04 febbraio 2009

Rapporto letture - Gennaio 2009


Picture by Iguana Jo.
Geni'chiro Takahashi - Sayonara, gangsters
Postmoderno, surreale, avantpop. Per questo romanzo del giapponese Takahashi le etichette si sono sprecate. Il fatto è che potreste infilare Sayonara, gangsters in qualsiasi scaffale della vostra libreria, dalla fantascienza fino alla poesia, e lui si scaverebbe comunque un angolino comodo dove trovarsi a suo agio.
Da parte mia non saprei bene come catalogarlo. Ciò che importa è che la leggerezza e le invenzioni che contraddistinguono questo romanzo sono davvero memorabili. In ogni pagina di Sayonara, gangsters si respira l'amore per le storie che ci hanno costruito, il sapore dolce amaro della scrittura e la vertigine dell'immaginazione sfrenata. Le scorribande di Takahashi tra le pieghe dell'immaginario giapponese (e occidentale) sono formidabili e il risultato finale è originale e affascinante. Un romanzo da non perdere insomma.
Una nota di merito va a Gianluca Coci traduttore/curatore italiano del volume. La versione italiana del romanzo m'è parsa davvero ottima e la postfazione al volume è utilissima per penetrare più consapevolmente nel mondo dell'autore giapponese. Takahashi Geni'chiro è stato davvero fortunato a capitare nelle sue mani.

Ken MacLeod - La fortezza dei cosmonauti
Sono un po' incerto sul come giudicare questo romanzo dello scrittore scozzese Ken MacLeod: da un lato la storia è ben congegniata, lo scorrere parallelo dei due flussi temporali - un futuro prossimo sorprendentemente sovietico e uno remoto con tanto di sauri intelligenti al seguito - risulta ben bilanciato e la descrizione dei due mondi in cui si svolge l'azione sufficientemente meravigliosa e realistica da non annoiare. Però ogni tanto MacLeod m'ha dato l'impressione di perdersi un po' troppo in chiacchiere e di parlarsi addosso senza ce ne fosse davvero necessità, con il risultato di perdere il lettore per strada senza offrirgli nulla in cambio. Se a questo aggiungete il costante bisogno che l'autore ha di iniettare nel romanzo una visione Seria e Impegnata della Storia e della Politica capite bene che il piacere della lettura rischia a volte di scivolare mestamente verso la noia e il pregiudizio.
Ma forse il problema è che non tutti hanno il talento di un Banks o la leggerezza di uno Stross e quando un autore normale percorre le strade battute da gente di quel calibro il confronto salta agli occhi e un romanzo peraltro piacevole come questo La fortezza dei cosmonauti rischia una sorte peggiore di quanto forse meriterebbe.

Richard Powell - Via col piombo
Solitamente non compro il Giallo Mondadori, ma in questo numero compariva un racconto di Giovanni De Matteo che ero davvero curioso di leggere. Il racconto intitolato programmaticamente Logica del dominio è devastante, una ricostruzione agghiacciante della strage di San Gennaro, con la cronaca che si mescola alla fiction per un risultato che fa onore al suo autore.
Già che c'ero mi sono letto pure il romanzo di Powell, una solida storia hard-boiled che proviene dritta dritta dagli anni '50 dello scorso secolo. Tra ragazze perdutamente innamorate, poliziotti più o meno prestanti e cattivi che ricalcano pedissequamente tutti i cliché del loro ruolo Via col piombo si legge volentieri grazie soprattutto all'inettitudine del suo protagonista che stempera nell'ironia il passo pesante del racconto fino allo scontato lieto finale finale.

Peter Orner - Un solo tipo di vento
Il panorama desolato e affascinante della Namibia fa da sfondo a questo romanzo di Peter Orner. La cronaca quasi diaristica della permanenza di un insegnante nordamericano in una scuola persa nel deserto namibiano colpisce per l'atmosfera di normale rassegnazione dei personaggi che animano le pagine del racconto. Sullo sfondo delle vicende recenti (sempre tragiche, sempre violente) di quel pezzo d'Africa la storia della scuola di Goas sembra quella di una comunità di naufraghi separati dal flusso travolgente della Storia nella loro personale isola deserta.
Un solo tipo di vento colpisce più per il suo contenuto documentaristico che per la forza della narrazione, ma rimane comunque un'ottima lettura, soprattutto se vi piacciono le storie di personaggi veri e riconoscibili persi ai confini del nulla.

Robert J. Sawyer - Fuga dal pianeta degli umani
Seconda puntata del ciclo del Neanderthal Parallax che narra dell'incontro tra la nostra terra e quella parallela abitata dai nostri cugini di Neanderthal.
Riprendendo la vicenda iniziata ne La genesi della specie l'autore segue le vicissitudini del fisico Ponter Bondit alle prese in questa nuova avventura con le pene d'amore per la sua compagna sapiens e gli interrogativi sconosciuti ai Neanderthal sui rapporti tra fede e mortalità, con sullo sfondo la follia e la grandezza del genere umano.
Meno sorprendente e avventuroso del primo volume Fuga dal pianeta degli umani conferma le doti di solido narratore del canadese Robert J. Sawyer. La sua è una fantascienza che non ambisce certo all'avanguardia speculativa o alla ricercatezza stilistica, rappresentando piuttosto un tentativo di conciliare i più classici topoi del genere con una sensibilità aggiornata al presente. In questo ambito credo ci siano in giro pochi scrittori altrettanto validi.

2 commenti:

  1. La "leggerezza di Stross" è un argomento a doppio taglio, lo sai, no? :-) Sto leggendo MacLeod proprio in questi giorni e per il momento non mi sono imbattuto in grossi scogli ideologici.

    Mi incuriosisce questo Sayonara, Gangsters. Mi informo meglio...

    Comunque grazie ancora per l'ottimo (entusiasmante, direi) feedback sul racconto.

    Ciao!
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  2. Occhio che quelli di MacLeod non sono "scogli ideologici" quanto piuttosto l'incapacità di trattenere le dita dallo scatenarsi nello sproloquio politico/pedagogico. Insomma MacLeod sembra incapace di scrivere un romanzo senza tenere al contempo qualche piccola lezioncina sulla superiorità del sistema socialista. Non che ci sia per forza qualcosa di sbagliato - anche se preferisco l'anarchia banksiana il socialismo utopico non è poi così male - è solo l'approccio smaccatamente didattico che a me da un po' noia.

    La "leggerezza di Stross" sembra una caratteristica del passato. Sto leggendo in questi giorni Glasshouse e beh… a parte l'avvio zoppicante poi diventa davvero interessante. Come il solito ci sono un sacco di spunti memorabili, però stavolta il tono è decisamente più serio* che nelle opere precedenti.

    (* più serio non vuol dire che sia meno divertente. Probabilmente gli argomenti trattati nel romanzo hanno reso necessaria una maggiore sobrietà.)

    Sayonara, Gangsters è stata una piacevole sorpresa. Spero che arrivi presto in libreria qualcos'altro di Takahashi.

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