29 novembre 2012

Letture: Stephen Jay Gould, Stella Benson, Luca Masali

© giorgio raffaelli
Stephen Jay Gould - Otto piccoli porcellini
Registrare la lettura dell'ennesimo libro di Stephen Jay Gould non dovrebbe comportare grossi sforzi, la difficoltà semmai sta nel riuscire a trasmettere quanto il paleontologo americano sia importante nel mio personale panorama culturale.
Come tutti i volumi che lo hanno preceduto anche Otto piccoli porcellini è stata una lettura sempre interessante, a tratti entusiasmante, quasi necessaria per riconciliarsi con quella realtà fatta di scienza e ricerca e scienziati che scorre parallela a quella usuale delle nostre giornate. Un mondo ovviamente legato al nostro quotidiano (come sempre ci ricorda Gould), ma che per prassi, ritmi e distanza (fisica e cognitiva) tendiamo a relegare ai margini.  
Stephen Jay Gould annulla questa distanza e riporta a casa del lettore tutta la bellezza, la fatica, l'emozione e la dedizione proprie della ricerca scientifica, con un linguaggio che non è mai paternalistico, ma che al contrario stimola nel lettore la voglia di approfondire, di saperne di più, di leggerne ancora.
Gli articoli di divulgazione scientifica che Stephen Jay Gould ha pubblicato mensilmente per quasi tutta la sua carriera accademica sono raccolti in dodici volumi editi in Italia da quattro editori diversi. Un paio di questi volumi non sono ancora riuscito a recuperarli, ma insieme a Intelligenza e pregiudizio, altro caposaldo della bibliografia di Gould, quelli che ho letto hanno contribuito tutti a rendermi la persona che sono. Ed è motivo sufficiente per essergliene grato.


Stella Benson - Living Alone
Living Alone è un libro pressoché introvabile, mai tradotto in italiano, edito in Inghilterra nel lontano 1919 e messo gratuitamente a disposizione del pubblico dal Progetto Gutenberg nei formati elettronici più comuni. (Qui il link per scaricare il romanzo).
Living Alone ha il dubbio privilegio di essere stato il primo libro letto sul mio lettore digitale e non sul tradizionale supporto cartaceo. Ma temo che questo approccio possa distrarre il lettore di queste note e forse è meglio proseguire in un altro modo.

La lettura di Living Alone mi è stata suggerita da Marco, che quando si tratta di romanzi fantastici ne sa sempre una più del diavolo. Ebbene, il consiglio non poteva essere più azzeccato. Nonostante il secolo trascorso dalla prima edizione del romanzo, la lettura non potrebbe essere più attuale: c'è una ragazza che lotta per la sua indipendenza, c'è la pressione costante del conformismo e l'impossibilità di adeguarsi, c'è una guerra sulla sfondo, a condizionare esistenze e relazioni, c'è la commedia, la satira e l'avventura, c'è soprattutto il continuum magico che permea Londra e il mondo intero e fa sì che esseri soprannaturali vivano fianco a fianco, seppur ignorati o mascherati, ai comuni mortali. La narrazione di Stella Benson è un continuo fuoco d'artificio di invenzioni e trovate, sempre accompagnate da una partecipazione quasi commovente al destino della sua protagonista e una sensibilità insolita per i rapporti sociali.
Se al piatto già molto ricco aggiungete un manico di scopa piuttosto permaloso, uno scontro volante tra streghe straniere, inseguimenti, fantasmi ed equivoci, beh… Living Alone è una continua ininterrotta meraviglia. Provare per credere.


Luca Masali - I biplani di D'Annunzio
Quando usci la prima edizione de I biplani di D'Annunzio non leggevo fantascienza da parecchio tempo. Era il 1996 e il romanzo d'esordio di Luca Masali aveva vinto il Premio Urania. Quando ne sentii parlare in rete, qualche anno più tardi, avevo riallacciato i rapporti con la sf scritta, ma mi tenevo ancora piuttosto lontano dalla versione nostrana della letteratura di genere. Nonostante i commenti fossero piuttosto positivi (fatto di per sè eccezionale, visto un contesto - si era alla fine degli anni '90 - in cui l'unico scrittore buono sembrava essere Valerio Evangelisti, che continuo a trovare piuttosto sopravvalutato), non mi sono mai attentato ad avvicinarmi ai Biplani fino a che, l'anno scorso, avendo deciso di regalare al suocero un lettore di libri digitali, c'era da riempirglielo un pochino. A quel punto, vagando per i titoli Delos, ho deciso  di acquistare anche tre volumi di fantascienza italiana, un po' per mettere a tacere la coscienza (non perdo occasione di parlarne male, vero?), un po' per vedere quali reazioni avrebbero suscitato. (Oltre che su I biplani di D'Annunzio, la scelta è caduta su Nessun uomo è mio fratello, di Clelia Farris, che avevo molto apprezzato nella versione cartacea, e su Infected FiIes  di Dario Tonani, di cui parleremo a suo tempo.)

Le avventure di Matteo Campini, aviatore dell'Impero Asburgico durante la Grande Guerra, alle prese con una versione alternativa della Storia comunemente nota, sono un ottimo esempio di fantascienza. Magari non di quella più estrema e stupefacente, che I biplani di D'Annunzio rimane sempre ben ancorato sui binari della più classica delle storie fantascientifiche, ma senz'altro all'altezza delle proposte anglosassoni che da noi vanno per la maggiore.
Forse proprio grazie al suo passo tradizionale, che avvicina la vicenda all'esperienza del lettore di genere (non dimentichiamo che il suo pubblico originale è quello di Urania), il romanzo di Luca Masali riesce a intrattenere con intelligenza, mescolando la Storia con l'attualità (degli anni '90, che non sono poi così lontani), riuscendo a interessare sia per le svolte e le sorprese del plot, sia con la ricchezza del dettaglio storico, comprese le divertite e divertenti incongruenze che il protagonista si trova ad affrontare, spesso del tutto inconsapevolmente. E se forse la gestione dei dialoghi e delle relazioni tra i personaggi non è tra i punti di forza del romanzo, la caratterizzazione degli stessi non è niente male, permettendo al lettore di riconoscerli e seguirli con il giusto grado di pathos fino al termine della vicenda. Ultima notazione sugli aerei: non c'è capitolo senza, e le pagine in cui sono ritratti i vari modelli, le loro evoluzioni e battaglie sono forse quelle dove più traspare la competenza e la passione dell'autore. Durante la lettura ci sono stati momenti in cui sono arrivato quasi a odiare la messe di informazioni tecniche che li accompagnava, ma poi - ding! - ho capito l'amore che lega l'autore alle macchine volanti, sono entrato in sintonia e ho apprezzato.
Tutto considerato la lettura de I biplani di D'Annunzio è stata una bella sorpresa. Niente male per un romanzo che ho snobbato per più di quindici anni!

20 commenti:

  1. "La lettura di Living Alone mi è stata suggerita da Marco, che quando si tratta di romanzi fantastici ne sa sempre una più del diavolo".
    E se lo fosse davvero ? Lol :)
    (marco scherzo...:P)

    "Nonostante i commenti fossero piuttosto positivi (fatto di per sè eccezionale, visto un contesto - si era alla fine degli anni '90 - in cui l'unico scrittore buono sembrava essere Valerio Evangelisti, che continuo a trovare piuttosto sopravvalutato)"

    Probabilmente Evangelisti ha avuto semplicemente la fortuna di trovarsi al posto giusto nel momento giusto.


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    1. Evidentemente Evangelisti ha dei pregi che non riesco a cogliere, che sono in tanti ad apprezzarlo.
      (non che poi abbia letto chissà quanta roba, giusto un romanzo e qualche racconto, ma non è scattata alcuna molla, nulla che mi abbia fatto venir voglia di proseguire nella lettura.)

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  2. Quoto Nikko su Marco. Anche per me è Satana... XD
    Sai che neanche io ho mai letto i biplani!? Me lo segno che sto preparando la reading-list per l'anno prossimo.
    Di Evangelisti lessi solo il primo del ciclo di emmeric ma non mi piacette. Non ho più preso altro e sinceramente non mi ispira per niente.

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    1. Stai davvero stendendo un elenco di tutti i libri che leggerai il prossimo anno???
      Accidenti che efficenza!

      Vai e distruggi! :-)

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    2. Un elenco disordinato e mi aiuto con Anobii. Poi durante l'anno cambio scaletta se arrivano cose "gustose".

      Col tempo che mi ritrovo, se non faccio così non leggo un caYYo... :)

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    3. Con tutti i libri che mi ritrovo in attesa di lettura sarei a posto fno al 2020… ma per me il bello è mettermi davanti alla libreria (quella reale e quella virtuale) e aspettare e vedere quale libro mi chiamerà per la prossima lettura.

      Ad avere una lista mi parrebbe di tornare a scuola, con l'elenco dei compiti da fare :-)

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  3. Come sarebbe a dire "quando si tratta di romanzi fantastici" ? ;-)

    Ma, uno dei soprannomi più famosi del diavolo è "il vecchio Nick", hai visto mai che...

    Ce l'ho i biplani di D'Annunzio da qualche parte - la versione premio Urania usata - cercherò di ritrovarlo in tempi non geologici.

    Insomma, tutta colpa di Stephen Jay Gould? ;-)

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  4. "tutta colpa di Stephen Jay Gould?"

    Tutta tutta poi no, alcuni danni li ho fatti da solo!

    (sui romanzi fantastici ti riesco a seguire, sul resto, beh… sul resto viaggio molto più cauto.)

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    1. sul resto viaggio molto più cauto

      Su cosa viaggi più cauto? Pensi che legga roba pesa?
      Non ti fideresti delle mie raccomandazioni per quanto riguarda romanzi e racconti haitiani, ad esempio?
      (Madre Solitudine, Amore Follia Collera, La Matita del Buon Dio Non ha La Gomma, Signori della Rugiada, Compagno Generale Sole, Eros in un Treno Cinese, Sono uno Scrittore Giapponese...)
      O forse ti riferivi ai miei gusti musicali, ce l'hai ancora con me per le cassette australiane?

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    2. Non volevo inquietarti!

      Quel che intendevo dire è che nel mare magnum del mainstream riesco ancora ad orientarmi in modo autonomo, tante sono le letture in attesa già selezionate. Per la letteratura di genere invece sono sempre aperto a nuovi consigli che le fonti d'informazione attendibili sono rare e preziose.

      (anche se poi Il castello di ghiaccio l'ho letto d'un fiato, tanto per dire…)

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    3. (anche se poi Il castello di ghiaccio l'ho letto d'un fiato, tanto per dire…)

      Quindi mi pare di capire che posso continuare a frequentarti. Non ti fosse piaciuto avrei dovuto interrompere ogni rapporto ;-)

      Apro parentesi, c'è molto fantastico "non di genere" - vedo su librinuovi nel tuo blogroll un bell'articolo su Cortázar, in particolare proprio la raccolta e il racconto titolare che ho scelto per il mio Tumblr - c'è tanta narrativa fantastica (e non) sudamericana di grandissima qualità (impara lo spagnolo)
      Magari dai un occhiata al blog di Sur se c'è qualcosa che ti stuzzica, parlano soprattutto dei "loro" autori ma non esclusivamente, e ho scoperto che sono stati tradotti in italiano ottimi libri di cui altrove non parla quasi nessuno...

      http://blog.edizionisur.it/

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    4. Il fantastico non-di-genere per me vale quanto quello di-genere (nello specifico: quando devo scegliere cosa leggere, non voglio imbarcarmi in discussioni mainstream vs. genere), del resto dovrebbe ormai essere chiaro, credo.

      Su Cortazar e i sudamericani: il primo l'ho letto abbondantemente - si fa per dire - un 20/25 anni fa (Bestiario, Il persecutore, storie di cronopios…) e ne conservo tutt'ora un ottimo ricordo. Anche se sì, non sarebbe male rileggerlo…
      Tolti Marquez, Soriano, Borges (poco), Casares e Feinmann, il resto del continento rimane invece pressoché inesplorato.
      Ah sì, ho letto pure un Bolaño (l'unico che trovi nel blog, temo), ma senza rimanerne troppo entusiasta. Per cui vai, se hai qualche nome da sparare sai che ti ascolto.
      (e certo, magari un giro su Sur lo faccio, appena ho un attimo.)

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  5. Stavolta sei tu che hai interpretato male!

    Volevo dire che il fantastico non di genere spesso non viene recensito o commentato nei luoghi che seguono fantasy o science-fiction e rimane invisibile..
    Poi quando tu dici che il mainstream lo navighi bene...io no!
    Cioè, in genere preferisco leggere in lingua originale se posso, ma non è che sia pregiudizialmente contrario all'italiano - ma faccio più fatica a orientarmi nel nostro mercato. Ci sono tremila case editrici che traducono in splendido isolamento... lo sapevi che Nottetempo ha pubblicato una raccolta di racconti di Sheckley? Sono arrivato su Sur grazie a una ricerca su José Donoso - uno dei miei autori preferiti - e ho scoperto che Casa di Campagna è stato tradotto nel 2010 da Cavallo di Ferro, una casa editrice che non conoscevo che ha come interesse primario la narrativa portoghese, ma pubblica anche sudamericani, italiani e l'ultimo della Le Guin. Ogni tanto cerco qualche autore per vedere se è stato tradotto in italiano e scopro che magari lo è stato da una casa editrice o impronta editoriale che è durata un paio di anni e di cui solo una minima parte del catalogo è ormai disponibile.
    Per non parlare di libri anche recenti presi sulle bancarelle che sono fuori stampa e non risultano neppure se fai la ricerca su Ibs e Amazon. Se guardo blog o riviste generaliste magari trovo il millesimo articolo su Dfw o Bolaño, molto sulla letteratura americana contemporanea, i principali casi editoriali da Inghilterra e Francia, tutto il resto è come se non esistesse. Tanti libri che non avrei sospettato, perché abbastanza di nicchia, fuori da grandi aspettative di vendita, vengono tradotti - alcune delle mie scrittrici preferite come Elizabeth Taylor, Barbara Comyns, Rebecca West, o anche genere meno commerciale come Margo Lanagan o Geoff Ryman, ma per saperlo devi fare una ricerca specifica o imbattertici per caso, non ne parla nessuno.
    In questo periodo sto leggendo Sudamericana, un antologia del '73 di 75 narratori sudamericani (in realtà solo il secondo volume, non mi ero accorto che c'era un primo, quindi sono 35) e la qualità è straordinaria - li conosco quasi tutti, ma quanti di loro sono passati, ignorati e subito andati fuori stampa?
    Per le raccomandazioni, come al solito, devo raccomandare quel che piace a me o quello che penso abbia più probabilità di piacere a te? ;-) Non sempre i due set convergono.
    Penso che ti potrebbero piacere Pedro Paramo di Rulfo, Scene da una battaglia sotterranea di Fogwill, i lampi di agosto di Ibargüengoitia, La Pecora nera e altre favole di Monterroso (ecco per esempio, di lui so che è stato tradotto lo straordinario Opere Complete e altri racconti a metà degli anni novanta ma non appare né cercando su Ibs né su Amazon) Soldi Bruciati e forse Respirazione Artificiale di Piglia, Confabulario di Arreola.
    Paradiso di Lezama Lima e Tre Tristi Tigri di Lezama Lima sono splendidi romanzi mondo (alla Joyce) magari per quando hai voglia di spendere energie, Onetti è (per usare una formula trita) il Faulkner sudamericano, e come dico qui http://blog.edizionisur.it/23-04-2012/la-paura-emerge-dal-fondo-delle-ossa-una-lettura-di-jose-donoso/(nel primo commento) L'Osceno Uccello della Notte e Casa di Campagna di Donoso sono per me due dei romanzi fondamentali del Novecento, in lingua spagnola e non solo.
    Dei due Casa di Campagna è decisamente il più accessibile (ed anche l'unico che trovi in italiano, in ogni caso) leggi anche questo articolo:
    http://blog.edizionisur.it/26-04-2012/i-fantasmi-di-donoso/
    Ma non so se il suo stile ti sia congeniale.

    Ah, poi dimenticavo i brasiliani, Grande Sertao di Guimaraes Rosa, Macunaima di De Andrade, Clarice Lispector e ora vedo che hanno ritradotto anche Machado de Assis...

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  6. Accidenti quanto roba… sono andato a leggere i post dedicati a Donoso, che sì, sembra interessante, anche se la recensione di Casa di Campagna non è che mi abbia proprio entusiasmato. (una nota di merito a Sur Edizioni per un blog davvero denso di contenuti, una di demerito per la gestione dei commenti…)
    Per una valutazione di cìò che potrei gradire: il miglior romanzo in lingua spagnola abbia mai letto credo possa essere Dimenticato Re Gudù della Matute.

    'mo indago sugli altri autori, per me pressoché sconosciuti, e vediamo se c'è almeno un qualche romanzo reperibile. Se dovessi basarmi sul titolo credo che l'avrebbero vinta "Scene da una battaglia sotterranea" o "Respirazione Artificiale", ma forse non è il criterio migliore… :-)
    (ah… Monterroso (Le Opere complete) ce l'ho e l'ho letto! Yuppie!)

    Sul discorso iniziale mainstream/genere, la mia capacità d'orientamento nel mainstream si basa unicamente sulla quantità di roba già presente nella mia libreria (o nella wishlist) che limita ulteriori nuove entrate al minimo, non certo su un qualsiasi giudizio qualitativo globale della stessa. Per quel che riguarda il fantastico son fortunato ad avere dei buoni suggeritori, che come dicevo più sù, e confermando quel che scrivi anche tu, è davvero difficile scovare libri interessanti.

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  7. il miglior romanzo in lingua spagnola abbia mai letto credo possa essere Dimenticato Re Gudù della Matute

    L'hai già detto un paio di volte - fra l'altro anche questo non è più disponibile in italiano - ma sembra Il Signore degli Anelli! Mi viene da non fidarmi perché a te piacciono persino Il Signore degli Anelli e La Torre Nera! ;) Convincimi meglio!

    I libri che ti ho consigliato li ho cercati, sono disponibili. Sono più o meno in ordine di decrescente di possibile preferenza Fogwill e Ibargüengoitia ti dovrebbero piacere, e anche Macunaima di De Andrade fra i brasiliani. Respirazione Artificiale, pensandoci meglio, ho dei dubbi.

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    1. "L'hai già detto un paio di volte"
      No, scusa, ero convinto tu l'avessi letto, per questo lo citavo come riferimento. Ma fa niente, 'na volta che ti dico un titolo io, mi snobbi :-)

      Ho visto che sia Fogwill che Piglia sono disponibili in ebook. Appena finito Tom Waits (lettura da fanboy :-)) ci faccio un pensierino.

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    2. E' che è luuungo - sono già sovraccarico di libroni lunghi, ma via, lo proverò come lettura natalizia. O ma qualsiasi libro dai per scontato a priori che io l'abbia già letto? ;-) Vabbè dopotutto in genere è vero ;-)

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    3. No, ero davvero convinto che la Matute l'avessi letta. O meglio, Dimenticato re Gudù è proprio il genere di romanzo che associo al tuo genere di letture.

      Tu leggilo, poi mi saprai dire se mi son sbagliato.

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  8. Devo leggere "I biplani, devo leggere "I biblani", devo leggere "I biplani"...

    Scusami, mi sto facendo un pro-memoria. :)
    È tanto che mi ripropongo di leggerlo. Non si può non aver letto un premio Urania di cui tutti parlano bene. Le cose rare vanno obbligatoriamente degustate.

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    1. Sì. In effetti I Biplani sembrano essere una roba rara, soprattutto al momento dell'uscita.
      Se no per altro, va letto almeno per questo.

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