23 aprile 2008

La strada


Picture by Iguana Jo.
Dopo le prime pagine de La strada di Cormac McCarthy ero convinto di avere finalmente sotto mano l'esempio perfetto di narrativa di genere sdoganata. Un romanzo paradigmatico della tendenza attuale consistente nel presentare storie di fantascienza senza relegarle nel ghetto cui appartengono, censurando qualsiasi riferimento possa avvicinare il volume al genere cui più propriamente appartiene.

Ma poi sono andato avanti con la lettura. Lungo La strada ho sofferto, ho pianto e mi sono sentito terribilmente vicino a quell'uomo e a quel bambino, profughi in una terra che non ne vuole più sapere di umanità e passione.
Chissenefrega quindi della collocazione letteraria del romanzo, che si fotta l'ansia catalogatoria che ogni tanto mi prende e fanculo anche a tutta la fantascienza buona o meno buona: ne La strada di McCarthy c'è tutto quanto valga la pena di raccontare. Incasellarlo in una categoria precisa è già volerne limitare la portata, le ambizioni e le conseguenze.

Il romanzo è straziante, una fuga senza speranza in mondo senza futuro con la memoria azzerata dal costante assedio del grigio nulla che circonda i protagonisti. Eppure qualche traccia di calore, un sospiro di vita, si continua comunque ad avvertire, flebile, sussurrato ma persistente, nel rapporto tra padre e figlio che accompagna il lettore per tutto il racconto: nel fuoco che conservano, nell'impossibilità della resa, negli struggenti, memorabili piccoli scambi di parole che sottolineano i momenti del loro percorso.

Probabilmente l'aspetto più straordinario de La strada è l'equilibrio e la sobrietà della scrittura di McCarthy. La capacità di raccontare con le sole parole indispensabili il più oscuro dei nostri futuri possibili, senza didascalismi, senza sbrodolamenti morali o concessioni spettacolari all'apocalisse che descrive,. La desolazione quasi metafisica che fa da sfondo alla vicenda e soprattutto i rari dialoghi sono un capolavoro di espressività. Il contrasto assoluto tra la familiarità delle parole e il contesto circostante, la necessità di un'affermazione morale in una situazione totalmente insostenibile, la vita che si trascina con le unghie e coi denti fino alla fine del mondo, scevra da ogni possibilità di nostalgia: La strada racchiude interi universi al suo interno. Arrivati alla fine ci si troverà a osservare la realtà con occhi diversi.


(Un grazie a Dario e Silvia che me lo hanno consigliato)

10 commenti:

  1. Bellissimi! Le impressioni che hai postato e il libro. Hai colto nel segno: non c'è genere che tenga di fronte a tanta esibilizione di umanità. Il romanzo di McCarthy è scritto come ogni storia andrebbe scritta, con il cuore in mano e gli occhi chiusi.

    Se ti va di tuffarti in un'altra avventura di McCarthy (lontana anni luce da "La strada", ma ugualmente straziante-devastante-ammaliante) prova "Non è un Paese per vecchi"... Garantisco a occhi chiusi anch'io!

    Ciao
    Dario

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  2. Ciao Iguana, era un pò che non passavo da queste parti, e mi sono imbattuto nella recensione di questo libro. pensa che me lo sono girato e rigirato tra le mani non so quante volte in libreria, e sono stato più volte ad un passo dal comprarlo. Ora rompo gli indugi e lo leggerò al più presto.
    A proposito! Forse avrai sentito che a giorni esce il film "Gomorra" sul romanzo di Roberto Saviano. Ho visto alcune scene di presentazione, e l'impressione è che sia fatto bene, anche perchè la realizzazione è stata seguita da vicino da Saviano stesso.

    Un saluto e ci vediamo una di queste sere nel mondo reale.

    Claudio

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  3. @ Dario: Ora che ho scoperto McCarthy non me lo lascio certo sfuggire! Ma "Non è un Paese per vecchi" l'ho appena visto al cinema, e non so, preferirei leggere altro. Qualche suggerimento?

    @ Claudio: So del film tratto da Gomorra, ma non è che l'idea mi faccia impazzire. Vedremo…
    Piuttosto, son due settimane che dobbiamo vederci, hai l'agenda così piena? :-P

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  4. No che non ho l'agenda piena, e poi sai che non ho un c... da fare (si può dire cazzo in un bolog?). Solo che Massimo ha l'esame di stato in questi giorni.
    A proposito ho visto "Into the wlild", e ti anticipo al volo queste impressioni:

    1) Fantastica la colonna sonora!!! Se lo vedrai fai attenzione alla musica iniziale! Non so di chi è ma chiunque sia è un grande!!!

    2) Strepitoso William Hurtn nella parte del padre. Anche se la sua parte è solo di pochi minuti riesce a recitare in modo fantastico quasi solo con le espressioni. Una prova (a mio parere) veramente da grande attore.

    3) Si vede la "zampata" di Sean Penn, che è riuscito in alcuni attimi del film a far rivivere le emozioni che chiunque ha viaggiano da solo (anche se non necessariamente in quel contesto) riconosce in modo inequivocabile. In realtà però l'occasione a mio parere poteva essere sfrutatta meglio. L'attore a mio parere non riesce dare forza e porsonalità al personaggio, e ciò che ne traspare è una via di mezzo tra il personaggio originale e il tentativo di renderlo cinematograficamente interessante. Dall'idea che mi ero fatto leggendo il libro, ormai più di 10 anni fa, traspare un ragazzo molto più semplice di quello del film, e il suo girovagare non ha quasi nulla di mistico; a volte mi era sembrato estremamente sprovveduto. Forse gli sceneggiatori potevano rischiare di più, e costruire sulla storia un personaggio (anche fittizio), che fosse maggiormente in grado di trasmettere i messaggio che comunque Peen vuole mettere (in modo molto discreto come sa fare) in tutto il film.

    4) Discreta l'ambientazione e i paesaggi.

    Complessivamente il giudizio sul film non è entusiasmante, anche se è in grado di fare provare emozioni. Comunque aspetto dopo che lo avrai visto (è già uscito in videoteca) il tuo più autorevole giudizio.

    Un saluto

    Claudio

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  5. Sinceramente non mi ha entusiasmato...
    certo alcune caratteristiche da lodare ci sono, come il totale equilibrio che percorre tutto il libro...
    però il finale e il messaggio che l'autore cerca di dare non mi ha convinto molto...

    ti consiglio "Nel paese delle ultime cose", è molto diverso da "la strada" ma allo stesso tempo lo metterei nello stesso genere (dato che appunto sono libri fuori categoria). Quest'ultimo è decisamente migliore, ma è solo una mia opinione

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  6. Ciao anonimo lettore, mi spiace leggere che La strada ti ha deluso.
    Mi piacerebbe approfondissi il discorso sul presunto messaggio del romanzo, che mi interesserebbe conoscere la tua opinione.
    Riguardo al finale, credo che molto semplicemente non potessero esserci esiti diversi (sto sul vago che non voglio rovinare la lettura a chi non l'avesse ancora finito). Ogni altra soluzione avrebbe reiterato l'andamento tenuto fino a quel punto, mentre quel che succede è una novità del tutto legittima vista la vicenda fino a quel momento. (ripensa a tutti gli incontri: uno dei pochi che non avviene è proprio quello che McCarthy si riserva per il finale, no?)

    Non conosco il romanzo che citi, ma su Paul Auster c'ho messo una pietra sopra tempo fa, dopo aver letto la Trilogia di New York: troppo freddo e compiaciuto e artificioso per i miei gusti.

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  7. Allora Giorgio sei tornato! Io sono ritornato oggi (non dall'Irlanda purtroppo!) e durante questi giorni mi solo letto "la strada". Veramente interessante, e la scrrittura essenziale di McCarthy è di una potenza straordinaria. Ero tentato di comprarmi sia "Non è un paese per vecchi, che la trilogia della frontiera, ma qualcosa mi ha frenato. Tu li hai letti?
    Tutto ok in Irlada? Non ho dubbi di si. Adesso sento Massimo e bisogna che ci vediamo, così ci racconti.

    A presto

    Claudio.

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  8. Ciao Claudio!
    Son contento di vedere che anche tu sei rimasto colpito da McCarthy!
    Io ho in coda di lettura il primo volume della trilogia (preso da solo sull'onda dell'entusiasmo, non mi ero accorto che l'intera trilogia è disponibile in un volume unico…)
    In Irlanda tutto splendidamente, ti racconterò.
    Hai poi sentito Massimo? Quando ci si vede?

    ciao!

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  9. Tutti coloro che s'innamorano di McCarthy hanno bene o male una cosa in comune: "La strada" è stato il primo libro che hanno letto di quello che io considero il più grande scrittore del mondo. Però il suo grande capolavoro è "Meridiano di sangue": resterai a bocca aperta.

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    1. Dopo aver letto La Strada ho iniziato la trilogia della frontiera, ma Cavalli selvaggi non mi ha entusiasmato (ne parlo qui).
      Per questo motivo non ho proseguito la lettura di McCarthy, ma non è detto che in futuro non capiterà l'occasione.

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