È la sua ultima fatica (e di sudore deve averne speso un bel po', vista la quantità - e la qualità - incredibile di dettagli che inserisce in ognuno della 1127 pagine del testo). Per me è anche il suo romanzo migliore, almeno tra quelli che ho letto.
Spero di riuscire a buttar già qualche nota più approfondita nei prossimi giorni, che se c'è un libro che merita di essere commentato è proprio questo.
Auguri per la nota approfondita! Ti ci vogliono tutti...
Io mi sono fermato 3 mesi alla fine della prima parte, ero stremato dalla bellezza della lettura, dovevo metabolizzare. Adesso mi fai tornare la voglia.
Una provocazione: ma la globalizzazione non era invenzione recente? Dopo Contro il Giorno la domanda mi pare lecita
Grazie per gli auguri, Jericho, ma, oh… non aspettarti mica chissà che!
Alla globalizzazione in effetti non ci avevo pensato più di tanto. Dopotutto se lo leggi in quel modo anche "Il giorni del mondo in ottanta giorni" diventa un'opera globale. :-)
Come vedi ogni tanto passo a trovarti. Mi hai incuriosito, ma rispodimi onestamente visto che mi conosci da tanti anni: ce la farei io a leggere una roba del genere?
Sarà stato per la fatica di questo monumento che poi Pynchon ha ripiegato sulla California degli anni '60 di Inherent Vice (probabilmente quest'anno in italiano), uno dei suoi rari lavori di alleggerimento (l'unica altra cosa comparabile è Vineland). Contro il giorno, come detto, ce l'ho ma ancora non ho avuto modo di andare oltre le prime 2-3 pagine, sfogliate con un misto di curiosità e reverenza, perché nel mio caso Pynchon è una di quelle cose che richiedono la dedizione assoluta. Sto leggendo Underworld di DeLillo da qualcosa come 6 anni (non guardarmi a quel modo, su... :-)) e dalla scorsa estate ho ripreso a godermelo dopo un impasse di, be'... 4 anni, ma con Pynchon non riuscirei mai a permettermi il lusso di intervallare altre letture. Tempo un paio d'anni, comunque, e ti faccio sapere la mia ;-)
Ciao Claudio! Conoscendo in che direzione si stanno muovendo i tuoi gusti letterari non so mica se consigliarti Pynchon. Temo sia troppo fantastico, letteralmente, per te.
Ciao X! Concordo con la dedizione assoluta. Del resto Contro il giorno non merita impegno minore (che oltretutto senza l'impegno del lettore la lettura di un simile romanzone diventa davvero compito improbo). Ma come già detto, Pynchon è un autore che ripaga con gli interessi la fatica del lettore.
E' uno degli ultimi che ha scritto, vero? A me manca sempre, ma conto prima o poi di pigliarlo, visto che mi piace tantissimo il pynchoname.
RispondiEliminaÈ la sua ultima fatica (e di sudore deve averne speso un bel po', vista la quantità - e la qualità - incredibile di dettagli che inserisce in ognuno della 1127 pagine del testo).
RispondiEliminaPer me è anche il suo romanzo migliore, almeno tra quelli che ho letto.
Spero di riuscire a buttar già qualche nota più approfondita nei prossimi giorni, che se c'è un libro che merita di essere commentato è proprio questo.
Auguri per la nota approfondita! Ti ci vogliono tutti...
RispondiEliminaIo mi sono fermato 3 mesi alla fine della prima parte, ero stremato dalla bellezza della lettura, dovevo metabolizzare.
Adesso mi fai tornare la voglia.
Una provocazione: ma la globalizzazione non era invenzione recente? Dopo Contro il Giorno la domanda mi pare lecita
Grazie per gli auguri, Jericho, ma, oh… non aspettarti mica chissà che!
RispondiEliminaAlla globalizzazione in effetti non ci avevo pensato più di tanto. Dopotutto se lo leggi in quel modo anche "Il giorni del mondo in ottanta giorni" diventa un'opera globale. :-)
Come vedi ogni tanto passo a trovarti. Mi hai incuriosito, ma rispodimi onestamente visto che mi conosci da tanti anni: ce la farei io a leggere una roba del genere?
RispondiEliminaa presto!
Claudio
Sarà stato per la fatica di questo monumento che poi Pynchon ha ripiegato sulla California degli anni '60 di Inherent Vice (probabilmente quest'anno in italiano), uno dei suoi rari lavori di alleggerimento (l'unica altra cosa comparabile è Vineland). Contro il giorno, come detto, ce l'ho ma ancora non ho avuto modo di andare oltre le prime 2-3 pagine, sfogliate con un misto di curiosità e reverenza, perché nel mio caso Pynchon è una di quelle cose che richiedono la dedizione assoluta. Sto leggendo Underworld di DeLillo da qualcosa come 6 anni (non guardarmi a quel modo, su... :-)) e dalla scorsa estate ho ripreso a godermelo dopo un impasse di, be'... 4 anni, ma con Pynchon non riuscirei mai a permettermi il lusso di intervallare altre letture. Tempo un paio d'anni, comunque, e ti faccio sapere la mia ;-)
RispondiEliminaCiao Claudio!
RispondiEliminaConoscendo in che direzione si stanno muovendo i tuoi gusti letterari non so mica se consigliarti Pynchon. Temo sia troppo fantastico, letteralmente, per te.
Ciao X!
Concordo con la dedizione assoluta. Del resto Contro il giorno non merita impegno minore (che oltretutto senza l'impegno del lettore la lettura di un simile romanzone diventa davvero compito improbo).
Ma come già detto, Pynchon è un autore che ripaga con gli interessi la fatica del lettore.