26 luglio 2012

Letture: Il ritorno delle furie, di Richard K. Morgan

© giorgio raffaelli
Avevo lasciato Takeshi Kovacs in fuga da un pianeta condannato alla guerra, un po' più ricco e  ancora più disperato di come lo avevo trovato dopo le sue avventure hard-boiled a Bay City. Nel terzo romanzo che Richard K. Morgan  dedica all'ex spedi, il buon Kovacs torna a casa.
Finalmente si scopre  la verità su ciò che ha tormentato i sogni e ricordi del nostro eroe negli ultimi decenni, custodia dopo custodia, guerra dopo guerra, un sistema stellare dopo l'altro.

Il ritorno delle furie  sembra fatto apposta per essere trasformato in un blockbuster hollywoodiano. Takeshi Kovacs è l'eroe perfetto per questi tempi disastrati: cinico e disincantato, con un passato torbido alle spalle e una coscienza che non riesce a mettere a tacere. L'ambientazione non è da meno:  guerra e disperazione, sangue, esplosioni e lacrime. Uno scenario divenuto ormai classico sfondo per l'azione a gogò:qualcosa a metà strada tra I mercenari e Serenity, se sapete di cosa sto parlando.

Ma il paragone è superficiale e non rende piena giustizia al lavoro di Richard K. Morgan. L'autore inglese tenta in ogni modo di infondere profondità e pathos alla sua creatura, ma nonostante il risultato si lasci apprezzare, Il ritorno delle furie mi pare meno riuscito rispetto ai precedenti romanzi che raccontano le avventure di Kovacs.
Se alla base di Bay City e Angeli spezzati c'erano idee sufficientemente complesse su cui fondare le relative vicende (le custodie, i marziani), Il ritorno delle furie si limita a proporre al lettore quella che pare essere null'altro che una trovata (il supercattivo) e una rivelazione (il ritorno di uno spettro dal passato), sfruttando  gli stessi elementi presentati nei capitoli precedenti per dare spessore al romanzo.
L'invenzione del nemico di Kovacs è gestita in modo brillante, certo, ma l'ho trovata al contempo eccessiva e non sufficientemente articolata per costituire da sola (o quasi) il nucleo del romanzo. Focalizzare buona parte della trama sullo scontro tra l'eroe e la sua nemesi costringe la storia a muoversi sui binari del confronto individuale, mentre i temi politico/sociali che avrebbero potuto dare complessità e vigore al romanzo (e per lunghi tratti ci riescono) finiscono per rimanere quasi soffocati dal fragore delle esplosioni che più di una volta riducono il romanzo al confronto elementare tra chi ha il cannone più grosso.

Nel romanzo precedente Kovacs si muoveva in uno scenario di tangibile disperazione, pieno di dubbi personali e misteri cosmici, ne Il ritorno delle furie il suo procedere nella vicenda è invece piuttosto meccanico, quasi distaccato, e sebbene le sorprese non manchino, le rivelazioni che lo aspettano non ripagano il lettore (questo lettore almeno) delle aspettative.
Per quanto la storia si riveli comunque appassionante fino all'ultima pagina, ci si ritrova a chiudere il libro non del tutto soddisfatti. Il paragone è forse troppo duro, ma viene da pensare che come quell'idea di rivoluzione che ha accompagnato Kovacs per tre romanzi viene costantemente sconfitta dal pragmatico cinismo della pratica politica quotidiana, così, ne Il ritorno delle furie, si assiste con rassegnazione alla progressiva normalizzazione delle ambizioni narrative del suo autore. Richard K. Morgan rimane comunque uno scrittore da tenere d'occhio, ma da questo romanzo mi aspettavo qualcosa di più.

4 commenti:

  1. Questo post mi ricorda che ho sul cassetto Angeli spezzati da un bel po' (certo il tentativo di leggerlo in inglese, ha qualche colpa nel ritardo).

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    1. So di essere in minoranza, ma per me Angeli spezzati rimane il miglior episodio nella serie di Takeshi Kovacs.
      Leggilo, che così poi mi sai dire.

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  2. condivido ogni singola parola d'elogio. poi prosegui con negatività, e smetto di condividere. gran film, ops, libro.

    leggetelo e godetene.
    gianluca

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    1. Ma che negatività e negatività…

      Il ritorno delle furie alla fine è un buon romanzo, ma non così buono cone mi aspettavo.
      Probabilemnte averne letto faville in giro non ha aiutato…


      "leggetelo e godetene"

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