto delle comparazioni è mi sembra che in genere c'è una discreta concordanza su una buona percentuale dei contenuti. Mi pare Dozois sia considerato abbastanza "conservatore" - con preferenza per storie classiche e riconoscibilmente fantascientifiche.
Comunque Sf Signal in genere analizza tutte le antologie con due righe di commenti per ogni storia.
(Io le antologie le odio a priori - mi sembra come fare un pranzo a base di soli antipasti, tutti in pezzettini da assaggio e vorresti ancora un po' di quella deliziosa tartina e invece subito dopo ti danno un pasticcio unto e bisunto)
Visto su Torque Control la discussione/votazione/analisi dei 10 migliori romanzi di fs scritti da donne nel decennio?
A me invece le antologie piacciono parecchio.
RispondiEliminaForse perché è proprio grazie alla forma racconto che ho scoperto e apprezzato la fantascienza, forse perché un'antologia del meglio dell'anno è come una preziosa degustazione di vini pregiati, e per quanto non riesca ad apprezzarli tutti, non mi stanco facilmente di bere.
(Proprio venerdì stavo per postare due righe sull'iniziativa di Torque Control, ma poi sono stato interrotto e ho lasciato perdere. Magari più tardi riesco a buttar giù qualcosa…)
Sul non mi stanco facilmente di bere avevo intuito e solidarizzo ;)
RispondiEliminaInvece parlando di vini pregiati a produzione femminile, su Malpertuis avevo linkato un paio di racconti di Karen Joy Fowler
The Pelican Bar
The Last Worders
che so premiati e antologizzati sul versante horror/fantastico - The Pelican Bar originariamente è stato pubblicato in una antologia fantascientifica, ma per farli rientrare in fantascienza horror o fantasy bisogna stiracchiare le definizioni al limite - so che non ami leggere al computer ma sono abbastanza brevi e al limite non vai rovina se li stampi, sarei curioso di una tua opinione
(io di lei leggo anche i Romanzi Rosa )
Ieri ho fatto il mio primo ordine sull'Amazon italiano. Oltre a prendere (finalmente!) una manciata di romanzi di Richard Morgan e l'ultimo McDonald, ho preso What I Didn't See: Stories, che dovrebbe contenere anche i due racconti che raccomandi.
RispondiEliminaTi farò sapere!
(comunque prima di darmi al rosa mi toccherà leggere la Austen, che ce l'ho in coda da un sacco di tempo ma è ancora lì che aspetta…)
Io gli ordini, Amazon or otherwise, ho deciso di rimandarli fino a che non riesco a ridurre a dimensioni accettabili la mia catena montuosa di pile di libri - perlomeno dalle Ande vorrei tornare agli Appennini ;)
RispondiEliminaTi capisco.
RispondiEliminaMa nell'ultimo mese ho ristrutturato parte della sala, e dovendo prendere un nuovo pezzo di libreria mica potevo lasciarlo vuoto.
BTW era da quest'estate che non compravo un libro, son stato bravo, no? :-)
(Urania non conta, ovviamente…)
Ps ho cercato 3 volte di commentare al post sopra ma non ci sono riuscito, tu hai ricevuto messaggi da blogger o sono spariti nel nulla?
RispondiEliminaLi ho visti. Non sono stati pubblicati per un'ovvia forma di censura nei tuoi confronti. :-)
RispondiEliminaNo, credo che blogger mi abbia infilato le varie copie del tuo commento nello spam (strano però, mica parlavi di Harrison!).
Purtroppo però quella cartella mi risulta inaccessibile dal lavoro (solito discorso di firewall che ragionano nonsobenecome).
Stasera dovrei essere in grado di recuperarlo e farlo comparire nello spazio commenti del post.
Porta pazienza (divina) :-)