Negli ultimi tempi la mia frequentazione con la fantascienza italiana non è stata delle più fortunate. La sequenza di letture poco soddisfacenti sembrava proprio non avere fine, tanto che ormai avevo quasi rinunciato a provarci che poi sembra che abbia una qualche questione personale con chi prova tuttora a scrivere fantascienza in Italia.
Ma la speranza è l'ultima a morire, e dato che mi son trovato in casa l'ennesima antologia, mi son detto proviamoci un'altra volta, che almeno i racconti sono corti, sono vari, e forse almeno un paio si salveranno.
E invece…
E invece per un attimo nel corso della lettura ho temuto di trovarmi di fronte a un capolavoro. La migliore antologia di fantascienza italiana che abbia mai avuto la fortuna di leggere.
Poi no, in effetti arrivato a fine lettura l'entusiasmo si è un po' ridimensionato, però - accidenti! - quanto mi è piaciuto questo numero di Alia!
La partenza in effetti non è delle migliori, il racconto di Danilo Arona, Il caso Bobby Fuller - Fire Walk with me ricalca un canone già letto e riletto, con un protagonista originale solo per le sue origini, ma che poi si comporta secondo tutti gli scontati cliché del caso. Il racconto non mi ha entusiasmato, ma Arona è abile a rendere credibile il classico scenario della provincia americana anni '60.
Il racconto di Vittorio Catani , Ventiquattr'ore al giorno nella terato-chimica, è il vero apripista di questo Alia, almeno per il contenuto fantascientifico che seguirà nelle pagine successive. Mi spiace solo che l'autore abbia deciso di virare verso il grottesco quella che in fondo è una storia d'amore terminale. Del resto il racconto è davvero breve, e questo scorcio di vita ai tempi della catastrofe ambientale si presta agilmente al trattamento riservatogli.
Al racconto di Catani segue la prima perla del volume, ovvero Leggere al buio di Massimo Citi. Nel racconto di Citi c'è un'ambientazione abbastanza dettagliata da risultare viva, personaggi tridimensionali che nonostante le poche pagine riescono a emergere agli occhi del lettore, istanze socio-politiche non banali e una trama che riesce ad emozionare. In più m'è parso di cogliere una qualche reminescenza del Iain Banks culturale che a me non è affatto dispiaciuta.
A seguire arriva Alessandro Defilippi con un racconto che nonostante risulti in qualche modo scontato nello sviluppo e nella conclusione si lascia comunque leggere con piacere. La qualità migliore di A cena il giorno dei morti sta probabilmente nello stile sopraffino di scrittura del suo autore, che riesce a gestire al meglio la tensione crescente della sua storia fino all'appetitoso finale. E poi diciamolo, vedere le alte sfere ecclesiastiche protagoniste di un simile banchetto è sempre un piacere.
Mario Giorgi mi aveva già impressionato con Pater, il racconto contenuto nell'edizione 2007 di Alia (vedi qui), ma qui si supera. Secondo messaggio è un racconto perfetto. Solitamente i testi scritti con l'italiano di Giorgi, mi lasciano quantomeno perplesso: troppo formale e classico per suscitare un'emozione spontanea, troppo ricercato per risultare vero. Eppure il linguaggio scelto dall'autore mi pare l'unico in grado di veicolare tutto il pathos di questa storia che si muove nei dintorni del viaggio nel tempo.
Tutt'altro registro per il racconto successivo: Alla Rina di Consolata Lanza è spettacolare per la sua capacità di giocare con gli stereotipi, divertendosi un sacco nel frattempo. Forse non tutto funziona alla perfezione, che la credibilità della ragazzina protagonista va e viene nel corso del racconto. Ma alla fine il risultato è decisamente positivo: era da tempo che non leggevo una storia di BEM e fanciulle rapite, e questa è decisamente curiosa.
La meccanica dell'ambaràdan di Fabio Lastrucci si situa a metà strada tra Buzzati e Godzilla, all'incrocio tra il fantastico metafisico nostrano e quell'oscura energia sotterranea che nel mio immaginario ha partorito i mostri made in Japan. Anche questo è un racconto da segnalare per l'originalità dello sviluppo, i tipi umani coinvolti e le sorprendenti rivelazioni che lo animano. Se c'è un difetto è forse nella conclusione del racconto sempre progressivamente rimandata, che a tagliarlo di netto secondo me ne avrebbe guadagnato. Però oh… è solo un'opinione.
Blopper di Davide Mana ha tutto quel che mi piace in un racconto di fantascienza. Un protagonista con qualcosa da dire, uno scenario credibile e articolato e soprattutto - particolare non indifferente trattandosi di fantascienza italiana - una trama complessa. In Blopper si passa nel giro di poche pagine dalla caccia alla balena nell'oceano Atlantico allo spazio profondo, dalla situazione politica sudamericana alle frontiere legislative del postumano, con una storia principale che si incrocia con un nugolo di vicende laterali che invece di disperdere l'attenzione del lettore la concentrano nella costruzione di un mondo decisamente interessante. Unico difetto un finale che chiede forse troppo all'interpretazione del lettore. Io comunque fantascienza di questo livello la vorrei leggere tutti i giorni! (capito, Davide?)
Il racconto di Angelo Marenzana è l'unico che non ho proprio digerito. L'istinto dominatore è pesante ben oltre le cupe atmosfere in cui ci immerge l'autore. La mia impressione è che sia mancata una chiara idee di cosa voler far dire a una storia che alla fine si avvita su se stessa senza un vero punto di interesse.
Elvezio Sciallis è insieme a Davide Mana, Vittorio Catani e Massimo Soumaré uno dei pochi autori che ho avuto il piacere di conoscere tra quelli riuniti in questa antologia (beh… in realtà ho conosciuto anche Massimo Citi e Silvia Treves ma dal premio Omelas ad oggi son passati secoli…). Questa però è la prima volta che inciampo in un suo racconto, che di solito lo apprezzo per le recensioni e gli approfondimenti di Malpertuis. Tutta la vostra base sono appartenere a noi mi ha dato l'idea di un racconto ottimamente partorito ma cresciuto in maniera diseguale. Il problema è un eccesso di nerditudine che mal si coniuga con il carattere dei protagonisti e che rischia di travolgere l'ottima atmosfera tra il demenziale e il drammatico creata dall'autore. Il dialogo e l'evoluzione dei personaggi rimangono magistrali, ma l'ultima mezza pagina, beh… ecco, avrei preferito più terrore e raccapriccio (in alternativa un taglio secco e via).
Storia romantica di code e di canini di Massimo Soumaré è una buona storia che si dipana melanconica tra note esotiche e romantiche in un Giappone al contempo realissimo e pieno di meraviglie. Non so quale sia il motivo preciso per cui non mi ha particolarmente colpito: forse il tono sommesso o l'eccessiva dolcezza. O forse dei mostri così buoni mi sono risultati un po' troppo difficili da accettare.
A chiudere questo Alia una delle più piacevoli sorprese del volume. I mondi di là di Silvia Treves è un racconto che nonostante l'intento programmaticamente politico sfugge dal mero didascalismo grazie all'ottima caratterizzazione di personaggi e ambiente. Il panorama è quello claustrofobico di un asteroide minerario che racchiude la sua piccola comunità di tecnici e operai, il clima quello delle lotte sindacali di fronte a una minaccia finanziaria, la risposta è l'unione creativa della diversità circostante. Riassunto così il racconto non suona forse molto stimolante, ma fortunatamente il punto di vista parziale e limitato scelto dall'autrice evita il polpettone socio-politico offrendo al lettore una storia di rinascita e rivoluzione degna della migliore fantascienza anglosassone.
Arrivati a fine lettura bisogna constatare che nonostante i numerosi passi falsi la fantascienza italiana è viva e combatte insieme a noi. La sua è una lotta di retroguardia fatta di piccole realtà editoriali, di singoli appassionati e numeri microscopici. Ma questa fantascienza c'è, basta cercarla.
Alia lo trovate sul sito dell'editore. I meccanismi per l'acquisto sono un po' macchinosi, per questo motivo io ho preferito comprarla sul Delos Store.
* ho scoperto che in realtà "fantascienza" in latino si tradurrebbe "mythistoriae rerum futurarum" (fonte vicipaedia) però mi sembrava un po' troppo criptico per usarlo nel titolo.
…
Ciao Iguana. In realta' ci siamo conosciuti anche noi alla mostra (e poi abbiamo scambiato qualche e-mail per la questione del viaggio della scrittrice giapponese). Ero il tipo "dark"...
RispondiEliminaGrazie dell'apprezzamento.
RispondiEliminaSulla complessità del finale di Blooper- se il lettore non ha voglia di impegnarsi, cosa ci posso fare io?
;-)
Sul leggere storie simili tutti i giorni... dammi tempo!
Come dicevo a Fabio Lastrucci una manciata di giorni or sono, considerata la quantità di materiale raccolto per documentare Blooper, dovrò per forza scrivere altre storie.
Una nota eccentrica - tutti i fatti relativi alla caccia alla balena anomala nel ventesimo secolo sono reali.
Qualcosa è davvero là fuori!
Bella figura, bravo Giorgio! Son stato davvero sbadato. Grazie per avermelo ricordato Massimo, e perdonami per la svista.
RispondiElimina(servirebbe a qualcosa dire che quando ho fatto l'appello, dovevo ancora arrivare a scrivere del tuo racconto? o peggioro le cose?)
Tutti buoni voi scrittori quando si tratta di dar contro al povero lettore, vero, Davide? :-)
BTW con tutto il lavoro di ricerca fatto - e soprattutto con la caterva di spunti presenti nel racconto - potresti ben provare a imbastire un romanzo, no?
A me piacerebbe leggerlo.
Io resto fedele alla storia breve - il che non vuol dire che non vorrei scrivere un romanzo, ma che farlo richiede un tipo di impostazione - proprio a livello meccanico/operativo - che al momento non posso permettermi.
RispondiEliminaNe riparliamo dopo l'estate?
Frattanto, visto che mi sto sbrodolando: nel progetto iniziale, Blooper è la prima di tre storie intrecciate... i protagonisti dell'una sono i comprimari delle altre due.
La seconda è in macchina da tempo, e sono fermo a circa due terzi per pigrizia, e per troppo poco tempo per scrivere.
Frattanto ho in macchina altri due lavori brevi - uno delineato e l'altro in prima stesura, da rivedere e riscrivere.
Dei tre lavori in corso, il primo completato e soddisfacente andrà sul prossimo Alia.
Credo.
Figurati.
RispondiEliminaGrazie della presentazione dell'antologia. E' sempre bello leggere dei commenti critici costruttivi!
I mostri della tradizione nipponica sono piu' ambivalenti dei nostri. Possono essere incredibilmente crudeli o di una generosita' assoluta. In un certo senso, riflettono ampliate le caratteristiche proprie degli esseri umani. Ma ammetto che e' un modo di vedere le creature sovrannaturali decisamente differente da quello occidentale a cui siamo abituati e che quindi puo' lasciare perplessi. Dalla storia uscira' quest'anno in Italia e Francia la graphic novel. Anticipazione: probabilmente sul prossimo ALIA6 ci sara' una storia con uno dei due protagonisti calato in un'atmosfera mystery-fantastico-vacanziera...
Non conoscevo questa serie,mi hai incuriosito cercherò di rintracciarla e di procurarmela.Grazie per la segnalazione.Nel frattempo ho appena finito di leggere il 18 vampiro di Claudio Vergnani,che non è una dimostrazione che anche l'horror Italiano è vivo e combatte con noi.Nonostante le varie delusioni la scintilla c'è e rimane.
RispondiEliminaNICK
Ciao Iguana.
RispondiEliminaA me riesce difficile parlare di miei racconti, diciamo che ho incamerato l'annotazione sul finale e ora la rimastico.
Scrivendolo in effetti ho trovato qualche difficoltà proprio nel finale, ma non tanto nell'esecuzione tecnica, quanto nel fatto che avevo costantemente voglia di staccare coi dialoghi, tirare su la videocamera e descrivere la scena in modo più tradizionale.
riguardo invece aggettivi come "magistrale" no dai, non li merito, ne riparliamo fra vent'anni (non li meriterò nemmeno allora ma di sicuro li accetterò).
Se hai voglia di leggere altre cose, vari miei racconti sono presenti sul blog nel box a destra, so che non leggi da schermo però...
A qualche altra occasione!
Grazie per il commento sulla scrittura e sulla tensione del racconto. Per il resto sono d'accordo. Tema e conclusione sono un po' prevedibili. Come sai, sovente i racconti sono laboratori, altre volte nascono da echi di storie che hai amato e che vuoi in qualche modo raccontare di nuovo. Confesso comunque che il mio era un racconto vecchio di una decina d'anni.
RispondiEliminaAltra cosa: i racconti di Massimo Citi sono ottimi in generale. Se non l'hai letta cerca la sua antologia In controtempo.
Alessandro
Vista la gaffe fatta con Massimo ho provveduto a correggere il testo del post.
RispondiEliminaE ora via con qualche risposta rapida.
@ Davide: per il romanzo non ho nessuna fretta, sono già soddisfatto di sapere che hai preso in considerazione l'ipotesi.
Perché in effetti mi domandavo se accontentarsi di Blopper fosse sufficiente, visto quello che deve aver comportato il lavoro di preparazione per il racconto. Ma mi hai già risposto.
Grazie per le anticipazioni, ma oltre che su Alia non pubblichi - narrativa - da nessun'altra parte?
@ Massimo: credo proprio che la tua storia abbia tutta la potenzialità per trasformarsi in un ottimo fumetto. Che in effetti la parte visiva del racconto risultava davvero fascinosa.
Leggerò con curiosità la storia del vampiro in vacanza! (Mare o montagna? :-))
@ Nick: Chi cerca trova! E Alia è davvero un'ottima lettura. (non seguo la scena orrorifica, ma non ho molti dubbi sui suoi limiti e le sue potenzialità)
@ Elvezio: per cominciare io "magistrale" lo dico a chi mi pare. E poi chissà dove saremo, tra vent'anni…
Per tornare sul racconto, a me l'esecuzione tecnica non è affatto dispiaciuta. È proprio il contenuto narrativo (se si può dire così) del finale che ho trovato fuori registro e poco coerente con quanto letto in precedenza tra le righe di dialogo dei due protagonisti.
Ma oh… si tratta di sensazioni, tipo che senza gli inserti nerd (you know what I mean) il racconto avrebbe guadagnato in potenza evocativa e impatto sul lettore. Ma basta là, che non ti voglio mettere in difficoltà. :-)
I tuoi racconti spiccano ben evidenti nella tua pagina, solo che come sai faccio una fatica bestia a leggere narrativa a monitor (ho bisogno del giusto grado di comodità e relax ambientale, tutte cose molto lontane dal mio spazio di lavoro). Certo, potrei stamparmeli, e non è detto che prima o poi…
@ Alessandro: In effetti rispetto al tuo racconto su Bad Prisma questo mi sembrava un po' meno sostanzioso, però oh, è sempre un bel leggere!
BTW grazie per la segnalazione, mi sono segnato il titolo dell'antologia di Massimo Citi!
La volpe in vacanza. Per il momento il vampiro deve lavorare e non si puo' permettere riposo... Citta' d'arte e mare ^^
RispondiEliminaRiciao Iguana.
RispondiEliminaCredo proprio che dovresti leggere Il 18 Vampiro.Penso proprio che ti piacerà.Non sembra neanche l'opera di un esordiente,oltretutto per te dovrebbe avere un interesse in più dato che è ambientato a Modena.
Si è capito che il libro mi è piaciuto?
Nick
Rispondo in ritardissimo.
RispondiEliminaNegli ultimi tempi ho pubblicato solo per CS - Alia, Fata Morgana, alcune storie in appendice a LN.
Ci dovrebbe essere un racconto in uscita altrove... ma non ho dettagli sulla pubblicazione, e quindi taccio.
Pubblicare altrove- in Italia, ma chi mi fila?
Ho pubblicato qualcosa all'estero, ed attualmente mi sto concentrando sul mercato anglosassone.
Hanno tempi di risposta lunghissimi (hanno un volume di proposte enorme, quindi è comprensibile), ma forniscono un solido feedback se ti rifiutano.
E ti pagano se ti accettano.
Di solito se qualcosa di nuovo esce di mio, lo annuncio sul blog.
"a metà strada tra Buzzati e Godzilla" - La definizione è deliziosa e me la dovrei incorniciare, Iguana! In questo caso, lo sviluppo della storia aveva un procedere un pò teatrale, per cui l'ho dilatata evitando una chiusura rapida (come tendo a fare spesso, più che altro per poca lucidità e fretta). Comunque, grazie dei commenti e delle critiche. Ci devo pensare su... sugli apprezzamenti a Massimo Citi, invece, non ho nessun dubbio e non solo su di lui.
RispondiEliminaAlia, è una rarità nel panorama italiano. Tante cose ottime, tanta diversità, tante idee. Ogni volta è una vera impresa cercare di essere all'altezza dell'impegno!
@ Massimo: Ma come? non era una campagnola? :-)
RispondiElimina@ Nick: si vede, si vede! :-)
Ti dirò, da quel poco che ho potuto leggere in rete non è che quel titolo mi entusiasmi, però oh… se capita, una letta gliela do volentieri.
@ Davide: in effetti considerando il mercato che c'è in Italia per racconti come i tuoi beh… non è che tu abbia molte possibilità. Così al volo penserei a Robot (che tra l'altro credo paghi i suoi autori, poco, ma meglio che niente), che non ci sono molte alternative.
@ Fabio: grazie per il feedback al feedback! :-)
Preso dall'entusiasmo per Alia ho arraffato anche i volumi giapponesi e anglosassoni. 'mo si tratta solo di trovare il tempo per leggerli.
Si trova anche su ibs (chi ha per esempio un buono sconto e/o vuole comprare altro da li' potrebbe convenirgli).
RispondiEliminaPer il resto, in linea di massima sono d'accordo con te. Aggiungo anche che la qualita' dell'editing e' abbastanza alta (non e' perfetto, ma di refusi ne ho trovati pochi).
Difatti. Immagina cosa puo' succedere quando una volpe campagnola millenaria sale per la prima volta in vita sua in aereo...
RispondiEliminaAnche la sua compagna di viaggio non e' tra le persone piu' normali, hahaha.
>ho arraffato anche i volumi
giapponesi e anglosassoni.
Ottima scelta ^^
@ sgerwk: grazie per la segnalazione!
RispondiElimina@ Massimo: a 'sto punto tocca proprio chiedertelo: quando uscirà il prossimo Alia?
Dovrebbe uscire tra giugno e luglio di quest'anno. Questa volta sara' un solo volume, ma con racconti di scrittori italiani, giapponesi, americani, spagnoli, cinesi e di Singapore e disegni di illustratori italiani, giapponesi e spagnoli!
RispondiEliminaBuon ultimo arrivo a ringraziarti per il commento dedicato al mio «Leggere al buio». Bella forza, dirai, ringraziare per un commento positivo... se fosse stato negativo? Beh, da un commento negativo c'è sempre qualcosa da imparare. Mi sarei sforzato, diciamo. Sono comunque deliziato dal riferimento a Ian M.Banks. Molto, molto vero. Il racconto è nato (anche) dalla lettura di «Inversioni».
RispondiElimina@ Massimo: un volume monstre, quindi!
RispondiElimina@ maxciti: you're welcome! come si dice da altre parti.
Mi sembrava ci fosse qualche circostanza speciale legata alla stesura del racconto. Son contento di vedertelo confermare.
;-)
Ciao Iguana
RispondiEliminaGrazie per il commento al mio racconto. Si tratta di una specie di seconda puntata (la prima stava sull'Alia del 2005, mi pare). L'intento politico non era programmatico, ma tant'è, lì è andata a parare la storia, e io ho effettivamente letto (e apprezzato) molta FS anglosassone. Sono lusingata, quindi.
Concordo con la maggior parte dei tuoi giudizi sui racconti, e da editore e co-curatore sono doppiamente soddisfatta.
E' vero, i tempi del premio Omelas sono lontani, ma verrò a leggerti sul blog.
ciao Silvia!
RispondiEliminaIl non detto del tuo racconto - non sapevo fosse un seguito - aggiunge profondità alla storia e quindi è più che benvenuto. Del resto il racconto si legge benissimo anche a sé stante.
Credo che tu e i tuoi co-curatori possiate ben essere soddisfatti del vostro lavoro. Continuate così e sarà sempre un piacere leggervi!
Mai avrei sospettato di avere scritto una storia BEM, perché fino a ieri non sapevo che cosa volesse dire. Ne sono fiera e felice, così come sono fiera e felice che sia divertente e che sia stata letta con piacere. Ciao.
RispondiEliminaCiao Consolata!
RispondiEliminaA proposito di BEM, non so se posso, ma… che dite, oso?
È che a 'sto punto sarebbe bello - ma ripeto, forse chiedo troppo - se il professor Mana provvedesse con un bel post a richiesta sul suo blog.
Credo che sull'evoluzione e i migliori esempi di storie caratterizzate dalla presenza di simpatici BEM potrebbe risultare davvero illuminante!
Mana strikes again!
RispondiEliminaIn questo post di Strategie Evolutive tutta la verità sul BEM, in un pezzo esemplare per sintesi e completezza d'informazione.
Grazie Davide!