23 agosto 2010

Ricominciamo


Picture by Iguana Jo.
Sono tornato dalle vacanze già da qualche giorno, ma se ritornare alla routine domestica è stato relativamente facile, non altrettanto posso dire per la mia vita on-line.
Tra il riprendere le fila dei vecchi discorsi, aggiornarsi sui vari post degli amici in rete (ma cavoli! un po' di ferie anche voi no, eh?) e il semplice sforzo di mettersi a sedere davanti a un monitor (chi me lo fa fare, dopo tanti giorni in giro per il mondo?) è andata a finire che per aggiornare il blog ho aspettato il ritorno al lavoro, che in fondo qua, davanti al monitor, sono obbligato a starci.

Nelle ultime settimane abbiamo macinato più di 3000 chilometri tra Francia e Germania, visto più bestie di quanto sia umanamente sopportabile (beh, quasi…), fatto il nostro dovere di turisti all'estero (wow! la torre Eiffel, il Louvre, Legoland!), mangiato un sacco di baguette, bistecche e crauti (e scoperto che quelli francesi, anzi, alsaziani, sono più buoni di quelli tedeschi), speso un sacco di soldi (ma quanto costa il cibo - e il vino, e la birra! - in Francia?). Ci siamo insomma stremati di vacanze, ma divertendoci un sacco nel frattempo.

Tra queste pagine girano soprattutto amanti della fantascienza e dintorni, e allora ecco un piccolo inciso dedicato a loro. Io non leggo il francese ma non potevo certo risparmiarmi un giro in libreria.
In Francia gli scaffali dedicati alla letteratura fantastica sono ben forniti. In quanto a numeri, il fantasy batte la fantascienza, ma quest'ultima si difende bene (diciamo che il rapporto dei volumi presenti è compreso tra il 2 a 1 e il 3 a 2 a favore del primo, ma se eliminassimo i metri dedicati a cicli, ciclini e cicloni fantasy il numero di titoli è quasi alla pari). Tra le note positive l'abbondanza di volumi tascabili compresi in una fascia di prezzo tra i sette e i dodici euro, tra quelle negative il costo delle prime edizioni che è addirittura superiore a quelle italiane (si parla di cifre dai venti euro in su per volumi intorno alle 500 pagine), prezzo accompagnato da una qualità di carta e confezione decisamente inferiore a quella delle corrispettive edizioni nostrane.
I nomi degli autori più importanti sono tutti ben presenti, accompagnati da una discreta pattuglia di autori locali. Roba da far scorrere più di una lacrimuccia a qualsiasi appassionato abituato al panorama italiota.
Un'ultima nota libraria sul mondo parallelo delle pagine disegnate: da parecchio tempo ho smesso di leggere fumetti, ma la quantità spropositata di proposte presenti, sia nelle librerie sia nei negozi specializzati, mi ha fatto rimpiangere un pochino la scelta. In questo caso non leggere la lingua locale è stata una fortuna, che altrimenti sarebbe stato davvero difficile resistere alla tentazione di lasciare la carta di credito al suo destino.

Ora che siam tornati a casa non so quanto sono preparato a riaffrontare i ritmi della vita normale (si fa per dire…), ma beh… ci si prova. Nell'attesa della notte dell'iguana (info a breve - si spera - su questi, e altrui, schermi), nei prossimi giorni si ritornerà a parlare di libri (e di qualche film).
Restate sintonizzati.

6 commenti:

  1. Molto interessante. Nemmeno io loeggo il francese però quando sonos tata alla conferenza tenuta da Robin Hobb a Roma il discorso legato al fatansy è stato affrontato, in particolare per quanto riguarda l'uscita dei libri e la traduzione gestita in Francia. Interessante scoprire nuovi approcci nelle librerie di altri Paesi.

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  2. bentornati!
    ora vedi di fare presto ad aggiornarti su flickr o facebook perché di novità ce ne sono
    ;-)

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  3. Grazie, Occhi di Notte.
    E che diceva Robin Hood delle versioni straniere dei suoi libri?

    Ahò Sarmax!!!
    Ti ci vedo proprio tra pannoloni e biberon mentre fai ascoltare al pargolo l'ultimo disco di xxx!!!

    Un bacione ad Anna e ancora complimenti!
    (…e 'mo andate a divertirvi, che poi per un po' si sta a casa! :-))

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  4. Le tue osservazioni sugli scaffali francesi coincidono con le mie - la cosa che mi ha colpito di più, in assoluto, è la disponibilità in buone edizioni a prezzo ragionevole dei vecchi classici (Vance, Van Voght, Ben Bova) vicino alle ultime novità, tanto nazionali che internazionali.

    Vero, le prime edizioni sono costose - ma in compenso i tascabili vanno al prezzo delle patate, e sono libri solidi e durevoli.

    Mah, non cominciamo coi soliti piagnistei...

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  5. Confermo la varietà dei titoli in tascabile, dai vecchi classici fino a Simmons, Egan e Morgan (tanto per fare qualche nome).

    L'unica cosa davvero deludente non è tanto il prezzo alto (che ci può anche stare, se poi mi offri lo stesso volume anche in formato tascabile), quanto piuttosto la qualità davvero bassa dell'oggetto-libro. A partire dalla carta utilizzata, passando per la grafica per finire con la confezione (no cartonato, no filo refe, semplice brossura fresata a tenere insieme il tutto), i volumi che mi sono capitati sotto gli occhi erano davvero lofi.
    Con libri di tal fatta non c'è da stupirsi che poi l'editoria digitale abbia la strada spianata.

    Ecco, almeno da questo punto di vista i volumi italiani sono ancora un passo avanti.

    (visto? Nessun piagnisteo! :-))

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